Istanza di vendita di beni immobili (art. 567 c.p.c.)

Rinaldo d'Alonzo

inquadramento

L'istanza di vendita costituisce, il primo atto di impulso processuale successivo all'iscrizione a ruolo del procedimento. Dispone infatti l'art. 567 c.p.c. che decorsi dieci giorni dal pignoramento ed entro 45 giorni dalla data dello stesso, il creditore procedente, oppure eventuali creditori intervenuti, purché muniti di titolo esecutivo devono depositare in cancelleria istanza di vendita.

Formula

TRIBUNALE DI ....

Procedura Esecutiva Immobiliare n. .... R.G.E.

ISTANZA DI VENDITA DI BENI IMMOBILI

(ART. 567 C.P.C.)

Ill.mo Sig.re Giudice delle Esecuzioni Immobiliari,

L'Avv. ...., C.F ...., fax n .... PEC ...., quale procuratore e difensore di ...., C.F ...., nella Procedura Esecutiva n. .... elettivamente domiciliato presso il proprio studio sito in ...., alla via ...., n. ...., nella procedura esecutiva in epigrafe;

PREMESSO

– che in data .... .... è stato eseguito pignoramento immobiliare a carico del Sig. ...., nato a .... ( ....) il .... (C.F. ....) residente in .... alla via .... n. ...., in virtù di atto di precetto notificato in data ...., intimato in forza di .... .... (indicare il titolo esecutivo, ad esempio contratto di mutuo stipulato ai sensi degli artt. 38 e ss. del d.lgs. n. 385/1993, del .... rep. n. .... e racc. n. .... a rogito del Notaio Dott. ...., registrato all'Agenzia delle Entrate, ufficio di ...., in data ...., al n. reg. gen. .... e reg. part. ...., con apposta formula esecutiva in data ....);

– che il pignoramento trascritto in data .... presentazione n. .... ai nn. .... di Rg. .... e n. .... di R.p. .... ricade sui seguenti beni immobili ....;

– che il credito è di Euro .... (eventualmente ed è assistito da ipoteca volontaria a favore dell'Istituto mutuante iscritta presso la Conservatoria dei RR.II. di .... in data .... ai nn. .... di R.G. e nn. .... di R.P.);

– che il debitore non ha provveduto al pagamento;

– che è decorso il termine di cui all'art. 501 c.p.c.[1];

CHIEDE

– che la S.V. Ill.ma, previ i provvedimenti di rito, Voglia disporre la vendita dei beni pignorati come innanzi indicati in danno a ....;

Con osservanza.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1]Termine che, secondo Cass. III, n. 68/1989 è soggetto alla sospensione feriale di cui all'art. 1, l. n. 742/1969.

commento

Decorsi dieci giorni dal pignoramento ed entro 45 giorni dalla data dello stesso, il creditore procedente, oppure eventuali creditori intervenuti, purché muniti di titolo esecutivo (Verde, Profili del processo civile, III, Processo di esecuzione, Napoli, 2008, 90) devono depositare in cancelleria istanza di vendita.

Trattandosi di atto processuale, l'istanza va sottoscritta dal difensore munito di procura (Castoro, Il processo di esecuzione nel suo aspetto pratico, Milano, 2006, 596).

Il deposito dell'istanza di vendita prima del termine dilatorio stabilito dall'art. 501 comporta la nullità sanabile della stessa, da far valere con l'opposizione agli atti esecutivi ex art. 617 entro e non oltre l'udienza fissata per l'autorizzazione della vendita (Cass. III, n. 564/2003); si tratta, infatti, di una disposizione dettata nell'esclusivo interesse del debitore, che potrebbe ancora evitare la vendita o l'assegnazione dei beni pignorati attraverso il pagamento al creditore entro tale termine (Cass. III, n. 15630/2002), salvo che il debitore alleghi di non aver avuto conoscenza del decreto di fissazione dell'udienza ex art. 569, poiché in questo caso l'opposizione agli atti esecutivi sarebbe proponibile contro l'atto successivo della procedura di cui egli abbia legale notizia (in questi termini si è espressa la già citata Cass. III, n. 564/2003).

La disposizione in parola va letta congiuntamente a quella di cui all'art. 497 c.p.c., a norma del quale il pignoramento perde efficacia se nel termine di 45 giorni decorrenti dal pignoramento il creditore non deposita in cancelleria l'istanza di vendita.

La previsione di questo termine pone diversi problemi operativi.

Un primo dubbio è quello relativo alla decorrenza, posto che il pignoramento immobiliare si esegue con la notifica dell'atto e la sua successiva trascrizione, per espressa previsione dell'art. 555 c.p.c. Sul punto è da ritenere che entrambi essa decorra dalla data di notifica del pignoramento, posto che la ratio della norma è quella di consentire al debitore di reagire all'esecuzione (In tema Cass. III, n. 9231/1997), opponendosi ad essa oppure pagando il credito.

In questi termini si è espressa Cass. III, n. 7998/2015, n. 18758 (successivamente confermata da Cass. III, n. 9572/2015), la quale ha affermato che «il termine di efficacia del pignoramento immobiliare dell'art. 497 c.p.c. decorre dalla data di notificazione dell'atto».

Individuata la decorrenza del termine per il deposito dell'istanza di vendita in quello della notificazione dell'atto di pignoramento, si è posto in giurisprudenza il problema di verificare se valga, anche per la notificazione del pignoramento, il principio della scissione degli effetti della notifica per il notificante ed il notificato.

