Controricorso per cassazione rispetto alla pronuncia della Corte d'appello resa in sede di impugnazione avverso la decisione di diniego dell'esecuzione

Rosaria Giordano

Inquadramento

La parte nei confronti della quale è richiesta l'esecuzione di una decisione pronunciata dall'autorità giudiziaria di un altro Stato membro dell'Unione europea può proporre istanza al Tribunale, in funzione di giudice dell'esecuzione – quale autorità indicata ex art. 75 del Regolamento UE n. 1215/2012 dallo Stato italiano – affinché venga denegata al creditore la possibilità di procedere in executivis in presenza di una delle condizioni ostative allo stesso riconoscimento della decisione, contemplate dall'art. 45 del medesimo Regolamento. Contro la decisione sull'istanza pronunciata dal Tribunale è ammessa impugnazione che, nel nostro sistema processuale, deve essere esperita dinanzi alla Corte d'appello. A propria volta la pronuncia resa dalla Corte d'appello su tale impugnazione è ricorribile per cassazione. Nell'esemplificazione proposta, la parte resistente, mediante controricorso, replica agli avversi motivi di impugnazione.

Formula

CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

CONTRORICORSO [1][2]

Per la Sig.ra ..., nata a ..., C.F. ..., rappresentata e difesa dall'Avv. ..., C.F. ... [3], nonché elettivamente domiciliata presso il suo studio sito in ..., alla via ..., n. ... tramite procura a margine [ovvero in calce] del presente atto [4] [ovvero tramite procura speciale per atto del Notaio Sig. ..., in data ..., Rep. n. ... ] [5]

CONTRO

il Sig. ..., nato a ..., C.F. ..., rappresentato e difeso dall'Avv. ...

per resistere al ricorso proposto dalla stessa e notificato in data ..., volto ad ottenere la cassazione della decisione pronunciata inter partes, nell'ambito di procedimento dinanzi alla Corte d'Appello in tema di diniego dell'esecuzione della decisione del Tribunale di Parigi resa in data ..., notificata in data ... [ovvero non notificata]

FATTO [6]

...

DIRITTO [7]

Nel ricorso principale si afferma che il provvedimento impugnato è viziato per violazione dell'art. 45 del Regolamento UE n. 1215/2012, in relazione all'art. 360, n. 3 c.p.c.

In particolare, si deduce che la Corte d'appello nel denegare l'esecuzione nell'ordinamento interno del provvedimento indicato non ha tenuto conto che, in realtà, non sussisterebbe nella fattispecie considerata il presupposto del contrasto di giudicati tra tale pronuncia e quella resa dal Tribunale di Berlino, previamente adito, sul medesimo oggetto, in quanto ....

Il motivo di ricorso è manifestamente infondato perché nel caso in esame sono paradigmaticamente sussistenti i presupposti del contrasto di giudicati ostativo al riconoscimento/esecuzione di una decisione straniera come delineati nella giurisprudenza della S.C.

Invero, ....

Per tutto quanto sopra esposto il Sig. ..., come sopra rappresentato e difeso,

CHIEDE CHE

la Suprema Corte di Cassazione rigetti il ricorso per cassazione proposto dal Sig. ..., con tutte le pronunce consequenziali, comprese quelle relative alle spese del giudizio.

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

PROCURA SPECIALE

Delego a rappresentarmi per resistere nel presente giudizio di impugnazione del provvedimento n. ... reso dalla Corte di Appello di ... in data ... dinanzi alla Corte di cassazione l'Avv. ..., conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge ed eleggendo domicilio presso lo studio del medesimo in ..., via ....

Firma ...

Per autentica ...

Firma Avv. ...

1. Con d.m. n. 110/2023, è stato adottato il Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo, ai sensi dell'articolo 46 disp. att. c.p.c. Il limite dimensionale per il controricorso per cassazione, da ritenersi atto introduttivo (o, rectius, primo atto difensivo) del giudizio di impugnazione è quello di cui all'art. 3, lett. a), di 80.000 caratteri.

2. Con l'entrata in vigore anche nel giudizio di cassazione civile delle norme sul processo telematico, il d.lgs. n. 149/2022 ha modificato l'art. 370 c.p.c. prevedendo che il controricorso non deve essere più notificato al ricorrente e quindi depositato in cancelleria ma solo depositato in cancelleria entro quaranta giorni dalla notifica del ricorso.

