Istanza di correzione dell'errore materiale del decreto di trasferimento

Giorgia Viola

inquadramento

È possibile procedere alla rettifica del decreto di trasferimento, se in esso sono contenuti errori ovvero omissioni, che non incidono sulla consistenza del bene (pignorato e) aggiudicato.

La rettifica deve essere effettuata sulla stessa falsariga del procedimento di correzione dell'errore materiale, previsto dall'art. 287 c.p.c. con riguardo a ordinanza e sentenza, in assenza di contraddittorio.

Formula

TRIBUNALE DI ....

ISTANZA DI CORREZIONE DELL'ERRORE MATERIALE CONTENUTO NEL DECRETO DI TRASFERIMENTO EMESSO NELL'AMBITO DELLA PROCEDURA ESECUTIVA IMMOBILIARE RGE N. .... [1]

Il sottoscritto professionista delegato alle operazioni di vendita ...., giusta provvedimento di nomina del .... oppure il sottoscritto ...., C.F. ...., nato a .... il .... e residente in ...., quale aggiudicatario del bene pignorato oggetto della procedura in epigrafe [2] ,

PREMESSO

– che nell'ambito della procedura in epigrafe rubricata con RGE n. .... il Giudice dell'esecuzione ha sottoscritto il decreto di trasferimento per il lotto .... in favore di ....;

– che il decreto è stato pubblicato in data .... con numero di repertorio ....;

– che per mero errore materiale è stato erroneamente indicato .... (indicare errore) in luogo di .... (indicare dato corretto) [3];

– che è necessario procedere alla rettifica;

tanto premesso, chiede all'Ill.mo Giudice dell'esecuzione, ad integrazione e rettifica del decreto di trasferimento emesso in data .... con numero di rep ...., disponga la rettifica del .... (indicare errore) come segue .... (indicare dati corretti).

Si allega la documentazione giustificativa.

Con osservanza.

Firma delegato ....

[1]L'istanza di correzione va proposta con ricorso innanzi al giudice che ha emesso il provvedimento.

[2]L'istanza può essere presentata dal professionista delegato o (se manca) dall'aggiudicatario.

[3]Ad esempio: errata indicazione delle generalità o del codice fiscale del debitore e/o dell'aggiudicatario; indicazione di dati catastali sbagliati; errore nella rendita catastale; errore nell'indicazione delle formalità da cancellare.

commento

Il contenuto del decreto di trasferimento è definito dall'art. 586 c.p.c. da leggersi in combinato disposto con gli artt. 555 e 569 c.p.c. e con l'art. 2826 c.c.

Con il decreto in questione può essere trasferito all'aggiudicatario esclusivamente il diritto reale che il creditore ha sottoposto ad esecuzione e che appartiene al debitore ed ha ad oggetto un bene immobile compiutamente ed inequivocabilmente individuato con i suoi dati catastali.

In altri termini, il giudice dell'esecuzione pronuncia il decreto di trasferimento, ripetendo la descrizione contenuta nell'ordinanza di vendita.

La ratio è evidente: può essere trasferito solo ciò che è stato messo in vendita e aggiudicato, per cui non si può sicuramente modificare la descrizione del bene pignorato, incrementandone o riducendone la consistenza ovvero alternandone l'identità fisica. Si pone, dunque, il problema di valutare l'incidenza di errori e/o omissioni contenuti nel decreto di trasferimento.

Invero, si ritiene che il procedimento di correzione degli errori materiali ex art. 287 e 288 c.p.c. sia applicabile al processo esecutivo (Cass. n. 11320/2009; Cass. n. 1891/2015).

Al riguardo, infatti, la giurisprudenza ha avuto modo di precisare che un errore o un'omissione puramente materiale nella indicazione di cose o di soggetti non può determinare la nullità del decreto, stante il potere-dovere del giudice di correggerlo appena avutane conoscenza in applicazione del combinato disposto degli artt. 487 e 156 c.p.c. (Cass. n. 3792/1992). In tal caso il decreto è suscettibile di essere modificato, rettificato o integrato con le forme di correzione dell'errore materiale previsto dall'art. 287 c.p.c. con riguardo a ordinanza e sentenza, purché non vi sia controversia in ordine all'identificazione del bene trasferito (Cass. n. 5751/1993; Cass. n. 2171/1992; Cass. n. 3792/1992).

Infatti, la correzione dell'errore materiale da cui sia eventualmente affetto il decreto di trasferimento non può che attenere, di regola, a questioni meramente formali (concernenti, ad esempio, l'identificativo catastale del bene o le formalità da cancellare), sicché con essa si mira soltanto ad eliminare un impedimento al regolare prosieguo dell'iter successivo al suo deposito senza minimamente incidere sulle posizioni soggettive coinvolte, ossia quella dell'esecutato, già titolare del diritto messo in vendita, e quella dell'acquirente, neo-titolare del diritto (Cass. n. 16219/2022).

Come accennato in premessa, invece, non può parlarsi di errore materiale se l'immobile trasferito non corrisponde a quanto pubblicizzato nell'avviso di vendita (In questo senso, Cass. n. 16219/2022cit. secondo cui non può parlarsi di un mero errore materiale con riferimento al decreto adottato dal giudice dell'esecuzione il quale aveva escluso la configurazione di una servitù di passaggio, deducendo che «in tema di espropriazione immobiliare, l'eventuale erronea indicazione, nel decreto di trasferimento, di servitù attive o passive riguardanti il bene trasferito può essere fatta valere con l'opposizione agli atti esecutivi ex art. 617 c.p.c. e non attraverso il procedimento di correzione di errore materiale di cui all'art. 287 c.p.c., in quanto trattasi di profilo che concerne non già un mero difetto di corrispondenza tra l'ideazione del giudice e la sua materiale rappresentazione grafica, bensì aspetti sostanziali che incidono sul contenuto di ciò che è trasferito rispetto a quanto è stato posto in vendita»).In linea generale, si ritiene che non sia necessaria la convocazione delle parti considerata l'assenza di contraddittorio nel momento in cui il giudice dell'esecuzione emette il decreto di trasferimento.

Discorso diverso se la modifica avviene in un giudizio diverso da quello in cui si era formato il titolo esecutivo consistente nel decreto di trasferimento: in questo caso è necessario convocare l'aggiudicatario alla luce del rispetto del contraddittorio, in mancanza ogni modifica e/o correzione non è ad esso opponibile (in questo senso Cass. n. 23930/2013, che ha stabilito che «ogni modifica sostanziale di un decreto di trasferimento non è opponibile agli aggiudicatari acquirenti se questi non sono stati messi in condizione di partecipare al giudizio in cui quella modifica è stata poi pronunciata»).

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