Istanza di pubblicità straordinaria ex art. 490, comma 2 c.p.c.

Vincenza Di Cristofaro

Inquadramento

Lo scopo dell'art. 490 c.p.c. è quello di dare la possibilità al pubblico di venire a conoscenza dell'imminente compimento di un atto che riveste interesse generale, come ad esempio l'ordinanza di vendita. In particolare il comma 2 dell'art. 490 c.p.c. prevede, in aggiunta alla pubblicità di cui al comma 1, l'obbligatorietà della pubblicazione su appositi siti internet dell'ordinanza del giudice che dispone la vendita e della relazione di stima redatta ai sensi dell'art. 173-bis disp. att. c.p.c. nell'ipotesi in cui debbano essere posti in vendita beni immobili e beni mobili registrati per un valore superiore a 25.000,00 €. La pubblicità di cui al comma 2 resta, quindi, meramente facoltativa e quindi straordinaria per i beni mobili registrati di valore inferiore a 25.000,00 € e per gli altri beni mobili (art. 530, comma 7 c.p.c.).

Formula

TRIBUNALE DI ...

R.G. n. ... / ...

G.E.: Dott. ...

ISTANZA DI PUBBLICITÀ STRAORDINARIA

(ART. 490, COMMA 2, C.P.C.)

Per ..., C.F. ..., quale creditore [1] ... nell'esecuzione mobiliare indicata in epigrafe avviata nei confronti del debitore ...

PREMESSO CHE

- il creditore ha promosso con atto di pignoramento del ... l'espropriazione mobiliare indicata in epigrafe avente ad oggetto il seguente bene mobile registrato: ... [2] ;

- alla luce del valore del bene pignorato [3] , di poco inferiore al limite previsto dall'art. 490, comma 2 c.p.c. - così come risultante dalla relazione di stima in atti (che ad ogni buon conto per Vs. pronto riferimento si allega alla presente) - appare opportuno integrare la pubblicità della vendita sul portale delle vendite pubbliche ex art. 490, comma 1 c.p.c. con ulteriore pubblicità da inserire nei siti internet ... [4] individuati negli appositi elenchi dei siti internet gestiti da soggetti e/o istituti in possesso dei requisiti professionali di cui agli art. 2 comma 5, 3 e 4 del d.m. 31 ottobre 2006.

CHIEDE

che la S.V., ai sensi dell'art. 490 comma 2 c.p.c., voglia in via straordinaria disporre che al bene pignorato sia data pubblicità oltre che mediante inserimento sul portale delle vendite pubbliche ai sensi dell'art. 490 comma 1 c.p.c. anche con pubblicità sui siti internet ..., secondo le modalità che la S.V. riterrà opportune.

Con osservanza.

Si allega in copia:

1. Relazione di stima.

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. Specificare se procedente o intervenuto.

2. Descrivere il bene pignorato.

3. Trattandosi di pubblicità straordinaria e quindi facoltativa la presente formula prende in considerazione l'ipotesi per cui oggetto di pignoramento sia ad es. un bene mobile registrato di valore inferiore a 25.000,00 €. Ovviamente questo tipo di pubblicità può essere richiesta, laddove sorretta da congrua motivazione, anche per beni mobili (cfr. art. 530, comma 7 c.p.c.).

4. Con provvedimento ministeriale del 2 aprile 2009 è stato elaborato l'elenco dei siti internet gestiti da soggetti e/o istituti in possesso dei requisiti professionali di cui agli art. 2 comma 5, 3 e 4 del d.m. 31 ottobre 2006.

COMMENTO

Le recenti riforme legislative sul testo della disposizione

Il testo della norma in esame è stato recentemente interessato da numerosi interventi legislativi.

Con particolare riferimento al comma 2 dell'art. 490 c.p.c. si evidenzia come lo stesso in passato prevedesse la pubblicazione dell'avviso (nel caso di espropriazioni immobiliari) sul Foglio degli annunzi legali delle province c.d. FAL (un periodico diretto a rendere pubblici determinati atti che devono essere divulgati nella provincia, pubblicato a cura della prefettura periodicamente, diffuso presso enti o uffici pubblici). Tuttavia l'art. 31, comma 1, l. n. 340/20000 ha abolito il FAL e il d.l. n. 35/2005, convertito con modificazioni nella l. n. 80/2005, ha previsto, sia in caso di espropriazione di beni immobili, sia – novità introdotta con la riforma del 2005 – in caso di espropriazione di beni mobili registrati per un valore superiore a 25.000,00 € (valore presumibile stimato ex art. 573 c.p.c.) la possibilità di inserire l'avviso, unitamente a copia dell'ordinanza del giudice e della relazione di stima in appositi siti internet almeno 45 giorni prima del termine per la presentazione delle offerte o della data dell'incanto.

Può quindi fondamentalmente sostenersi che la pubblicità degli avvisi di vendita sia divenuta multilivello e quelle che erano prima sue forme straordinaria quali quelle telematiche rientrano ormai in quelle ordinarie.

La pubblicità di cui al comma 2 resta, quindi, meramente facoltativa e quindi straordinaria per i beni mobili registrati di valore inferiore a 25.000,00 €e per gli altri beni mobili (art. 530, comma 7 c.p.c.).

Siti web autorizzati alla pubblicità delle aste immobiliari

Con riferimento alla pubblicità in siti internet la previsione di cui all'art. 490 comma 2 c.p.c. il decreto ministeriale 31 ottobre 2006 ha successivamente stabilito i criteri e le modalità con cui individuare i siti internet, i requisiti tecnici, i requisiti professionali e di onorabilità dei soggetti che li gestiscono.

