Atto di pignoramento del brevetto

Vincenza Di Cristofaro

inquadramento

Il brevetto è un titolo di privativa, avente per oggetto un'innovazione, al titolare del quale viene conferito un diritto esclusivo di sfruttamento, in un territorio e per un periodo ben determinati, e che consente di impedire ad altri di produrre, vendere o utilizzare l'oggetto del brevetto senza autorizzazione. Il brevetto ai sensi dell'art. 1 d.lgs. n. 30/2005 (c.p.i.) rientra nella proprietà industriale che ai sensi dell'art. 137 c.p.i. è suscettibile di essere sottoposto ad esecuzione forzata. L'art. 137 c.p.i. regola infatti la procedura di esecuzione forzata sui diritti di privativa industriale (che costituisce una procedura speciale) rinviando per relationem e in funzione sussidiaria alle disposizioni del c.p.c. in materia di esecuzione sui beni mobili. Pertanto, il pignoramento del titolo di proprietà industriale si esegue con atto notificato dall'Ufficiale Giudiziario al debitore.

Formula

TRIBUNALE ORDINARIO DI ....

ATTO DI PIGNORAMENTO DEL BREVETTO

Per il Sig. ...., C.F. ...., residente in .... alla via .... [se l'istante è una persona giuridica: società .... - .... (C.F. e/o P.I. ....), in persona del legale rappresentante pro tempore Dott. .... (C.F. ....), con sede in .... via .... n. .... ], rappresentato e difeso, giusta procura alle liti allegata mediante strumenti informatici ed apposta in calce al ricorso per decreto ingiuntivo ai sensi dell'art. 83, comma 3 c.p.c., dall'Avv. .... (C.F. ....) del Foro di ...., ed elettivamente domiciliato presso lo studio del medesimo legale in ...., via .... n. .... (per le notificazioni e comunicazioni riguardanti il presente procedimento si indica l'indirizzo PEC .... e il numero di fax ....);

PREMESSO CHE

– Il Sig. .... è creditore della somma di seguito indicata nei confronti della .... s.p.a. (C.F. .... e/o P.I. ....), in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in .... via .... n. ....;

– In effetti il Tribunale di ...., adito dal Sig. .... con ricorso per decreto [1] ingiuntivo (iscritto al n. .... / .... R.G.) depositato in data ...., emetteva in data .... il decreto ingiuntivo n. .... / ...., con il quale ingiungeva a: “ .... ”;

– il Decreto Ingiuntivo sopra menzionato veniva notificato alla .... s.p.a. in data ...., presso la sede in .... alla via .... n. ....;

– il Decreto Ingiuntivo veniva dichiarato esecutivo ex art. 647 c.p.c. con decreto del .... e munito della formula esecutiva in data ....;

– tuttavia, la .... s.p.a. non ha provveduto allo spontaneo pagamento delle somme di cui al Decreto Ingiuntivo;

– pertanto, il Sig. .... si è trovato costretto ad agire in executivis nei confronti della .... s.p.a. per il recupero forzoso delle somme dovutele;

– quindi, in data .... il Sig. .... notificava alla .... s.p.a. un atto di precetto con cui gli veniva intimato di pagare entro 10 giorni la somma complessiva di .... Euro, salvo errori e/o omissioni, oltre spese di notifica del precetto, oltre gli ulteriori interessi legali fino all'effettivo soddisfo e eventuali spese successive occorrende;

– la suddetta notifica si perfezionava in data ....;

– ciononostante, la .... s.p.a. non ha ancora provveduto al pagamento di quanto dovuto;

– il creditore procedente per realizzare il credito su descritto intende sottoporre a pignoramento un titolo di proprietà industriale della debitrice .... s.p.a., di cui si indicano esattamente gli estremi richiesti dalla legge speciale per l'iscrizione presso il Ministero dello sviluppo economico – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi.

Tutto ciò premesso e considerato, il Sig. ...., ut supra rappresentato, difeso e domiciliato,

CHIEDE

all'Ufficiale Giudiziario presso la corte d'appello di ...., ai sensi dell'art. 137 d.lgs. n. 30/2005, di voler sottoporre a pignoramento il brevetto per invenzione industriale di seguito descritto:

Titolo ....

Descrizione ....

Data deposito ....

N. registrazione .... Data registrazione ....

Titolare ....

così come risultante da visura dell'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del .....

Si allega:

– titolo esecutivo;

– atto di precetto;

– visura UIBM.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

VERBALE DI PIGNORAMENTO DI BREVETTO E RELAZIONE DI NOTIFICA

Ad istanza del Sig. ...., come sopra rappresentato, difeso e domiciliato, io sottoscritto Ufficiale Giudiziario, addetto all'Ufficio UNEP presso la Corte d'Appello di ...., visto il titolo esecutivo costituito da ...., visto l'atto di precetto notificato il .... con il quale si intimava alla .... s.p.a., in persona del suo legale rappresentante pro tempore, di pagare la somma di .... Euro, salvo errori e/o omissioni, oltre spese di notifica del precetto, oltre gli ulteriori interessi legali fino all'effettivo soddisfo e eventuali spese successive occorrende, visto l'art. 137 d.lgs. n. 30/2005 e visto infine l'atto di pignoramento di titolo di proprietà industriale del .... che precede;

HO PIGNORATO

Il brevetto per invenzione industriale su descritto e a tal fine

HO INGIUNTO

Ai sensi dell'art. 492 c.p.c., alla debitrice .... s.p.a. (C.F. .... e/o P.I. ....), in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in .... via .... n. .... di astenersi dal compiere qualsiasi atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito per la soddisfazione del quale si procede il predetto titolo di proprietà industriale che si assoggetta ad esecuzione, con espresso avvertimento che ai sensi dell'art. 137 comma 4 d.lgs. 30/2005, assume gli obblighi del sequestratario giudiziale, anche per quanto riguarda gli eventuali frutti

HO INVITATO

la debitrice esecutata .... s.p.a., in persona del suo legale rappresentante pro tempore, ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la prescritta dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione o indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale, con l'avvertimento che, in mancanza, ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notifiche o comunicazioni a loro dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice del Tribunale di ...., salvo quanto previsto dall'art. 149-bis[2] c.p.c.; al contempo,

HO AVVERTITO

la debitrice esecutata .... s.p.a., in persona del suo legale rappresentante pro tempore che, ai sensi dell'art. 495 c.p.c., può chiedere di sostituire alle cose o ai crediti pignorati una somma di denaro pari, oltre alle spese di esecuzione, all'importo dovuto al creditore pignorante e ai creditori intervenuti, comprensivo del capitale, degli interessi e delle spese, sempre che, a pena di inammissibilità, sia effettuata prima che sia disposta la vendita o l'assegnazione a norma degli artt. 530,552 e 569 c.p.c.;

HO ALTRESÌ AVVERTITO

la debitrice esecutata .... s.p.a., in persona del suo legale rappresentante pro tempore che, a norma dell'art. 615, comma 2, terzo periodo, c.p.c. l'opposizione è inammissibile se è proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione a norma degli articoli 530, 552 e 569, salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile.

L'Ufficiale Giudiziario ....

Luogo e data ....

IO UFFICIALE GIUDIZIARIO

in pari tempo, a richiesta dell'Avv. ...., quale procuratore e difensore del creditore procedente Sig. .... ho notificato il presente atto, mediante consegna di una copia conforme dello stesso, come segue, a:

–  .... s.p.a. (C.F. .... e/o P.I. ....), in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in .... via .... n. ....;

L'Ufficiale Giudiziario ....

Luogo e data ....

[1]La formula prende in considerazione un titolo esecutivo costituito da un decreto ingiuntivo.

Indicare quindi l'eventuale diverso titolo esecutivo ex art. 474 c.p.c.

[2]Lo schema di decreto legislativo (n. 137) contenente disposizioni correttive e di coordinamento del d.lgs. n. 149/2022 (riforma Cartabia del processo civile) ha previsto che il secondo comma dell'articolo 492 sia sostituito dal seguente: «Il pignoramento deve altresì contenere l'invito rivolto al debitore ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente o indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale, con l'avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notificazioni o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice, salvo quanto previsto dall'articolo 149-bis».

commento

Breve cenno alla disciplina del brevetto

Il brevetto è il titolo che consente a chi ha realizzato un'invenzione di poterla produrre e commercializzare in esclusiva nello stato in cui il brevetto è stato richiesto. L'art. 45 c.p.i. (Codice della Proprietà Industriale) stabilisce che possono essere brevettate le invenzioni che appartengono a qualsiasi settore della tecnica e prevede invece che non possono essere brevettate: a) le scoperte, le teorie scientifiche e i metodi matematici; b) i piani, i principi ed i metodi per attività intellettuali, per gioco o per attività commerciale ed i programmi di elaboratore; c) le presentazioni di informazioni.

Lo stesso articolo precisa tuttavia che il divieto vale a condizioni che dette scoperte e detto software siano considerati “in quanto tali” per cui se attraverso di essi si realizza un'invenzione essa potrà essere, previa opportuna analisi, brevettata.

Non possono poi essere brevettati i metodi per il trattamento chirurgico e terapeutico, mentre possono esserlo i dispositivi medici. Non possono essere brevettate le razze animali ma possono esserlo i procedimenti microbiologici. Esistono due tipi di brevetto: il brevetto per invenzione ed il brevetto per modello di utilità. L'invenzione rappresenta una soluzione innovativa ad un problema tecnico. Il brevetto per invenzione ha una durata di 20 anni a decorrere dalla data del deposito della domanda e come tutti i brevetti non può essere rinnovato alla scadenza. Il modello di utilità rappresenta una modifica migliorativa di oggetti esistenti, dura 10 anni e non è rinnovabile. Spesso scegliere tra invenzione e modello di utilità non è cosa facile e per questo la legge prevede la possibilità di effettuare quello che si chiama un “doppio deposito” (art. 84 c.p.i.), ovvero un deposito contemporaneo della stessa domanda di brevetto sia come invenzione che come modello di utilità. Un brevetto per essere valido deve essere nuovo, inventivo, lecito e dotato del carattere della industrialità. Il titolare del brevetto acquista il diritto di fare uso esclusivo dell'invenzione.

Come previsto chiaramente dall'art. 66 c.p.i, il titolare acquista il diritto di attuare l'invenzione e di trarne profitto.

In particolare il titolare acquista i seguenti diritti: a) se oggetto del brevetto è un prodotto, il diritto di vietare ai terzi, salvo consenso del titolare, di produrre, usare, mettere in commercio, vendere o importare a tali fini il prodotto in questione; b) se oggetto del brevetto è un procedimento, il diritto di vietare ai terzi, salvo consenso del titolare, di applicare il procedimento, nonché di usare, mettere in commercio, vendere o importare a tali fini il prodotto direttamente ottenuto con il procedimento in questione.

Al titolare spettano tutti i diritti patrimoniali sull'invenzione (art. 63 c.p.i.) che sono i diritti di sfruttamento patrimoniale che potranno essere anche ceduti e trasferiti a terzi.

Il diritto morale di essere riconosciuto come autore dell'invenzione è invece incedibile e spetta sempre all'inventore (art. 62 c.p.i.) che può anche essere diverso dal titolare.

I diritti esclusivi conferiti dalla legge al titolare si ottengono con la concessione del brevetto.

I diritti decorrono tuttavia dalla data di deposito della domanda di brevetto e durano 20 anni (10 per il modello di utilità) allo scadere dei quali non è possibile rinnovare il brevetto che scade e diventa liberamente riproducibile da tutti.

Per potere mantenere in vita il brevetto occorre pagare la tassa di mantenimento prevista annualmente o, per i modelli di utilità, allo scadere del primo quinquennio.

Come previsto dall'art. 75 c.p.i. il brevetto decade per mancato pagamento della tassa annuale prevista. La tassa deve essere pagata alla scadenza ma può essere anche pagata, con sovrattassa, nei sei mesi successivi. Scaduto questo ulteriore termine il brevetto decade senza alcuna possibilità di recuperarlo. Il brevetto decade altresì anche qualora l'invenzione non sia stata attuata entro tre anni dalla concessione del brevetto (o quattro anni dal deposito della domanda) e siano trascorsi due anni dalla concessione di una licenza obbligatoria al titolare del brevetto (art. 70). Si tratta però di un'ipotesi piuttosto rara nella pratica.

Proprietà industriale

L'art. 137 c.p.i. (d.lgs. n. 30/2005) come altre norme del c.p.i. riprende (spesso anche letteralmente) e generalizza disposizioni (legislative e regolamentari) previgenti in tema di brevetti per invenzioni industriali e ai brevetti per modelli industriali.

Il merito principale dell'art. 137 c.p.i. è l'espresso riconoscimento (e, quindi, la generalizzazione) della pignorabilità dei diritti di proprietà industriale, prima riconosciuta espressamente solo con riferimento ai marchi e brevetti.

Conseguentemente sono ora pignorabili tutti i diritti di proprietà industriale disciplinati dal c.p.i., purché però registrati (dovendosi procedere a trascrizione del pignoramento).

A differenza quindi di quanto previsto per la proprietà intellettuale non è previsto alcun limite alla pignorabilità o alla sequestrabilità a seconda del soggetto titolare del diritto. Il comma 13 dell'art. 137 c.p.i. poi disciplina la sequestrabilità dei diritti di proprietà industriale, prevedendo espressamente che tale tutela cautelare (a differenza del pignoramento) si estenda anche ai diritti in corso di concessione e registrazione.

Il richiamo alle norme del codice di procedura civile e l'esclusione della competenza delle sezioni specializzate

Il comma 2 dell'art. 137 c.p.i. prevede espressamente che all'esecuzione forzata sui diritti di proprietà industriale si applichino le norme del codice di procedura civile in tema di esecuzione sui beni mobili. Tuttavia, tale richiamo appare tecnicamente improprio. Innanzi tutto, è discutibile, da un punto di vista terminologico, il riferimento alla «esecuzione sui beni mobili» atteso che nel codice di rito non si rinviene una simile definizione, parlandosi di espropriazione mobiliare presso il debitore oppure di espropriazione presso terzi. È in ogni caso indubbio che il legislatore abbia inteso riferirsi all'espropriazione mobiliare presso il debitore.

Tale richiamo come detto è comunque fuorviante poiché l'art. 137 c.p.i. nella sostanza disciplina il procedimento esecutivo sui diritti patrimoniali in modo del tutto autonomo.

Il comma 14 dell'art. 137 c.p.i. introduce un vero e proprio criterio di giurisdizione a favore del giudice italiano, ma non prevede alcuna specifica ripartizione tra uffici giudiziari italiani, né a maggior ragione prevede la competenza delle sezioni specializzate per i procedimenti esecutivi, anche se aventi ad oggetto diritti di proprietà industriale. Come è stato osservato, del resto, un'interpretazione del comma 14 che attribuisse alla sezione specializzata anche le procedure di esecuzione forzata comporterebbe una ripartizione degli affari non conforme al criterio della razionalità e sarebbe certamente incostituzionale per eccesso di delega (Trib. Milano 1° giugno 2009).

L'atto di pignoramento

La disciplina dell'atto di pignoramento contenuta nel comma 3 dell'art. 137 c.p.i. si discosta dalla disciplina del pignoramento nell'esecuzione mobiliare. Si tratta infatti di un atto di pignoramento a sé stante. In effetti, a differenza di quanto previsto dall'art. 513 c.p.c. l'atto di pignoramento deve avere necessariamente forma scritta e deve essere notificato; inoltre deve essere trascritto, a pena d'inefficacia, entro otto giorni dalla notificazione stessa. La soluzione adottata dal legislatore italiano è adottata anche dal legislatore europeo nella dir. CE 15/2436 finalizzata al ravvicinamento delle legislazioni nazionali in tema di marchi d'impresa. Il comma 2 di tale direttiva, infatti, stabilisce che i legislatori nazionali devono adottare le opportune misure normative affinché gli atti di esecuzione forzata sui marchi d'impresa vengano iscritti nei rispettivi registri.

Circa il contenuto dell'atto il comma 3 (soprattutto nella parte in cui richiede l'indicazione della data del titolo e della sua spedizione in forma esecutiva, nonché della somma per cui si procede ad esecuzione) si avvicina a quanto previsto dall'art. 543 c.p.c. in tema di espropriazione presso terzi. L'art. 137 c.p.i. tuttavia non specifica quali siano le conseguenze derivanti dalla mancanza delle indicazioni richieste dal comma 3. Sul punto, alla luce dei principi generali in tema di nullità degli atti processuali civili sia degli orientamenti giurisprudenziali in tema di espropriazione immobiliare e presso terzi, deve ritenersi che la mancanza di tali requisiti possa determinare la nullità del pignoramento solo nel caso in cui gli elementi mancanti siano tali da rendere l'atto stesso del tutto inidoneo a raggiungere lo scopo.

Invece, nonostante il richiamo improprio alle norme del codice di rito in tema di espropriazione mobiliare, l'atto di pignoramento deve contenere anche le indicazioni contenute nell'art. 492 c.p.c. (norma generale in materia). Difficilmente applicabili sembrano le previsioni contenute nell'art. 518 c.p.c. in tema di pignoramento mobiliare. In considerazione della peculiare disciplina del pignoramento e della notificazione dello stesso, infatti, non sembra necessario che l'ufficiale giudiziario proceda alla redazione del verbale previsto nel comma 1 della predetta norma. Le uniche previsioni estensibili anche al pignoramento sui diritti di proprietà industriale sembrano essere quelle contenute nei commi da 2 a 7 (vale a dire la possibilità di avvalersi di uno stimatore) e il comma 6.

Non è chiaro il momento in cui il pignoramento debba ritenersi perfezionato, se cioè si debba fare riferimento al momento in cui è stato notificato al debitore (come parrebbe desumersi dal comma 4 dell'art. 137 c.p.i) oppure al momento in cui è stato trascritto. Appare preferibile (anche alla luce del dato testuale che parrebbe configurare la trascrizione del pignoramento come mera condizione di efficacia) la prima soluzione fermo restando che prima della trascrizione il pignoramento non è comunque opponibile ai terzi.

Circa i pignoramenti successivi il comma 6 dell'art. 137 c.p.i., riprendendo la normativa previgente, prevede una disciplina peculiare, stabilendo che i pignoramenti successivi se notificati anche al creditore procedente valgono come contestazione del prezzo e quindi come opposizioni ex art. 512 c.p.c.

La vendita, l'aggiudicazione e il riparto del ricavato

I commi dal 7 al 12 disciplinano la fase di vendita, aggiudicazione e riparto del ricavato.

In particolare, il comma 7 in evidente difetto di coordinamento con il comma 2 richiama genericamente le norme contenute nel codice di procedura civile «in quanto applicabili» e comunque se non derogate dalle disposizioni contenute nei commi successivi.

Cercando un coordinamento tra le norme devono ritenersi applicabili le norme generali in tema di vendita ed assegnazione previste nel codice di rito ad eccezione molto probabilmente dell'art. 501 c.p.c. (atteso che il comma 8 dell'art. 137 c.p.i. contiene una specifica disciplina del termine dilatorio).

In ogni caso anche se non espressamente prevista il creditore pignorante deve comunque presentare istanza di vendita entro il termine di 45 giorni di cui all'art. 497 c.p.c. Indipendentemente dalla normativa applicabile il giudice dell'esecuzione ai sensi del comma 8 dell'art. 137 c.p.i. gode di ampia discrezionalità nell'individuazione delle forme e delle modalità con cui procedere alla vendita. Non è necessaria la fissazione di un'udienza di comparizione. Deve invece ritenersi, vista la peculiare natura dei diritti oggetto di pignoramento, che il giudice debba nominare un perito. Il comma 10 dell'art. 137 c.p.i. disciplina l'intervento dei creditori. Tale comma prevede che il creditore pignorante debba notificare ai creditori iscritti, almeno dieci giorni prima della vendita, sia l'atto di pignoramento sia il decreto di fissazione del giorno della vendita. Tali creditori, quindi, entro quindici giorni successivi alla data fissata devono depositare le proprie domande di collocazione (atti di intervento per usare la terminologia del codice di rito). Per quest'ultima occorre fare riferimento alla normativa generale in materia di intervento dei creditori, seppur con i necessari adattamenti.

È regolata molto sinteticamente l'aggiudicazione del diritto di proprietà industriale. Il comma 9 si limita a prevedere che il verbale di aggiudicazione debba contenere gli estremi identificativi del diritto di proprietà industriale, mentre il comma 12 sancisce il diritto dell'aggiudicatario di ottenere la cancellazione di tutte le trascrizioni dei diritti di garanzia.

Per quanto riguarda la distribuzione del ricavato il comma 11, dopo aver imposto la verifica del rispetto delle prescrizioni del comma precedente in tema di creditori titolari di diritti di garanzia, per il resto rinvia alle norme in tema di esecuzione mobiliare. Queste ultime, a loro volta, rimandano alle norme generali in tema di distribuzione del ricavato (vale a dire dagli artt. da 509 a 512 c.p.c.). deve senza dubbio ammettersi la possibilità di un piano di riparto concordato tra i creditori (come previsto dall'art. 541 c.p.c.), potendosi discutere, analogamente a quanto avviene in tema di espropriazione mobiliare, se il controllo del giudice riguardi la mera partecipazione al piano di riparto di tutti i creditori oppure se lo stesso si estenda anche al merito del piano. Non è chiaro invece se si applichi l'art. 512 c.p.c., anche se appare preferibile la soluzione positiva.

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