Atto di pignoramento presso terzi su conto corrente cointestatoinquadramentoIl procedimento di espropriazione presso terzi si caratterizza perché il pignoramento ha ad oggetto beni o somme di denaro appartenenti al debitore esecutato che si trovano in possesso di un terzo, sicché tutto il meccanismo processuale ruota intorno alla dichiarazione dello stesso. Il pignoramento presso terzi costituisce, quindi, una fattispecie complessa a formazione progressiva i cui elementi costitutivi sono rappresentati non solo dall'ingiunzione al debitore di astenersi da qualunque disposizione volta a sottrarre alla garanzia del credito esattamente indicato i beni che si assoggettano all'espropriazione ed i frutti di essi ma, altresì, dall'atto di pignoramento rivolto al debitor debitoris mediante il quale lo stesso è invitato a dichiarare, nelle forme di legge, di quali cose o di quali somme è debitore o si trova in possesso e dall'atto di collaborazione del terzo tramite il quale lo stesso rende la prescritta dichiarazione. È frequente che il pignoramento in questione abbia ad oggetto somme del debitore giacenti su conti correnti bancari o postali e che gli stessi conti siano intestati a più soggetti. Nell'ipotesi di cointestazione del conto, il debito, se personale, non si estende all'altro correntista ed in genere deve essere limitato alla metà dell'importo delle somme depositate. FormulaTRIBUNALE DI .... [1] ATTO DI PIGNORAMENTO PRESSO TERZI Il Sig. .... nato a ...., il ...., residente in ...., via ...., C.F. ...., PEC ...., rappresentato e difeso, come da procura in calce (oppure, a margine), dell'atto di precetto dall'Avv. ...., C.F. .... [2], ed elettivamente domiciliato presso lo studio dello stesso in ...., via .... ESPONE CHE – l'istante ha notificato al Sig. .... in data .... atto di precetto per ottenere il pagamento della complessiva somma di Euro ...., giusta titolo esecutivo, costituito da ...., notificato in data ....; – il termine è scaduto e il debitore non ha provveduto al pagamento; – l'istante è venuto a conoscenza che il debitore ha un rapporto di conto corrente presso la filiale di .... della Banca di .... (Sig. ....) [3]; – tale conto risulta cointestato con la moglie, non debitrice, dell'esecutato, sig.ra ....; – l'istante intende procedere al pignoramento del 50% somme dovute dalla Banca di .... al Sig. .... fino alla concorrenza dell'importo precettato, aumentato della metà, e così della somma di Euro .... [4] TUTTO CIò pREMESSO CITA il Sig. .... A COMPARIRE innanzi all'intestato Tribunale, Giudice designando, per l'udienza del giorno ...., ore ....; INVITA – il terzo Sig. .... a comunicare entro dieci giorni dalla notifica del presente atto al creditore procedente Sig. ...., nel domicilio eletto presso il sottoscritto procuratore, a mezzo raccomandata o posta elettronica certificata, la dichiarazione di cui all'art. 547 c.p.c.; INVITA – il terzo Sig. .... a non disporre delle suddette somme senza ordine del giudice; AVVERTE – il terzo che, in caso di mancata comunicazione della dichiarazione, la stessa dovrà essere resa dal terzo comparendo in un'apposita udienza e quando il terzo non compare o, sebbene non comparso, non rende la dichiarazione, il credito pignorato, nell'ammontare sopra indicato, si considererà non contestato ai fini del procedimento in corso e dell'esecuzione fondata sul provvedimento di assegnazione; PRECISA – che, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 547 c.p.c., la dichiarazione dovrà specificare le somme di cui il terzo è debitore [5], quando egli ne deve eseguire il pagamento ed indicare, in ordine a tale credito, i pignoramenti o sequestri eventualmente eseguiti presso di lui e le cessioni che gli sono state notificate o che ha accettato. Luogo e data .... Firma Avv. .... Ciò premesso, il sottoscritto Ufficiale Giudiziario addetto al Tribunale di ...., richiesto come in atti dall'Avv. ...., nella sua qualità di procuratore del Sig. .... HO SOTTOPOSTO A