Istanza di assegnazioneinquadramentoL'istanza di assegnazione è lo strumento processuale attraverso il quale ciascun creditore può soddisfare la propria pretesa facendo trasferire a sé o a un terzo da lui indicato, il bene pignorato. Tale facoltà riconosciuta in sede esecutiva, rappresenta il contrappeso processuale al divieto di patto commissorio previsto dall'art. 2744 del c.c. ai sensi del quale è nullo il patto con il quale si prevede che il creditore, in caso di inadempimento del proprio debitore, diventi proprietario della cosa ipotecata. FormulaTRIBUNALE DI [1] .... Sez. esecuzioni immobiliari Procedura esecutiva r.g. n. .... / .... promossa da .... c/ .... Giudice dell'esecuzione: Dott. .... ISTANZA DI ASSEGNAZIONE (ART. 588 C.P.C.) Per [2] .... in qualità di creditore procedente (o intervenuto) rappresentato e difeso nella procedura indicata in epigrafe dall'Avv. [3] ...., come da mandato già conferito in data [4] .... (ovvero come da mandato in calce alla presente istanza [5] ), PREMESSO – che l'istante è creditore per l'importo di Euro .... come indicato nell'atto di precetto del [6] ...., seguito dal pignoramento del [7] ...., originando la presente procedura esecutiva; – che il credito dell'istante è garantito da ipoteca iscritta sul bene staggito per Euro ....; – che il prossimo esperimento di vendita è fissato per il giorno .... ad un prezzo base di Euro ....; – che, pertanto, il valore indicato nell'ordinanza di vendita come prezzo base è inferiore al credito dell'istante; – che non è ancora decorso il termine di dieci giorni prima della data fissata per la vendita, TUTTO CIò PREMESSO Chiede disporsi in suo favore, l'assegnazione del bene pignorato a parziale soddisfazione del proprio credito, con oneri di esecuzione a proprio carico. Luogo e data .... Firma Avv. .... (per il caso in cui il valore indicato nell'ordinanza di vendita è superiore al credito dell'istante) CHIEDE Disporsi in suo favore, l'assegnazione del bene pignorato, a totale soddisfazione del proprio credito di € .... e offre di versare alla procedura il conguaglio di € .... pari alla differenza tra il valore del bene pignorato e l'ammontare del proprio credito, con oneri di esecuzione a proprio carico. Luogo e data .... Firma Avv. .... (per il caso in cui nella procedura esecutiva sia intervenuto creditore con titolo di prelazione anteriore a quello del creditore istante) CHIEDE Disporsi in suo favore, l'assegnazione del bene pignorato per il valore indicato nell'ordinanza di vendita a totale soddisfazione del proprio credito di Euro .... e offre di versare alla procedura l'importo di Euro .... pari al credito vantato dal creditore con titolo di prelazione anteriore, con oneri di esecuzione a proprio carico. Luogo e data .... Firma Avv. .... (per il caso in cui nella procedura esecutiva vi siano solo creditori chirografari e il valore indicato nell'ordinanza di vendita sia satisfattivo per tutti i creditori. Nel caso in cui il valore indicato nell'ordinanza di vendita non sia satisfattivo per tutti i creditori, dovrà aversi riguardo a quanto in proporzione spettante a ciascun creditore) CHIEDE Disporsi in suo favore, l'assegnazione del bene pignorato per il valore indicato nell'ordinanza di vendita a totale soddisfazione del proprio credito di Euro .... e offre di versare alla procedura l'importo di Euro ...., pari alla differenza tra valore di assegnazione e il proprio credito soddisfatto in compensazione, con oneri di esecuzione a proprio carico. Luogo e data, .... Firma Avv. .... [1]Indicare il Tribunale presso il quale pende la procedura esecutiva. [2]Indicare le generalità dell'istante. [3]Indicare nome e cognome del difensore costituito. [4]Indicare la data del mandato. [5]Si ritiene opportuno un mandato ad hoc per formulare l'istanza di assegnazione, ove tale facoltà non sia prevista dal mandato conferito in sede di ricorso per intervento nella procedura esecutiva. [6]Inserire la data del precetto. [7]Inserire la data del pignoramento. commentoPrincipi generali L'istituto processuale dell'assegnazione è disciplinato, in generale, dagli artt. 505-508 c.p.c. e, per l'espropriazione immobiliare in particolare, dagli artt. 588-590 c.p.c. Esso costituisce un metodo alternativo di soddisfazione dei creditori, in quanto il bene anziché essere aggiudicato a terzi, viene trasferito a favore del creditore procedente o intervenuto che ne abbia fatto istanza, vedendo la sua pretesa creditoria materialmente appagata. La disciplina è stata sensibilmente innovata dal d.l. n. 83/2015, convertito dalla l. n. 132/2015 al fine di promuovere l'applicazione dell'istituto, onde evitare la liquidazione dei beni staggiti, soprattutto immobili, a valori eccessivamente stralciati. È opportuno ricordare che ai sensi dell'art. 23, comma 9 del suddetto d.l. la disciplina novellata, è applicabile «anche ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore del presente decreto. Quando è già stata disposta la vendita, la stessa ha comunque luogo con l'osservanza delle norme precedentemente in vigore e le disposizioni di cui al presente decreto si applicano quando il giudice o il professionista delegato dispone una nuova vendita». L'art. 588 c.p.c. legittima ciascun creditore – anche non munito di titolo esecutivo, il cui credito sia stato riconosciuto all'esito del procedimento previsto dall'art. 499, comma 6 c.p.c. – a depositare istanza di assegnazione nel termine di dieci giorni prima della data fissata per la vendita. La qualificazione dell'assegnazione quale mera facoltà rimessa alla scelta del creditore implica che lo stesso creditore pignorante o intervenuto è legittimato a presentare l'offerta d'acquisto ex art. 571, comma 1 c.p.c. (Cass. n. 15912/2022) così come nulla esclude la presentazione vuoi dell'istanza di assegnazione, vuoi dell'offerta d'acquisto; in quest'ultimo caso troveranno applicazione le regole sul concorso tra le due forme di partecipazione alla liquidazione del cespite, esposte di seguito. Il termine per il deposito della istanza di assegnazione In relazione alla natura del termine previsto per il deposito della istanza di assegnazione, si registra il dibattito tra chi lo ritiene perentorio – con l'effetto che l'istanza sarà suscettibile di declaratoria di inammissibilità ove presentata tardivamente – e chi, invece, lo ritiene meramente ordinatorio. A favore della soluzione meno restrittiva depone la regola generale sancita dall'art. 152, comma 2 c.p.c. per la quale il termine non può essere considerato “perentorio” ove la legge non lo dichiari espressamente tale e poiché l'art. 588 c.p.c. non prevede tale specificazione, il termine deve ritenersi ordinatorio (in tal senso Cass. n. 8857/2011; Trib. Varese 13 luglio 2019). Al contrario, la tesi della perentorietà del termine prende le mosse dal principio giurisprudenziale per il quale un termine processuale, pur non essendo qualificato come perentorio dalla legge, può essere ritenuto tale alla stregua della funzione che esso è destinato ad assolvere (Cass. S.U., n. 262/2010; Trib. Palermo 25 gennaio 2019). Ad ogni buon conto, anche ove si qualifichi il termine come ordinatorio, lo stesso non può essere arbitrariamente disatteso in quanto l'art. 154 c.p.c. prevede che il giudice possa, su istanza di parte o d'ufficio, prorogarlo o abbreviarlo solo se non ancora scaduto. Pertanto, l'istanza di assegnazione potrà essere dichiarata ammissibile solo se nei dieci giorni prima della vendita sia stata chiesta dall'interessato e disposta dal giudice una proroga del termine, in mancanza della quale la stessa sarà suscettibile di declaratoria di inammissibilità. Il contenuto e gli effetti L'art. 589 c.p.c. prevede che l'istanza deve contenere l'offerta di pagamento vuoi di un importo non inferiore alle spese di esecuzione e ai crediti aventi diritto di prelazione anteriore a quello dell'istante (art. 506 c.p.c.), vuoi del prezzo base stabilito per l'esperimento di vendita per cui è presentata. Ne consegue che ove si proceda a vendita ribassata, essendo andato deserto il precedente tentativo di vendita, il medesimo ribasso rileva anche per l'assegnazione. L'art. 590 c.p.c. prevede che, ove non pervengano offerte di acquisto, ma sia stata depositata una istanza di assegnazione ammissibile, il giudice provvede sulla stessa assegnando un termine entro il quale l'assegnatario dovrà versare l'eventuale conguaglio. Nel caso in cui le operazioni di vendita siano delegate ad un professionista, ipotesi oggi costituente la regola, sarà il delegato a pronunciare l'assegnazione indicando il termine per il pagamento del conguaglio che potrà essere il medesimo previsto per il pagamento del saldo in caso di aggiudicazione. Quindi, parificato il termine per il versamento del conguaglio a quello per il pagamento del saldo, entrambi devono ritenersi, da un lato, perentori e improrogabili (Cass. n. 18841/2021; Cass. S.U., n. 262/2010) in quanto il mancato rispetto importa decadenza dalla aggiudicazione/assegnazione; dall'altro, non soggetti alla sospensione feriale dei termini. Invero, circa la soggezione del termine per il pagamento del saldo (e quindi del conguaglio) alla sospensione feriale dei termini processuali ai sensi dell'art. 1 l. n. 742/1969 è intervenuta la Corte di legittimità stabilendo che il termine di versamento del saldo del prezzo da parte dell'aggiudicatario è di natura sostanziale, in quanto è posto a presidio del relativo ius ad rem circa l'emissione del decreto di trasferimento ex art. 586 c.p.c., attenendo all'adempimento dell'obbligazione pecuniaria assunta dall'aggiudicatario stesso, attività che non necessita di difesa tecnica, ma che costituisce esecuzione di un atto dovuto e non negoziale; ne consegue che esso non è soggetto alla sospensione dei termini processuali nel periodo feriale, ex art. 1 della l. n. 742/1969 (Cass. n. 18421/2022). Si registra il precedente diverso orientamento della stessa Corte per il quale il medesimo termine è soggetto alla sospensione feriale in quanto si inserisce nel procedimento di vendita coattiva e deve considerarsi di natura processuale in quanto funzionale a scandire il compimento di atti aventi natura processuale, diretti a concludere la fase liquidatoria del processo esecutivo (Cass. n. 12004/2012). Il provvedimento di assegnazione oltre alle modalità e al termine di versamento del conguaglio, dovrà contenere le generalità dell'assegnatario, delle parti, del bene assegnato e del prezzo; se pronunciato dal delegato è reclamabile ai sensi dell'art. 591-ter c.p.c. ovvero per la ipotesi residuale in cui sia pronunciato dal giudice, sarà suscettibile di opposizione agli atti ex art. 617 c.p.c. Gli effetti sostanziali dell'assegnazione sono del tutto analoghi a quelli previsti per l'aggiudicazione, stante il disposto di cui all'art. 2925 c.c. per cui le disposizioni afferenti alla vendita forzata si applicano anche all'assegnazione forzata. Una volta effettuato il pagamento del conguaglio, il giudice pronuncia il decreto di trasferimento ai sensi dell'art. 586 c.p.c., in favore dell'assegnatario. Quid iuris nella ipotesi in cui l'assegnatario non adempia al pagamento del conguaglio? È plausibile ritenere che l'istanza di assegnazione assolva ad una funzione analoga alla offerta, mutuandone l'intera disciplina per quanto compatibile; pertanto, anche l'istanza di assegnazione vale come offerta irrevocabile e in caso di accoglimento e mancato versamento del conguaglio troverà applicazione la disciplina applicabile alla inadempienza dell'offerente risultato aggiudicatario delineata dagli artt. 587 c.p.c., sebbene non vi sia alcuna cauzione da incamerare Il concorso dell'istanza di assegnazione con le offerte di acquisto Il legislatore della riforma del 2015 ha previsto che l'istanza di assegnazione non presupponga più l'esito negativo della vendita, ma la stessa possa essere presentata e delibata anche in presenza di offerte di acquisito. In particolare, l'art. 572 c.p.c. stabilisce che una volta fissata la vendita, nel caso in cui vengano presentate offerte pari o superiori al prezzo base, si deve senz'altro procedere all'aggiudicazione anche in presenza di istanza di assegnazione; se, invece, sono presentate offerte di acquisto inferiore di non oltre un quarto al prezzo base indicato nella ordinanza di vendita (offerta minima ammissibile), il giudice/professionista delegato aggiudica se ritiene che non vi sia la possibilità di conseguire un prezzo maggiore con una nuova vendita e non vi sono istanze di assegnazione. Il successivo art. 573, comma 2 c.p.c., stabilisce che se è stata presentata istanza di assegnazione e il corrispettivo indicato nella migliore offerta è inferiore al prezzo base indicato nell'avviso di vendita, si procederà alla assegnazione e non alla vendita. Stessa cosa di casi nell'ipotesi in cui, presenti più offerte, si dia luogo alla gara tra le stesse e il prezzo raggiunto non sia superiore al valore dell'immobile indicato nell'avviso di vendita: anche in questo caso prevale l'assegnazione. Dalla surriferita disciplina emerge che in caso di concorso tra istanza di assegnazione e offerte di acquisto inferiori al prezzo base, l'istanza di assegnazione prevale sull'aggiudicazione tutte le volte in cui quest'ultima debba avvenire per un prezzo inferiore a quello base previsto dall'ordinanza di vendita. La condivisibile logica perseguita è quella di consentire ai creditori, mediante la presentazione dell'istanza di assegnazione, di evitare che il bene pignorato possa essere aggiudicato “al ribasso”, sì realizzando la massimizzazione del risultato quale fine primo di qualunque liquidazione coattiva. Tale impostazione consente di interpretare sistematicamente le disposizioni contenute negli artt. 590 e 591, comma 3 c.p.c.; la prima, pur prevedendo l'assegnazione nella sola ipotesi di mancanza di offerte, dovrà essere interpretata alla luce di quanto indicato dagli artt. 572 e 573 c.p.c., per cui il giudice dispone l'assegnazione vuoi in mancanza di offerte, vuoi nel caso in cui all'esito della gara tra più offerte ammissibili, non venga raggiunto il prezzo base indicato nell'avviso di vendita. L'art. 591, comma 3 c.p.c., stabilisce che si deve sicuramente assegnare ove al secondo tentativo di vendita non siano state depositate offerte, generando un dubbio su cosa debba accadere nelle ipotesi in cui l'istanza di assegnazione sia stata presentata in occasione del primo esperimento di vendita. Il dubbio è sciolto dal fatto che, in occasione della prima vendita il giudice/delegato ha la facoltà di non aggiudicare ovvero assegnare ove ritenga che una nuova vendita consenta una migliore liquidazione del bene. Quindi, volendo ricapitolare le varie ipotesi di concorso tra aggiudicazione ed assegnazione, possiamo così schematizzare: Prima vendita: – in presenza unicamente di istanza di assegnazione, si assegna salvo che il delegato non ritenga che da una vendita successiva possa ricavarsi maggior profitto; – in presenza di una offerta inferiore di non oltre un quarto del prezzo base indicato nell'avviso di vendita ed una istanza di assegnazione, si procede con l'assegnazione, salvo che il delegato non ritenga che da una vendita successiva possa ricavarsi maggior profitto; – in presenza di più offerte inferiori di non oltre un quarto del prezzo base indicato nell'avviso di vendita ed una istanza di assegnazione, si procede con la gara tra gli offerenti e se all'esito non si raggiunge il prezzo base si procede con l'assegnazione, salvo che il delegato non ritenga che da una vendita successiva possa ricavarsi maggior profitto; – in presenza di una offerta pari o superiore al prezzo base indicato nell'ordinanza, anche in presenza di istanza di assegnazione, si aggiudica. Seconda vendita: – in presenza unicamente di istanza di assegnazione, si assegna; – in presenza di una offerta inferiore di non oltre un quarto del prezzo base indicato nell'avviso di vendita ed una istanza di assegnazione, si procede con l'assegnazione; – in presenza di più offerte inferiori di non oltre un quarto del prezzo base indicato nell'avviso di vendita ed una istanza di assegnazione, si procede con la gara tra gli offerenti e se all'esito non si raggiunge il prezzo base si procede con l'assegnazione; – in presenza di una offerta pari o superiore al prezzo base indicato nell'avviso di vendita, anche in presenza di istanza di assegnazione, si aggiudica. |