Atto di pignoramento presso terzi avente ad oggetto il rateo della pensione (art. 543 c.p.c.)

Girolamo Venturella

inquadramento

Il pignoramento presso terzi concerne i crediti vantati dal debitore verso terzi, ovvero beni di proprietà del debitore che si trovino nella materiale disponibilità di un terzo. L'art. 543 c.p.c. stabilisce che il pignoramento si esegue con la notifica al debitore e al terzo di un atto complesso, che deve contenere: 1) l'ingiunzione al debitore di cui all'art. 492 c.p.c.; 2) l'indicazione del credito per cui si procede, del titolo esecutivo e del precetto; 3) l'indicazione, almeno generica, delle cose o delle somme dovute; 4) l'intimazione al terzo di non disporne senza ordine del giudice; 5) la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio nel comune in cui ha sede il tribunale competente; 6) l'indicazione dell'indirizzo PEC del creditore procedente; 7) la citazione del debitore a comparire davanti al giudice dell'esecuzione all'udienza di cui all'art. 547 c.p.c.; 8) l'avvertimento al debitore della possibilità di proporre l'istanza di conversione del pignoramento ex art. 495 c.p.c.; 9) l'invito al terzo a comunicare al creditore procedente la dichiarazione di quantità (art. 547 c.p.c.) con lettera raccomandata o PEC entro dieci giorni; 10) l'avvertimento al terzo che, in caso di mancata comunicazione della dichiarazione, essa dovrà essere resa in apposita udienza e che, in caso di omessa comparizione o di rifiuto di rendere la dichiarazione, il credito pignorato o il possesso di cose di appartenenza del debitore, nell'ammontare o nei termini indicati dal creditore, verranno considerati non contestati ai fini del procedimento in corso e dell'esecuzione fondata sull'ordinanza di assegnazione.

Tra i crediti in questione, può rientrare anche quello relativo ai ratei della pensione erogati dall'I.N.P.S. o da altro ente previdenziale all'esecutato, pignorabili nei limiti di cui all'art. 545 c.p.c. In particolare, nel 2015 detto articolo è stato oggetto di un rilevante intervento normativo (d.l. n. 83/2015, conv. in l. n. 132/2015); il comma 7, per quanto qui interessa, prevede che «Le somme da chiunque dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza, non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente alla misura massima mensile dell'assegno sociale, aumentato della metà. La parte eccedente tale ammontare è pignorabile nei limiti previsti dal terzo, quarto e quinto comma nonché dalle speciali disposizioni di legge».

Il d.lgs. n. 164/2024 Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, ha apportato all'art. 543 le seguenti modifiche: 1) al secondo comma, numero 3), le parole «o l'elezione di domicilio nel comune in cui ha sede il tribunale competente» sono soppresse; 2) al quarto comma, il secondo periodo è sostituito dal seguente: «Il creditore iscrive a ruolo il processo presso il l'inefficacia si produce solo nei confronti dei terzi rispetto ai quali non è notificato o depositato l'avviso. In ogni caso, ove la notifica dell'avviso di cui al presente comma non sia effettuata, gli obblighi del terzo cessano alla data dell'udienza indicata nell'atto di pignoramento.»; 4) il sesto comma è sostituito dal seguente: «Se il creditore riceve il pagamento prima della scadenza del termine per il deposito della nota di iscrizione a ruolo, lo comunica immediatamente al debitore e al terzo. In tal caso, l'obbligo del terzo cessa alla data di ricezione della comunicazione.» tribunale competente per l'esecuzione depositando copie conformi dell'atto di citazione, del titolo esecutivo e del precetto entro trenta giorni dalla consegna, a pena di inefficacia del pignoramento.» e il quinto periodo è soppresso; 3) al quinto comma, al primo periodo, le parole «al debitore e» sono soppresse e sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Qualora il pignoramento sia eseguito nei confronti di più terzi.

Formula

TRIBUNALE DI ....

ATTO DI PIGNORAMENTO PRESSO TERZI

(ART. 543 C.P.C.)

