Istanza di proroga del termine per il deposito della documentazione ipocatastale (art. 567 c.p.c.)

Rinaldo d'Alonzo

inquadramento

Consapevole delle difficoltà oggettive che la produzione della documentazione ipocatastale potrebbe comportare, l'art. 567 c.p.c. prevede che il termine per provvedervi può essere prorogato dal Giudice una sola volta su istanza dei creditori o dell'esecutato, per “giusti motivi”. La norma pone all'interprete almeno tre problemi applicativi: quali sono i creditori legittimati a richiedere la proroga, perché è riconosciuta questa facoltà anche al debitore, cosa debba intendersi per “giustificati motivi”, quali sono le conseguenze della mancata richiesta o concessione della proroga, oppure ancora della mancata integrazione della documentazione nel termine assegnato.

Formula

TRIBUNALE DI ....

Procedura Esecutiva Immobiliare n. .... R.G.E.

ISTANZA DI PROROGA DEL TERMINE PER IL DEPOSITO DELLA DOCUMENTAZIONE IPOCATASTALE (ART. 567 C.P.C.)

Ill.mo Sig. Giudice dell'esecuzione

L'Avv. ...., C.F ...., fax n .... PEC ...., quale procuratore e difensore di ...., C.F. ...., nella Procedura Esecutiva n. .... elettivamente domiciliato presso il proprio studio sito in ...., alla via ...., n. ...., nella procedura esecutiva in epigrafe;

PREMESSO

– che presso l'intestato Tribunale pende procedura esecutiva n. .... promossa da .... nei confronti di .... a seguito del pignoramento eseguito in data .... e trascritto in data ai nn. .... di Rg .... e n. .... di R.p. ....;

– che a seguito dell'istanza di vendita depositata in data .... non si è ancora potuto provvedere al deposito della documentazione ipocatastale nel termine previsto dall'art. 567 c.p.c.[1] , che scadrà in data .... [2];

–  che il deposito della predetta documentazione, tempestivamente richiesta, non è stato effettuato in quanto .... [3];

– che pertanto si rende necessaria la proroga del termine per il deposito della documentazione ipocatastale;

– che detta proroga non è stata mai chiesta in precedenza [4];

CHIEDE

la S.V. Ill.ma, ritenuta la sussistenza dei giusti motivi di cui all'art. 567 comma 3, c.p.c., voglia concedere all'istante la proroga del termine per il deposito della documentazione ipocatastale (oppure della certificazione notarile sostitutiva) nel termine massimo di sessanta giorni.

Si allega:

....

Con osservanza.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1]Il deposito deve essere eseguito nel termine previsto per il deposito dell'istanza di vendita. L'originario termine di 120 giorni è stato prima ridotto a 60 dall'art. 13, comma 1, lett. n), n. 2, del d.l. n. 83/2015, convertito con l. n. 132/2015, ed ora ulteriormente accorciato dalla c.d. riforma Cartabia.

[2]Come affermato dalla Corte costituzionale, il termine soggiace al regime della sospensione feriale dei termini processuali. Invero, la durata di esso, originariamente pari a centoventi giorni e, successivamente, ridotta a sessanta giorni, è correlata alla necessità di garantire l'acquisizione completa della documentazione attestante l'appartenenza del bene pignorato al debitore e la sospensione della sua decorrenza durante il periodo feriale è ragionevolmente correlata al rallentamento delle attività degli uffici preposti al rilascio della suddetta documentazione (Corte cost. n. 191/2016).

[3]Illustrare i “giusti motivi” che a norma dell'art. 567, comma 3 c.p.c. consentono la proroga del termine.

[4]Ciò in quanto la proroga può essere richiesta una sola volta.

commento

Il termine per il deposito della documentazione ipocatastale può essere prorogato dal Giudice una sola volta su istanza dei creditori o dell'esecutato, per “giusti motivi” e per una durata non superiore a quello originario. Il Giudice assegna inoltre un nuovo termine, quando ritiene che la documentazione da questi depositata debba essere completata.

Se la proroga non è richiesta o non è concessa, oppure se la documentazione non è integrata nel termine assegnato il Giudice, anche d'ufficio, dichiara l'inefficacia del pignoramento relativamente all'immobile per il quale non è stata depositata la prescritta documentazione, ordinando la cancellazione della trascrizione del pignoramento. Il Giudice dichiara altresì l'estinzione del processo esecutivo se non vi sono altri beni pignorati.

