Istanza di distribuzione giudiziale della somma ricavata dalla vendita

Girolamo Venturella

Inquadramento

Una volta esaurita la fase liquidatoria, con la trasformazione in denaro dei beni pignorati, si apre l'ultima fase del procedimento esecutivo (v. Cass. S.U., n. 11178/1995), ossia quella distributiva. Nell'esecuzione mobiliare, così come nell'immobiliare, si procede a norma dell'art. 510 c.p.c. qualora vi sia un unico creditore. Se invece concorrono più creditori, gli artt. 541 e 542 c.p.c. prevedono una sequenza progressiva: in caso di accordo tra i creditori, questi propongono un progetto di distribuzione concordato (c.d. distribuzione amichevole), da sottoporre al giudice; se questi l'approva (tenuto anche conto delle eventuali osservazioni del debitore esecutato), si procede ai relativi pagamenti in conformità. Se invece i creditori non raggiungono alcun accordo, ovvero nel caso in cui il giudice non l'approvi, si procede invece ai sensi dell'art. 542 c.p.c. (c.d. distribuzione giudiziale), sicché ciascuno dei creditori può chiedere che si proceda alla distribuzione della somma ricavata. Il giudice, quindi, provvede ai sensi degli artt. 510 ss. c.p.c. e ordina il pagamento delle singole quote.

Formula

TRIBUNALE DI ...

Sez. Esecuzioni Mobiliari

Procedura esecutiva mobiliare n. ... / ...

promossa da " ... ”

contro “ ... ”

Giudice dell'Esecuzione: Dott. ...

ISTANZA DI DISTRIBUZIONE GIUDIZIALE DELLA SOMMA RICAVATA DALLA VENDITA DEI BENI MOBILI PIGNORATI

(ART. 542 C.P.C.)

Il Sig. ..., rappresentato e difeso, come da procura in calce all'atto di precetto notificato il ..., dall'Avv. ..., C.F. ..., ed elettivamente domiciliato presso e nel di lui studio in ..., via ...

PREMESSO CHE

- in data ... sono stati pignorati, su istanza del Sig. ... [1], a ministero dell'Ufficiale giudiziario dr. ... presso l'abitazione del Sig. ... [2] i beni mobili di cui al verbale di pignoramento in pari data ...;

- nella procedura esecutiva sono intervenuti i seguenti creditori:

- il Sig./la Sig.ra/la società ... ., con atto di intervento depositato in data ...;

- con ordinanza del ... è stata depositata istanza di vendita/assegnazione dei beni pignorati;

- la somma da distribuire ammonta ad Euro ... . Ed è così composta:

Euro ... .per prezzo di aggiudicazione della vendita eseguita in data;

Euro. ... .per interessi maturati sul conto corrente della procedura;

Euro ...;

- da tale somma va detratto l'importo di Euro ... a titolo di compenso del custode giudiziario;

- la somma da distribuire è, quindi, pari ad Euro ... .,

- non è stato possibile concordare un piano di riparto amichevole.

CHIEDE

ai sensi dell'art. 542 c.p.c., che la S.S. voglia procedere, sentite le parti, alla distribuzione della somma ricavata a norma degli artt. 510 ss. c.p.c. e ordinare il pagamento delle singole quote di spettanza di ciascun creditore.

Con osservanza.

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. Indicare nominativo del creditore procedente.

