Atto di pignoramento presso terzi avente ad oggetto crediti da lavoro (art. 543 c.p.c.)inquadramentoIl pignoramento presso terzi concerne i crediti vantati dal debitore verso terzi, ovvero beni di proprietà del debitore che si trovino nella materiale disponibilità di un terzo. L'art. 543 c.p.c. stabilisce che il pignoramento si esegue con la notifica al debitore e al terzo di un atto complesso, che deve contenere: 1) l'ingiunzione al debitore di cui all'art. 492 c.p.c.; 2) l'indicazione del credito per cui si procede, del titolo esecutivo e del precetto; 3) l'indicazione, almeno generica, delle cose o delle somme dovute; 4) l'intimazione al terzo di non disporne senza ordine del giudice; 5) la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio nel comune in cui ha sede il tribunale competente; 6) l'indicazione dell'indirizzo PEC del creditore procedente; 7) la citazione del debitore a comparire davanti al giudice dell'esecuzione all'udienza di cui all'art. 547 c.p.c.; 8) l'avvertimento al debitore della possibilità di proporre l'istanza di conversione del pignoramento ex art. 495 c.p.c.; 9) l'invito al terzo a comunicare al creditore procedente la dichiarazione di quantità (art. 547 c.p.c.) con lettera raccomandata o PEC entro dieci giorni; 10) l'avvertimento al terzo che, in caso di mancata comunicazione della dichiarazione, essa dovrà essere resa in apposita udienza e che, in caso di omessa comparizione o di rifiuto di rendere la dichiarazione, il credito pignorato o il possesso di cose di appartenenza del debitore, nell'ammontare o nei termini indicati dal creditore, verranno considerati non contestati ai fini del procedimento in corso e dell'esecuzione fondata sull'ordinanza di assegnazione. Tra i crediti in questione, può rientrare anche quello relativo ai ratei stipendiali erogati in favore dell'esecutato dal terzo datore di lavoro, pignorabili nella misura di 1/5 della retribuzione, ai sensi dell'art. 545 c.p.c., specificamente riferibile al rapporto di lavoro privato. Il d.lgs. n. 164/2024 Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, ha apportato all'articolo 543 le seguenti modifiche: 1) al secondo comma, numero 3), le parole «o l'elezione di domicilio nel comune in cui ha sede il tribunale competente» sono soppresse; 2) al quarto comma, il secondo periodo è sostituito dal seguente: «Il creditore iscrive a ruolo il processo presso il l'inefficacia si produce solo nei confronti dei terzi rispetto ai quali non è notificato o depositato l'avviso. In ogni caso, ove la notifica dell'avviso di cui al presente comma non sia effettuata, gli obblighi del terzo cessano alla data dell'udienza indicata nell'atto di pignoramento.»; 4) il sesto comma è sostituito dal seguente: «Se il creditore riceve il pagamento prima della scadenza del termine per il deposito della nota di iscrizione a ruolo, lo comunica immediatamente al debitore e al terzo. In tal caso, l'obbligo del terzo cessa alla data di ricezione della comunicazione.» tribunale competente per l'esecuzione depositando copie conformi dell'atto di citazione, del titolo esecutivo e del precetto entro trenta giorni dalla consegna, a pena di inefficacia del pignoramento.» e il quinto periodo è soppresso; 3) al quinto comma, al primo periodo, le parole «al debitore e» sono soppresse e sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Qualora il pignoramento sia eseguito nei confronti di più terzi, FormulaTRIBUNALE DI .... ATTO DI PIGNORAMENTO PRESSO TERZI (ART. 543 C.P.C.) Il Sig./la Sig.ra .... [1] nato/a a ...., il ...., codice fiscale ...., residente in .... alla via ....,/ la società .... [2] , P.I. .... [3] , in persona del legale rappresentante pro tempore Sig. .... [4] , C.F. ...., con sede legale in .... rappresentato e difeso per procura rilasciata in calce al presente atto dall'avvocato .... del Foro di .... C.F. .... PEC: .... ed elettivamente domiciliato presso lo studio del predetto difensore in ....; PREMESSO
