Opposizione del debitore agli atti esecutivi contro l'ordinanza di assegnazione emessa per non contestazione del credito pignorato da parte del terzo (art. 617 c.p.c.)

Girolamo Venturella

inquadramento

Il terzo pignorato, sin dalla notifica del libello ex art. 543 c.p.c., è reso avvertito di un particolare onere dichiarativo, rendendosi appunto necessaria la sua partecipazione attiva al procedimento (benché soggetto estraneo al rapporto tra creditore pignorante e debitore esecutato), come una sorta di ausiliario del giudice. Una importante novità, al riguardo, è stata introdotta dapprima dalla l. n. 228/2012, e poi dal d.l. n. 132/2014, conv. in l. n. 162/2014, essendosi previsto, da un lato, che la dichiarazione “di quantità” possa essere resa anche mediante lettera raccomandata o a mezzo PEC (con evidente finalità di snellimento della procedura), e dall'altro che il mancato riscontro per iscritto, unitamente alla mancata comparizione all'udienza ex art. 547 c.p.c. e a quella successivamente disposta dal Giudice dell'esecuzione, ex art. 548 c.p.c., comporta che il credito così come pignorato deve intendersi riconosciuto ai fini del procedimento e anche di quello successivamente instaurato in forza dell'ordinanza di assegnazione. Infatti, la dichiarazione del terzo svolge la funzione di accertare la esistenza del credito (precisandone l'entità) o la appartenenza del bene pignorato al patrimonio del debitore escusso (determinandolo specificamente) rilevando come elemento perfezionativo del pignoramento presso terzi, rendendolo efficace, salvo contestazioni di cui all'art. 548 del c.p.c. La dichiarazione si deve riferire alla situazione debitoria esistente al momento in cui viene resa, avendo riguardo anche ai debiti contratti o maturati in epoca successiva alla notifica dell'atto di pignoramento.

Il d.lgs. n. 164/2024 Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, ha apportato all'art. 543 le seguenti modifiche: 1) al secondo comma, numero 3), le parole «o l'elezione di domicilio nel comune in cui ha sede il tribunale competente» sono soppresse; 2) al quarto comma, il secondo periodo è sostituito dal seguente: «Il creditore iscrive a ruolo il processo presso il l'inefficacia si produce solo nei confronti dei terzi rispetto ai quali non è notificato o depositato l'avviso. In ogni caso, ove la notifica dell'avviso di cui al presente comma non sia effettuata, gli obblighi del terzo cessano alla data dell'udienza indicata nell'atto di pignoramento.»; 4) il sesto comma è sostituito dal seguente: «Se il creditore riceve il pagamento prima della scadenza del termine per il deposito della nota di iscrizione a ruolo, lo comunica immediatamente al debitore e al terzo. In tal caso, l'obbligo del terzo cessa alla data di ricezione della comunicazione.» tribunale competente per l'esecuzione depositando copie conformi dell'atto di citazione, del titolo esecutivo e del precetto entro trenta giorni dalla consegna, a pena di inefficacia del pignoramento.» e il quinto periodo è soppresso; 3) al quinto comma, al primo periodo, le parole «al debitore e» sono soppresse e sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Qualora il pignoramento sia eseguito nei confronti di più terzi,

Formula

TRIBUNALE DI ....

SEZIONE ESECUZIONE MOBILIARI

OPPOSIZIONE EX ART. 617 C.P.C.

Il Sig. ...., rappresentato e difeso per procura in calce al presente atto dall'Avv. .... C.F. .... PEC ...., elettivamente domiciliato presso lo studio del predetto difensore in ...., via ...., quale debitore esecutato,

PREMESSO

– che in danno dell'esponente è stato avviato pignoramento presso terzi ad istanza del Sig. .... [1] in data ...., con cui sono stati pignorati i crediti dal sottoscritto vantati nei confronti del terzo .... [2] , consistenti in .... [3] e per l'ammontare di ....;

– che la procedura è stata iscritta al N. .... R.G.

– che il terzo .... non è comparso all'udienza del ...., fissata ai sensi dell'art. 547 c.p.c., né tantomeno è comparso alla successiva udienza di cui all'art. 548 c.p.c., disposta dal Giudice dell'Esecuzione;

– che, conseguentemente, il Giudice dell'esecuzione ha considerato non contestato il credito pignorato, nei termini indicati dal creditore ai fini del procedimento in corso, così procedendo alla relativa assegnazione in favore del creditore pignorante, ai sensi dell'art. 553 c.p.c., con ordinanza del ....;

Tanto premesso, l'esponente

RICORRE

avverso la suddetta ordinanza, comunicata il ...., per i seguenti motivi:

1) L'ordinanza impugnata si palesa illegittima perché basata sul falso presupposto della regolare evocazione del terzo nel procedimento esecutivo sopra emarginato. In realtà, come si evince dalla relata di notifica dell'atto di pignoramento presso terzi (doc. 1), la notifica a mezzo PEC effettuata in data .... non può ritenersi ritualmente perfezionata, in quanto .... [4] .