PIGNORAMENTO presso il terzo .... i crediti vantati verso lo stesso dal Sig. .... per qualsiasi titolo, ed inoltre le cose tutte di proprietà del Sig. .... in possesso del terzo ...., nella misura del 50%, sino alla concorrenza della somma di Euro ...., indicata in precetto, aumentata della metà, e quindi sino all'importo di Euro ....; HO AVVERTITO Il debitore che ha la facoltà di chiedere di sostituire ai crediti ed alle cose pignorate una somma di denaro pari all'importo dovuto al creditore pignorante ed agli eventuali creditori intervenuti, comprensivo di capitale, interessi e spese, oltre che delle spese di esecuzione, sempre che – a pena di inammissibilità – sia da egli depositata in cancelleria, prima che venga disposta l'assegnazione, la relativa istanza, unitamente ad una somma di denaro non inferiore ad un quinto dell'importo del credito per il quale è stato eseguito il pignoramento e dei crediti dei creditori intervenuti indicati nei rispettivi atti di intervento; Il terzo che a far tempo dalla notifica del presente atto egli è soggetto, relativamente alle somme e cose da lui dovute al debitore, e sino all'ammontare sopra indicato, agli obblighi che la legge impone al custode [6]; HO AVVERTITO Il debitore Sig. .... che a norma dell'articolo 615, comma 2, terzo periodo, c.p.c. l'opposizione all'esecuzione è inammissibile se è proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione a norma degli articoli 530,552 e 569 c.p.c., salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile [7]; HO INVITATO Il debitore Sig. .... ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente o indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale, con l'avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notificazioni o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice, salvo quanto previsto dall'art. 149-bis c.p.c.; HO INGIUNTO – al debitore Sig. .... di astenersi da qualsiasi atto che possa sottrarre alla garanzia del credito di cui sopra i beni ed i crediti assoggettati all'espropriazione HO NOTIFICATO [8] Copia del predetto atto a: Sig. .... (debitore). Sig. .... (terzo). [1]La regola generale in tema di competenza per territorio nell'espropriazione presso terzi, dopo la riforma di cui al d.l. n. 132/2014, è quella per la quale la competenza spetta al Tribunale del luogo di residenza, domicilio o dimora del debitore esecutato; precedentemente, il foro era individuato in quello del terzo debitore. [2]L'atto di pignoramento è equiparabile ad un atto introduttivo del giudizio sicché trova applicazione l'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011, in tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio.. [3]Sul punto, è stato più volte affermato che la domanda di accertamento del credito, nel contenere, «l'indicazione, almeno generica, delle cose e delle some dovute», si estende, potenzialmente, all'intero importo che si accerti dovuto dal debitore esecutato sulla base dei fatti e del titolo dedotti in giudizio, non potendosi esigere dal creditore procedente, estraneo ai rapporti tra debitore e terzo, la conoscenza dei dati esatti concernenti tali somme o cose, prevedendo il sistema che tale genericità venga eliminata mediante la dichiarazione che il terzo è chiamato a rendere ai sensi dell'art. 547 (Cass. III, n. 6518/2014). [4]L'art. 546 c.p.c. era stato modificato dalla l. n. 80/2005, al fine di limitare l'obbligo di custodia del terzo alle somme pignorate aumentate della metà. Come affermato, di recente, da Cass. III, n. 1170/2022, ciò comporta che il limite dell'importo del credito precettato aumentato della metà, previsto dall'art. 546, comma 1 c.p.c., individua l'oggetto del processo esecutivo, sicché, in difetto di rituale estensione del pignoramento, un intervento successivo, pur se del medesimo procedente, non consente il superamento del detto limite e, quindi, l'assegnazione di crediti in misura superiore. Sennonché l'art. 25, comma 1, lett. a), d.l. n. 19/2024, conv., con