che con .... [5] emesso/a dal Tribunale di .... [6] nel procedimento n. R.G. .... [7] il Sig./ la Sig.ra/la società .... [8] veniva condannato/a a corrispondere a favore dell'esponente la somma di Euro .... [9] per sorte capitale, oltre interessi legali con decorrenza dal .... [10] , nonché le spese del procedimento liquidate complessivamente dal giudice in Euro .... [11]; – che con atto concluso a rogito del notaio Dott. .... [12] del Collegio di .... [13] in data .... [14] , repertorio n. .... [15] , registrato a .... [16] in data .... [17] , il Sig./la Sig.ra/la Società .... [18] ha assunto l'obbligo di pagare in favore dell'esponente la somma di Euro .... [19] entro il .... [20] oltre interessi; [21] – che il provvedimento/l'atto ricevuto da notaio [22] è stato rilasciato in copia attestata conforme all'originale ed è, quindi, un valido titolo esecutivo a norma dell'art. 475 c.p.c.[23]; – che in data .... [24] è stato notificato atto di precetto [25]; – che, ad oggi, il debitore è ancora inadempiente; – che il debitore è creditore del sig./della sig.ra/della società .... [26] per la somma di Euro .... [27] in forza di .... [28]; – che l'esponente intende sottoporre ad esecuzione forzata tutte le somme dovute dal sig./dalla sig.ra/dalla società .... [29] al debitore in relazione al suddetto rapporto sino alla concorrenza del credito complessivamente vantato; – che l'esponente intende sottoporre ad esecuzione forzata i seguenti beni mobili di proprietà del debitore ed in possesso del terzo in virtù di .... [30]: 1. .... [31]; 2. ....; 3. ....; CITA
il debitore Sig./Sig.ra/società .... a comparire davanti al Tribunale di .... all'udienza del .... [32] ad ore .... INVITA
il terzo pignorato Sig./Sig.ra .... [33] residente in .... in via .... n. .... [34] / la società ...., P.I. .... [35] , in persona del legale rappresentante pro tempore Sig. .... [36] , con sede legale in .... a comunicare al creditore procedente, entro dieci giorni, la dichiarazione ai sensi dell'art. 547 c.p.c. a mezzo di lettera raccomandata ovvero a mezzo di messaggio di posta elettronica certificata; AVVISA il terzo pignorato che, ai sensi dell'art. 543, comma 2, n. 4) c.p.c., in caso di mancata comunicazione della dichiarazione, la stessa dovrà essere resa in un'apposita udienza e che, se a detta udienza non comparirà o, pur comparendo, rifiuterà di rendere la dichiarazione, il credito pignorato ovvero il possesso delle cose mobili appartenenti al debitore, si considereranno non contestati nell'ammontare o nei termini indicati dal creditore, ai fini del procedimento in corso e dell'esecuzione fondata sul provvedimento di assegnazione; INVITA il debitore ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione, ex art. 492, comma 2 c.p.c., la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente o indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale, con l'avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notificazioni o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice, salvo quanto previsto dall'art. 149-bis. AVVISA il debitore, che, ai sensi dell'articolo 495 c.p.c., può chiedere di sostituire alle cose o ai crediti pignorati una somma di denaro pari all'importo dovuto al creditore pignorante e ai creditori intervenuti, comprensivo del capitale, degli interessi e delle spese, oltre che delle spese di esecuzione, sempre che la relativa istanza unitamente ad una somma non inferiore ad un quinto dell'importo del credito per cui è stato eseguito il pignoramento e dei crediti dei creditori intervenuti indicati nei rispettivi atti di intervento, dedotti i versamenti effettuati di cui deve essere data prova documentale, sia depositata in cancelleria, prima che sia disposta la vendita o l'assegnazione a norma dell'art. 552 c.p.c., a pena di inammissibilità. AVVISA il debitore che l'opposizione all'esecuzione, di cui all'art. 615 comma 2 c.p.c., è inammissibile se è proposta dopo che è stata disposta la vendita o l'assegnazione a norma dell'art. 552 c.p.c., salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero che l'opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile. Luogo e data .... Firma del Difensore .... Io sottoscritto ufficiale giudiziario presso il Tribunale di ...., su istanza del Sig./della Sig.ra .... [37] nato/a a ...., il ...., C.F. ...., residente in .... alla via ....,/ della società .... [38] , P.I. .... [39] , in persona del legale rappresentante pro tempore Sig. ...., codice fiscale ...., con sede