2. Indicare nominativo del debitore esecutato.

COMMENTO

La formula che precede presuppone che i creditori concorrenti nell'espropriazione mobiliare non siano addivenuti ad un accordo sulla distribuzione delle somme ricavate dalla vendita, ovvero, in alternativa, che il giudice non l'abbia approvato, evidentemente ritenendolo non conforme a legge (o sul piano della collocazione, o anche sul piano meramente quantitativo). Peraltro, ad onta della formulazione letterale dell'art. 542 c.p.c. (che lascia intendere la sussistenza di un onere di attivazione della distribuzione giudiziale in capo a ciascun creditore), si ritiene che il giudice dell'esecuzione sia tenuto a procedere d'ufficio e che l'istanza abbia lo scopo di mero sollecito dell'attività in questione. Il giudice può procedere in due modi: o mediante la redazione di un progetto di distribuzione, similmente a quanto avviene nell'esecuzione immobiliare, ovvero provvedendo direttamente alla liquidazione all'udienza allo scopo fissata. In giurisprudenza, si segnala Cass. III, n. 6037/1997, secondo cui «Nell'espropriazione mobiliare, ai fini della partecipazione di ciascuno dei creditori, procedenti o intervenuti, alla distribuzione del ricavato, in vista della soddisfazione paritaria dei diritti di ciascuno, la domanda presentata da uno di essi, a norma dell'art. 542 comma primo c.p.c., in mancanza dell'accordo con gli altri circa la distribuzione delle somme, è sufficiente ad attivare la relativa fase del procedimento e comporta per il giudice - senza necessità di una specifica richiesta in tal senso da parte dei rispettivi titolari - l'obbligo di considerare anche gli altri crediti, e di predisporre un piano di riparto e graduazione fra i creditori procedenti o intervenuti, seguito dal deposito e dalla fissazione dell'udienza di comparizione delle parti (in tal senso operando il rinvio contenuto nel secondo comma dell'art. 510 c.p.c. quanto alle modalità di distribuzione.) Pertanto deve ritenersi nulla (ed è utilmente contestabile mediante l'opposizione agli atti esecutivi) l'ordinanza di distribuzione che, in mancanza di detto piano, escluda dal riparto il creditore che, omettendo di comparire all'udienza di assegnazione non abbia formulato un' autonoma domanda di distribuzione, restando escluso che, per dar fondamento di legittimità a siffatta pretermissione, la suddetta assenza del creditore possa esser valorizzata quale approvazione ai sensi dell'art. 597 c.p.c., giacché quest'ultima norma (a prescindere dalla sua applicabilità o no all'espropriazione mobiliare) presuppone comunque la formazione di un piano di riparto».

Occorre ricordare che la S.C. ha più volte ribadito il principio per il quale nelle controversie in sede di distribuzione del ricavato, mentre il debitore esecutato è sempre parte necessaria, avendo la decisione in ogni caso effetto nei suoi confronti (Cass. n. 1316/2012), il medesimo principio non può affermarsi con riguardo ai creditori concorrenti, potendosi profilare casi nei quali la controversia non svolga alcun effetto nei confronti di taluno di essi. È stato sul punto evidenziato che ciò è confermato, per un verso, dalla disposizione del comma 2 dell'art. 512, secondo la quale, se il giudice non sospende totalmente il procedimento, procede alla distribuzione della parte del ricavata non controversa; per l'altro, dalla circostanza che, in tema di legittimazione alla proposizione dell'opposizione ex art. 512, il creditore concorrente può considerarsi legittimato alla impugnazione solo quando il ricavato sia insufficiente ed egli possa trarre vantaggio dalla contestazione dell'altrui collocazione (Cass. n. 5754/2003). Nella giurisprudenza pregressa della stessa S.C. si riteneva, invece, che poiché per il disposto degli artt. 512, 541 e 542 la distribuzione del ricavato della vendita forzata deve avvenire con l'accordo di tutti i creditori concorrenti, oppure in contraddittorio tra questi ed il debitore escusso, per cui in caso di controversia in sede di distribuzione, si profila tra tali soggetti una situazione di litisconsorzio necessario ex art. 102, e ciascuno di essi deve essere convenuto in giudizio indipendentemente dalla circostanza che abbia partecipato oppure no alla discussione del progetto di distribuzione (Cass. n. 10179/1998).

L'aggiudicatario non può in nessun caso essere parte necessaria nelle controversie distributive, in quanto la distribuzione del ricavato della vendita tra i creditori non incide in alcun modo sulla sua posizione (Cass. n. 5754/2003).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario