Atto di pignoramento degli utili del socio in società di personeinquadramentoIl patrimonio delle società di persone è, in linea generale, insensibile alle vicende personali dei singoli soci. Il creditore personale del socio non può, pertanto, direttamente aggredire il patrimonio della società, né può compensare un suo credito verso il socio con un debito che egli dovesse avere nei confronti della società posto che, in quest'ultimo caso, si otterrebbe il medesimo risultato. Tuttavia, il creditore particolare del socio non è completamente privo di mezzi per ottenere il pagamento del suo credito. Le tutele sono però differenti, a seconda che il debitore sia socio di società semplice, di società di persone commerciali, ovvero di società di persone commerciali irregolari, ossia non iscritte al registro delle imprese. Nel caso di società di persone ad esempio il creditore particolare del socio oltre a chiedere la liquidazione della quota del socio suo debitore e compiere atti conservativi sulla quota stessa può altresì pignorare la quota di partecipazione nell'ipotesi in cui l'atto costitutivo ne preveda la loro trasferibilità (Cass. n. 15605/2002) ovvero far valere i suoi diritti sugli utili spettanti al socio suo debitore. In tal ultimo caso occorrerà procedere con un atto di pignoramento presso la società (debitor debitoris). FormulaTRIBUNALE DI .... [1] ATTO DI PIGNORAMENTO PRESSO TERZI [2] Per ...., C.F. ...., residente in .... alla via ...., rappresentato e difeso, giusta procura alle liti posta in calce al ricorso per decreto ingiuntivo, dall'Avv. .... (C.F. ....) del Foro di ...., ed elettivamente domiciliato presso lo studio del medesimo legale in ...., via .... n. .... (per le notificazioni e comunicazioni riguardanti il presente procedimento si indica l'indirizzo PEC .... e il numero di fax ....); PREMESSO CHE – Il Sig. .... è creditore della somma di seguito indicata nei confronti del Sig. ....; – In effetti il Tribunale di ...., adito dal Sig. .... con ricorso per decreto [3] ingiuntivo (iscritto al n. .... / .... R.G.) depositato in data ...., emetteva in data .... il decreto ingiuntivo n. .... / ...., con il quale ingiungeva a: “ .... ”; – il Decreto Ingiuntivo sopra menzionato veniva notificato al Sig. ...., in data ...., presso la residenza in .... alla via .... n. ....; – il Decreto Ingiuntivo veniva dichiarato esecutivo ex art. 647 c.p.c. con decreto del .... e munito della formula esecutiva in data ....; – tuttavia il Sig. .... non ha provveduto allo spontaneo pagamento delle somme di cui al Decreto Ingiuntivo; – pertanto, il Sig. .... si è trovato costretto ad agire in executivis nei confronti di .... per il recupero forzoso delle somme dovutele; – quindi, in data .... il Sig. .... richiedeva la notifica al Sig. .... di un atto di precetto con cui gli veniva intimato di pagare entro 10 giorni la somma complessiva di .... Euro, salvo errori e/o omissioni, oltre spese di notifica del precetto, oltre gli ulteriori interessi legali fino all'effettivo soddisfo e eventuali spese successive occorrende; – la suddetta notifica si perfezionava in data ....; – ciononostante, il Sig. .... non ha ancora provveduto al pagamento di quanto dovuto; – il debitore risulta essere socio della società .... s.a.s.; – il creditore Sig. ...., intende quindi sottoporre a pignoramento tutte le somme di denaro a qualsiasi titolo dovute dal terzo .... s.a.s. al debitore nonché di tutte le altre somme ed utilità [4] anche condizionate e future nella disponibilità o maturate presso il terzo e di spettanza del debitore, sino alla concorrenza del proprio credito pari a .... Euro oltre la metà ai sensi dell'art. 546 [5] c.p.c.; *** Tutto ciò premesso e considerato, il Sig. ...., ut supra rappresentato, difeso e domiciliato, CITA – il Sig. .... (C.F. ....), residente in ...., via .... n. .... (in qualità di debitore esecutato), – .... s.a.s. (C.F. .... e/o P.I. ....), in persona del suo legale rappresentante pro tempore, con sede legale in ...., via .... n. ...., (in qualità di terzo pignorato), a comparire dinanzi al Tribunale Ordinario di ...., nei suoi noti locali, Giudice dell'Esecuzione assegnando, all'udienza del ...., con avvertimento che, non comparendo, si procederà come per legge; INVITA – .... s.a.s. (C.F. .... e/o P.I. ....), in persona del suo legale rappresentante pro tempore, con sede legale in ...., via .... n. ...., (in qualità di terzo