La legittimazione a richiedere la proroga del termine viene riconosciuta ai creditori ed all'esecutato. Il precetto normativo non si pone il problema di distinguere tra creditori titolati e creditori privi di titolo esecutivo, sicché in dottrina taluno ha sostenuto che anche i creditori privi di titolo possono avanzare richiesta di proroga (così Astuni, Il deposito della documentazione, in Demarchi, Il nuovo rito civile, le esecuzioni, Milano, 352). Maggiormente accreditata è invece l'opinione per cui legittimati sarebbero solo i creditori titolati, gli unici a dare impulso alla procedura (è questa l'opinione di Soldi, Manuale dell'esecuzione forzata, Padova, 2019, 1314).

Quanto alla legittimazione dell'esecutato, la norma si giustifica ove si ipotizzi che, essendo pendenti trattative con il creditore procedente, il debitore (d'intesa con questi) si attivi per ottenere il differimento del termine ed evitare per evitare che, nelle more, lievitino i costi della procedura.

È da ritenersi secondo alcuni che i giusti motivi vadano individuati in quelle situazioni di caso fortuito o di forza maggiore che il richiedente dimostri di non aver potuto superare usando l'ordinaria diligenza (Fanticini-Ghiacci, L'esecuzione civile, Torino, 2018, 477). A questa rigorosa impostazione può forse però affiancarsi una lettura più morbida del dato normativo, la quale consente la proroga per “giusti motivi” e non per impossibilità derivante da causa non imputabile, sicché ad esempio anche il ritardo con cui il notaio incaricato abbia provveduto potrebbe giustificare la richiesta di proroga, le difficoltà di produrre la documentazione risultanti dal caso concreto, la rinuncia del creditore procedente che abbia impedito all'intervenuto di attivarsi tempestivamente.

L'eventuale provvedimento di rigetto dell'istanza di proroga, in quanto atto esecutivo, sarà opponibile ai sensi dell'art. 617 c.p.c., mentre la pronuncia di estinzione adottata a seguito del mancato deposito della documentazione entro il termine assegnato sarà reclamabile ex art. 630 c.p.c.

Novità della riforma Cartabia

È stato abbastanza agevole, per il legislatore delegato, recepire la previsione, ispirata ad evidenti finalità acceleratorie, di cui alla la lett. c) del comma 12 dell'art. 1 l. n. 206/2021, la quale disponeva che il termine prescritto dal comma 2 dell'art. 567 c.p.c. per il deposito della documentazione ipocatastale, o del certificato notarile sostitutivo, avrebbe dovuto coincidere con il termine per il deposito dell'istanza di vendita previsto dal l'art. 497 c.p.c. Attuando questa indicazione, il nuovo testo dell'art. 567, comma 2 c.p.c., non prevede più che la documentazione ipocatastale debba essere depositata nel termine di 60 giorni dall'istanza di vendita, ma dispone che si debba provvedere entro il termine (45 giorni) di efficacia del pignoramento, e dunque entro lo stesso termine in cui, a norma dell'articolo 497, deve essere formulata all'istanza di vendita.

Verosimilmente questo significherà, in concreto, che con un solo deposito telematico il creditore dovrà richiedere la vendita, ed allegare ad essa la documentazione ipocatastale o la certificazione notarile sostitutiva.

A cascata, la modifica appena indicata ha richiesto di emendare il secondo comma dell'articolo 567 dove oggi si dispone che il termine per il deposito della documentazione ipocatastale può essere prorogato non più di 60 giorni, ma di soli 45 giorni. A questo proposito va osservato che, ove il creditore mediti di chiedere siffatta proroga, dovrà farlo prima della scadenza del termine per il deposito dell'istanza di vendita, poiché la scadenza di questo termine coincide con la scadenza del termine per il deposito della documentazione ipocatastale.

È difficile dire se queste previsioni ridurranno davvero i tempi del processo, noto essendo quanto le norme debbano fare i conti con la “dura lezione della pratica”. Certamente, con l'introduzione di questa modifica potrebbe accadere che si ridurranno i tempi di cui normalmente il debitore dispone per reperire le risorse necessarie a richiedere la conversione del pignoramento, se essa provocherà, a cascata, l'anticipazione dell'udienza di cui all'art. 569 c.p.c. (il che, evidentemente, non è detto, poiché la data dell'udienza di comparizione delle parti dipende in larga misura dal carico di lavoro del giudice dell'esecuzione), la qualcosa, paradossalmente, potrebbe addirittura costituire intralcio alla definizione del procedimento esecutivo (cui alle volte si assiste) senza lo spargimento di sangue provocato dalla vendita coattiva del bene pignorato.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario