Opposizione alla decisione del giudice sulle contestazioni al progetto di distribuzioneinquadramentoPer controversia distributiva si intende la controversia tra creditori concorrenti, ovvero tra creditori e debitore esecutato circa la consistenza e l'ammontare dei crediti, ovvero riguardo alla sussistenza di diritti di prelazione. In forza del disposto dell'art. 512 c.p.c., come modificato dal c.d. Decreto competitività (d.l. n. 35/2005, conv. in l. n. 80/2005), il giudizio oppositivo consta oggi di due fasi: una prima, che si svolge dinanzi al giudice dell'esecuzione, che deliba (sommariamente – v. Cass. III, n. 15654/2013) le contestazioni inerenti il progetto e le risolve con ordinanza, adottata nell'ambito dell'udienza di approvazione del progetto stesso ex art. 598 c.p.c., appunto apportando, ove occorra, le necessarie modifiche al progetto di distribuzione già depositato; una seconda, a seguito dell'opposizione da proporsi avverso detta ordinanza, nelle forme e nei termini di cui all'art. 617 c.p.c. Tale ultimo giudizio si svolge con plena cognitio dinanzi a giudice-persona fisica diversa dal giudice dell'esecuzione che ha adottato l'ordinanza ex art. 512 c.p.c., ai sensi dell'art. 186-bis disp. att. c.p.c., e viene definito con sentenza non impugnabile, ma solo ricorribile per cassazione (ex art. 111 Cost.) FormulaTRIBUNALE DI .... Sez. Esecuzioni Immobiliari Procedura esecutiva immobiliare n. .... / .... promossa da “ .... ” contro “ .... ” Giudice dell'Esecuzione: Dr. .... OPPOSIZIONE EXARTT. 512 e 617 C.P.C. Il Sig. ...., nato a .... il ...., C.F. ...., residente in ...., via .... n. ...., quale creditore procedente / intervenuto in seno alla presente esecuzione immobiliare, rappresentato e difeso dall'Avv. ...., giusta procura in calce all'atto di precetto /di pignoramento/ di intervento, PREMESSO – che il professionista delegato Dott./Avv./Notaio .... in data .... ha trasmesso la bozza del progetto di distribuzione; – che il Giudice dell'Esecuzione ha conseguentemente adottato il progetto di distribuzione, depositato in data ...., fissando l'udienza per l'approvazione per la data del .... [1]; – che, avverso detto progetto [2] , l'esponente ha avanzato contestazioni con ricorso in data ...., affinché se ne recepissero le conclusioni, con conseguente modifica del progetto di distribuzione; – che, in particolare, l'istante contestava il progetto di distribuzione in quanto .... [3] – rilevato che, tuttavia, con ordinanza del .... il Giudice dell'Esecuzione ha respinto dette osservazioni, evidenziando che .... [4]; Tanto premesso, l'esponente RICORRE Avverso detta ordinanza, comunicata il ...., per i seguenti motivi [5]: 1 ....; 2 ..... Considerato che sussistono, altresì, gravi ragioni per cui si ritiene opportuno disporre la sospensione immediata dell'esecutività dell'impugnata ordinanza e, conseguentemente, della distribuzione delle somme, giacché, nell'auspicata ipotesi di accoglimento della presente opposizione, si renderebbe necessaria una difficile attività tesa alla restituzione di quanto indebitamente percepito dal/dai creditore/i suddetto/i. Per tali motivi, CHIEDE Che il Tribunale adito voglia: 1. In via preliminare, sospendere inaudita altera parte o, se del caso, previa comparizione delle parti, l'esecutività dell'ordinanza impugnata e comunque la distribuzione; 2. Annullare, dichiarare nulla e/o revocare l'ordinanza impugnata, ordinando la distribuzione delle somme secondo quanto prospettato nei superiori motivi di opposizione. 3. Con vittoria di spese e compensi. Luogo e data .... Firma Avv. .... [1]Periodo da inserire se il giudice dell'esecuzione ha firmato la bozza del progetto di distribuzione (come chi scrive ritiene necessario). [2]Ovvero, “avverso detta bozza”, qualora il giudice non abbia provveduto alla firma e il progetto non sia stato depositato. [3]Esporre sinteticamente le contestazioni al progetto di distribuzione. [4]Esporre le motivazioni contenute nel provvedimento del giudice. [5]Specificare i motivi e le ragioni su cui si fonda l'opposizione. commentoLa formula che precede costituisce la naturale evoluzione, sul piano processuale, della controversia distributiva avviata con il ricorso di cui alla formula «Contestazione del creditore al progetto di distribuzione (art. 512 c.p.c.)» (al cui commento si rinvia anche per l'inquadramento sistematico), nel caso in cui le contestazioni del creditore al riparto non siano state accolte dal Giudice dell'Esecuzione. In base al disposto dell'art. 512, comma 1, c.p.c., l'opposizione va proposta «nelle forme e nei termini di cui all'art. 617, secondo comma» c.p.c., e quindi dinanzi al tribunale dinanzi a cui si procede, con ricorso da proporsi entro il termine di venti giorni dalla comunicazione dell'ordinanza con cui il giudice dell'esecuzione ha risolto, in prima battuta, le contestazioni al progetto (o comunque dalla «conoscenza di fatto della giuridica esistenza di un provvedimento potenzialmente pregiudizievole» – v. Cass. III, n. 15193/2018). Peraltro, Cass. III, n. 1673/2016, ha precisato che «In tema di risoluzione delle controversie distributive, qualora il giudice dell'esecuzione abbia deciso con ordinanza ai sensi dell'art. 512 c.p.c. le contestazioni mosse al progetto depositato in cancelleria ai sensi dell'art. 596 c.p.c., l'opposizione avverso questa ordinanza va proposta nelle forme e nei termini dell'art. 617 c.p.c., anche qualora con essa non sia stato approvato e reso esecutivo il progetto di distribuzione definitivo». L'ordinanza che il giudice dell'esecuzione emana dopo aver compiuto gli accertamenti ritenuti necessari è suscettibile di opposizione agli atti esecutivi, la proposizione della quale dà luogo, secondo le regole generali, prima ad una fase sommaria dinanzi al giudice dell'esecuzione e, poi, ad un giudizio eventuale di merito incardinato su iniziativa della parte interessata. Sul punto la S.C. ha chiarito che ai sensi della disposizione in esame, tutte le controversie distributive vanno introdotte e trattate nelle forme di cui all'art. 617, a prescindere dalla circostanza che la causa petendi sia costituita dalla denuncia di vizi formali del titolo esecutivo di uno dei creditori partecipanti alla distribuzione ovvero da qualsiasi altra questione – anche relativa ai rapporti sostanziali – che possa dedursi in tale sede (Cass. VI-3, n. 19122/2020, in Riv. esecuz. forzata, con nota di Giordano, per la quale, di conseguenza, il giudizio introdotto con l'impugnazione del provvedimento del giudice dell'esecuzione, è destinato a concludersi in ogni caso con sentenza non appellabile). È stato poi precisato che qualora il giudice dell'esecuzione abbia deciso con ordinanza ai sensi dell'art. 512 le contestazioni mosse al progetto depositato in cancelleria ai sensi dell'art. 596, l'opposizione avverso questa ordinanza va proposta nelle forme e nei termini dell'art. 617, anche qualora con essa non sia stato approvato e reso esecutivo il progetto di distribuzione definitivo (Cass. n. 1673/2016). Infine, va segnalato che, avuto riguardo alla previgente formulazione dell'art. 512 c.p.c., ma con principio senz'altro estensibile a quella attualmente vigente, è stato affermato che «La sospensione feriale dei termini processuali, prevista dall'art. 1 della l. n. 742/1969, non si applica alle opposizioni relative alla distribuzione della somma ricavata in sede di esecuzione forzata, proposte ai sensi dell'art. 512 c.p.c., avuto riguardo alla sostanziale identità, strutturale e funzionale, dell'incidente cognitivo in sede distributiva con l'opposizione all'esecuzione di cui all'art. 615 c.p.c. – espressamente esclusa dal regime della sospensione feriale dall'art. 92 del r.d. n. 12/1941 – ed alla comune esigenza di non ritardare il soddisfacimento dei creditori, nonché all'inoperatività della sospensione in tema di reclamo avverso i decreti di riparto in materia fallimentare, ed alla coerenza dell'interpretazione indicata con il canone costituzionale della ragionevole durata del processo» (Cass. S.U., n. 10617/2010). |