Il Sig./la Sig.ra .... [1] nato/a a ...., il ...., C.F. ...., residente in .... alla via ....,/ la società .... [2] , P.I. .... [3] , in persona del legale rappresentante pro tempore sig. .... [4] , codice fiscale ...., con sede legale in .... rappresentato e difeso per procura rilasciata in calce al presente atto dall'avvocato ....  del Foro di ....  C.F. ....  PEC: .... ed elettivamente domiciliato presso lo studio del predetto difensore in ....;

PREMESSO

che con .... [5] emesso/a dal Tribunale di .... [6] nel procedimento n. R.G. .... [7] il Sig./la Sig.ra/la società .... [8] veniva condannato/a a corrispondere a favore dell'esponente la somma di Euro .... [9] per sorte capitale, oltre interessi legali con decorrenza dal .... [10] , nonché le spese del procedimento liquidate complessivamente dal giudice in Euro .... [11];

– che con atto concluso a rogito del notaio Dott. .... [12] del Collegio di .... [13] in data .... [14] , repertorio n. .... [15] , registrato a .... [16] in data .... [17] , il Sig./la Sig.ra/la società .... [18] ha assunto l'obbligo di pagare in favore dell'esponente la somma di Euro .... [19] entro il .... [20] oltre interessi; [21]

– che il provvedimento/l'atto ricevuto da notaio [22] è stato rilasciato in copia attestata conforme all'originale ed è, quindi, un valido titolo esecutivo a norma dell'art. 475 c.p.c.[23];

– che in data .... [24] è stato notificato atto di precetto [25];

– che, ad oggi, il debitore è ancora inadempiente;

– che il debitore è creditore del sig./della sig.ra/della società .... [26] per la somma di Euro .... [27] in forza di .... [28];

– che l'esponente intende sottoporre ad esecuzione forzata tutte le somme dovute dal Sig./dalla Sig.ra/dalla società .... [29] al debitore in relazione al suddetto rapporto sino alla concorrenza del credito complessivamente vantato;

– che l'esponente intende sottoporre ad esecuzione forzata i seguenti beni mobili di proprietà del debitore ed in possesso del terzo in virtù di .... [30]:

1. .... [31];

2. ....;

3. ....;

CITA

il debitore sig./sig.ra/società .... a comparire davanti al Tribunale di .... all'udienza del .... [32] ad ore ....

INVITA

il terzo pignorato Sig./Sig.ra .... [33] residente in .... in via .... n. .... [34] / la società ...., P.I. .... [35] , in persona del legale rappresentante pro tempore sig. .... [36] , con sede legale in .... a comunicare al creditore procedente, entro dieci giorni, la dichiarazione ai sensi dell'art. 547 c.p.c. a mezzo di lettera raccomandata ovvero a mezzo di messaggio di posta elettronica certificata;

AVVISA

il terzo pignorato che, ai sensi dell'art. 543, comma 2, n. 4) c.p.c., in caso di mancata comunicazione della dichiarazione, la stessa dovrà essere resa in un'apposita udienza e che, se a detta udienza non comparirà o, pur comparendo, rifiuterà di rendere la dichiarazione, il credito pignorato ovvero il possesso delle cose mobili appartenenti al debitore, si considereranno non contestati nell'ammontare o nei termini indicati dal creditore, ai fini del procedimento in corso e dell'esecuzione fondata sul provvedimento di assegnazione;

INVITA

il debitore ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione, ex art. 492, comma 2 c.p.c., la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente o indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale, con l'avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notificazioni o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice, salvo quanto previsto dall'art. 149-bis.

AVVISA

il debitore, che, ai sensi dell'articolo 495 c.p.c., può chiedere di sostituire alle cose o ai crediti pignorati una somma di denaro pari all'importo dovuto al creditore pignorante e ai creditori intervenuti, comprensivo del capitale, degli interessi e delle spese, oltre che delle spese di esecuzione, sempre che la relativa istanza unitamente ad una somma non inferiore ad un quinto dell'importo del credito per cui è stato eseguito il pignoramento e dei crediti dei creditori intervenuti indicati nei rispettivi atti di intervento, dedotti i versamenti effettuati di cui deve essere data prova documentale, sia depositata in cancelleria, prima che sia disposta la vendita o l'assegnazione a norma dell'art. 552 c.p.c., a pena di inammissibilità.

AVVISA

il debitore che l'opposizione all'esecuzione, di cui all'art. 615, comma 2 c.p.c., è inammissibile se è proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione a norma dell'art. 552 c.p.c., salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile.

Luogo, lì ....

Firma del Difensore ....

Io sottoscritto ufficiale giudiziario presso il Tribunale di ...., su istanza del sig./della sig.ra .... [37] nato/a a ...., il ...., codice fiscale ...., residente in .... alla via ....,/ della società .... [38] , P.I. .... [39] , in persona del legale rappresentante pro tempore Sig. ...., C.F. ...., con sede legale in ....

rappresentato e difeso per procura rilasciata in calce al presente atto dall'avvocato ....  del Foro di ....  C.F. ....  PEC: .... ed elettivamente domiciliato presso lo studio del predetto difensore in ....; munito del titolo esecutivo e del precetto, ai sensi degli artt. 543 e 492 c.p.c.

HO PIGNORATO

tutte le somme e/o cose a qualunque titolo trattenute o dovute dai terzi nei limiti consentiti dalla legge e ciò ai sensi dell'art. 546, comma 1 c.p.c., nei limiti dell'importo credito precettato, aumentato di 1.000,00 euro per i crediti fino a 1.100,00 euro, di 1.600,00 euro per i crediti da 1.100,01 euro fino a 3.200,00 euro e della metà per i crediti superiori a 3.200,00 euro

HO INTIMATO

al terzo pignorato, ai sensi dell'art. 543, comma 2 c.p.c., di non disporre delle somme pignorate senza ordine del giudice dell'esecuzione, avvertendo che in difetto verranno applicate le sanzioni previste dalla legge, e che, dal giorno in cui gli è notificato l'atto previsto nell'articolo 543, il terzo è soggetto agli obblighi che la legge impone al custode relativamente alle cose e alle somme da lui dovute, nei limiti dell'importo del credito precettato aumentato di 1.000,00 euro per i crediti fino a 1.100,00 euro, di 1.600,00 euro per i crediti da 1.100,01 euro fino a 3.200,00 euro e della metà per i crediti superiori a 3.200,00 euro, agli obblighi che la legge impone al custode

HO NOTIFICATO

copia conforme al suo originale del presente atto al Sig./alla Sig.ra .... nato/a a ...., il ...., residente in ...., in via ...., n. .... [40] , nonché al Sig./alla Sig.ra .... nato/a a ...., il ...., residente in ...., in via ...., n. ..... [41]

Luogo e data ....

L'Ufficiale Giudiziario ....

[1]Indicare il nome e il cognome dell'istante.

[2]Indicare il nominativo della società se la parte istante è una società.

[3]Indicare il numero di partita iva della società.

[4]Indicare il nome e il cognome del rappresentante della società.

[5]Indicare il titolo esecutivo (sentenza, decreto ingiuntivo, ordinanza esecutiva, decreto esecutivo, verbale di conciliazione, ecc.).

[6]Indicare il tribunale che ha emesso il titolo esecutivo.

[7]Indicare il numero di protocollo del registro generale del procedimento.

[8]Indicare il nome e il cognome, ovvero la denominazione sociale, del debitore ingiunto.

[9]Indicare l'importo del credito per il quale il debitore è stato condannato.

[10]Indicare la data di decorrenza degli interessi.

[11]Indicare l'ammontare delle spese del procedimento come liquidate dal giudice nel dispositivo.

[12]Indicare nome e cognome del notaio rogante.

[13]Indicare il collegio di appartenenza del notaio rogante.

[14]Indicare la data dell'atto.

[15]Indicare il numero di repertorio dell'atto.

[16]Indicare il luogo della registrazione.

[17]Indicare la data della registrazione.

[18]Indicare il nome e il cognome, ovvero la denominazione sociale, del debitore.

[19] Indicare l'importo oggetto della prestazione.

[20] Indicare la data del termine per l'adempimento.

[21]Utilizzare tale formula se il titolo esecutivo non è un provvedimento emesso dall'autorità giudiziaria.

[22]Specificare in base al titolo esecutivo.

[23]L'art. 475 c.p.c. è stato integralmente sostituito dall'art. 3 d.lgs. n. 149/2022 (c.d. “Riforma Cartabia), prima della riforma, i provvedimenti del giudice dovevano essere muniti della formula esecutiva e spediti in forma esecutiva «soltanto alla parte a favore della quale fu pronunciato il provvedimento o stipulata l'obbligazione, o ai suoi successori, con indicazione in calce della persona alla quale è spedita». Nella formula doveva, quindi, essere indicata la data della notifica del titolo.

[24]Indicare la data della notifica del precetto.

[25] In alternativa utilizzare la formula: «che l'atto di precetto è stato notificato unitamente al predetto titolo esecutivo in data...».

[26]Indicare il nome e il cognome, ovvero la denominazione sociale, del terzo pignorato.

[27]Indicare l'importo del credito.

[28]Indicare il titolo del credito.

[29]Indicare il nome e il cognome, ovvero la denominazione sociale, del terzo pignorato.

[30]Indicare il tipo di rapporto in base al quale il terzo è in possesso dei beni mobili di proprietà del debitore.

[31]Indicare i beni mobili che il creditore intende sottoporre ad esecuzione forzata.

[32]Indicare la data dell'udienza. Sul punto si segnala che l'art. 1, comma 32 della l. n. 206/2021 ha introdotto i commi 5 e 6 secondo i quali: «Il creditore, entro la data dell'udienza di comparizione indicata nell'atto di pignoramento, notifica al debitore e al terzo l'avviso di avvenuta iscrizione a ruolo con indicazione del numero di ruolo della procedura e deposita l'avviso notificato nel fascicolo dell'esecuzione. La mancata notifica dell'avviso o il suo mancato deposito nel fascicolo dell'esecuzione determina l'inefficacia del pignoramento. Qualora il pignoramento sia eseguito nei confronti di più terzi, l'inefficacia si produce solo nei confronti dei terzi rispetto ai quali non è notificato o depositato l'avviso. In ogni caso, ove la notifica dell'avviso di cui al presente comma non sia effettuata, gli obblighi del debitore e del terzo cessano alla data dell'udienza indicata nell'atto di pignoramento».

[33]Indicare il nome e il cognome, ovvero la denominazione sociale, del terzo pignorato.

[34]Indicare l'indirizzo del terzo pignorato.

[35]Indicare il numero di partita iva della società.

[36]Indicare il nome e il cognome del rappresentante della società.

[37]Indicare il nome e il cognome dell'istante.

[38]Indicare il nominativo della società se la parte istante è una società.

[39]Indicare il numero di partita iva della società.

[40]Indicare le generalità del debitore ingiunto.

[41]Indicare le generalità del terzo pignorato.

commento

Per effetto della cennata novella apportata nel 2015, l'art. 545 c.p.c. prevede oggi una specifica causa di impignorabilità dei ratei della pensione, non aggredibili esecutivamente nei limiti dell'importo dell'assegno sociale mensile, aumentato della metà (c.d. minimo vitale impignorabile). Si tratta di un tentativo di sistemazione della materia, a seguito di plurimi interventi della Corte Costituzionale sul punto. Il calcolo, in concreto, va effettuato sull'importo fisso soggetto alle variazioni annuali dell'assegno, aggiornato annualmente dall'INPS in base agli indici del costo della vita. Si ritiene che il riferimento, contenuto nella norma, alla misura massima mensile dell'assegno sociale comporti la necessità di tener conto dell'importo mensile e non di quello complessivo annuale, con la conseguenza che il vincolo di impignorabilità concerne anche la tredicesima mensilità. La quota del rateo eccedente il limite così individuato non è liberamente pignorabile, ma può esserlo nei limiti di cui ai commi terzo, quarto e quinto dell'art. 545 c.p.c. Infine, va segnalato che, ai sensi del comma ottavo dello stesso articolo (anch'esso introdotto dalla citata novella del 2015), qualora la pensione venga versata su conto corrente bancario o postale e il pignoramento venga eseguito non già presso l'ente previdenziale, ma presso la banca o l'agenzia postale, le somme possono essere pignorate «per l'importo eccedente il triplo dell'assegno sociale, quando l'accredito ha luogo in data anteriore al pignoramento; quando l'accredito ha luogo alla data del pignoramento o successivamente, le predette somme possono essere pignorate nei limiti previsti dal terzo, quarto, quinto e settimo comma, nonché dalle speciali disposizioni di legge».

Si evidenzia che la l. n. 206/2021 di riforma della giustizia civile al comma 32 dell'art. 1 interviene sulla disciplina dell'inefficacia del pignoramento presso terzi ex art. 543 c.p.c., introducendo l'obbligo per il creditore procedente di notificare al debitore e al terzo l'avviso di avvenuta iscrizione a ruolo del pignoramento e di depositare nel fascicolo dell'esecuzione l'avviso notificato, a pena di inefficacia del pignoramento. Se nel procedimento sono coinvolti più terzi, l'inefficacia si produce solo nei confronti del terzo cui non sia stato notificato l'avviso oppure nei cui confronti non si è provveduto al deposito dell'avviso notificato.

La modifica ha effetto a decorrere dal 22 giugno 2022, dal momento che si applica ai procedimenti instaurati a decorrere dal centottantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore della legge citata (24 dicembre 2021).

Si riportano di seguito, per migliore comprensione, i commi 5 e 6 dell'art. 543 c.p.c., quali risultanti a seguito dell'entrata in vigore della Legge di riforma n. 206/2021:

«5. Il creditore, entro la data dell'udienza di comparizione indicata nell'atto di pignoramento, notifica al debitore e al terzo l'avviso di avvenuta iscrizione a ruolo con indicazione del numero di ruolo della procedura e deposita l'avviso notificato nel fascicolo dell'esecuzione. La mancata notifica dell'avviso o il suo mancato deposito nel fascicolo dell'esecuzione determina l'inefficacia del pignoramento.

6. Qualora il pignoramento sia eseguito nei confronti di più terzi, l'inefficacia si produce solo nei confronti dei terzi rispetto ai quali non è notificato o depositato l'avviso. In ogni caso, ove la notifica dell'avviso di cui al presente comma non sia effettuata, gli obblighi del debitore e del terzo cessano alla data dell'udienza indicata nell'atto di pignoramento.»

In merito al titolo esecutivo, si rileva che il d.lgs. n. 149/2022 (Riforma Cartabia) ha abolito la necessità dell'apposizione della formula esecutiva, rimodulando l'art. 475 c.p.c.

Tale norma, nella versione attuale prevede che «Le sentenze, i provvedimenti e gli altri atti dell'autorità giudiziaria, nonché gli atti ricevuti da notaio o da altro pubblico ufficiale, per valere come titolo per l'esecuzione forzata, ai sensi dell'articolo 474, per la parte a favore della quale fu pronunciato il provvedimento o stipulata l'obbligazione, o per i suoi successori, devono essere rilasciati in copia attestata conforme all'originale, salvo che la legge disponga altrimenti».

Quindi, Il recentissimo d.lgs. n. 149/2022, nel dare attuazione alla legge delega di riforma del processo civile n. 206 del 2021, prendendo atto che l'apposizione della formula esecutiva costituiva ormai una vetusta formalità priva di significato (Capponi, 2021; contra Rusciano, 1037 ss.), peraltro non in linea con gli approdi del processo esecutivo telematico ha, a decorrere dal 28 febbraio 2023, radicalmente modificato la disposizione in esame (cfr. Farina GiordanoMetafora, 71).

In particolare, abrogate con tale decorrenza le altre parti della norma, si prevede che sia i titoli esecutivi giudiziali che quelli stragudiziali potranno valere come titoli esecutivi ove le relative copie – si assume estratte dal fascicolo telematico – siano attestate come conformi all'originale. Occorre considerare che la medesima legge di riforma ha a riguardo generalizzato il potere di attestazione di conformità all'originale attribuito ai difensori delle parti rispetto alle copie informatiche (sia native digitali che trasformate da atti analogici). I limiti di pignorabilità dei crediti derivanti da trattamenti pensionistici (o emolumenti previdenziali equiparati) erano stati oggetto di ampia discussione a seguito delle incertezze applicative derivate dalla pronuncia n. 506/2002 mediante la quale la Corte costituzionale ha dichiarato costituzionalmente illegittimi gli artt. 1 e 2 comma 1 d.P.R. n. 180/1950, nella parte in cui escludono la pignorabilità per ogni credito dell'intero ammontare di pensioni, indennità che ne tengono luogo ed altri assegni di quiescenza erogati ai dipendenti dai soggetti individuati dall'art. 1, anziché prevedere l'impignorabilità, con le sole eccezioni previste dalla legge per crediti qualificati, della sola parte delle pensioni, indennità o altri assegni di quiescenza necessaria per assicurare al pensionato mezzi adeguati alle esigenze di vita e la pignorabilità nei limiti del quinto della residua parte (Corte cost. n. 506/2002, Dir. prat. lav., 2003, 503, con nota di Sica).

A seguito della pronuncia di tale sentenza, non sussisteva più l'impignorabilità assoluta dei trattamenti pensionistici a carico dello Stato, ma anche essi sono impignorabili (con le sole eccezioni previste dalla legge sui crediti qualificati) per la sola parte delle pensioni, indennità od altri trattamenti di quiescenza necessari per assicurare al pensionato mezzi adeguati alle sue esigenze di vita, mentre sono pignorabili nei limiti del quinto della restante parte (Cass. n. 963/2007).

Nell'elaborazione successiva la giurisprudenza, non sempre con esiti consonanti, aveva cercato di precisare la portata della locuzione che impedisce il pignoramento dei trattamenti pensionistici dei dipendenti pubblici nella misura necessaria ad assicurare il minimo vitale, salva la pignorabilità, entro i limiti di un quinto, del residuo.

Proprio la difficoltà di individuare un criterio unitario aveva indotto la S.C. ad affermare il principio per il quale, in assenza di parametri normativi specifici ed analitici idonei a consentire la determinazione del c.d. minimo vitale, ben può il giudice dell'esecuzione, in considerazione degli elementi concreti del caso, pervenire all'individuazione dell'importo maggiormente adeguato a soddisfare la detta esigenza di assicurare al pensionato adeguati mezzi di vita (Cass. n. 18225/2014).

La riforma di cui al d.l. n. 83/2015, conv. in l. n. 132/2015, è intervenuta sulla disposizione in esame stabilendo che le somme da chiunque dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza, non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente alla misura massima mensile dell'assegno sociale, aumentato della metà, ferma la pignorabilità, degli importi eventualmente eccedenti tale minimo vitale, secondo il consueto limite generale di 1/5 (e fino ad 1/3, previa autorizzazione del Presidente del Tribunale, nell'ipotesi di crediti alimentari e di mantenimento).

Come evidenziato nella Relazione Illustrativa, proprio per superare definitivamente l'incertezza correlata alla determinazione del minimo vitale (effettuata diversamente dai numerosi enti previdenziali e nella stessa prassi giudiziaria) e così prevenire ulteriori contenziosi rispetto a quelli già incardinati sulla questione, il d.l. n. 83/2015, conv. nella l. n. 132/2015, era intervenuto sull'art. 545 precisando che il minimum vitale assolutamente impignorabile corrisponde all'importo dell'assegno sociale, aumentato della metà. In altre e più chiare parole, in virtù di tale formulazione normativa, il trattamento pensionistico era impignorabile fino all'importo di Euro 672,63 (salvi gli aggiornamenti dell'importo dell'assegno sociale negli anni successivi) restando invece pignorabile entro i limiti già precisati, di regola pari ad un quinto, per l'eventuale eccedenza.

La norma in esame è stata in parte qua oggetto di un ulteriore intervento di riforma realizzato dall'art. 21-bis d.l. n. 115/2022, conv. con modif. in l. n. 142/2022, che – in una prospettiva solidaristica volta a tenere in maggiore considerazione le esigenze di tutela del pensionato, anche alla luce della giurisprudenza costituzionale – ha elevato l'importo del c.d. minimo vitale del trattamento pensionistico impignorabile in modo assoluto. In particolare, si tratta del doppio della pensione sociale, fermo restando che la somma minima assolutamente impignorabile – dunque, anche se superiore al doppio della pensione sociale – deve ammontare almeno a 1.000 euro mensili.

Attualmente, per l'anno 2022, opererà la “clausola di salvaguardia” del tetto del minimo vitale impignorabile di 1.000 euro mensili, in quanto l'importo della pensione sociale corrisponde ad euro 468,28.

Solo per la parte eccedente la somma di euro 1.000 al mese ovvero del superiore importo corrispondente al doppio della pensione sociale, il trattamento pensionistico potrà essere pignorato entro i limiti di un quinto.

Il Tribunale di Catania, con ordinanza in data 27 settembre 2022, ha ritenuto che i nuovi limiti di pignorabilità trovino applicazione retroattiva anche alle procedure incardinate prima dell'emanazione della norma, facendo leva sui principi espressi dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 12/2019  che ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l'art. 23, comma 6, del d.l. n. 83/2015, conv., con modif., nella l. n. 132/2015, nella parte in cui non prevede che il nuovo regime di impignorabilità parziale dei trattamenti pensionistici o assistenziali – ossia per la sola eccedenza dalla parte necessaria per assicurare condizioni di vita minime al pensionato -, di cui all'ottavo comma dell'art. 545 c.p.c., introdotto dall'art. 13, comma 1, lett. l), del medesimo decreto-legge, si applichi anche alle procedure esecutive pendenti alla data della sua entrata in vigore (27 giugno 2015). Secondo il Tribunale di Catania, in vero, ricorrerebbe nella specie la stessa finalità individuata dalla Corte Costituzionale in tale pronuncia, ossia quella «sociale di derivazione costituzionale (art. 38 Cost), volendo il legislatore garantire la conservazione dei mezzi di sussistenza adeguati alle esigenze di vita del pensionato, in particolar modo nell'attuale periodo storico in cui imperversa la crisi economica».

Più di recente, sulla norma è intervenuto l'art. 21-bis del d.l. n. 115/2022 stabilendo che il minimo vitale assolutamente impignorabile del trattamento pensionistico è pari al doppio della misura massima mensile dell'assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro. Ciò significa che anche laddove l'importo del doppio della misura dell'assegno sociale fosse inferiore alla somma di 1.000 euro, la parte di trattamento previdenziale che beneficia del regime di assoluta impignorabilità è pari a detto importo. Solo la parte eccedente potrà essere pignorata entro i limiti di un quinto in linea generale (e sino ad un terzo, previa autorizzazione del Presidente del Tribunale, rispetto ai crediti alimentari).

Il 26 febbraio 2024 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il d.l. n. 19/2024 contenente disposizioni urgenti finalizzate a garantire l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo schema di d.l., tra le molteplici materie toccate, interviene anche sul pignoramento di crediti verso terzi, modificandone parzialmente la disciplina sia per il creditore che per i terzi. Il 2 marzo 2024 il suddetto decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (G.U. Serie Generale n. 52 del 02 marzo 2024) e nel Capo VI, disciplinante le disposizioni urgenti in materia di giustizia, all'art. 25 vengono introdotte delle modifiche alle disposizioni in materia di pignoramento di crediti verso terzi. Le novità introdotte con l'approvazione del decreto-legge PNRR riguardano 3 norme, art. 546 c.p.c., art. 551-bis c.p.c. e art. 553 c.p.c. con introduzione dell'art. 169-septies d.a.c.p.c. Di queste modifiche, una sola si riflette anche sulle attività dell'Unep. In particolare la modifica relativa all'art. 546, comma 1 c.p.c., per la quale il primo periodo è sostituito dal seguente: «Dal giorno in cui gli è notificato l'atto previsto nell'articolo 543, il terzo è soggetto agli obblighi che la legge impone al custode relativamente alle cose e alle somme da lui dovute, nei limiti dell'importo del credito precettato aumentato di 1.000,00 euro per i crediti fino a 1.100,00 euro, di 1.600,00 euro per i crediti da 1.100,01 euro fino a 3.200,00 euro e della metà per i crediti superiori a 3.200,00 euro.

È stato inoltre introdotto (dall'art. 25, comma 1, lett. b) del d.l. n. 19/2024) il nuovo articolo 551-bis c.p.c., che stabilisce che il pignoramento di crediti del debitore verso terzi perda d'efficacia dopo dieci anni dalla notifica al terzo, a meno che non sia stata pronunciata l'ordinanza di assegnazione delle somme o siano intervenute specifiche circostanze di estinzione o chiusura anticipata del processo esecutivo.

Si segnala, infine, che il d.lgs. n. 164/2024 Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, ha apportato all'art. 492 le seguenti modifiche: 1) il secondo comma è sostituito dal seguente: «Il pignoramento deve altresì contenere l'invito rivolto al debitore ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente o indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale, con l'avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notificazioni o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice, salvo quanto previsto dall'art. 149-bis.»; 2) al terzo comma, le parole «in cancelleria» sono soppresse e le parole «non inferiore ad un quinto» sono sostituite dall eseguenti: «non inferiore a un sesto».

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