Analoghe considerazioni possono muoversi per quanto concerne la comunicazione dell'ordinanza del Giudice dell'esecuzione del .....

Ne deriva che, stante la inesistenza della notifica sia dell'atto di pignoramento che della comunicazione di cancelleria predetta, il terzo pignorato .... non è mai venuto a conoscenza della pendenza del procedimento e non può, quindi, considerarsi destinatario né degli obblighi di custodia e astensione di cui all'art. 546 c.p.c., né di un qualsivoglia onere dichiarativo ai sensi degli artt. 547 e 548 c.p.c., con la conseguenza che la fictio iuris della non contestazione del credito, posta a fondamento dell'ordinanza di assegnazione stessa, non può operare.

2) .... [5] .

Per tutti i suddetti motivi, l'esponente

CHIEDE

Che il Tribunale adito voglia:

1. In via preliminare, sospendere inaudita altera parte o, se del caso, previa comparizione delle parti, l'esecutività dell'ordinanza di assegnazione impugnata;

2. Annullare, dichiarare nulla e/o revocare l'ordinanza impugnata, con ogni conseguente statuizione.

3. Con vittoria di spese e compensi.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1]Indicare le generalità del creditore procedente.

[2]Indicare le generalità del terzo pignorato.

[3]Indicare la natura e la tipologia del credito.

[4]Specificare le ragioni a sostegno dello spiegato motivo di impugnazione.

[5]Specificare ulteriori ragioni su cui si fonda l'opposizione.

commento

La formula che precede concerne una opposizione agli atti esecutivi, ex art. 617 c.p.c., con cui il debitore denuncia l'illegittimità dell'ordinanza di assegnazione, ex art. 553 c.p.c., resa sul presupposto della mancata partecipazione “attiva” del terzo pignorato, che scientemente non rende la dichiarazione scritta, non si presenta all'udienza ex art. 547, né a quella successivamente fissata dal Giudice dell'esecuzione, ed incorre, quindi, nella fictio iuris del riconoscimento del proprio debito, ai fini dell'esecuzione. Si è ipotizzato, al riguardo, l'evento verosimilmente più probabile, sul piano statistico, ossia la deduzione della nullità della notificazione del pignoramento e della comunicazione dell'ordinanza del Giudice dell'esecuzione, con conseguente impossibilità che detta fictio iuris possa operare, presupponendo essa, naturalmente, la libera determinazione del terzo pignorato al riguardo. Si ritiene che, per quanto l'art. 548, ult. comma c.p.c., preveda che l'irregolarità della notificazione (oltre che la causa fortuita o la forza maggiore) possa essere dedotta con l'opposizione formale (solo) dal terzo, nulla osti a che l'opposizione stessa possa essere proposta anche dal debitore esecutato, in quanto la determinazione giudiziale – evidentemente basata sul falso presupposto della consapevole mancata dichiarazione – può in concreto ledere gli interessi del debitore stesso, come è intuitivo.

Effetti della non contestazione e rimedi esperibili da parte del terzo

Altra questione problematica attiene, nell'ipotesi in cui la stessa si fondi su un riconoscimento implicito del credito da parte del terzo pignorato mediante condotta processualmente inerte, alla valenza preclusiva dell'ordinanza di assegnazione al di fuori del processo esecutivo. È espressamente previsto, a riguardo, che il credito del debitore verso il terzo si considererà non contestato limitatamente al procedimento in corso ed all'esecuzione fondata sul provvedimento di assegnazione.

Dalle precise locuzioni utilizzate a tal fine dal legislatore sembra doversi inferire che il riconoscimento implicito del credito abbia non soltanto efficacia endoprocessuale ma che detta efficacia sia limitata a quella singola procedura esecutiva, anche in ragione della precisazione sull'esecuzione fondata sul provvedimento di assegnazione.

L'unico rimedio oppositivo a fronte dell'operare del meccanismo della non contestazione espressamente previsto dal legislatore è quello dell'opposizione agli atti esecutivi avverso l'ordinanza di assegnazione, riservata, tuttavia, dall'ultimo comma della disposizione in esame all'ipotesi nella quale il terzo deduca di non aver avuto tempestiva conoscenza, per irregolarità della notifica, caso fortuito e forza maggiore dell'assegnazione. Tuttavia, affinché tale previsione abbia un qualche significato, detto riferimento deve invece intendersi non già all'ordinanza di assegnazione quanto al pignoramento per irregolarità della notifica, per caso fortuito o forza maggiore ovvero al provvedimento di rinvio dell'udienza disposto ex art. 548 a fronte del mancato invio della dichiarazione al creditore precedente (Tota, 2014, 745).

