Istanza di iscrizione del pignoramento nel registro delle imprese.

Girolamo Venturella

inquadramento

La norma in commento, nel mentre sancisce in via generale che la partecipazione in una società a responsabilità limitata può formare oggetto di espropriazione, prevede che il pignoramento si esegue mediante notificazione al debitore e alla società e successiva iscrizione nel registro delle imprese. A seguito dell'entrata in vigore dell'art. 16, comma 12-quinquies d.l. n. 185/2008 (convertito in l. n. 2/2009), è stato abolito il dovere degli amministratori di procedere all'annotazione del vincolo nel libro soci che invece figurava nel testo dell'articolo in commento a seguito della riforma del 2003. Ferma la ritenuta espropriabilità della partecipazione confermata dalla riforma del 2003, è stato oggetto di dibattito quali forme dovesse seguire la procedura esecutiva, se quelle del pignoramento presso terzi ovvero quelle del pignoramento diretto. Il dibattito, peraltro, era influenzato dalle diverse concezioni in ordine alla natura giuridica della quota stessa.

In tema di pignoramento della partecipazione a società a responsabilità limitata, il conflitto tra creditore pignorante ed acquirente della partecipazione va risolto applicando l'art. 2914, n. 1 c.c., con la conseguenza che non hanno effetto in pregiudizio del primo le alienazioni che siano state iscritte nel registro delle imprese successivamente all'iscrizione del pignoramento, senza che rilevi lo stato soggettivo di buona fede, non essendo applicabile il terzo comma dell'art. 2470 c.c. (Cass., n. 20170/2017).

Formula

Ufficio Registro Imprese

Camera di Commercio di ....

via ...., n. ....

( ....) ....

ISTANZA DI ISCRIZIONE DEL PIGNORAMENTO NEL REGISTRO DELLE IMPRESE

Il/La sottoscritto/a .... nato/a il .... a .... residente in .... via ..... .... rappresentata e difesa dall'Avv. ...., con studio in ...., via .... C.F. ...., email/PEC ....);

PREMESSO CHE

– In data .... le quote pari al .... per cento del capitale sociale della società .... s.r.l. valore .... Euro, sono state oggetto di espropriazione forzata;

– la procedura esecutiva è stata iscritta al R.G.E. n. .... / .... dinanzi al Tribunale Ordinario di ...., avviata dal .... nei confronti del debitore esecutato Sig. ....; (cfr. visura; all. 1);

– è interesse dell'istante, quindi, ottenere l'iscrizione del pignoramento nel registro delle imprese;

Tutto ciò premesso

L'istante chiede a codesta Camera di Commercio di provvedere senza ritardo all'iscrizione del pignoramento R.G.E. n. .... / .... pendente innanzi al Tribunale Ordinario di ...., sez. ...., in persona del G.E. Dott. .....

Allegati:

1. visura CCIA;

2. atto di pignoramento dell'Ufficiale Giudiziario,

3. relata di notifica dell'atto di pignoramento al debitore (socio proprietario della quota)

4. relata di notifica dell'atto di pignoramento alla società,

.....

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

commento

Come noto, esiste nell'ordinamento giuridico italiano una particolare forma di processo esecutivo che non trova la sua regolamentazione all'interno del codice di procedura civile, bensì nel codice civile.

Ci riferiamo all'espropriazione di quote sociali che è regolamentata dall'art. 2471 c.c., il quale testualmente dispone: «la partecipazione può formare oggetto di espropriazione. Il pignoramento si esegue mediante notificazione al debitore e alla società e successiva iscrizione nel registro delle imprese. L'ordinanza del giudice che dispone la vendita della partecipazione deve essere notificata alla società a cura del creditore. Se la partecipazione non è liberamente trasferibile e il creditore, il debitore e la società non si accordano sulla vendita della quota stessa, la vendita ha luogo all'incanto; ma la vendita è priva di effetto se, entro dieci giorni dall'aggiudicazione, la società presenta un altro acquirente che offra lo stesso prezzo. Le disposizioni del comma precedente si applicano anche in caso di fallimento di un socio».

L'art. 2471 c.c. è l'unica norma che disciplina il pignoramento in oggetto e che si sofferma esclusivamente sulla notifica del pignoramento e la sua iscrizione presso il Registro Imprese. Non esiste, infatti, alcun articolo del codice di procedura civile che, in qualche modo, possa fornire ulteriori altri elementi circa l'iter da seguire per effettuare un pignoramento di quota di s.r.l.

Quindi se la disciplina risultava scarna fino al momento della iscrizione nel Registro Imprese, essa diventa totalmente deficitaria dopo tale momento.

Le diverse concezioni sulla natura giuridica della partecipazione sociale si sono poi ripercosse sulle forme dell'espropriazione. Infatti, per l'orientamento che riteneva la quota un diritto di credito era giocoforza concludere che l'espropriazione della quota avesse luogo nelle forme dell'espropriazione presso terzi (Cass. n. 7409/196; Cass. n. 4801/2001; Cass. n. 2926/1997).

La riforma del diritto societario ha chiarito che il pignoramento si esegue mediante notificazione al debitore e alla società e successiva iscrizione nel registro delle imprese.

Il legislatore ha optato per un modello di pignoramento “diretto” che si attaglia alla configurazione della quota come bene immateriale iscritto in pubblico registro (Gasperini, 397; Andreoni, 44; Soldi, 900; Mandrioli, 119). In questa prospettiva, il pignoramento si esegue con la notifica al socio debitore ed alla società di un atto formato a norma dell'art. 492 c.p.c. contenente l'ingiunzione di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito esattamente indicato la quota ed i frutti di essa. La disposizione in commento ha chiarito che il pignoramento di partecipazioni in società a responsabilità limitata è iscrivibile nel registro delle imprese (Gasperini, ibidem; Soldi, 966; Zanarone, 677).

Anche la giurisprudenza è orientata in tale direzione. In particolare, l'art. in commento istituisce un procedimento esecutivo ad hoc, del tutto estraneo al pignoramento presso terzi, che si svolge mediante notifica al debitore ed alla società di un atto complesso e la sua successiva iscrizione nel registro delle imprese, senza che sia necessario invitare società a rendere la dichiarazione di cui all'art. 547 c.p.c. e tantomeno instaurare l'eventuale giudizio di accertamento dell'obbligo del terzo (Trib. Parma 20 maggio 2013; Trib. Udine 18 febbraio 2013; per la giurisprudenza di legittimità, cfr., Cass. n. 13903/2014. In senso contrario, però, Trib. Melfi, 13 gennaio 2010).

Una volta notificato il pignoramento e averlo iscritto nel Registro delle Imprese, si ricorda che è necessario iscriverlo a ruolo. Abbiamo detto che la quota societaria di s.r.l. è un bene mobile (immateriale), pertanto si applicherà il procedimento di espropriazione mobiliare, in ossequio all'art. 518, comma 6 c.p.c. Vi è, quindi, un termine perentorio da rispettare pari a 15 giorni da quando l'ufficiale giudiziario restituisce gli atti al creditore. L'iscrizione a ruolo, in forza della l. n. 162/2014, non può che avvenire in modalità telematica, in quanto detta previsione normativa ha introdotto l'obbligo di deposito ed iscrizione a ruolo nei procedimenti di espropriazione forzata nelle citate modalità, dal 15 marzo 2015.

Il d.l. n. 132/2014 (convertito in l. n. 162/2014) ha profondamente riformato, per quanto qui d'interesse, gli articoli 518, 543 e 557 (e ha introdotto l'art. 521-bis), prevedendo in particolare che la formazione del fascicolo dell'esecuzione avvenga a cura dell'avvocato. Contestualmente, con la medesima novella legislativa, è stato aggiunto un periodo all'art. 16-bis, comma 2 d.l. n. 179/12, ai sensi del quale «a decorrere dal 31 marzo 2015, il deposito nei procedimenti di espropriazione forzata della nota di iscrizione a ruolo ha luogo esclusivamente con modalità telematiche, nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. Unitamente alla nota di iscrizione a ruolo sono depositati, con le medesime modalità, le copie conformi degli atti indicati dagli artt. 518, comma 6, 543, comma 4 e 557, comma 2, del codice di procedura civile. Ai fini del presente comma, il difensore attesta la conformità delle copie agli originali, anche fuori dai casi previsti dal comma 9-bis».

L'attento lettore noterà come dall'elenco che precede manchi del tutto l'art. 2471 c.c.; si pone quindi l'interrogativo di come vada iscritto a ruolo un pignoramento di quote sociali e di quali adempimenti debbano seguire (o accompagnare) l'iscrizione a ruolo. In particolare il dubbio riguarda se anche nel caso della procedura esecutiva in esame il difensore debba provvedere all'iscrizione a ruolo della procedura per via telematica e se anche in tal caso debba provvedere all'attestazione di conformità degli atti e titoli restituitigli dall'Ufficiale Giudiziario.

La risposta, vedremo, non è per nulla scontata e ce ne rendiamo conto già solo leggendo la parte novellata dell'art. 16-bis, comma 2 d.l. n. 179/12; se diamo alla norma un'interpretazione letterale ci rendiamo conto che nel caso in esame, contrariamente a quanto ci potremmo aspettare, vi sarebbe un unico adempimento da espletare in via telematica, ovvero l'iscrizione a ruolo della procedura; la prima parte della norma è infatti la sola riferita a tutti i procedimenti di esecuzione forzata («il deposito nei procedimenti di espropriazione forzata della nota di iscrizione a ruolo ha luogo esclusivamente con modalità telematiche»); dopodiché la norma prosegue menzionando esclusivamente le procedure di cui agli artt. 518,543 e 557 c.p.c., senza fare menzione alcuna dell'art. 2471 c.c.

Sembrerebbe dunque che, effettuato il deposito telematico della nota di iscrizione a ruolo, la procedura debba seguire i canoni classici ante riforma e cioè: istanza di vendita, deposito dell'atto di pignoramento notificato e documentazione attestante l'avvenuta iscrizione della formalità presso il Registro delle Imprese andrebbero depositati “in cartaceo” direttamente presso la cancelleria, oltretutto senza necessità di alcuna attestazione di conformità e senza obbligo di osservare i ristretti termini posti dalle norme sopra citate.

Risolto il problema del deposito telematico, bisogna ricordare che un altro termine incombe sul creditore, quello di 45 giorni dalla notifica del pignoramento per presentare l'istanza di vendita (art. 497 c.p.c.), pena l'inefficacia dello stesso. L'istanza di vendita dovrà essere depositata avendo la accuratezza di allegare, oltre la ricevuta di avvenuta iscrizione al Registro Imprese, la visura camerale e l'atto costitutivo di modo che il magistrato possa determinare il valore nominale della quota, nonché appurare se vi siano vincoli riguardo la circolazione della stessa. Inoltre, appare opportuno allegare alla stessa l'ultimo bilancio d'esercizio in quanto, come vedremo successivamente, il giudice dovrà determinare il valore della quota. Quest'ultimo potrebbe essere individuato semplicemente come la frazione di patrimonio netto risultante, appunto, dall'ultimo bilancio. Tale soluzione eviterebbe la nomina di un c.t.u. ed i relativi costi per la perizia di valutazione. Ecco perché si consiglia di allegare l'ultimo bilancio all'istanza di vendita.

Problematiche particolari si presentano nel caso in cui l'atto costitutivo della società preveda dei limiti alla libera trasferibilità della partecipazione sociale. Il legislatore ha dunque realizzato un bilanciamento tra le esigenze dei creditori del socio e l'interesse della società a mantenere una composizione sociale omogenea che rileva anche ad aggiudicazione conclusa (Corte cost. n. 186/2008).

Va, in primo luogo, osservato che il terzo comma dell'articolo in commento si applica qualunque sia la tipologia di clausola limitativa del trasferimento prevista statutariamente e, dunque, tanto in caso di clausole di gradimento che di clausole di prelazione e riscatto. Con particolare riferimento alle clausole di prelazione l'art. in commento si applica anche ad esse (Cass. n. 15605/2002; Cass. n. 691/2005; Cass. n. 11493/2010; contra Cass n. 3482/1991).

La disposizione in commento deve ritenersi applicabile anche al caso di quote intrasferibili (Zanarone, 694; Santini, in Comm. S.B., 2014, 378). D'altra parte, diversamente opinando si arriverebbe alla conclusione che la quota del socio debitore non concorrerebbe a costituire la garanzia generica ai sensi dell'art. 2740.

Ebbene, con riferimento alla procedura prevista dall'art. 2471, comma 3, dopo che il giudice abbia disposto la vendita all'incanto delle quote non liberamente trasferibili, si apre una fase di negoziazione amichevole tra il creditore, il debitore e la società che potrà portare ad un accordo o sul trasferimento della partecipazione stessa ovvero sulle modalità della vendita. Qualora venga raggiunto l'accordo, esso dovrà comunque essere formalizzato in udienza davanti al giudice ai fini dell'adozione dei provvedimenti conseguenti (Gasperini, 409; contra Santini, in Comm. S.B. 2014, 380).

Qualora, invece, non si addivenga ad un accordo, avrà luogo la vendita all'incanto della partecipazione che terminerà con una regolare aggiudicazione, la quale è immediatamente produttiva del trasferimento della proprietà della partecipazione (Gasperini, 413). Tuttavia, la società mantiene la facoltà, entro dieci giorni dall'aggiudicazione, di presentare un altro acquirente che offra lo stesso prezzo. La presentazione di tale acquirente gradito si pone, dunque, come condizione risolutiva dell'aggiudicazione medesima (Gasperini, ibidem).

Qualora, in violazione dello statuto, la facoltà di designazione di un altro acquirente in sostituzione dell'aggiudicatario sia stato esercitato dal legale rappresentante in assenza di una conforme delibera dell'organo amministrativo, la legittimazione a far valere l'invalidità dell'atto spetta soltanto alla società, non potendo la relativa questione essere dedotta mediante opposizione agli atti esecutivi da parte dell'aggiudicatario, quantunque egli stesso socio (Cass. n. 5493/2008; Cass. n. 3715/1980).

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