Istanza per l'integrazione del pignoramento mobiliare (art. 540-bis c.p.c.)

Girolamo Venturella

inquadramento

Allo scopo di porre rimedio al ricorrente fenomeno dei pignoramenti mobiliari infruttuosi, la l. n. 69/2009 ha introdotto una nuova norma, inserendo il nuovo art. 540-bis c.p.c. La nuova disposizione prevede che, quando le cose pignorate risultano invendute a seguito del secondo o successivo esperimento ovvero quando la somma assegnata, ai sensi degli artt. 510, 541 e 542, non è sufficiente a soddisfare le ragioni dei creditori, il giudice, ad istanza di uno di questi, provvede a norma dell'ultimo comma dell'art. 518 c.p.c. Se sono pignorate nuove cose, il giudice ne dispone la vendita senza che vi sia necessità di nuova istanza. In caso contrario, dichiara l'estinzione del procedimento, salvo che non siano da completare le operazioni di vendita.

Dunque, la norma ha introdotto la possibilità per il creditore di richiedere un'integrazione del pignoramento per l'ipotesi in cui le cose pignorate siano risultate invendute in sede di secondo o successivo esperimento oppure allorquando le somme ricavate e assegnate ai creditori siano risultate insufficienti per soddisfare le ragioni dei medesimi, alla mera istanza di uno dei creditori. In tali casi il giudice può ordinare all'ufficiale giudiziario di riprendere senza indugio le operazioni di ricerca dei beni presso la casa o l'azienda del debitore, redigendo un nuovo verbale.

Formula

TRIBUNALE DI ....

Sez. Esecuzioni Mobiliari

Procedura Esecutiva Mobiliare n. .... / ....

promossa da “ .... ”

contro “ .... ”

Giudice dell'esecuzione Dott. ....

ISTANZA PER L'INTEGRAZIONE DEL PIGNORAMENTO MOBILIARE

(ART. 540-BIS C.P.C.)

Nell'interesse di .... in persona del proprio Legale Rappresentante, con sede in ...., via ...., n. ...., C.F. .... e P.I. ...., rappresentata e difesa, come da procura in calce all'atto di pignoramento immobiliare, dall'Avv. ...., C.F. ...., ed elettivamente domiciliata presso e nel di lui studio in ...., via ....

PREMESSO CHE

– nella suddetta procedura esecutiva, promossa da .... a carico del debitore .... ed iscritta al n. .... R.G.E. sono stati venduti i beni pignorati (ovvero è stata disposta l'assegnazione dei beni pignorati);

che dalla superiore vendita, è stata ricavata la somma di Euro ...., in atto depositata sul libretto bancario (o postale) presso ...., Filiale di ....;

– successivamente al pignoramento ed in corso di procedura, sono intervenuti nella presente esecuzione i seguenti creditori:

1) .... per il credito di Euro ....;

2) .... per il credito di Euro ....;

– allo stato, i crediti complessivi nei confronti del debitore ammontano ad Euro ....

– pertanto, la somma come sopra ricavata dalla vendita dei beni pignorati non è sufficiente alla soddisfazione di tutti i creditori come si evince dal piano di riparto dichiarato esecutivo dal giudice in data ....

Ovvero (ipotesi alternativa):

– con ordinanza in data .... è stata ordinata la vendita (con incanto o senza incanto) dei beni mobili pignorati;

– sono stati effettuati due esperimenti di vendita, rimasti tuttavia del tutto infruttuosi;

CHIEDE

che l'Ill.mo Giudice dell'Esecuzione, ai sensi e per gli effetti dell'art. 540-bis c.p.c., voglia ordinare l'integrazione del pignoramento secondo le modalità di cui all'art. 518, ultimo comma c.p.c., disponendo che l'Ufficiale Giudiziario riprenda senza indugio le operazioni di ricerca dei beni.

Con osservanza.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

commento

Il disposto dell'art. 540-bis c.p.c. ha l'obiettivo di porre rimedio ai pignoramenti mobiliari infruttuosi, evitando anche la necessità di avviarne di ulteriori. Esso trova applicazione in due ipotesi: 1) quando si è proceduto, invano, ad almeno due esperimenti di vendita; 2) quando la somma assegnata non è sufficiente a soddisfare integralmente le ragioni dei creditori concorrenti. L'istanza di integrazione, in entrambe le ipotesi, deve essere avanzata prima della adozione del provvedimento di chiusura del processo esecutivo, essendo necessario, in caso contrario, avviare un nuovo procedimento.

Tale estensione non può essere disposta d'ufficio, ma deve provenire da una istanza espressa di almeno un creditore, sia esso pignorante o intervenuto, purché munito di titolo esecutivo. L'istanza di integrazione del pignoramento non deve avere necessariamente forma scritta e può essere presentata anche a verbale, durante l'udienza di comparizione delle parti a seguito degli esperimenti di vendita.

A seguito dell'autorizzazione del giudice, i creditori interessati possono rivolgersi all'ufficiale giudiziario e richiederne l'individuazione di altri beni pignorabili mediante l'accesso ai luoghi del debitore. Con il pignoramento di nuove cose, il giudice dell'esecuzione ne dispone la vendita in maniera automatica, senza il bisogno di ulteriori istanze in quanto implicitamente inserite nell'istanza principale di integrazione del pignoramento.

Ne segue che il creditore, sino al pagamento totale da parte del debitore, può intimare gli ulteriori precetti ritenuti necessari purché non chieda in quelli successivi le spese, i compensi e gli accessori dei precetti precedenti; e ciò in conformità al consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui «la rinnovazione del precetto configura senza dubbio un'attività legittima (quand'anche possa effettivamente comportare la revoca del precedente: Cass. n. 114/1966; Cass. n. 3736/1981; Cass. n. 1985/1990; Cass. n. 10613/2006; Cass. n. 14189/2012), purché non comporti un ingiustificato incremento delle spese precettate, con la richiesta di quelle dei precedenti, se non altro quando non altrimenti giustificabili. E tanto non costituisce affatto, a differenza del frazionato azionamento di un credito unitario (Cass. n. 8576/2013), abuso del diritto di agire esecutivamente, proprio perché al creditore spetta il diritto di proseguire il processo esecutivo fintantoché il debitore esecutato non abbia pagato per intero l'importo dovuto, in forza del titolo esecutivo posto a base dell'esecuzione» (Cass. III, n. 19876/2013).

Occorre tener presente che ai sensi dell'art. 532, come novellato dal d.l. n. 83/2015, qualora, entro il termine indicato dal giudice dell'esecuzione (termine non superiore a sei mesi), il commissionario non sia riuscito a vendere i beni pignorati ed abbia rimesso il fascicolo al giudice dell'esecuzione, il creditore sarà onerato di richiedere l'integrazione del pignoramento.

In mancanza si realizza una forma di inattività idonea a determinare la immediata conclusione della procedura esecutiva, in quanto verrà disposta la chiusura anticipata della stessa per infruttuosità anche ove non ricorrano i presupposti di cui all'art. 164-bis disp. att..

Tuttavia tale chiusura non dovrebbe poter essere disposta dal giudice qualora il creditore abbia tentato tempestivamente, senza esito per il mancato reperimento di beni pignorabili, di integrare il pignoramento.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario