Atto di pignoramento su pronuncia di condanna di somme oltre interessi e rivalutazione in favore del lavoratore

Francesco Bartolini

inquadramento

Notificato il precetto, la vera e propria esecuzione forzata ha inizio, se esercitata su beni mobili, con il pignoramento effettuato dall'ufficiale giudiziario. Nel verbale delle operazioni si dà atto della qualità del titolo esecutivo.

Formula

VERBALE DI PIGNORAMENTO [1]

L'anno ...., il giorno .... del mese di ...., alle ore ...., in via ...., nella sede della .... s.r.l. C.F. .... P.I. .... su istanza di ...., elettivamente domiciliato presso la persona e lo studio dell'avvocato .... (C.F. ....; PEC ....), in ....

PREMESSO CHE

l'istante è creditore nei confronti della s.r.l. ...., come sopra, per la somma di Euro ...., comprensiva di interessi e rivalutazione monetaria, oltre le spese e le somme maturande, in forza di sentenza pronunciata nell'udienza delli .... dal Tribunale di ...., giudice del lavoro, nella causa promossa dal sopra menzionato Sig. ...., R. gen. lav. .... contro la citata s.r.l.;

la somma sopra indicata è dovuta a titolo di retribuzioni omesse e risarcimento dei danni per il lavoro prestato alle dipendenze della detta società nel periodo ...., con mansioni di ....;

la sentenza è stata depositata in data .... ed è provvisoriamente esecutiva.

VISTO

l'atto di precetto notificato alla s.r.l. .... in data .... con il quale si è intimato alla stessa di pagare al creditore precettante, in esecuzione della citata sentenza, notificata come titolo esecutivo in data ...., entro dieci giorni dalla notifica la complessiva somma di Euro ...., pena l'esecuzione forzata;

tanto premesso,

su istanza del creditore Sig. ...., io sottoscritto ufficiale giudiziario presso l'ufficio ...., munito del precetto e del titolo esecutivo mi sono recato nel luogo sopra descritto e qui ho avuto la presenza del Sig. ...., dichiaratosi amministratore ...., al quale ho comunicato la mia qualità e il mio mandato.

Non avendo ottenuto il pagamento della somma richiesta, ho rivolto l'ingiunzione prevista dall'art. 492 c.p.c. di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito i beni che come segue si assoggettano all'esecuzione:

....;

.....

Visto l'art. 518 c.p.c. e ritenuta opportuna la nomina di uno stimatore ho nominato il Sig. .... affinché proceda all'attribuzione dei valori di realizzo dei beni sottoposti al pignoramento entro giorni sette da oggi.

Ho avvisato il debitore che ex art. 495 c.p.c. può chiedere di sostituire alle cose pignorate una somma di denaro pari all'importo dovuto al creditore pignorante e ai creditori intervenuti comprensivo del capitale, degli interessi e delle spese, oltre alle spese di esecuzione, con atto da depositarsi in cancelleria prima che sia disposta la vendita o l'assegnazione, unitamente a una somma non inferiore a un quinto dell'importo del credito per cui è stato eseguito il pignoramento e dei crediti dei creditori intervenuti indicati nei rispettivi atti di intervento, dedotti i versamenti effettuati, dei quali deve essere data prova documentale.

Ho inoltre avvisato il debitore che può proporre opposizione ma che l'opposizione all'esecuzione è inammissibile se proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione ai sensi di legge, salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per cause a lui non imputabili.

Ho altresì rivolto al debitore l'invito a effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il tribunale competente per l'esecuzione o indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale, con l'avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notifiche o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria del detto tribunale, salvo quanto previsto dall'art. 149-bis (Notificazione a mezzo posta elettronica certificata eseguita dall'ufficiale giudiziario). [2]

Il Sig. ...., come sopra presente e identificato, ha dichiarato a nome della società debitrice .....

Ho nominato custode il Sig. ...., dipendente della società esecutata, che, reso edotto delle responsabilità di legge e dell'obbligo di tenere i beni pignorati a disposizione della giustizia, accetta senza compenso. I beni pignorati vengono lasciati sul luogo, in un adiacente magazzino coperto.

Di tutto quanto sopra ho redatto il presente verbale che viene sottoscritto anche dalla persona che rappresenta la società debitrice e dal custode.

Per l'esecutata ....

[1]L'atto del processo redatto in formato elettronico dal personale degli uffici notificazioni, esecuzioni e protesti è depositato telematicamente nel fascicolo informatico (art. 196-quinquies disp. att. c.p.c.).

[2]Il secondo comma dell'art. 492 c.p.c. è stato sostituito, nel senso indicato nel testo, dal d.lgs. n. 164/2024 di integrazione e correzione al d.lgs. n. 149/2022 di riforma del processo civile.

commento

Principi generali

Il pignoramento richiede una serie di avvertimenti, ad opera dell'ufficiale giudiziario, imposti dal legislatore a garanzia e a tutela del debitore. La precisa informazione relativa agli obblighi ed alle facoltà difensive del debitore esecutato costituisce un mezzo legale di conoscenza finalizzato a porre costui in grado di evitare le conseguenze più gravi dell'azione esecutiva esercitata nei suoi confronti o di opporsi alla stessa quando la ritiene illegittima o infondata. Per la giurisprudenza l'avvertimento concernente la facoltà di sostituire alle cose pignorate una somma di denaro è un elemento essenziale dell'atto di pignoramento, peraltro sfornito della sanzione di nullità nel caso di sua omissione, in quanto non prevista espressamente dalla legge. La mancanza può essere fatta valere dal debitore con l'opposizione agli atti esecutivi, se in proposito ne sussiste un interesse tutelabile.

Modalità del pignoramento

L'atto di pignoramento assume contenuto più complesso quando i beni rinvenuti per l'esecuzione forzata non appaiono sufficienti, per valore, a soddisfare il credito e quando il debitore esecutato è un imprenditore commerciale. Il debitore è allora invitato, nel primo caso, a indicare altri beni pignorabili e della sua dichiarazione si dà atto a verbale. I beni individuati in base alla dichiarazione sono per effetto della stessa da intendersi sottoposti a pignoramento, salvo il compito dell'ufficiale giudiziario di reperirli materialmente e farli custodire. Se il debitore è un imprenditore commerciale, egli è invitato a indicare il luogo in cui sono tenute le scritture contabili e per il loro esame viene nominato un professionista abilitato. In entrambe le situazioni, però, l'attività dell'ufficiale pignorante è condizionata dalla richiesta del creditore.

In tema di espropriazione forzata, l'avvertimento al debitore esecutato, previsto dall'art. 492, comma 3 c.p.c., volto a renderlo edotto delle modalità e dei termini per potere sostituire ai crediti pignorati una somma di danaro, è elemento essenziale di ogni atto di pignoramento, a prescindere dalla forma particolare che rivesta in ragione della natura del bene pignorato, con la conseguenza che esso deve essere contenuto anche nell'atto notificato personalmente al debitore ai sensi dell'art. 543 c.p.c. L'omissione di tale avvertimento non costituisce causa di nullità, in difetto di siffatta espressa sanzione, e, tuttavia, trattandosi di elemento previsto nell'interesse del debitore ad attivarsi prontamente per la conversione del pignoramento, produce la diversa conseguenza di precludere l'assegnazione, ai sensi dell'art. 552 c.p.c., che, se egualmente disposta, è opponibile ex art. 617c.p.c., a meno che l'interesse in questione del debitore, non garantito all'atto del pignoramento, sia comunque soddisfatto in corso di procedura, con atto del creditore – come nella specie – o con provvedimento del giudice, tempestivamente idonei a soddisfare la predetta esigenza informativa (Cass. III, n. 6662/2011).

L'art. 475 c.p.c. disponeva che le sentenze e gli altri atti dell'autorità giudiziaria, per valere come titolo per l'esecuzione forzata per la parte a favore della quale l'atto fu pronunciato, devono essere muniti della formula esecutiva ed essere spediti in forma esecutiva. La disposizione è stata sostituita dal d.lgs. n. 149/2022 (di riforma del processo civile) con altra secondo cui è richiesto attualmente che quegli atti siano rilasciati in copia attestata conforme all'originale, salvo che la legge disponga altrimenti.

Valgono, anche per i crediti di lavoro, le comuni regole vigenti in materia di espropriazione forzata, in dipendenza della natura dei beni resi oggetto di esecuzione. In generale può dirsi che il vizio della notificazione dell'atto di pignoramento è sanato, di regola, dalla mera proposizione dell'opposizione, a meno che l'opponente deduca contestualmente un concreto pregiudizio al diritto di difesa verificatosi prima della presa conoscenza dell'esecuzione forzata oppure che la notificazione sia radicalmente inesistente; invece, il vizio di notificazione dell'atto di precetto non è sanato dalla semplice proposizione dell'opposizione se, prima che l'intimato ne abbia avuto conoscenza, il creditore abbia eseguito comunque il pignoramento (Cass. III, n. 11290/2020). Il debitore è tenuto a rimborsare al creditore anche le spese di pignoramento e ciò anche se provvede al pagamento, se questo avviene dopo che il creditore ha consegnato l'atto all'ufficiale giudiziario per la sua notificazione perché anche in questo caso le spese devono essere considerate causate dal suo inadempimento (Cass. VI, ord., n. 9877/2021, fattispecie di esecuzione presso terzi).

Ai fini dell'interruzione della prescrizione ai sensi degli artt. 2943, comma 4, e 2945, comma 1 c.c., il tentativo di pignoramento mobiliare infruttuoso, documentato da verbale di “pignoramento negativo”, costituisce idoneo atto di esercizio del credito, a condizione che l'attività all'uopo effettuata dall'ufficiale giudiziario (accesso, ostensione del titolo esecutivo e del precetto, ricerca dei beni, ecc.) sia conosciuta o conoscibile dal debitore e, dunque, che la stessa si svolga almeno in presenza dei soggetti di cui all'art. 139 c.p.c. ed in luogo appartenente alla sfera giuridica del debitore stesso, nei termini di cui all'art. 513 c.p.c. (Cass. III, ord., n. 41386/2021). In tema di spese processuali, il debitore è tenuto a rimborsare al creditore le spese sostenute per il pignoramento, qualora abbia provveduto al pagamento degli importi intimati con il precetto solo dopo la consegna dell'atto all'ufficiale giudiziario per la sua notifica al debitore e al terzo pignorato, atteso che in tale ipotesi le spese necessarie per il pignoramento devono ritenersi causate dal suo inadempimento, e dunque non è precluso al creditore di procedere esecutivamente per tali spese, in forza del medesimo titolo esecutivo, a meno che non sia accertato che egli abbia compiuto tale attività in violazione del dovere di lealtà processuale (Cass. III, ord., n. 9877/2021).

La giurisprudenza ha ripetutamente affermato che se il credito, di natura patrimoniale, è di entità economica oggettivamente minima, difetta l'interesse a promuovere l'esecuzione forzata (Cass. II, ord., n. 28077/2021). Si converte in pignoramento il sequestro conservativo quando il creditore sequestrante ottiene una condanna dotata di efficacia esecutiva: da tale momento inizia il processo di esecuzione forzata del quale costituiscono atti di impulso le formalità prescritte dall'art. 156 disp. att. c.p.c. (Cass. III, n. 35365/2023).

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