3. L'atto in questione è equiparabile, per la parte resistente, a quello introduttivo del giudizio sicché trova applicazione l'art. 23, comma 50 d.l. n. 98/2011, conv., con modif., in l. n. 111/2011, in tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio..

4. Nel giudizio di legittimità, la procura rilasciata dal controricorrente in calce o a margine della copia notificata del ricorso, anziché in calce al controricorso medesimo, non è idonea per la valida proposizione di quest'ultimo, né per la formulazione di memorie (Cass. III, n. 6793/2016; la pronuncia reitera il principio affermato da Cass. S.U., n. 13431/2014).

5. La procura apposta nell'unico atto contenente il controricorso ed il ricorso incidentale deve intendersi estesa anche a quest'ultimo ed il suo rilascio, anche non datato, mediante timbro apposto a margine o in calce a quell'atto le conferisce sia il carattere dell'anteriorità che il requisito della specialità (Cass. I, n. 8798/2016; Cass. sez. lav., n. 25137/2010).

6. Nel controricorso è necessario esporre sommariamente i fatti di causa nonché lo svolgimento del procedimento fino al giudizio di cassazione; nella prassi, così come per il ricorso per cassazione, anche nel controricorso si descrivono i fatti e lo svolgimento del giudizio estrapolando parti della sentenza che si impugna. La pedissequa riproduzione dell'intero, letterale, contenuto degli atti processuali è innanzitutto superflua, non essendo richiesto che si riportino meticolosamente le vicende processuali, e, per altro verso inidonea a soddisfare la necessità dell'esposizione sommaria dei fatti (Cass. S.U., n. 5698/2012). In ossequio, tuttavia al c.d. principio di autosufficienza, è necessario che i termini esatti della vicenda processuale e dei fatti verificatisi sia evincibile e comprensibile in base ai soli atti di parte.

7. Se il controricorrente è risultato del tutto vittorioso nel processo che ha dato luogo alla sentenza impugnata, o presta acquiescenza a quella decisione, il suo controricorso si limiterà a contestare il ricorso, in rito o in merito, chiedendo la conferma della sentenza. Se, invece, il contro ricorrente è rimasto in parte soccombente e non ha fatto acquiescenza alla sentenza, potrà contestare la decisione chiedendone a sua volta la riforma e ciò farà presentando, insieme al controricorso, il ricorso incidentale.

COMMENTO

La pronuncia resa dalla Corte d'Appello ex art. 49 del Regolamento UE n. 1215/2012 è impugnabile mediante ricorso per cassazione, disciplinato in via generale dagli artt. 360 e ss. c.p.c.

Invero, l'impugnazione per cassazione è a critica vincolata e i motivi sono ricondotti allo schema degli errores in procedendo o in judicando.

L'error in judicando, previsto dal n. 3 dell'art. 360 c.p.c. consiste nella violazione o falsa applicazione di norme di diritto e dei contratti e accordi collettivi nazionali di lavoro. Si tratta di inosservanza della disciplina sostanziale dedotta in causa, disciplina che può rintracciarsi non solo nell'ordinamento italiano ma anche nel diritto straniero ed europeo. La violazione consiste nella negazione o nell'erroneo intendimento di una norma di diritto oppure nell'affermazione di una norma di diritto inesistente; invece, la falsa applicazione consiste nella esatta interpretazione di una norma di diritto poi applicata ad una fattispecie concreta non corrispondente a quella prevista dall'ipotesi astratta. Per norme di diritto il legislatore intende riferirsi alla disciplina sostanziale dedotta in giudizio.

L'error in procedendo, previsto dai nn. 1, 2, 4 dell'art. 360 c.p.c. consiste nella violazione delle norme sul riparto di giurisdizione; nella violazione delle norme sulla competenza, quando non è prescritto il regolamento di competenza; nella nullità della sentenza o del procedimento (che va letto ora congiuntamente all'art. 360-bis, lett. b) c.p.c.); il vizio di motivazione consiste, poi, dopo la riforma di cui al d.l. n. 134/2012, in un «omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio che è stato oggetto di discussione tra le parti» e non più, come nella formulazione precedente, risalente alla versione del 2006, nella omessa, insufficiente o contraddittoria motivazione circa un fatto controverso e decisivo per il giudizio. La modifica del 2012 si spiega senz'altro nell'esigenza di limitare i ricorsi in cassazione sul giudizio di fatto.

Inoltre, non è possibile far valere il vizio di motivazione nel caso in cui le decisioni di merito integrino una c.d. doppia conforme.

È necessario, poi, che il ricorso per cassazione superi il filtro di ammissibilità ex art. 360-bis c.p.c.; le due ipotesi previste dalla norma sono quella sub a, ossia il caso in cui si intenda dimostrare che il provvedimento impugnato non ha deciso le questioni di diritto in modo conforme alla giurisprudenza della Corte, ovvero, pur essendo conforme, l'esame dei motivi offre elementi per confermare o mutare l'orientamento della stessa e quella sub b) ossia il caso in cui sia manifestamente infondata la censura relativa alla violazione dei principi regolatori del giusto processo. Nell'ipotesi sub a) ci si trova di fronte a un ricorso che già con ogni probabilità poteva essere annoverato tra quelli da decidere in camera di consiglio ex art. 375, n. 5 c.p.c. perché manifestamente infondato, in quanto il provvedimento aveva deciso le questioni di diritto in modo conforme alla giurisprudenza della Suprema Corte. In ogni caso, il fatto che dal ricorso non debbano emergere elementi affinché la Corte stessa muti la propria giurisprudenza, offre all'avvocato, anche in queste ipotesi, l'opportunità di evidenziare, all'interno dei motivi di ricorso, le ragioni per le quali l'orientamento della Corte di cassazione deve essere modificato. In sostanza la Corte di cassazione dichiarerà inammissibile il ricorso proposto contro un provvedimento conforme alla propria giurisprudenza, ogni volta che ritenga inesistente la denunciata violazione di legge perché ritenga insussistenti validi motivi per discostarsi dalla soluzione fornita già in precedenza alla questione giuridica ad essa sottoposta (ex art. 360-bis, lett. a)). È sicuramente escluso dalla sottoposizione a questo filtro il regolamento di giurisdizione, trattandosi di strumento preventivo che, pertanto, non presuppone né la precedente decisione né un provvedimento impugnato. La Corte di Cassazione di recente, con riferimento a tale motivo, ha affermato che lo scrutinio ex art. 360-bis, n. 1 c.p.c. impone una declaratoria di rigetto per manifesta infondatezza e non d'inammissibilità, atteso che, anche in mancanza di argomenti idonei a superare la ragione di diritto cui si è attenuto il giudice del merito, vi è la possibilità di accoglimento ove, al momento della decisione della Corte, con riguardo alla quale deve essere verificata la corrispondenza tra la sentenza impugnata e la giurisprudenza di legittimità, la prima risultasse non più conforme alla seconda, nel frattempo mutata: Cass. I, n. 5442/2016.

Nell'ipotesi sub b), invece, l'espresso riferimento ai principi del “giusto processo” induce a ritenere che la norma intenda richiamare i principi di cui all'art. 111 Cost., così come modificato nel 1999, che pone garanzie che possono essere considerate esse stesse “principi regolatori” di portata generale, la cui mancanza potrà essere ben denunciata in sede di giudizio di legittimità. Con riguardo alla materia civile, in particolare, queste garanzie si sostanziano: 1) nell'attuazione della giurisdizione mediante il giusto processo regolato dalla legge; 2) nello svolgimento del processo, in contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti ad un giudice terzo e imparziale; 3) nella ragionevole durata del processo; 4) nella motivazione dei provvedimenti giurisdizionali; 5) nel ricorso in cassazione per violazione di legge contro le sentenze e i provvedimenti sulla libertà personale, pronunciati dagli organi giurisdizionali ordinari o speciali.

Il controricorso, anche se contenente il ricorso incidentale, va depositato nella Cancelleria dove si trova l'atto principale secondo le modalità previste per il deposito del ricorso. Il deposito del controricorso sconta il versamento di un contributo unificato integrativo di Euro 200,00 (nonché di una marca di Euro 27,00), salvo si tratti di un ricorso successivo avverso la stessa decisione, ipotesi nella quale, come disposto con decreto del Primo Presidente dell'8 giugno 2010, viene assegnato un unico numero di ruolo generale a tutti i ricorsi successivi ed il contributo deve essere corrisposto in ragione del valore della causa.

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