Sul punto è da registrarsi la presa di posizione di Cass. III, 28 luglio 2017, ad avviso della quale «la locuzione “compimento” con cui l'art. 497 c.p.c. segna l'exordium del termine di efficacia del pignoramento non può che essere riferita al perfezionamento della notificazione, dacché in quel momento si producono (si «compiono», appunto) per ambedue le parti gli effetti di legale conoscenza dell'atto e di pendenza dell'esecuzione. Né in direzione contraria può opinarsi sulla base del principio, invocato dal ricorrente, della scissione degli effetti della notifica per il notificante e per il notificato», in quanto «la scissione degli effetti della notifica per il notificante e il destinatario dell'atto, come risultante dalla giurisprudenza della Corte costituzionale, trova applicazione solo quando dall'intempestivo esito del procedimento notificatorio, per la parte di questo sottratta alla disponibilità del notificante, potrebbero derivare conseguenze negative per il notificante (quali la decadenza per il tardivo compimento di attività dell'ufficiale giudiziario), non anche quando un termine debba decorrere o un altro adempimento debba essere compiuto dal tempo dell'avvenuta notificazione, in tal caso dovendosi considerare per entrambe le parti l'epoca di perfezionamento della notificazione nei confronti del destinatario (principio affermato in relazione al decorso del termine per la costituzione dell'appellante o per il deposito del ricorso per cassazione: Cass. n. 10837/2007; Cass. n. 4996/2008; Cass. n. 9329/2010; Cass. n. 1662/2016)». La difficoltà pratica che questa ricostruzione pone (sulla quale sia consentito rinviare a D'Alonzo, Manuale del professionista delegato nelle esecuzioni immobiliari, V ed., Bari, 81) è quella per cui il creditore pignorante non conosce (o, meglio, lo apprende solo in un momento successivo, quando l'ufficiale giudiziario gli restituisce gli atti) qual è il momento in cui il pignoramento si è perfezionato, ed il problema si complica ulteriormente in caso di pignoramento notificato nei confronti di una pluralità di soggetti, nel qual caso occorrerà necessariamente attendere il compimento dell'ultima notifica.

Ulteriore problema è quello relativo alla applicabilità, ai suddetti termini, del regime della sospensione feriale dei termini processuali di cui alla l. n. 742/1969. In argomento la giurisprudenza ha ritenuto che questa normativa si applichi, con la conseguenza che quindi il suddetto termine rimane sospeso nel periodo corrente tra il primo ed il 31 agosto. In particolare, Cass. III, n. 68/1989 ha ritenuto applicabile tale sospensione in ragione del fatto che essa riguarda tutti i termini processuali, senza distinzione fra quelli acceleratori e quelli dilatori, ed altresì include i termini del processo d'esecuzione, non rientranti fra le eccezioni previste dall'art. 3 della citata legge, in relazione all'art. 92 dell'ordinamento giudiziario (che comprendono il diverso caso dei procedimenti di opposizione all'esecuzione od agli atti esecutivi).

Novità della riforma Cartabia

È stato abbastanza agevole, per il legislatore delegato, recepire la previsione, ispirata ad evidenti finalità acceleratorie, di cui alla la lett. c) del comma 12 dell'art. 1 l. n. 206/2021, la quale disponeva che il termine prescritto dal comma 2 dell'art. 567 c.p.c. per il deposito della documentazione ipocatastale, o del certificato notarile sostitutivo, avrebbe dovuto coincidere con il termine per il deposito dell'istanza di vendita previsto dal l'art. 497 c.p.c. Attuando questa indicazione, il nuovo testo dell'art. 567, comma 2 c.p.c., non prevede più che la documentazione ipocatastale debba essere depositata nel termine di 60 giorni dall'istanza di vendita, ma dispone che si debba provvedere entro il termine (45 giorni) di efficacia del pignoramento, e dunque entro lo stesso termine in cui, a norma dell'articolo 497, deve essere formulata all'istanza di vendita.

Verosimilmente questo significherà, in concreto, che con un solo deposito telematico il creditore dovrà richiedere la vendita, ed allegare ad essa la documentazione ipocatastale o la certificazione notarile sostitutiva.

A cascata, la modifica appena indicata ha richiesto di emendare il secondo comma dell'articolo 567 dove oggi si dispone che il termine per il deposito della documentazione ipocatastale può essere prorogato non più di 60 giorni, ma di soli 45 giorni. A questo proposito va osservato che, ove il creditore mediti di chiedere siffatta proroga, dovrà farlo prima della scadenza del termine per il deposito dell'istanza di vendita, poiché la scadenza di questo termine coincide con la scadenza del termine per il deposito della documentazione ipocatastale.

È difficile dire se queste previsioni ridurranno davvero i tempi del processo, noto essendo quanto le norme debbano fare i conti con la “dura lezione della pratica”. Certamente, con l'introduzione di questa modifica potrebbe accadere che si ridurranno i tempi di cui normalmente il debitore dispone per reperire le risorse necessarie a richiedere la conversione del pignoramento, se essa provocherà, a cascata, l'anticipazione dell'udienza di cui all'art. 569 c.p.c. (il che, evidentemente, non è detto, poiché la data dell'udienza di comparizione delle parti dipende in larga misura dal carico di lavoro del giudice dell'esecuzione), la qualcosa, paradossalmente, potrebbe addirittura costituire intralcio alla definizione del procedimento esecutivo (cui alle volte si assiste) senza lo spargimento di sangue provocato dalla vendita coattiva del bene pignorato.

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