legale in .... rappresentato e difeso per procura rilasciata in calce al presente atto dall'avvocato .... del Foro di .... C.F. .... PEC: .... ed elettivamente domiciliato presso lo studio del predetto difensore in ....; munito del titolo esecutivo e del precetto, ai sensi degli artt. 543 e 492 c.p.c. HO PIGNORATO tutte le somme e/o cose a qualunque titolo trattenute o dovute dai terzi nei limiti consentiti dalla legge e ciò ai sensi dell'art. 546, comma 1 c.p.c., nei limiti dell'importo credito precettato, aumentato di 1.000,00 euro per i crediti fino a 1.100,00 euro, di 1.600,00 euro per i crediti da 1.100,01 euro fino a 3.200,00 euro e della metà per i crediti superiori a 3.200,00 euro “ HO INTIMATO al terzo pignorato, ai sensi dell'art. 543, secondo comma, c.p.c., di non disporre delle somme pignorate senza ordine del giudice dell'esecuzione, avvertendo che in difetto verranno applicate le sanzioni previste dalla legge, e che, dal giorno in cui gli è notificato l'atto previsto nell'articolo 543, il terzo è soggetto agli obblighi che la legge impone al custode relativamente alle cose e alle somme da lui dovute, nei limiti dell'importo del credito precettato aumentato di 1.000,00 euro per i crediti fino a 1.100,00 euro, di 1.600,00 euro per i crediti da 1.100,01 euro fino a 3.200,00 euro e della metà per i crediti superiori a 3.200,00 euro, agli obblighi che la legge impone al custode “
HO NOTIFICATO
copia conforme al suo originale del presente atto al sig./alla sig.ra .... nato/a a ...., il ...., residente in ....., in via ...., n. ..... [40] , nonché al Sig./alla Sig.ra .... nato/a a ...., il ...., residente in ....., in via ...., n. ..... [41]
Luogo e data .... L'Ufficiale Giudiziario .... [1]Indicare il nome e il cognome dell'istante. [2]Indicare il nominativo della società se la parte istante è una società. [3]Indicare il numero di partita iva della società. [4]Indicare il nome e il cognome del rappresentante della società. [5]Indicare il titolo esecutivo (sentenza, decreto ingiuntivo, ordinanza esecutiva, decreto esecutivo, verbale di conciliazione, ecc.). [6]Indicare il tribunale che ha emesso il titolo esecutivo. [7]Indicare il numero di protocollo del registro generale del procedimento. [8]Indicare il nome e il cognome, ovvero la denominazione sociale, del debitore ingiunto. [9]Indicare l'importo del credito per il quale il debitore è stato condannato. [10]Indicare la data di decorrenza degli interessi. [11]Indicare l'ammontare delle spese del procedimento come liquidate dal giudice nel dispositivo. [12]Indicare nome e cognome del notaio rogante. [13]Indicare il collegio di appartenenza del notaio rogante. [14]Indicare la data dell'atto. [15]Indicare il numero di repertorio dell'atto. [16]Indicare il luogo della registrazione. [17]Indicare la data della registrazione. [18]Indicare il nome e il cognome, ovvero la denominazione sociale, del debitore. [19]Indicare l'importo oggetto della prestazione. [20]Indicare la data del termine per l'adempimento. [21]Utilizzare tale formula se il titolo esecutivo non è un provvedimento emesso dall'autorità giudiziaria. [22]Specificare in base al titolo esecutivo. [23]L'art. 475 c.p.c. è stato integralmente sostituito dall'art. 3 d.lgs. n. 149/2022 (c.d. “Riforma Cartabia), prima della riforma, i provvedimenti del giudice dovevano essere muniti della formula esecutiva e spediti in forma esecutiva «soltanto alla parte a favore della quale fu pronunciato il provvedimento o stipulata l'obbligazione, o ai suoi successori, con indicazione in calce della persona alla quale è spedita». Nella formula doveva, quindi, essere indicata la data della notifica del titolo. [24]Indicare la data della notifica del precetto. [25]In alternativa utilizzare la formula: «che l'atto di precetto è stato notificato unitamente al predetto titolo esecutivo in data ...». [26]Indicare il nome e il cognome, ovvero la denominazione sociale, del terzo pignorato. [27]Indicare l'importo del credito. [28]Indicare il titolo del credito. [29]Indicare il nome e il cognome, ovvero la denominazione sociale, del terzo pignorato. [30]Indicare il tipo di rapporto in base al quale il terzo è in possesso dei beni mobili di proprietà del debitore. [31]Indicare