modif., in l. n. 56/2024, allo scopo di evitare che il creditore non riuscisse, in caso di crediti di basso importo, a recuperare anche le spese del procedimento, ha nuovamente modificato il primo comma, primo periodo, dell'art. 546 c.p.c., stabilendo che: «Dal giorno in cui gli è notificato l'atto previsto nell'art. 543, il terzo è soggetto agli obblighi che la legge impone al custode relativamente alle cose e alle somme da lui dovute, nei limiti dell'importo del credito precettato aumentato di 1.000,00 euro per i crediti fino a 1.100,00 euro, di 1.600,00 euro per i crediti da 1.100,01 euro fino a 3.200,00 euro e della metà per i crediti superiori a 3.200,00 euro». [5]Nel rendere la dichiarazione di quantità ex art. 547 c.p.c., il terzo non deve necessariamente indicare l'esatto ammontare della propria obbligazione, essendo sufficiente la dichiarazione che questa sia di importo superiore al credito per cui si procede ed alle relative spese, salvo che la predetta specificazione rilevi ai fini del processo esecutivo (Cass. III, n. 13015/2016). [6]La S.C. ha chiarito che è solo irregolare, e non affetto da inesistenza o nullità, l'atto di pignoramento presso terzi in cui l'intimazione al terzo pignorato di non disporre, senza ordine del giudice, delle somme o delle cose da lui dovute al debitore esecutato appaia proveniente dall'ufficiale giudiziario, richiesto di effettuare il pignoramento, piuttosto che dal creditore pignorante, tenutovi ex art. 543, comma 2, n. 2 c.p.c. (Cass. III, n. 6835/2015). [7]L'art. 4, comma 1, lett. a), del d.l. n. 59/2016, ha previsto, inserendo un nuovo periodo nel comma terzo dell'art. 492 c.p.c., questo ulteriore avvertimento per il debitore che deve essere inserito nell'atto di pignoramento. [8]Nell'espropriazione presso terzi, l'ufficiale giudiziario, compiute le operazioni, consegna senza ritardo al creditore il processo verbale, il titolo esecutivo ed il precetto. Sarà quindi il creditore stesso ad essere onerato, entro i 30 giorni successivi dalla consegna dell'atto di pignoramento da parte dell'ufficiale giudiziario, dell'iscrizione a ruolo della procedura esecutiva per espropriazione depositando copia conforme del titolo esecutivo e del precetto. Se entro il termine di trenta giorni dalla consegna dell'atto da parte dell'ufficiale giudiziario il creditore non provvede all'iscrizione a ruolo della procedura ne deriverà l'inefficacia del pignoramento. Nell'esperienza applicativa, si è affermato che l'inefficacia del pignoramento può essere dichiarata solo laddove manchi la tempestiva iscrizione a ruolo e il contestuale deposito dell'atto di pignoramento, del titolo e del precetto ma non anche in caso di mera assenza dell'attestazione di conformità di detti atti agli originali (Trib. Caltanissetta 1° giugno 2016, in Ilprocessotelematico.it, 20 giugno 2016, con nota di Ricuperati; Trib. Bari 4 maggio 2016). commentoIl procedimento di espropriazione presso terzi si caratterizza perché il pignoramento ha ad oggetto beni o somme di denaro appartenenti al debitore esecutato che si trovano in possesso di un terzo, sicché tutto il meccanismo processuale ruota intorno alla dichiarazione dello stesso. Di conseguenza, il pignoramento viene notificato anche al debitor debitoris, che è chiamato a rendere una dichiarazione specificando di quali cose o di quali somme è debitore o si trova in possesso e quando ne deve eseguire il pagamento o la consegna al debitore esecutato. Il terzo, tuttavia, rimane estraneo alla procedura esecutiva, della quale non è parte (v., ex multis, Cass. III, n. 18352/2005). Il pignoramento presso terzi costituisce, quindi, una fattispecie complessa a formazione progressiva i cui elementi costitutivi sono rappresentati non solo dall'ingiunzione al debitore di astenersi da qualunque disposizione volta a sottrarre alla garanzia del credito esattamente indicato i beni che si assoggettano all'espropriazione ed i frutti di essi ma, altresì, dall'atto di pignoramento rivolto al debitor debitoris mediante il quale lo stesso è invitato a dichiarare, nelle forme di legge, di quali cose o di quali somme è debitore o si trova in possesso e dall'atto di collaborazione del terzo tramite il quale lo stesso rende la prescritta dichiarazione (Colesanti, Pignoramento prezzo terzi, in Enc. dir., XXX, Milano, 1989, 843; Vaccarella, L'espropriazione presso terzi, in Dig. civ., VIII, Torino, 1992, 950 ss.). Tali principi sono stati più volte enunciati nella stessa giurisprudenza di legittimità: la S.C. ha evidenziato, invero, che l'esecuzione forzata presso terzi si iscrive tra quelle a formazione progressiva, che si completa soltanto con la dichiarazione positiva del terzo ovvero con l'accertamento del relativo obbligo, momenti ai quali deve aversi pertanto riguardo per valutare la sussistenza del credito del debitore nei confronti del terzo, essendo invece irrilevante che lo stesso non esista al momento della notificazione del pignoramento (Cass. III, n. 12113/2013, in Foro it., 2014, n. 2, 1209, con nota di Desiato). Peraltro, gli effetti sostanziali del pignoramento exartt. 2913 e ss. c.c. nei confronti del debitore si producono sin dalla notifica dell'atto di pignoramento allo stesso (Trib. Vicenza n. 1795/2010), così come il vincolo di indisponibilità nei confronti del debitor debitoris. Inoltre, sebbene l'atto di pignoramento presso terzi costituisca una fattispecie complessa a formazione progressiva ogni singolo atto del quale lo stesso si compone ove viziato deve essere oggetto di tempestiva opposizione ex art. 617 c.p.c. (Cass. III, n. 6666/2011). L'atto di pignoramento presso terzi deve, poi, essere corredato dell'ingiunzione al debitore e dell'intimazione al terzo di non disporre, senza ordine del giudice, delle somme o delle cose dovute al debitore esecutato. Occorre considerare che sin dalla l. n. 206/2021 sono stati introdotti ulteriori adempimenti a carico del creditore procedente nell'espropriazione presso terzi, adempimenti oggetto di ulteriore puntualizzazione sino al recentissimo d.lgs. n. 164/2024. In particolare, nella formulazione attuale, il quinto comma dell'art. 543 c.p.c. stabilisce che il creditore, entro la data dell'udienza di comparizione indicata nell'atto di pignoramento, notifica al terzo l'avviso di avvenuta iscrizione a ruolo con indicazione del numero di ruolo della procedura e deposita l'avviso notificato nel fascicolo dell'esecuzione. La mancata notifica dell'avviso o il suo mancato deposito nel fascicolo dell'esecuzione determina l'inefficacia del pignoramento. Si precisa che qualora il pignoramento sia eseguito nei confronti di più terzi, l'inefficacia si produce solo nei confronti dei terzi rispetto ai quali non è notificato o depositato l'avviso. In ogni caso, ove la notifica dell'avviso di cui al presente comma non sia effettuata, gli obblighi del terzo cessano alla data dell'udienza indicata nell'atto di pignoramento Il successivo sesto comma stabilisce che, se il creditore riceve il pagamento prima della scadenza del termine per il deposito della nota di iscrizione a ruolo, lo comunica immediatamente al debitore e al terzo e, in tal caso, l'obbligo del terzo cessa alla data di ricezione della comunicazione. Il recente intervento normativo non ha risolto le problematiche poste dal quinto comma dell'art. 543 c.p.c. sin dalla sua modifica ad opera della l. n. 206/2021. Secondo un primo orientamento, infatti, poiché la disposizione è chiaramente finalizzata a consentire al giudice di verificare l'effettivo compimento del processo notificatorio, controllo che viene effettuato nella prima udienza effettivamente tenuta, il deposito deve avvenire entro tale data, mentre richiedere che l'adempimento venga eseguito entro l'udienza fissata in citazione, sarebbe eccesivo rispetto alla finalità della norma, con la conseguenza che l'avviso di cui all'art. 543 c.p.c. va notificato al debitore ed al terzo entro la data di comparizione (Trib. Napoli 29 gennaio 2024, in dejure.giuffre.it). Per una tesi maggiormente formalistica, l ‘avviso di iscrizione a ruolo di cui all'art. 543, comma 5 c.p.c., come riformato, deve essere notificato – a pena di inefficacia del pignoramento – entro e non oltre la data indicata nell'atto di citazione. A riguardo, è stato osservato che, tenuto conto della ratio della norma (che va individuata nell'esigenza di stabilire una barriera temporale oltre la quale il terzo, in mancanza della diligente coltivazione della procedura da parte del procedente, può liberare le somme pignorate), il termine in questione ha natura perentoria e la notifica dell'avviso assume la funzione di atto di impulso; per la medesima ragione, non opera il principio della scissione degli effetti della notifica, la cui applicazione, nel caso di specie, comporterebbe la frustrazione della ratio della disposizione; per altro verso, la tesi per cui l'attività in questione debba essere compiuta entro l'udienza di comparizione “effettiva” fonda sul presupposto che l'avviso in questione assolva alla funzione di “conoscenza della data di udienza”, funzione che, però, è già assolta dall'atto di pignoramento, i successivi eventuali differimenti dell'udienza dovendo essere comunicati alle parti del procedimento secondo le modalità indicate dalla legge (Trib. Napoli Nord 7 dicembre 2023, in Inexecutivis.it). D'altra parte, sempre nella giurisprudenza di merito si è osservato che il mancato rispetto del termine indicato dall'art. 543, comma 5 c.p.c., se dovuto a ritardi nell'esecuzione delle notifiche o nella restituzione degli avvisi notificati da parte dell'ufficiale giudiziario, non esclude la possibilità di rimessione in termini per evitare la declaratoria di inefficacia del pignoramento (Trib. Barcellona Pozzo di Gotto 3 febbraio 2023, n. 96, in dejure.giuffre.it). Con una disposizione immediatamente applicabile, invece, anche alle procedure già in corso, l'art. 25, comma 1, lett. b), d.l. n. 19/2024, conv., con modif., in l. n. 56/2024, ha inserito nel codice di procedura civile l'art. 551-bis secondo cui, salvo che sia già stata pronunciata l'ordinanza di assegnazione delle somme o sia già intervenuta l'estinzione o la chiusura anticipata del processo esecutivo, il pignoramento di crediti del debitore verso terzi perde efficacia decorsi dieci anni dalla notifica al terzo del pignoramento o della dichiarazione di interesse di cui al secondo comma. La disposizione opera anche quando la procedura esecutiva sia stata sospesa. È stato previsto che, per conservare l'efficacia del pignoramento, nei due anni antecedenti alla scadenza del termine decennale di cui al primo comma il creditore pignorante o il creditore intervenuto a norma dell'articolo 525 può notificare a tutte le parti e al terzo una dichiarazione di interesse al mantenimento del vincolo pignoratizio. Detta dichiarazione deve contenere l'indicazione della data di notifica del pignoramento, dell'ufficio giudiziario innanzi al quale è pendente la procedura esecutiva, delle parti, del titolo esecutivo e del numero di ruolo della procedura, nonché l'attestazione che il credito persiste. Se la dichiarazione di interesse è notificata dal creditore intervenuto, la stessa contiene anche la data di deposito dell'atto di intervento. La dichiarazione di interesse è depositata nel fascicolo dell'esecuzione, a pena di inefficacia della stessa, entro dieci giorni dall'ultima notifica. Se il pignoramento è eseguito nei confronti di più terzi, l'inefficacia del medesimo si produce solo nei confronti dei terzi rispetto ai quali non è notificata e depositata la dichiarazione di interesse. È importante considerare che se non è notificata, entro il termine previsto, la dichiarazione di interesse, il terzo è liberato dagli obblighi previsti dall'art. 546 decorsi sei mesi dalla scadenza del termine di efficacia del pignoramento previsto dal primo comma. In ogni caso (cioè anche se è stata fatta la dichiarazione di interesse, che da questo si desume può intervenire solo una volta) il processo esecutivo si estingue di diritto decorsi dieci anni dalla notifica al terzo del pignoramento o della successiva dichiarazione di interesse o, se i terzi sono più, dall'ultima delle notifiche ai medesimi. Con riferimento più particolare alla formula in esame, questione problematica ricorrente è quella che attiene all'ipotesi nella quale, al momento della notifica del pignoramento, sul conto corrente non sia presente un saldo attivo, ovvero sia presente un saldo attivo inferiore all'importo pignorato: l'interrogativo, in particolare, è se in detta ipotesi l'istituto di credito sia tenuto, o meno, a tenere vincolate le somme che affluiscano sul conto successivamente alla notifica del pignoramento ed anteriormente alla estinzione della procedura esecutiva. La giurisprudenza di legittimità appare incline a ritenere (v., ad esempio, Cass. III, n. 6666/2011) che il credito, per poter essere assoggettato a pignoramento, non debba necessariamente essere già sorto al momento della notificazione dell'atto di pignoramento, ben potendo lo stesso venire in essere nel momento in cui il terzo renda la propria dichiarazione, ovvero nel successivo momento in cui venga accertato l'obbligo del terzo. Questo significa che la Banca dovrà integrare la dichiarazione, ove non positiva sin dall'inizio, almeno fino alla data dell'udienza di assegnazione delle somme con le eventuali poste attive sopravvenute sul conto medesimo. Frequente è il caso in cui venga sottoposto a pignoramento un conto corrente cointestato a più soggetti, alcuni dei quali estranei all'esecuzione forzata. La questione del trattamento al quale assoggettare tali somme presenti sul conto cointestato è da sempre oggetto di ampio dibattito in dottrina e nella stessa giurisprudenza non appare sempre risolta in termini univoci. Peraltro, secondo l'orientamento dominante nella giurisprudenza di legittimità le somme presenti sul conto corrente cointestato devono presumersi, salvo prova contraria, appartenenti in egual misura a ciascuno dei cointestatari: ne consegue che può essere oggetto di assegnazione soltanto la quota di saldo presente sul conto presuntivamente imputabile al cointestatario esecutato (Cass. III, n. 4496/2010; ma si veda anche, in termini in parte diversi, Cass. sez. lav., n. 18777/2015). Se si segue questa impostazione interpretativa, pur vincolata l'intera somma da parte dell'istituto di credito, ove il cointestatario non debitore – che deve essere reso edotto della pendenza della procedura dal creditore che dovrà notificargliene avviso come accade nel caso di espropriazione dei beni indivisi (cfr. Cass. III, n. 10028/1998) – non proponga opposizione ex art. 619 c.p.c. entro l'udienza di assegnazione delle somme pignorate, queste saranno assegnate al creditore nella misura del 50% sulla scorta della richiamata presunzione. Come ha precisato la S.C. anche nella propria più recente giurisprudenza, nel conto corrente bancario intestato a due (o più) persone, i rapporti interni tra correntisti non sono regolati dall'art. 1854 c.c., riguardante i rapporti con la banca, bensì dall'art. 1298, comma 2, c.c., in base al quale debito e credito solidale si dividono in quote uguali, solo se non risulti diversamente, sicché, non solo di deve escludere, ove il saldo attivo derivi dal versamento di somme di pertinenza di uno solo dei correntisti, che l'altro possa, nel rapporto interno, avanzare pretese su tale saldo ma, ove anche non si ritenga superata la detta presunzione di parità delle quote, va altresì escluso che, nei rapporti interni, ciascun cointestatario, anche se avente facoltà di compiere operazioni disgiuntamente, possa disporre in proprio favore, senza il consenso espresso o tacito dell'altro, della somma depositata in misura eccedente la quota parte di sua spettanza, e ciò in relazione sia al saldo finale del conto, sia all'intero svolgimento del rapporto (Cass. II, n. 27069/2022). |