pignorato), a comunicare la dichiarazione di cui all'art. 547 [6] c.p.c. al creditore procedente entro 10 giorni a mezzo lettera raccomandata, ovvero a mezzo di posta elettronica certificata presso il domicilio eletto dal creditore procedente; AVVERTE – .... s.a.s. (C.F. .... e/o P.I. ....), in persona del suo legale rappresentante pro tempore, con sede legale in ...., via .... n. ...., (in qualità di terzo pignorato), che, in caso di mancata comunicazione della dichiarazione, la stessa dovrà essere da essi resa comparendo in un'apposita udienza e che, qualora essi non dovessero comparire alla fissanda udienza o, sebbene comparsi, non dovessero rendere la dichiarazione di cui all'art. 547 c.p.c., il credito pignorato o il possesso di cose di appartenenza del debitore, nell'ammontare o nei termini indicati dal creditore procedente, si considereranno non contestati ai fini del procedimento in corso e dell'esecuzione fondata sul provvedimento di assegnazione (ex art. 543, comma 4, c.p.c.). *** Il tutto con vittoria di spese ed onorari di procedura e salvo ogni altro diritto, azione e ragione. Ai fini del contributo unificato, si dichiara che il valore della presente procedura è pari a .... Euro; pertanto, al momento dell'iscrizione a ruolo, verrà versato un contributo unificato di .... Euro. Luogo e data .... Firma Avv. .... VERBALE DI PIGNORAMENTO PRESSO TERZI E RELAZIONE DI NOTIFICA Ad istanza del Sig. ...., come sopra rappresentato, difeso e domiciliato, io sottoscritto Ufficiale Giudiziario, addetto all'Ufficio UNEP presso la Corte d'Appello di ...., visto il titolo esecutivo costituito da ...., visto l'atto di precetto notificato il ...., con il quale si intimava al Sig. .... di pagare la somma di .... Euro, salvo errori e/o omissioni, oltre spese di notifica del precetto, oltre gli ulteriori interessi legali fino all'effettivo soddisfo e eventuali spese successive occorrende HO PIGNORATO tutte le somme dovute dal terzo pignorato .... s.a.s. (C.F. .... e/o P.I. ....), in persona del suo legale rappresentante pro tempore, con sede legale in ...., via .... n. .... al debitore esecutato Sig. .... per il titolo sopra specificato o per qualsiasi altro titolo, con le limitazioni di legge, fino alla concorrenza della somma di .... Euro (pari all'importo del credito precettato aumentato della metà), comprensiva dell'importo del credito per cui si procede oltre agli interessi legali maturati e maturandi, al costo delle notifiche, alle spese e onorari del presente procedimento e agli accessori, sino al saldo effettivo e/o salva diversa liquidazione stabilita dal giudice; al contempo HO INTIMATO .... s.a.s. (C.F. .... e/o P.I. ....), in persona del suo legale rappresentante pro tempore, con sede legale in ...., via .... n. .... di non disporre delle somme pignorate senza ordine del Giudice sotto comminatoria delle sanzioni di legge, avvisandoli che, dal giorno della notifica del presente atto, sono soggetti, relativamente alle cose ed alle somme dovute al debitore e nei limiti dell'importo del credito precettato aumentato della metà, agli obblighi che la legge impone al custode; al contempo HO INGIUNTO al debitore esecutato Sig. .... di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito per cui si procede i beni assoggettati all'espropriazione ed i frutti di essi; al contempo, HO INVITATO la debitrice esecutata .... s.p.a., in persona del suo legale rappresentante pro tempore, ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la prescritta dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione o indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale, con l'avvertimento che, in mancanza, ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notifiche o comunicazioni a loro dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice del Tribunale di ...., salvo quanto previsto dall'art. 149-bis[7] c.p.c.; al contempo, HO AVVERTITO il debitore esecutato Sig. .... che, ai sensi dell'art. 495 c.p.c., può chiedere di sostituire alle cose o ai crediti pignorati una somma di denaro pari, oltre alle spese di esecuzione, all'importo dovuto al creditore pignorante e ai creditori intervenuti, comprensivo del capitale, degli interessi e delle spese, sempre che, a pena di inammissibilità, la relativa istanza sia proposta prima che sia disposta la vendita o l'assegnazione a norma degli artt. 530,552 e 569 c.p.c. HO ALTRESÌ AVVERTITO il debitore