Infine, con il provvedimento 2 aprile 2009, «Istituzione dell'elenco dei siti internet gestiti da soggetti in possesso dei requisiti professionali di cui agli articoli 3 e 4 del decreto 31 ottobre 2006 e del registro nel quale dovranno essere conservati i decreti di ammissione delle società e degli istituti autorizzati» sono stati creati:

- l'elenco dei siti internet gestiti dai soggetti in possesso dei requisiti professionali e tecnici previsti dagli articoli 3 e 4 del decreto 31 ottobre 2006 (riportati nella Sezione A);

- l'elenco dei siti internet gestiti dagli istituti abilitati alla pubblicità dei beni mobili di cui al comma 5 dell'art. 2 del d.m. 31 ottobre 2006 (riportati nella Sezione B):

- il registro nel quale dovranno essere conservati i decreti di ammissione delle società che hanno presentato domanda ai fini dell'inserimento nelle sezioni A e B dell'elenco e i decreti di diniego e cancellazione.

Mancanza o irregolarità della pubblicità

Si è ritenuto che dall'inosservanza delle prescrizioni pubblicitarie di cui alla norma in esame discenda una forma di nullità da farsi valere con l'opposizione ex art. 617 all'atto esecutivo al quale la pubblicità si riferisce (Satta, Commentario al codice di procedura civile, III, Milano, rist. 1966).

Rigoroso sembra altresì l'orientamento della giurisprudenza, secondo la quale la mancanza o l'irregolarità delle forme di pubblicità straordinarie ordinate dal Giudice con l'ordinanza che dispone la vendita, integra un vizio del subprocedimento di vendita, con conseguente sua opponibilità all'aggiudicatario o all'assegnatario. Infatti, una volta che il Giudice abbia estrinsecato la sua potestà di statuire strumenti ulteriori di pubblicità (unico limite incontrando egli nel non potere esentare alcuno dall'osservanza delle forme obbligatorie di pubblicità od imporre modalità contra legem), evidentemente in rapporto alla peculiarità della fattispecie o anche solo per scelte gestionali complessive, la vendita – ed ogni suo adempimento correlato - deve seguire indefettibilmente secondo le specifiche modalità disposte dall'ordinanza (Cass. n. 9255/2015; cfr. anche Cass. n. 12880/2012 e Cass. n. 27526/2014).

Qualora invece il Giudice si limiti ad autorizzare il creditore procedente all'attuazione di tali forme di pubblicità, conferendo quindi allo stesso una facoltà e non imponendo pertanto un obbligo cogente (esprimibile quest'ultimo attraverso l'utilizzo di diverse locuzioni verbali tra le quali si citano a titolo esemplificativo: “dispone”, “ordina”, “stabilisce”, “prescrive”), il mancato esercizio di detta facoltà prevista nell'ordinanza non può comportare di per sé la configurazione dell'invalidità dei sopra menzionati atti giuridici, trattandosi semplicemente del mancato utilizzo di un'ulteriore modalità di pubblicità permessa dal Giudice.

Una recente pronuncia della Suprema Corte (Cass., III, 14/03/2022 , n. 8113) ha elaborato i seguenti principi in tema di omessa pubblicità: «L'omessa esecuzione - addebitabile a incuria o inerzia del creditore - delle forme di pubblicità disposte dal giudice dell'esecuzione, diverse dalla pubblicazione dell'avviso di vendita sul portale delle vendite pubbliche, pur non dando luogo all'estinzione del processo esecutivo ai sensi dell' art. 631-bis c.p.c. , comporta, prima della vendita, la chiusura anticipata della procedura, e, dopo la vendita, ove tempestivamente denunciata con opposizione agli atti esecutivi, la caducazione del decreto di trasferimento.»; «La estinzione del procedimento esecutivo ex art. 631-bis del c.p.c. è conseguenza tipizzata dell'inadempimento, colpevole, dell'onere di dare pubblicità all'avviso entro un termine individuato e presuppone, perciò, che: 1) il termine per la pubblicazione sul Portale Vendite Pubbliche. sia stato determinato dal giudice dell'esecuzione o dal professionista delegato (a ciò abilitato per il potere direttivo del processo che comunque gli compete) in un provvedimento esplicito o, in mancanza, che lo stesso sia implicitamente desunto dal riferimento dell'art. 490, comma 3, del c.p.c. al periodo di “almeno quarantacinque giorni prima del termine per la presentazione delle offerte” (quest'ultima norma, invero, non riguarda propriamente la pubblicità obbligatoria sul Pvp, prescritta nel primo comma, ma essa segna il limite temporale ultimo per lo svolgimento di un'adeguata campagna pubblicitaria); 2) il predetto termine sia spirato invano; 3) l'omessa pubblicazione sia dovuta all'inerzia (o all'inadempimento) del creditore. Sussistendo tali presupposti, si verifica l'estinzione disciplinata dalla norma, che - in ragione della sua specialità e della tassatività delle ipotesi di estinzione (tipica) - non riguarda fattispecie diverse da quelle previste: la mancata esecuzione delle altre forme di pubblicità della vendita esula dalla portata applicativa dell'art. 631-bis del c.p.c. e può, invece, determinare un vizio della vendita forzata o, se rilevata prima di quest'ultima, condurre ad un provvedimento di chiusura anticipata della procedura.» E che «L'estinzione ex art. 631-bis c.p.c. per omessa pubblicazione dell'avviso di vendita sul portale delle vendite pubbliche presuppone che il termine per la relativa pubblicazione - fissato dal giudice dell'esecuzione o dal professionista delegato, o implicitamente desunto dal riferimento dell'art. 490, comma 3, c.p.c., al periodo di almeno quarantacinque giorni prima del termine per la presentazione delle offerte - sia spirato invano in conseguenza dell'inerzia (o dell'inadempimento) del creditore.».

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario