Opposizione all'esecuzione su azioni non dematerializzateInquadramentoIl pignoramento che ha per oggetto azioni non dematerializzate viene effettuato attraverso una diretta apprensione del documento che incorpora il diritto da parte dell'ufficiale giudiziario, sotto le forme del pignoramento mobiliare presso il debitore, in quanto il bene mobile è il titolo di credito. Ai fini dell'efficacia e dell'opponibilità del predetto pignoramento è necessario che lo stesso venga annotato sul titolo ai sensi dell'art. 1997 c.c. Tuttavia a detta della giurisprudenza di legittimità è altresì necessario che il pignoramento in questione per essere valido, efficace e opponibile venga annotato sul libro soci ex art. 2024 c.c. Nell'ipotesi in cui il debitore esecutato (o un terzo, in tal caso con lo strumento di cui all'art. 619 c.p.c.) intendesse contestare il diritto del creditore procedente a procedere in executivis ovvero, più nello specifico, eccepire l'inefficacia del pignoramento dovrà proporre un'opposizione all'esecuzione ex art. 615 c.p.c. Nel caso in cui l'esecuzione sia stata già intrapresa (ad es., come nella presente formula, con la notifica dell'atto di pignoramento) l'opposizione dovrà essere proposta con ricorso ai sensi dell'art. 615, comma 2 c.p.c. FormulaTRIBUNALE ORDINARIO DI ... [1] R.G.E. n. ... / ... G.E. Dott. ... RICORSO [2] IN OPPOSIZIONE ALL'ESECUZIONE EX ART. 615, COMMA 2, C.P.C.[3] Per il Sig. ..., C.F. ..., residente in ... alla via ... n. rappresentato e difeso, giusta procura allegata mediante strumenti informatici ed apposta in calce al presente atto ai sensi dell'art. 83, comma 3 c.p.c., dall'Avv. ... (C.F. ... ) del Foro di ..., ed elettivamente domiciliato presso lo studio del medesimo legale in ..., via ... n. ... (per le notificazioni e comunicazioni riguardanti il presente procedimento si indica l'indirizzo PEC ... e il numero di fax ... ); -opponente- CONTRO Il Sig. ..., C.F. ..., residente in ... alla via ..., rappresentato e difeso dall'Avv. .... -opposto- PREMESSO CHE - in data ... l'opponente riceveva la notifica da parte del Sig. ... di un atto di precetto con cui gli veniva intimato di pagare entro 10 giorni la somma complessiva di ... Euro, salvo errori e/o omissioni, oltre spese di notifica del precetto, oltre gli ulteriori interessi legali fino all'effettivo soddisfo e eventuali spese successive occorrende (doc. 1); - in virtù dell'indicato precetto l'opponente subiva l'espropriazione di n. ... azioni ordinarie nominative non dematerializzate, del valore nominale ciascuna di ... euro pari a complessivi ... euro del capitale sociale (doc. 2); - la procedura esecutiva veniva iscritta a ruolo in data .... *** L'opponente, ut supra rappresentato difeso e domiciliato, intende quindi proporre formale opposizione avverso il suddetto atto di pignoramento per i seguenti motivi IN DIRITTO 1. Inopponibilità e inefficacia del pignoramento. L'opponente eccepisce l'inefficacia del pignoramento di n. ... azioni ordinarie nominative non dematerializzate, del valore nominale ciascuna di ... € pari a complessivi ... Euro del capitale sociale. In effetti il pignoramento de quo non è assolutamente valido e efficace atteso che non sono state rispettate le formalità di cui all'art. 1997 c.c. 2. [indicare eventuali ulteriori ragioni in diritto] 3. Istanza di sospensione dell'esecuzione. [esplicitare le ragioni a sostegno e i gravi motivi] *** Tanto premesso l'opponente, ut supra rappresentato difeso e domiciliato, RICORRE all'Ill.mo Giudicante, quale giudice dell'esecuzione [4] , affinché, previa fissazione dell'udienza di comparizione delle parti, con termine per la notifica del presente ricorso e del pedissequo decreto, rigettata ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione, voglia accogliere il presente ricorso e, per l'effetto: - sospendere l'esecuzione ex art. 618-624 c.p.c., fissando il termine per l'introduzione del giudizio di merito; - nel merito, dichiarare la nullità e l'infondatezza della procedura esecutiva R.G.E. n. ... / ... per le motivazioni di cui in narrativa; - in ogni caso, con vittoria di spese [5] e compenso professionale della presente procedura, oltre accessori come per legge. Si allegano, in copia, i seguenti documenti: 1) atto di precetto; 2) verbale di pignoramento; 3) [allegare ulteriori documenti]. Luogo e data, ... Firma Avv. ... [atto sottoscritto digitalmente ai sensi di legge] 1. L'opposizione c.d. successiva all'esecuzione forzatasi propone con ricorso al giudice dell'esecuzione. 