esecutato Sig. .... che, a norma dell'art. 615, comma 2, terzo periodo, l'opposizione è inammissibile se è proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione a norma degli artt. 530, 552 e 569, salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile IO UFFICIALE GIUDIZIARIO in pari tempo, a richiesta dell'Avv. ...., quale procuratore e difensore del creditore procedente Sig. .... ho notificato [8] il presente atto, mediante consegna di due distinte copie conformi dello stesso, come segue, a: – il Sig. .... (C.F. ....), residente in ...., via .... n. .... (in qualità di debitore esecutato) – .... s.a.s. (C.F. .... e/o P.IVA ....), in persona del suo legale rappresentante pro tempore, con sede legale in ...., via .... n. ...., (in qualità di terzo pignorato) Luogo e data .... L'Ufficiale Giudiziario .... [1]La regola generale in tema di competenza per territorio nell'espropriazione presso terzi, dopo la riforma di cui al d.l. n. 132/2014, è quella per la quale la competenza spetta al Tribunale del luogo di residenza, domicilio o dimora del debitore esecutato; precedentemente, il foro era individuato in quello del terzo debitore. [2]Il pignoramento sarà un atto che conterrà, oltre ai dati relativi alle parti, al titolo esecutivo e al precetto, l'ingiunzione ex art. 492 c.p.c., l'indicazione specifica della partecipazione, l'ammontare nominale della quota da espropriare, la denominazione e la sede della società. [3]La formula prende in considerazione un titolo esecutivo costituito da un decreto ingiuntivo. Indicare quindi l'eventuale diverso titolo esecutivo ex art. 474 c.p.c. [4]Sul punto è stato più volte affermato che la domanda di accertamento del credito, nel contenere, ai sensi dell'art. 543, comma 2, n. 2 c.p.c., “l'indicazione, almeno generica, delle cose e delle somme dovute”, si estende, potenzialmente, all'intero importo che si accerti dovuto dal debitore esecutato sulla base dei fatti e del titolo dedotti in giudizio, non potendosi esigere dal creditore procedente, estraneo ai rapporti tra debitore e terzo, la conoscenza dei dati esatti concernenti tali somme o cose, prevedendo il sistema che tale genericità venga eliminata mediante la dichiarazione che il terzo è chiamato a rendere ai sensi dell'art. 547 c.p.c. (Cass. n. 6518/2014). [5]L'art. 546 c.p.c. è stato modificato dalla l. n. 80/2005, al fine di limitare l'obbligo di custodia del terzo alle somme pignorate aumentate della metà. Diversamente era consolidato, con riguardo al precedente assetto normativo, l'orientamento a mente del quale nell'espropriazione presso terzi di somme di denaro, oggetto del pignoramento è la somma di cui il terzo è debitore nei confronti del creditore procedente e di quelli intervenuti e non la quota di essi pari al credito per il quale il creditore ha agito in via esecutiva, con la conseguenza che il terzo presso il quale è avvenuto il pignoramento di somme di danaro è obbligata a vincolare l'intero suo debito nei confronti del debitore esecutato e non solo l'importo indicato dall'esecutante ai sensi dell'art. 543, comma 2 c.p.c. (Cass. n. 1688/2009). La recente riforma “Cartabia” ha ulteriormente modificato la norma al primo comma prevedendo che «Dal giorno in cui gli è notificato l'atto previsto nell'articolo 543, il terzo è soggetto agli obblighi che la legge impone al custode relativamente alle cose e alle somme da lui dovute, nei limiti dell'importo del credito precettato aumentato di 1.000,00 euro per i crediti fino a 1.100,00 euro, di 1.600,00 euro per i crediti da 1.100,01 euro fino a 3.200,00 euro e della metà per i crediti superiori a 3.200,00 euro». [6]Secondo Cass. n. 21970/2019 in tema di espropriazione presso terzi, il terzo pignorato, nel rendere la dichiarazione ex art. 547 c.p.c., deve fornire indicazioni complete e dettagliate dal punto di vista oggettivo, in modo da consentire l'identificazione dell'oggetto della prestazione dovuta al debitore esecutato, compresi il titolo e il quantum del credito pignorato; invece dal punto di vista soggettivo, è necessario e sufficiente che dichiari quali siano i rapporti intrattenuti soltanto col soggetto che nell'atto di pignoramento è indicato come debitore sottoposto a esecuzione, atteso che l'ambito soggettivo della dichiarazione del terzo è delimitato dall'ampiezza della direzione soggettiva dell'atto di pignoramento, rivolto sia nei confronti del terzo pignorato che del debitore esecutato, in base al titolo esecutivo azionato. [7]Lo schema di decreto legislativo (n. 137) contenente disposizioni correttive e di coordinamento del d.lgs. n. 149/2022 (riforma Cartabia del processo civile) in corso di approvazione prevede che il secondo comma dell'articolo 492 sia sostituito dal seguente: «Il pignoramento deve altresì contenere l'invito rivolto al debitore ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente o indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale, con l'avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notificazioni o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice, salvo quanto previsto dall'articolo 149-bis.» [8]Eseguita l'ultima notificazione, l'U.G. consegna senza ritardo al creditore l'originale dell'atto di pignoramento. Il creditore dovrà iscrivere a ruolo telematicamente il pignoramento entro trenta giorni dalla consegna da parte dell'U.G., a pena di inefficacia del pignoramento. La c.d. riforma “Cartabia” ha modificato l'art. 543 c.p.c. prevedendo ora al suo comma 5 che «Il creditore, entro la data dell'udienza di comparizione indicata nell'atto di pignoramento, notifica al debitore e al terzo l'avviso di avvenuta iscrizione a ruolo con indicazione del numero di ruolo della procedura e deposita l'avviso notificato nel fascicolo dell'esecuzione. La mancata notifica dell'avviso o il suo mancato deposito nel fascicolo dell'esecuzione determina l'inefficacia del pignoramento. Qualora il pignoramento sia eseguito nei confronti di più terzi, l'inefficacia si produce solo nei confronti dei terzi rispetto ai quali non è notificato o depositato l'avviso. In ogni caso, ove la notifica dell'avviso di cui al presente comma non sia effettuata, gli obblighi del debitore e del terzo cessano alla data dell'udienza indicata nell'atto di pignoramento». Decorso il termine di cui all'art. 501 c.p.c. il creditore pignorante e ognuno dei creditori intervenuti muniti di titolo esecutivo possono chiedere l'assegnazione o la vendita delle cose mobili o l'assegnazione dei crediti. commentoIl diritto agli utili nelle società di persone L'art. 2261, comma 2, c.c. prevede che se il compimento degli affari sociali dura oltre un anno, i soci hanno diritto di avere il rendiconto dell'amministrazione al termine di ogni anno, salvo che il contratto stabilisca un termine diverso. L'art. 2262 c.c. inoltre dispone che salvo patto contrario, ciascun socio ha diritto di percepire la sua parte di utili dopo l'approvazione del rendiconto. Nelle società di persone, gli amministratori hanno infatti il dovere di redigere il rendiconto annuale e sottoporlo ai soci per la relativa approvazione. Tale rendiconto rappresenta il bilancio di gestione che deve essere redatto rispettando i criteri di verità, precisione e chiarezza stabiliti dalle norme dettate per le società di capitali. L'approvazione del rendiconto nelle società di persone avviene all'unanimità, in virtù della connotazione fortemente personalistica di tali società e del fatto che l'approvazione incide sul diritto soggettivo agli utili. Una volta approvato il rendiconto, salva una diversa decisione dei soci sull'allocazione degli utili (di accantonare tutti o parte degli utili a riserva, decisione da adottare all'unanimità, a meno che l'atto costitutivo non preveda la possibilità di adottarla a maggioranza) sorge, infatti, in maniera automatica in capo ai soci un diritto di credito, consistente nel diritto a percepire l'utile annuo risultante dal rendiconto sulla base della rispettiva partecipazione nella società. L'indirizzo della Corte di Cassazione al riguardo sembra univoco (si vedano, su tutte, le sentenze n. 1240/1996 e n. 4454/1995). Tali pronunce affermano che una volta approvato il rendiconto, il socio matura un diritto soggettivo ed automatico a percepire la propria quota dell'utile dell'esercizio, diritto non comprimibile dalla eventuale diversa volontà degli altri soci. In entrambe le sentenze sopra citate si segnala, inoltre, che laddove si voglia evitare la distribuzione di utili, in presenza di possibili eventi negativi che potrebbero in futuro richiedere alla società di far fronte a costi, occorrerebbe imputare accantonamenti nel conto economico e solo in questo modo il rendiconto approvato permetterebbe di trattenere le somme in capo alla società. Ma se, al contrario, si volesse destinare a riserva l'utile conseguito in tutto o in parte in previsione di necessità patrimoniali future, tale scelta potrà essere assunta solo all'unanimità non potendo travalicare la volontà diversa del singolo socio. Ciò si spiega in virtù della minor necessità di patrimonializzazione delle società di persone per via della responsabilità illimitata e solidale dei soci per le obbligazioni sociali e trova conferma nel fatto che il reddito prodotto dalla società di persone viene automaticamente attribuito, anche ai fini della tassazione IRPEF, in capo ai soci in base alle rispettive partecipazioni e indipendentemente dall'effettiva percezione degli utili da parte dei soci. Tale diritto di credito è immediatamente azionabile in giudizio in caso di mancata percezione degli utili da parte del socio e, qualora la mancata percezione degli utili sia conseguenza di un comportamento doloso o colposo dell'amministratore, i soci sono legittimati ad agire in responsabilità direttamente nei confronti dell'amministratore. In breve: la disciplina dell'espropriazione presso terzi L'espropriazione mobiliare presso terzi ha ad oggetto crediti del debitore verso terzi (si pensi ai depositi di banca, o alla quota pignorabile, ex art. 545, commi 3 e 5, c.p.c., della retribuzione dovuta al lavoratore dal datore di lavoro), ovvero cose mobili di proprietà del debitore in possesso di terzi (ad esempio, il bene concesso dal debitore in comodato). La differenza tra i due istituti deriva dalla diversa natura delle cose oggetto di espropriazione, in quanto per i crediti il pignoramento diretto è impossibile per la natura stessa del bene. In tale forma di espropriazione sono necessariamente partecipi il creditore procedente, il debitore e il terzo. Circa la posizione del terzo in giurisprudenza si è affermato che il terzo non può considerarsi parte del procedimento esecutivo (Cass. n. 11976/2003) e nemmeno nell'eventuale giudizio di opposizione, che non può proporre (Cass. n. 9215/2001), ma nel quale però può intervenire ad adiuvandum (Cass. n. 249/1983). Altra parte della giurisprudenza sostiene che il terzo può proporre opposizione agli atti esecutivi, ma non opposizione all'esecuzione (Cass. n. 11976/2003). Il terzo inoltre non è legittimato a sollevare l'eccezione di incompetenza territoriale del giudice dell'esecuzione (Cass. n. 6762/2001). L'espropriazione presso terzi ha inizio, come tutte le espropriazioni, con il pignoramento che, però, differisce nella forma da quello presso il debitore, in quanto esso tende al duplice scopo di impedire al terzo di pagare o consegnare la cosa al debitore, e di accertare che in effetti, il credito del debitore o la cosa di proprietà dello stesso esistano. Esso ha natura quindi di atto scritto complesso, sia nel senso che risulta posto in essere dall'attività coordinata di due soggetti (il creditore procedente e l'ufficiale giudiziario) nei confronti di altri due soggetti (il debitore e il terzo), sia nel senso che sono presenti caratteri propri del processo esecutivo e del processo di cognizione. Le modalità di esecuzione del pignoramento presso terzi sono previste dall'art. 543 c.p.c. Il pignoramento preso terzi si esegue mediante un atto notificato al terzo ed al debitore a norma degli artt. 137 e ss. c.p.c. che deve contenere: a) l'indicazione del credito per cui si procede; b) l'indicazione, almeno generica, delle cose o somme dovute dal terzo; c) l'intimazione al terzo di non disporre; d) l'ingiunzione al debitore di astenersi da ogni atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito i beni; e) la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio nel comune in cui ha sede il tribunale competente, nonché l'indirizzo di posta elettronica certificata del creditore procedente; f) la citazione del debitore a comparire davanti al giudice competente con l'invito al terzo a comunicare la dichiarazione ex art. 547 c.p.c. (c.d. dichiarazione di quantità) al creditore procedente entro 10 giorni a mezzo raccomandata o a mezzo PEC; con l'avvertimento al terzo che, in caso di mancata comunicazione della dichiarazione, la stessa dovrà essere resa comparendo in un'apposita udienza e che quando non compaia o, sebbene comparso, non renda la dichiarazione, il credito pignorato o il possesso di cose di appartenenza del debitore, nell'ammontare e nei termini indicati dal creditore, si considereranno non contestati ai fini sial del procedimento esecutivo in corso che dell'esecuzione che dovesse essere eventualmente instaurata dal creditore contro il terzo sulla base del provvedimento di assegnazione. Eseguita l'ultima notificazione l'ufficiale giudiziario consegna senza ritardo al creditore l'originale dell'atto di pignoramento notificato. Il creditore procederà con l'iscrizione a ruolo del pignoramento (ora in via telematica) entro 30 giorni dalla consegna da parte dell'ufficiale giudiziario: la violazione di tale termine comporta la perdita di efficacia del pignoramento. La c.d. riforma “Cartabia” ha modificato l'art. 543 c.p.c. prevedendo che il creditore, entro la data dell'udienza di comparizione indicata nell'atto di pignoramento, notifica al debitore e al terzo l'avviso di avvenuta iscrizione a ruolo con indicazione del numero di ruolo della procedura e deposita l'avviso notificato nel fascicolo dell'esecuzione. La mancata notifica dell'avviso o il suo mancato deposito nel fascicolo dell'esecuzione determina l'inefficacia del pignoramento. Qualora il pignoramento sia eseguito nei confronti di più terzi, l'inefficacia si produce solo nei confronti dei terzi rispetto ai quali non è notificato o depositato l'avviso. In ogni caso, ove la notifica dell'avviso di cui al presente comma non sia effettuata, gli obblighi del debitore e del terzo cessano alla data dell'udienza indicata nell'atto di pignoramento. Con il pignoramento, indipendentemente dalla dichiarazione che renderà al giudice, il terzo è soggetto agli obblighi del custode (art. 546 c.p.c.) relativamente alle cose o somme dovute nei limiti dell'importo del credito precettato aumentato della metà, assumendo quindi una responsabilità personale verso il creditore pignorante. Si segnala che l'art. 546 c.p.c. è stato modificato dalla c.d. riforma Cartabia disponendo ora al suo primo comma che «Dal giorno in cui gli è notificato l'atto previsto nell'articolo 543, il terzo è soggetto agli obblighi che la legge impone al custode relativamente alle cose e alle somme da lui dovute, nei limiti dell'importo del credito precettato aumentato di 1.000,00 euro per i crediti fino a 1.100,00 euro, di 1.600,00 euro per i crediti da 1.100,01 euro fino a 3.200,00 euro e della metà per i crediti superiori a 3.200,00 euro». La c.d. riforma Cartabia ha inserito una nuova norma in tema di efficacia del pignoramento di crediti del debitore verso terzi. Tale norma, l'art. 551-bis c.p.c. prevede che «Salvo che sia già stata pronunciata l'ordinanza di assegnazione delle somme o sia già intervenuta l'estinzione o la chiusura anticipata del processo esecutivo, il pignoramento di crediti del debitore verso terzi perde efficacia decorsi dieci anni dalla notifica al terzo del pignoramento o della dichiarazione di interesse di cui al secondo comma. Al fine di conservare l'efficacia del pignoramento, nei due anni antecedenti alla scadenza del termine decennale di cui al primo comma il creditore pignorante o il creditore intervenuto a norma dell'articolo 525 può notificare a tutte le parti e al terzo una dichiarazione di interesse al mantenimento del vincolo pignoratizio. La dichiarazione contiene l'indicazione della data di notifica del pignoramento, dell'ufficio giudiziario innanzi al quale è pendente la procedura esecutiva, delle parti, del titolo esecutivo e del numero di ruolo della procedura, nonché l'attestazione che il credito persiste. Se la dichiarazione di interesse è notificata dal creditore intervenuto, la stessa contiene anche la data di deposito dell'atto di intervento. La dichiarazione di interesse è depositata nel fascicolo dell'esecuzione, a pena di inefficacia della stessa, entro dieci giorni dall'ultima notifica. Se il pignoramento è eseguito nei confronti di più terzi, l'inefficacia del medesimo si produce solo nei confronti dei terzi rispetto ai quali non è notificata e depositata la dichiarazione di interesse. In mancanza della notifica della dichiarazione di interesse di cui al secondo comma, il terzo è liberato dagli obblighi previsti dall'articolo 546 decorsi sei mesi dalla scadenza del termine di efficacia del pignoramento previsto dal primo comma. Il processo esecutivo si estingue di diritto decorsi dieci anni dalla notifica al terzo del pignoramento o della successiva dichiarazione di interesse o, se i terzi sono più, dall'ultima delle notifiche ai medesimi. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche se l'esecuzione è sospesa». |