Il legislatore resta silente, anche dopo la riforma del 2015, in ordine ai rimedi a disposizione del terzo pignorato a fronte di un'ordinanza di assegnazione emessa sulla scorta della mancata contestazione ex art. 548.

Secondo una prima tesi, poiché l'opposizione agli atti esecutivi ha un oggetto di rito, dovrebbe ritenersi che l'ordinanza di assegnazione non abbia alcuna valenza preclusiva al di fuori del processo esecutivo con riferimento all'esistenza ed all'ammontare del credito, non essendosi formato in sede esecutiva alcun accertamento incontrovertibile (Monteleone, 6). Pertanto, il terzo potrebbe agire per la ripetizione dell'indebito nei confronti del creditore procedente ovvero incardinare un giudizio di accertamento negativo del credito nei confronti dell'esecutato (Luiso, 2013, 86).

Ritengono, invece, altri Autori che all'ordinanza di assegnazione emessa per effetto della non contestazione del terzo andrebbe tributata una tendenziale stabilità che, pur non essendo conseguenza di un accertamento incontrovertibile, che non potrebbe invero formarsi in sede esecutiva, dipende da un concetto di preclusione più ampio rispetto al giudicato sostanziale, ossia una preclusione conseguente all'attività processuale svoltasi in sede esecutiva. In sostanza, se il pignoramento si è perfezionato per la condotta inerte del terzo, la circostanza che lo stesso lasci decorrere il termine di venti giorni senza proporre opposizione agli atti esecutivi avverso l'ordinanza di assegnazione, implica che non sia più consentito allo stesso di contestare l'ammontare e la natura del credito.

Con riguardo alle controversie distributive avallo a tale orientamento, si ritrova nella giurisprudenza di legittimità per la quale in tema di esecuzione forzata, il provvedimento che chiude il procedimento esecutivo, pur non avendo, per la mancanza di contenuto decisorio, efficacia di giudicato, è, tuttavia, caratterizzato da una definitività insita nella chiusura di un procedimento esplicato col rispetto delle forme atte a salvaguardare gli interessi delle parti, incompatibile con qualsiasi sua revocabilità, sussistendo un sistema di garanzie di legalità per la soluzione di eventuali contrasti, all'interno del processo esecutivo, di talché il soggetto espropriato non può esperire, dopo la chiusura del procedimento di esecuzione forzata, l'azione di ripetizione di indebito contro il creditore procedente (o intervenuto) per ottenere la restituzione di quanto costui abbia riscosso, sul presupposto dell'illegittimità per motivi sostanziali dell'esecuzione forzata (Cass. n. 17371/2011).

Per affermare una tesi siffatta, tuttavia, dovrebbe ritenersi, che mediante l'opposizione agli atti, superando l'infelice formulazione del terzo comma dell'art. 548, il terzo pignorato possa far valere anche questioni di merito afferenti il diritto a procedere ad esecuzione forzata una volta superata la fase c.d. rescindente, ossia dopo aver dimostrato di non aver avuto conoscenza per caso fortuito o forza maggiore dell'atto di pignoramento e del successivo provvedimento di rinvio dell'udienza (Tota, 2014, n. 4, 747).

In una decisione, la S.C. si è limitata a fare chiarezza in ordine alle modalità introduttive ex art. 617 c.p.c. dell'opposizione da parte del terzo pignorato, evidenziando, in particolare, che la stessa – nella formulazione introdotta dall'art. 1, comma 20, n. 3, l. n. 228/2012 e modificata dall'art. 19, comma 1, lett. g), n. 2 d.l. n. 132/2014, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 162/2014, anteriormente alle ulteriori modifiche introdotte dall'art. 13, comma 1, lett. m-bis), n. 1 del d.l. n. 83/2015, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 132/2015 – con la quale vengano contestati l'esistenza, l'entità o altri elementi del credito pignorato ed assegnato dal giudice dell'esecuzione in base alla mancata contestazione delle allegazioni del creditore, deve di regola essere introdotta con atto di citazione, in ragione della allora vigente previsione normativa di espresso richiamo al primo comma dell'art. 617 c.p.c., salvo che, in ragione della materia trattata, essa non possa ritenersi soggetta ad un rito speciale che ne imponga invece l'introduzione con ricorso (cfr. Cass. III, n. 6642/2018, la quale, in applicazione del principio, ha cassato la sentenza che aveva ritenuto che la forma dell'atto introduttivo dovesse essere il ricorso senza tuttavia darsi carico di motivare le ragioni per cui aveva ritenuto che la materia trattata fosse riconducibile al rito del lavoro).

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