2. In tal caso l'opposizione è proposta con un ricorso autonomo che deve avere il contenuto minimo di cui all'art. 125 c.p.c. Tuttavia le Sezioni Unite della Suprema Corte hanno da tempo chiarito che le forme previste dagli artt. 615, comma 2 e 617, comma 2 c.p.c. non sono richiesta a pena di nullità e le predette opposizioni possono essere proposte anche oralmente nell'udienza davanti al giudice dell'esecuzione, ovvero, mediante deposito in tale udienza di un atto idoneo al raggiungimento dello scopo (Cass. S.U., n. 10187/1998). Il decreto n. 110/2023 ha adottato le regole per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari. Con riferimento al ricorso si segnalano in particolare l'art. 2, comma 1 il quale prevede che «Al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali in conformità a quanto prescritto dall'art. 121 c.p.c., gli atti di citazione e i ricorsi, le comparse di risposta, le memorie difensive, i controricorsi e gli atti di intervento sono redatti con la seguente articolazione: a) intestazione, contenente l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale la domanda è proposta e della tipologia di atto; b) parti, comprensive di tutte le indicazioni richieste dalla legge; c) parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio; d) nelle impugnazioni, estremi del provvedimento impugnato con l'indicazione dell'autorità giudiziaria che lo ha emesso, la data della pubblicazione e dell'eventuale notifica; e) esposizione distinta e specifica, in parti dell'atto separate e rubricate, dei fatti e dei motivi in diritto, nonché, quanto alle impugnazioni, individuazione dei capi della decisione impugnati ed esposizione dei motivi; f) nella parte in fatto, puntuale riferimento ai documenti offerti in comunicazione, indicati in ordine numerico progressivo e denominati in modo corrispondente al loro contenuto, preferibilmente consultabili con apposito collegamento ipertestuale; g) con riguardo ai motivi di diritto, esposizione delle eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e di quelle di merito, con indicazione delle norme di legge e dei precedenti giurisprudenziali che si assumono rilevanti; h) conclusioni, con indicazione distinta di ciascuna questione pregiudiziale, preliminare e di merito e delle eventuali subordinate; i) indicazione specifica dei mezzi di prova e indice dei documenti prodotti, con la stessa numerazione e denominazione contenute nel corpo dell'atto, preferibilmente consultabili con collegamento ipertestuale; l) valore della controversia; m) richiesta di distrazione delle spese; n) indicazione del provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato» e l'art. 3, comma 1 il quale prevede che «Salve le esclusioni e le deroghe previste dagli articoli 4 e 5 l'esposizione è contenuta nel limite massimo di: a) 80.000 caratteri, corrispondenti approssimativamente a 40 pagine nel formato di cui all'articolo 6, quanto all'atto di citazione e al ricorso, alla comparsa di risposta e alla memoria difensiva, agli atti di intervento e chiamata di terzi, alle comparse e note conclusionali, nonché agli atti introduttivi dei giudizi di impugnazione;». Per tutte le ulteriori regole tecniche si rinvia alla lettura del decreto. 3. Essendo l'esecuzione forzata già iniziata (notifica dell'atto di pignoramento presso terzi) l'opposizione alla stessa va dedotta con l'opposizione di cui all'art. 615, comma 2 c.p.c. La stessa, quindi, si introduce con ricorso. 4. Con circolare del Ministero della Giustizia del 3 marzo 2015 è stato chiarito che per il procedimento di cui all'art. 615, comma 2 c.p.c., così come quelli previsti dagli articoli 617, comma 2, e 619 del c.p.c., che si innestano nell'ambito del processo esecutivo pendente, per il quale è già dovuto il pagamento del contributo unificato, non deve essere percepito alcun tipo di contributo unificato. Ove venga introdotto il giudizio di merito andrà invece versato il contributo unificato al momento dell'iscrizione a ruolo. 5. Il giudice dell'esecuzione che chiude la fase sommaria davanti a sé – sia che rigetti sia che accolga l'istanza di sospensione o la richiesta di adozione di provvedimenti indilazionabili, fissando il termine per l'introduzione del giudizio di merito, o, quando previsto, quello per la riassunzione davanti al giudice competente – deve provvedere sulle spese della fase sommaria, potendosi, peraltro, ridiscutere tale statuizione nell'ambito del giudizio di merito (Cass. n. 22033/2011). COMMENTOAzioni non dematerializzate Quando il pignoramento ha per oggetto azioni non dematerializzate, il pignoramento viene effettuato attraverso una diretta apprensione del documento che incorpora il diritto da parte dell'ufficiale giudiziario, sotto le forme del pignoramento mobiliare presso il debitore, in quanto l'azione/bene mobile, sarà il titolo di credito. Se invece l'azione è non dematerializzata ma non si trova presso il debitore, ma presso terzi (ad esempio, un istituto di credito o altri intermediari), il pignoramento assumerà le forme del pignoramento presso terzi. Con particolare riferimento ai presupposti di validità di siffatto tipo di pignoramento, giova evidenziare come dall'art. 1997 c.c. si evinca che il pignoramento sul diritto menzionato in titolo di credito (al pari del pegno, del sequestro e di ogni altro vincolo) non ha effetto se non si attua “sul titolo”. Quanto alla nominatività dei titoli azionari, il regime giuridico generale trova riscontro nella legislazione speciale, posto che il r.d. n. 239/1942, art. 3, comma 3 (recante le «norme interpretative, integrative e complementari del r.d.l. n. 1148/1941, conv. nella l. n. 96/1942, riguardante la nominatività obbligatoria dei titoli azionari») dispone, in tema di vincoli reali sulle azioni, che «i pignoramenti, sequestri ed altre opposizioni debbono essere eseguiti sul titolo». Entrambe le norme costituiscono un riflesso del principio generale di incorporazione, stante il quale, attesa la connessione esistente tra il documento e il diritto in esso incorporato, non è dato sottoporre a vincolo (giudiziale o convenzionale) un diritto cartolare se non attuando il vincolo sulla cosa materiale in cui il diritto è incorporato. A questo punto, il produrrà i suoi effetti nei confronti della società emittente e dei terzi. Ai fini dell'opponibilità del vincolo annotato sul titolo di credito (ex art. 1997 c.c.) ai terzi giratari tuttavia, a detta della giurisprudenza di legittimità, è altresì necessaria la corrispondente annotazione di cui all'art. 2024 c.c., che integra per i titoli nominativi il disposto generale del predetto art. 1997, regolante tutti i titoli di credito. Il principio, in epoca più recente, è stato esplicitamente ribadito in relazione al pegno di azioni sociali, essendosi osservato che nel pegno, ai sensi dell'art. 2001 c.c., la disciplina speciale dettata dal r.d. n. 239/1942, art. 3, prevale su quella prevista in via generale dall'art. 2786 c.c., con la conseguenza che per la costituzione del vincolo e per la sua opponibilità ai terzi non è sufficiente lo spossessamento del titolo accompagnato da una scrittura avente data certa, ma è necessaria la doppia annotazione sul titolo e nel libro dei soci, ovvero la consegna del titolo accompagnata dalla girata in garanzia, senza che assuma alcun rilievo, a tal fine, la distinzione tra il terzo portatore del titolo e altri terzi. Secondo la Suprema Corte, tale conclusione va confermata anche in relazione al pignoramento, sebbene dovendosi integrare con la precisazione che non è di per sé decisiva la lettera del r.d. n. 239/1942, art. 3, comma 3, onde ritenere necessaria, in aggiunta allo spossessamento, la duplice annotazione sul titolo e nel registro. Questo perché dalla lettera si desume solo la necessità (dello spossessamento ai fini) dell'annotazione sul titolo. In sostanza, la norma speciale induce soltanto a escludere che, per i vincoli reali, ci si possa limitare a una mera annotazione nel libro dei soci. Viceversa «la necessità della duplice annotazione sul titolo e nel registro, per quanto non direttamente evincibile dall'art. 3 citato, si desume con nettezza proprio dagli artt. 1997 e 2024 c.c., giustappunto in quanto l'art. 1997 c.c., considera unitariamente i vincoli giudiziali e i vincoli convenzionali». Una volta eseguito il pignoramento da parte dell'ufficiale giudiziario il titolo azionario andrà quindi depositato in cancelleria (art. 520 c.p.c.). Opposizione all'esecuzione già iniziata Se l'esecuzione è già iniziata, ovverosia c'è stata la notifica dell'atto di pignoramento al debitore, l'opposizione al precetto o quella che riguarda la pignorabilità dei beni si propongono depositando specifico ricorso al giudice dell'esecuzione stessa, il quale sarà quindi chiamato a decidere anche sulla parentesi cognitiva così aperta, assommando le due funzioni esecutiva e cognitiva. Il giudice, ricevuto il ricorso, fissa con decreto scritto in calce a quest'ultimo l'udienza di comparizione delle parti avanti a sé e il termine perentorio entro cui l'opponente deve notificare al convenuto-creditore il predetto ricorso e il decreto emesso dal giudice, al fine di informarlo dell'opposizione e della conseguente udienza di comparizione. Tale ipotesi è contemplata dal secondo comma dell'art. 615 c.p.c. All'udienza di comparizione si applicano le norme del rito camerale disciplinato dagli artt. 737 ss. c.p.c., secondo quanto previsto dall'art. 185 disp. att. c.p.c. In questa occasione il giudice, con ordinanza, decide anche sull'eventuale istanza di sospensione dell'esecuzione, la quale viene disposta se sussistono gravi motivi. Il giudizio di cognizione procede in modo autonomo rispetto al processo di esecuzione. L'opposizione all'esecuzione di cui all'art. 615 c.p.c. così come l'opposizione agli atti esecutivi di cui al successivo art. 617 c.p.c. e l'opposizione di terzo ex art. 619 c.p.c. danno vita quindi a un procedimento che si struttura in due fasi, che così si possono brevemente descrivere: una prima fase sommaria, nella quale al giudice viene chiesta la pronuncia di un provvedimento di natura cautelare, volto alla sospensione del processo esecutivo; una seconda fase a cognizione piena, volta a valutare funditus le doglianze mosse con l'opposizione. Sull'ineludibilità della struttura bifasica è intervenuta, da ultimo, la pronuncia della Suprema Corte della quale si è dato conto in principio (Cass. n. 25170/2018), che ha avuto ad oggetto un caso nel quale era stata proposta un'opposizione agli atti esecutivi mediante la diretta instaurazione (peraltro con ricorso e non con atto di citazione) del giudizio di merito, con la totale omissione della fase sommaria. Il terzo pignorato così come non è considerato parte del procedimento esecutivo (Cassa. n. 11976/2003) non è neanche considerato parte del giudizio di opposizione, che non può proporre (Cass. n. 9215/2001) ma nel quale può intervenire ad adiuvandum (Cass. n. 249/1983). All'esito dell'udienza camerale, in cui si è delibata l'istanza di sospensione, il giudice dell'esecuzione, qualora sia competente per la causa l'ufficio giudiziario cui egli appartiene, fissa un termine perentorio per l'introduzione del giudizio di merito (cfr. Cass. n. 1058/2018) secondo le modalità previste in ragione della materia e del rito, previa iscrizione a ruolo a cura della parte interessata ed osservati i termini di cui all'art. 163-bis c.p.c.; altrimenti rimette la causa dinanzi all'ufficio giudiziario competente assegnando un termine perentorio per la riassunzione della causa. Se la sentenza rigetta l'opposizione il processo esecutivo riprende il suo corso e la sentenza potrà condannare l'escusso opponente al risarcimento del danno e/o alle spese di giudizio. Se la sentenza accoglie l'opposizione: - essa accerta negativamente il diritto di procedere all'esecuzione, ossia l'illegittimità di questa nei confronti dell'opponente e di conseguenza l'esecuzione resterà caducata in tutto o in parte, definitivamente o temporaneamente; - diventano illegittimi tutti i singoli atti esecutivi compiuti e ne cesseranno gli effetti; - se però l'opposizione è stata proposta tardivamente, quando un atto del processo era già stato del tutto compiuto, l'atto stesso (ad. es. la vendita) non viene a cadere, né cadono i suoi effetti: per cui il debitore potrà solo perseguire in tutto o in parte la somma ricavata dalla vendita e, in caso di malafede, chiedere i danni al creditore pignorante; - la sentenza, ove accerti che il creditore ha agito senza la normale prudenza, condannerà il creditore al risarcimento dei danni, che potranno essere liquidati anche di ufficio, con la sentenza stessa. Va ricordato che l'opposizione all'esecuzione è inammissibile se proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione, salve quelle opposizioni fondate su motivi sopravvenuti ovvero quelle in cui l'opponente dimostri di non averla tempestivamente proposta per causa a lui non imputabile. |