i beni mobili che il creditore intende sottoporre ad esecuzione forzata. [32]Indicare la data dell'udienza. Sul punto si segnala che l'art. 1, comma 32 della l. n. 206/2021 ha introdotto i commi 5 e 6 secondo i quali: «Il creditore, entro la data dell'udienza di comparizione indicata nell'atto di pignoramento, notifica al debitore e al terzo l'avviso di avvenuta iscrizione a ruolo con indicazione del numero di ruolo della procedura e deposita l'avviso notificato nel fascicolo dell'esecuzione. La mancata notifica dell'avviso o il suo mancato deposito nel fascicolo dell'esecuzione determina l'inefficacia del pignoramento. Qualora il pignoramento sia eseguito nei confronti di più terzi, l'inefficacia si produce solo nei confronti dei terzi rispetto ai quali non è notificato o depositato l'avviso. In ogni caso, ove la notifica dell'avviso di cui al presente comma non sia effettuata, gli obblighi del debitore e del terzo cessano alla data dell'udienza indicata nell'atto di pignoramento». [33]Indicare il nome e il cognome, ovvero la denominazione sociale, del terzo pignorato. [34]Indicare l'indirizzo del terzo pignorato. [35]Indicare il numero di partita iva della società. [36]Indicare il nome e il cognome del rappresentante della società. [37]Indicare il nome e il cognome dell'istante. [38]Indicare il nominativo della società se la parte istante è una società. [39]Indicare il numero di partita iva della società. [40]Indicare le generalità del debitore ingiunto. [41]Indicare le generalità del terzo pignorato. commentoCome già anticipato, l'art. 545 c.p.c. detta la disciplina circa la pignorabilità della retribuzione derivante da rapporto di lavoro privato. La retribuzione (e in generale, le somme dovute dai privati a titolo di stipendio, di salario, o di altre indennità che derivano dal rapporto di lavoro o di impiego), è pignorabile nei limiti del quinto, ma ove si proceda esecutivamente per il soddisfo di crediti alimentari, può procedersi solo nella misura autorizzata dal presidente del tribunale o da un giudice da lui delegato. L'art. 545, comma 8 c.p.c., aggiunto dal d.l. n. 83/2015, conv. con l. n. 132/2015, stabilisce che «Le somme dovute a titolo di stipendio, salario, altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, nonché a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione, o di assegni di quiescenza, nel caso di accredito su conto bancario o postale intestato al debitore, possono essere pignorate, per l'importo eccedente il triplo dell'assegno sociale, quando l'accredito ha luogo in data anteriore al pignoramento; quando l'accredito ha luogo alla data del pignoramento o successivamente, le predette somme possono essere pignorate nei limiti previsti dal terzo, quarto, quinto e settimo comma, nonché dalle speciali disposizioni di legge». In tal modo, il legislatore ha introdotto limiti alla pignorabilità della retribuzione, quand'anche erogata mediante accredito su conto corrente bancario o postale del debitore, fissandolo nel triplo dell'assegno sociale, quando l'accredito è avvenuto prima del pignoramento; se invece l'accredito è successivo al pignoramento, il pignoramento opera nei limiti di cui al terzo, quarto, quinto e settimo comma dell'art. 545 c.p.c., salve altre speciali disposizioni di legge. Per quanto concerne, invece, i dipendenti pubblici, la disciplina sulla pignorabilità degli emolumenti è dettata dal d.P.R. n. 180/1950 (Testo Unico delle leggi concernenti il sequestro, pignoramento e cessione degli stipendi, salari e pensioni dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni). Mentre originariamente la disciplina era di gran lunga diversa rispetto ai dipendenti privati, a seguito di numerosi interventi della Corte costituzionale negli anni ‘80, la differenza è stata sostanzialmente erosa, così determinandosi una tendenziale equiparazione tra lavoratori pubblici e privati, sul punto. Si evidenzia che la l. n. 206/2021 di riforma della giustizia civile al comma 32 dell'art. 1 interviene sulla disciplina dell'inefficacia del pignoramento presso terzi ex art. 543 c.p.c., introducendo l'obbligo per il creditore procedente di notificare al debitore e al terzo l'avviso di avvenuta iscrizione a ruolo del pignoramento