Istanza per la riduzione del pignoramento presso terzi ex art. 546 c.p.c.InquadramentoCon il pignoramento presso terzi il creditore procedente impone al terzo pignorato l'obbligo di non disporre della somma pignorata. Rientra nella discrezionalità del creditore, infatti, individuare la somma da sottoporre concretamente a pignoramento. A norma dell'art. 546 c.p.c., nel caso di pignoramento eseguito presso più terzi, il debitore può chiedere la riduzione proporzionale dei singoli pignoramenti ai sensi dell'art. 496 c.p.c., ovvero la dichiarazione di inefficacia di taluno di essi; il giudice dell'esecuzione, convocate le parti, provvede con ordinanza non oltre venti giorni dall'istanza. Tale norma ha lo scopo di non gravare eccessivamente il patrimonio del debitore con l'apposizione di un vincolo di indisponibilità ben superiore rispetto all'effettivo ammontare del/i credito/i per cui si procede. Il 26 febbraio 2024 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri un decreto-legge contenente disposizioni urgenti finalizzate a garantire l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo schema di d.l., tra le molteplici materie toccate, interviene anche sul pignoramento di crediti verso terzi, modificandone parzialmente la disciplina sia per il creditore che per i terzi. Il 2 marzo 2024 il suddetto decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (GU Serie Generale n. 52 del 02 marzo 2024) e nel Capo VI, disciplinante le disposizioni urgenti in materia di giustizia, all'art. 25 vengono introdotte delle modifiche alle disposizioni in materia di pignoramento di crediti verso terzi. Le novità introdotte con l'approvazione del d.l. PNRR riguardano 3 norme, art. 546 c.p.c., art. 551-bis c.p.c. e art 553 c.p.c. con introduzione dell'art 169-septies d.a.c.p.c. Di queste modifiche, una sola si riflette anche sulle attività dell'Unep. In particolare la modifica relativa all'art 546, comma 1 c.p.c., per la quale il primo periodo è sostituito dal seguente: Dal giorno in cui gli è notificato l'atto previsto nell'articolo 543, il terzo è soggetto agli obblighi che la legge impone al custode relativamente alle cose e alle somme da lui dovute, nei limiti dell'importo del credito precettato aumentato di 1.000,00 euro per i crediti fino a 1.100,00 euro, di 1.600,00 euro per i crediti da 1.100,01 euro fino a 3.200,00 euro e della metà per i crediti superiori a 3.200,00 euro. FormulaTRIBUNALE DI ... Sez. Esecuzioni Mobiliari Procedura esecutiva n. ... / ... promossa da " ... ” contro “ ... ” Giudice dell'Esecuzione: Dott. ... ISTANZA PER LA RIDUZIONE DEL PIGNORAMENTO PRESSO TERZI (ART. 546 C.P.C.) Nell'interesse di ... nato a ..., residente in ..., via ..., n. ..., C.F. ..., rappresentato e difeso, come da procura in calce al presente atto, dall'Avv. ..., C.F. ..., ed elettivamente domiciliata presso e nel di lui studio in ..., via ... PREMESSO CHE - Il creditore procedente Sig. ... / Società ..., assistito dall'Avv. ... ha promosso espropriazione mobiliare presso terzi in danno dell'odierno istante in data ... e nei confronti di ... [1] - In particolare, il pignoramento è stato eseguito: 1) presso ... [2] in relazione a ... [3]; 2) presso ... [4] in relazione a ... [5]; 3) presso ... [6] in relazione a ... [7]. - In conseguenza del predetto pignoramento è pendente dinanzi a codesto On. Le Tribunale la procedura esecutiva mobiliare iscritta al n. ... R.G.E.; - Tutti i suddetti terzi pignorati hanno reso dichiarazione positiva ed in particolare: 1) Il terzo pignorato ... ha dichiarato di essere debitore dell'odierno istante ..., a sua volta esecutato in seno alla presente procedura, per la somma di euro ...; 2) Il terzo pignorato ... ha dichiarato di essere debitore dell'odierno istante ..., a sua volta esecutato in seno alla presente procedura, per la somma di euro ...: 3) Il terzo pignorato ... ha dichiarato di essere debitore dell'odierno istante ..., a sua volta esecutato in seno alla presente procedura, per la somma di euro .... Alla luce di quanto sopra: - il credito vantato dal creditore procedente ammonta a complessivi euro ... come da atto di precetto e successivo atto di pignoramento, incluse le spese di procedura prudenzialmente quantificate in Euro ... - il credito vantato dal creditore intervenuto ... ammonta a complessivi Euro ... come da atto di precetto e successivo atto di pignoramento, incluse le spese di procedura prudenzialmente quantificate in euro ...; - pertanto, il pignoramento per cui si procede appare eccessivo, in quanto abbondantemente eccedente l'importo dei crediti per cui si procede aumentato della metà e, dunque, lesivo dei diritti della parte esecutata; - lo stesso, dunque, può essere ridotto, considerato che i plurimi pignoramenti presso terzi effettuati dal creditore aggravano la posizione dell'esecutato e concretizzano un'ipotesi di abuso del mezzo espropriativo, cui deve porsi rimedio attraverso la riduzione proporzionale dei singoli pignoramenti, con immediata liberazione di ogni altra somma indebitamente vincolata, anche mediante dichiarazione di inefficacia di uno o più pignoramenti. CHIEDE ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 546 c.p.c., disponga, con ordinanza, la riduzione dei singoli pignoramenti nella misura proporzionale atta a ricondurli nei limiti di cui al comma 1 del predetto articolo (ovvero: la dichiarazione di inefficacia di uno o più dei pignoramenti eseguiti, in guisa da ricondurre le somme complessivamente assoggettate a vincolo nei limiti di cui al comma 1 del predetto articolo). Con osservanza, Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. Indicare il nominativo terzo pignorato. 2. Indicare le generalità complete del terzo pignorato. 3. Indicare il rapporto e/o le causali in forza del quale il terzo è possessore delle cose o delle somme del debitore sottoposte a pignoramento da parte del creditore. 4. Indicare le generalità complete del terzo pignorato. 5. Indicare il rapporto e/o le causali in forza del quale il terzo è possessore delle cose o delle somme del debitore sottoposte a pignoramento da parte del creditore. 6. Indicare le generalità complete del terzo pignorato. 7. Indicare il rapporto e/o le causali in forza del quale il terzo è possessore delle cose o delle somme del debitore sottoposte a pignoramento da parte del creditore. COMMENTOCon la notifica dell'atto di pignoramento presso terzi si ingiunge al terzo di non disporre delle somme da lui dovute senza l'autorizzazione del giudice e, quindi, di astenersi da qualsiasi atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito le somme assoggettate a pignoramento, assumendo egli la veste di custode delle somme medesime (Trib. Siena 20 aprile 2015, n. 363). Sebbene il pignoramento presso terzi costituisca una fattispecie a formazione progressiva che si perfeziona solo con la dichiarazione del terzo o l'accertamento dell'obbligo dello stesso, è consolidato in giurisprudenza l'orientamento per il quale l'obbligo di custodia a carico del debitor debitoris sorga sin dalla notifica dell'atto di pignoramento (Cass. n. 10654/2008). Invero, ciò si correla ad un vincolo generico di natura cautelare o assicurativa, destinato a trasformarsi in vincolo specifico e pignoratizio quando il pignoramento si perfeziona (Furno, 628). L'obbligo di custodia implica che, ove sopravvengano fatti nuovi prima dell'assegnazione, il terzo possa modificare la dichiarazione eventualmente resa da negativa a positiva (Trib. Venezia 19 aprile 2007, Giur. it., 2007, n. 11, 2533). Tuttavia, il creditore non può, una volta che le somme del proprio debitore siano affluite sul conto corrente bancario, pignorare i singoli versamenti, ma solo l'eventuale saldo positivo del conto, posto che il pignoramento non risolve il contratto in questione (Cass. III, n. 1638/1999). In sostanza, nell'ipotesi di contratto di conto corrente bancario affidato con saldo negativo, il creditore non può pignorare le singole rimesse che, affluite sul conto del debitore, hanno comportato la mera riduzione dello scoperto, ma eventualmente il solo saldo positivo, atteso che il contratto in questione dà luogo ad un rapporto giuridico unitario, composto da poste attive e passive, che non si risolve a seguito del pignoramento (Cass. III, n. 6393/2015). In sede applicativa, in senso difforme, si è evidenziato che, nell'ipotesi di conto corrente affidato, il vincolo di custodia si estende, anche per le somme pervenute successivamente sul conto corrente, al fido accordato, entro i limiti dello stesso (Trib. Napoli 29 aprile 1999, Giur. nap., 2000, 366). Sempre in sede applicativa, si è osservato che, poiché l'esigibilità del credito non è condizione della sua pignorabilità, dal momento che oggetto dell'espropriazione forzata non è tanto un bene suscettibile di esecuzione immediata quanto una posizione giuridica attiva dell'esecutato — con la conseguenza che l'espropriazione (presso terzi) può configurarsi anche riguardo a crediti illiquidi o condizionati ma suscettibili di una capacità satisfattiva futura, concretamente prospettabile nel momento della assegnazione —, il credito dell'ente operante in regime di anticipazione di tesoreria è senz'altro pignorabile, essendo subordinato all'esercizio del diritto potestativo di chiedere l'accredito effettivo del denaro nei confronti del tesoriere (Trib. Nola I, 26 maggio 2010). È stato chiarito, sotto altro profilo, che non è fonte di responsabilità, per il terzo, la circostanza che non abbia concluso, entro breve termine, le operazioni indispensabili per la quantificazione del credito pignorato (Cass. III, n. 5909/2006). La disposizione in esame è stata modificata, una prima volta, dalla l. n. 80/2005, onde limitare l'obbligo di custodia del terzo alle somme pignorate aumentate della metà. Diversamente, era consolidato, con riguardo all'assetto normativo antecedente, l'orientamento per il quale nell'espropriazione presso terzi di somme di denaro o di prestazioni continuative di somme di denaro, oggetto del pignoramento è la somma, unitaria o frazionata nel tempo, di cui il terzo è debitore (nei confronti del creditore procedente e di quelli intervenuti), non la quota di essa pari al credito per il quale il creditore ha agito in via esecutiva, con la conseguenza che il terzo presso cui è avvenuto il pignoramento di somme di danaro è obbligato a vincolare l'intero suo debito nei confronti del debitore esecutato e non soltanto l'importo indicato dall'esecutante ai sensi dell'art. 543, comma 2 (Cass. n. 1688/2009; Cass. n. 26850/2006, ove l'ulteriore precisazione che l'intervento di altri creditori, ai sensi dell'art. 551, che rinvia agli artt. 525 ss., incontra nella distribuzione l'unico limite delle somme dovute dal terzo, ma non anche l'ulteriore limite del credito per il quale ha agito in executivis il creditore pignorante e tale principio trova applicazione anche a favore del creditore pignorante intervenuto; Cass. n. 16/2000, in Riv. esec uz . forzata, 2000, 640, con nota di Storto; Cass. n. 4584/1995, in Foro it., 1996, I, 3770, con nota di Acone). La Corte costituzionale ha ritenuto infondata, in riferimento agli artt. 3,24,97 e 111 Cost., la questione di legittimità costituzionale dell'art. 546, comma 1 come modificato in parte qua, evidenziando che il legislatore ha effettuato un bilanciamento tra gli interessi contrastanti, e meritevoli entrambi di tutela, del creditore procedente alla piena realizzazione della propria pretesa, e del debitore esecutato a non subire il blocco totale, e di regola per un tempo non breve, di somme ingenti, pure in presenza di un credito azionato di ammontare esiguo, identificando il punto di equilibrio nella previsione di un limite al vincolo esecutivo, costituito dall'importo del credito precettato, aumentato della metà, operando una scelta che non può definirsi incongrua e, tanto meno, manifestamente irragionevole o arbitraria, atteso che il creditore rimasto parzialmente insoddisfatto potrà promuovere un nuovo pignoramento presso terzi per la somma rimasta incapiente, senza subire alcuna menomazione del suo diritto alla tutela giurisdizionale (Corte cost. n. 368/2010). È stato chiarito che la norma in esame, come modificata dalla l. n. 80/2005, è entrata in vigore il 1 marzo 2006, secondo la disciplina transitoria prevista dall'art. 39-quater d.l. n. 273/2005, convertito, con modificazioni, nella l. n. 51/2006, e si applica anche alle procedure esecutive pendenti a tale data, sicché la nuova formulazione dell'art. 546, comma 1, non è applicabile ove la procedura esecutiva si sia conclusa con provvedimento di assegnazione anteriore al 1 marzo 2006, essendo, appunto, l'ordinanza di assegnazione l'atto che conclude il procedimento dell'espropriazione presso terzi, senza che assume rilevanza che tale atto sia stato oggetto di opposizione agli atti esecutivi, poiché il ricorso ex art. 617 c.p.c. introduce un giudizio di cognizione e non ha l'effetto di protrarre la “pendenza” della procedura esecutiva, venuta comunque meno con la pronuncia del provvedimento di assegnazione opposto (Cass. III, n. 17520/2011). La norma in esame è stata modificata anche dal più recente d.l. n. 83/2015, al solo fine, peraltro, di coordinarla con il nuovo comma 8 dell'art. 545 (v. il relativo commento). Senonché, la prassi di questi anni ha mostrato che la limitazione, in ogni caso, ossia anche a fronte di crediti di importo non elevato, del pignoramento presso terzi alla somma precettata elevata dalla metà si è rivelata non di rado inidonea a consentire il pagamento delle spese del procedimento. Di qui, l'art. 25 del d.l. n. 19/2024, in corso di conversione, ha previsto che l'oggetto del pignoramento presso terzi deve essere contenuto nei limiti dell'importo del credito precettato aumentato di 1.000,00 euro per i crediti fino a 1.100,00 euro, di 1.600,00 euro per i crediti da 1.100,01 euro fino a 3.200,00 euro e della metà per i crediti superiori a 3.200,00 euro. Oggetto del pignoramento ed intervento di altri creditori Come è stato precisato ciò implica che nell'espropriazione presso terzi, il limite dell'importo del credito precettato aumentato della metà, previsto dall'art. 546, comma 1 c.p.c., individua anche l'oggetto del processo esecutivo, sicché, in difetto di rituale estensione del pignoramento, un intervento successivo, pur se del medesimo procedente, non consente il superamento del detto limite e l'assegnazione di crediti in misura maggiore; pertanto, nell'ipotesi di intervento del creditore procedente nel processo esecutivo, in base a nuovi titoli ed in pendenza del processo di accertamento dell'obbligo del terzo, l'oggetto di tale giudizio, circoscritto dalla misura del pignoramento, può essere modificato solo a condizione che il creditore abbia ritualmente esteso il pignoramento, notificando l'atto di intervento al debitore e al terzo, e che, nella sua qualità di attore nel predetto giudizio, abbia formulato rituale istanza di rimessione in termini ex art. 153 c.p.c. per modificare la domanda, sempre che ne ricorrano i presupposti (Cass. III, n. 1170/2022). Riduzione del pignoramento La medesima l. n. 80/2005 ha risolto in senso affermativo la questione, in precedenza controversa, relativa all'operatività dell'istituto della riduzione del pignoramento nell'espropriazione presso terzi. È stato quindi previsto che sia possibile addivenire a detta riduzione — oggi facilitata dalle nuove regole in tema di competenza per territorio (v. artt. 26 e 26-bis) — quando si determina un eccesso nel pignoramento derivante dai pignoramenti eseguiti presso più terzi, con possibilità anche di declaratoria di inefficacia, con ordinanza, di taluni di essi. |