e di depositare nel fascicolo dell'esecuzione l'avviso notificato, a pena di inefficacia del pignoramento. Se nel procedimento sono coinvolti più terzi, l'inefficacia si produce solo nei confronti del terzo cui non sia stato notificato l'avviso oppure nei cui confronti non si è provveduto al deposito dell'avviso notificato. La modifica ha effetto a decorrere dal 22 giugno 2022, dal momento che si applica ai procedimenti instaurati a decorrere dal centottantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore della legge citata (24 dicembre 2021). Si riportano di seguito, per migliore comprensione, i commi 5 e 6 dell'art. 543 c.p.c., quali risultanti a seguito dell'entrata in vigore della legge di riforma n. 206/2021: «5. Il creditore, entro la data dell'udienza di comparizione indicata nell'atto di pignoramento, notifica al debitore e al terzo l'avviso di avvenuta iscrizione a ruolo con indicazione del numero di ruolo della procedura e deposita l'avviso notificato nel fascicolo dell'esecuzione. La mancata notifica dell'avviso o il suo mancato deposito nel fascicolo dell'esecuzione determina l'inefficacia del pignoramento. 6. Qualora il pignoramento sia eseguito nei confronti di più terzi, l'inefficacia si produce solo nei confronti dei terzi rispetto ai quali non è notificato o depositato l'avviso. In ogni caso, ove la notifica dell'avviso di cui al presente comma non sia effettuata, gli obblighi del debitore e del terzo cessano alla data dell'udienza indicata nell'atto di pignoramento.» In merito al titolo esecutivo, si rileva che il d.lgs. n. 149/2022 (Riforma Cartabia) ha abolito la necessità dell'apposizione della formula esecutiva, rimodulando l'art. 475 c.p.c. Tale norma, nella versione attuale prevede che «Le sentenze, i provvedimenti e gli altri atti dell'autorità giudiziaria, nonché gli atti ricevuti da notaio o da altro pubblico ufficiale, per valere come titolo per l'esecuzione forzata, ai sensi dell'articolo 474, per la parte a favore della quale fu pronunciato il provvedimento o stipulata l'obbligazione, o per i suoi successori, devono essere rilasciati in copia attestata conforme all'originale, salvo che la legge disponga altrimenti». Quindi, Il recentissimo d.lgs. n. 149/2022, nel dare attuazione alla legge delega di riforma del processo civile n. 206 del 2021, prendendo atto che l'apposizione della formula esecutiva costituiva ormai una vetusta formalità priva di significato (Capponi, 2021; contra Rusciano, 1037 ss.), peraltro non in linea con gli approdi del processo esecutivo telematico ha, a decorrere dal 28 febbraio 2023, radicalmente modificato la disposizione in esame (cfr. Farina Giordano - Metafora, 71). In particolare, abrogate con tale decorrenza le altre parti della norma, si prevede che sia i titoli esecutivi giudiziali che quelli stragiudiziali potranno valere come titoli esecutivi ove le relative copie – si assume estratte dal fascicolo telematico – siano attestate come conformi all'originale. Occorre considerare che la medesima legge di riforma ha a riguardo generalizzato il potere di attestazione di conformità all'originale attribuito ai difensori delle parti rispetto alle copie informatiche (sia native digitali che trasformate da atti analogici). I crediti derivanti da rapporti di lavoro, sia in ambito privato che pubblico (a seguito dei ripetuti interventi della Corte Costituzionale sul d.P.R. n. 180/1950: Cass. n. 185/2012) sono di regola pignorabili entro i limiti di un quinto e secondo quanto stabilito con decreto del presidente del tribunale per crediti alimentari (o di mantenimento), sino ad un limite massimo della metà (cfr. Cass. n. 685/2012). In una non risalente decisione, la Corte costituzionale ha ribadito che lo scopo della norma in commento è quello di contemperare la protezione del credito con l'esigenza del lavoratore di avere, attraverso una retribuzione congrua, un'esistenza libera e dignitosa: ne deriva che la facoltà di escutere il debitore non può essere sacrificata totalmente, anche se la privazione di una parte del salario è un sacrificio che può essere molto gravoso per il lavoratore scarsamente retribuito (Corte cost. n. 248/2015). Anche il sequestro conservativo presso il datore di lavoro di somme di danaro relative a crediti retributivi può essere disposto in misura non superiore al quinto delle stesse, valendo in proposito i medesimi limiti posti dall'art. 545 c.p.c. all'esecuzione del pignoramento. (Cass. pen. VI, n. 16168/2011, in Riv. crit. dir. lav., 2011, n. 2, 465, con nota di Morandi). Sotto altro profilo, la Corte costituzionale ha ritenuto infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 1246, comma 1, n. 3 c.c., e dell'art. 545, comma 4 c.p.c., sollevata in riferimento agli artt. 3 e 36 Cost., nella parte in cui non prevedono che la compensazione dei crediti retributivi del lavoratore debba avvenire nei limiti di un quinto anche nel caso in cui il credito opposto in compensazione abbia origine dal medesimo rapporto di lavoro, poiché la circostanza che il credito del datore di lavoro abbia il suo fatto costituivo in un delitto commesso dal lavoratore non è idonea a rendere in toto equiparabile il credito del datore di lavoro a quello di qualsiasi altro creditore e, quindi, a rendere privo di razionale giustificazione l'orientamento giurisprudenziale che ravvisa la specificità di quel credito nella circostanza che l'obbligazione risarcitoria dell'ex dipendente scaturisca da un comportamento che costituisce anche grave violazione dei doveri del prestatore di lavoro verso il datore (Corte cost. n. 259/2006, Riv. it. dir. lav., 2006, n. 4, 802, con nota di Agostini). Invero, in accordo con la giurisprudenza di legittimità, in base al combinato disposto degli art. 1246 n. 3 c.c. e 545 n. 3 c.p.c., le somme dovute ai privati a titolo di crediti di lavoro sono pignorabili e compensabili nella limitata misura di un quinto; tale limite non opera quando i contrapposti crediti abbiano origine da un unico rapporto, sì che la valutazione delle singole pretese comporti solo un accertamento contabile di dare e avere e non una compensazione in senso tecnico. In particolare, il limite non vale quando il datore voglia compensare il credito risarcitorio per danni da prestazione lavorativa non diligente col credito retributivo vantato dal prestatore, tuttavia, essa torna ad operare, anche in caso di compensazione atecnica, qualora esista una clausola del contratto collettivo che lo preveda, salvo diversi accordi contenuti nel contratto individuale. (Cass. sez. lav. n. 9904/2003). Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno chiarito che l'amministratore unico o il consigliere di amministrazione di una s.p.a. sono legati alla stessa da un rapporto di tipo societario che, in considerazione dell'immedesimazione organica tra persona fisica ed ente e dell'assenza del requisito della coordinazione, non è compreso in quelli previsti dal n. 3 dell'art. 409 c.p.c., sicché i compensi loro spettanti per le funzioni svolte in ambito societario sono pignorabili senza i limiti previsti dall'art. 545, comma 4 c.p.c. (Cass. S.U., n. 1545/2017). Più di recente, sulla norma è intervenuto l'art. 21-bis del d.l. n. 115/2022 stabilendo che il minimo vitale assolutamente impignorabile del trattamento pensionistico è pari al doppio della misura massima mensile dell'assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro. Ciò significa che anche laddove l'importo del doppio della misura dell'assegno sociale fosse inferiore alla somma di 1.000 euro, la parte di trattamento previdenziale che beneficia del regime di assoluta impignorabilità è pari a detto importo. Solo la parte eccedente potrà essere pignorata entro i limiti di un quinto in linea generale (e sino ad un terzo, previa autorizzazione del Presidente del Tribunale, rispetto ai crediti alimentari). Il 26 febbraio 2024 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il d.l. n. 19/2024 contenente disposizioni urgenti finalizzate a garantire l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo schema di d.l., tra le molteplici materie toccate, interviene anche sul pignoramento di crediti verso terzi, modificandone parzialmente la disciplina sia per il creditore che per i terzi. Il 2 marzo 2024 il suddetto decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (G.U. Serie Generale n. 52 del 02 marzo 2024) e nel Capo VI, disciplinante le disposizioni urgenti in materia di giustizia, all'art. 25 vengono introdotte delle modifiche alle disposizioni in materia di pignoramento di crediti verso terzi. Le novità introdotte con l'approvazione del decreto-legge PNRR riguardano 3 norme, art. 546 c.p.c., art. 551-bis c.p.c. e art 553 c.p.c. con introduzione dell'art. 169-septies d.a.c.p.c. Di queste modifiche, una sola si riflette anche sulle attività dell'Unep. In particolare la modifica relativa all'art. 546, comma 1 c.p.c., per la quale il primo periodo è sostituito dal seguente: «Dal giorno in cui gli è notificato l'atto previsto nell'articolo 543, il terzo è soggetto agli obblighi che la legge impone al custode relativamente alle cose e alle somme da lui dovute, nei limiti dell'importo del credito precettato aumentato di 1.000,00 euro per i crediti fino a 1.100,00 euro, di 1.600,00 euro per i crediti da 1.100,01 euro fino a 3.200,00 euro e della metà per i crediti superiori a 3.200,00 euro. Quanto alle novità introdotte con l'approvazione dello schema di d.l. PNRR: • In primis, viene integrata la disposizione di cui all'art. 553 del c.p.c., prevedendo che, in caso di dichiarazione positiva del terzo, l'ordinanza di assegnazione delle somme debba essere notificata al terzo insieme ad una dichiarazione ove il creditore indica direttamente i propri dati bancari, necessari per far sì che il terzo provveda al pagamento del debito in maniera più rapida ed efficace. • In secondo luogo, viene previsto che, laddove il creditore ometta di notificare al terzo l'ordinanza di assegnazione per oltre 90 giorni, i crediti a lui assegnati cessino di produrre interessi. Ecco che viene impedito al creditore di tergiversare e lucrare sul tempo da lui stesso perso. • Ad esclusione dei casi in cui vi sia già un'ordinanza di assegnazione delle somme o il processo esecutivo si sia estinto anticipatamente, il pignoramento presso terzi notificato manterrà la propria efficacia non oltre 10 anni dalla notifica dell'atto al debitore e al terzo. Per evitare che il pignoramento notificato perda efficacia, due anni prima che scada il termine decennale il creditore dovrà notificare al debitore e al terzo una dichiarazione con cui manifesta il proprio interesse a mantenere il pignoramento valido. In mancanza di questo “impulso” del creditore, il terzo sarà sollevato dai propri obblighi decorsi 6 mesi dalla scadenza del termine di 10 anni. • Infine, viene modificato l'importo che il terzo deve accantonare in aggiunta al credito. Finora, secondo l'art. 546 del c.p.c., tale importo doveva essere pari alla somma pignorata, maggiorata della metà; invece, a seguito della modifica, sarà pari a: – 1.000 euro per i crediti fino a 1.100 euro; – 1.600 euro per i crediti da 1.100,01 euro fino a 3.200 euro; – La metà della somma pignorata per i crediti superiori a 3.200 euro. È stato inoltre introdotto (dall'art. 25, comma 1, lett. b) del d.l. n. 19/2024) il nuovo articolo 551-bis c.p.c., che stabilisce che il pignoramento di crediti del debitore verso terzi perda d'efficacia dopo dieci anni dalla notifica al terzo, a meno che non sia stata pronunciata l'ordinanza di assegnazione delle somme o siano intervenute specifiche circostanze di estinzione o chiusura anticipata del processo esecutivo. Si segnala, infine, che il d.lgs. n. 164/2024 Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, ha apportato all'art. 492 le seguenti modifiche: 1) il secondo comma è sostituito dal seguente: «Il pignoramento deve altresì contenere l'invito rivolto al debitore ad effettuare presso la cancelleria del giudice dell'esecuzione la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio in uno dei comuni del circondario in cui ha sede il giudice competente o indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eleggere un domicilio digitale speciale, con l'avvertimento che, in mancanza ovvero in caso di irreperibilità presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto, le successive notificazioni o comunicazioni a lui dirette saranno effettuate presso la cancelleria dello stesso giudice, salvo quanto previsto dall'art. 149-bis.»; 2) al terzo comma, le parole «in cancelleria» sono soppresse e le parole «non inferiore ad un quinto» sono sostituite dall eseguenti: «non inferiore a un sesto». |