Istanza per la redazione del progetto di riparto parzialeinquadramentoIl d.l. n. 59/2016, convertito con l. n. 119/2016 ha integrato il testo dell'art. 596 c.p.c. rubricato “formazione del progetto di distribuzione”, prevedendo espressamente che si proceda a riparti parziali delle somme incamerate dalla procedura. Tale intervento si pone nel solco di precedenti novelle dettate dalla finalità di smobilizzare le risorse finanziarie delle procedure, riducendo al minimo il fenomeno del c.d. cash in court: se obiettivo della procedura esecutiva è quello di liquidare coattivamente un cespite per distribuirne il ricavato tra i creditori, è legittimo che questi ultimi percepiscano quanto loro dovuto il prima possibile. La norma è stata da ultimo modificata dall'art. 3, comma 42, lett. b) del d.lgs. n. 149/2022 da applicare alle procedure esecutive iniziate dopo il 28 febbraio 2023, mentre per quelle pendenti a tale data si avrà riguardo alla disciplina previgente. In particolare, la legge delega n. 206/2021 all'art. 1, comma 12, lett. m) ha affidato al Governo il compito di «prevedere che il professionista delegato proceda alla predisposizione del progetto di distribuzione del ricavato in base alle preventive istruzioni del giudice dell'esecuzione, sottoponendolo alle parti e convocandole innanzi a sé per l'audizione, nel rispetto del termine di cui all'articolo 596 del codice di procedura civile; nell'ipotesi prevista dall'art. 597 del codice di procedura civile o qualora non siano avanzate contestazioni al progetto, prevedere che il professionista lo dichiari esecutivo e provveda entro sette giorni al pagamento delle singole quote agli aventi diritto secondo le istruzioni del giudice dell'esecuzione; prevedere che in caso di contestazioni il professionista rimetta le parti innanzi al giudice dell'esecuzione». Come esposto nella Relazione illustrativa alla suddetta legge delega la novella è ispirata da quanto già previsto dalle buone prassi in materia esecutiva, estendendo il perimetro della delega al professionista a cui è affidato tutto lo svolgimento della fase di distribuzione del ricavato, dalla predisposizione e approvazione del progetto di distribuzione alla attuazione dello stesso, provvedendo direttamente ai previsti pagamenti. Resta fermo che nel caso in cui il giudice dell'esecuzione ritenga di non voler procedere alla delega delle operazioni di vendita, provvederà alla formazione del progetto di distribuzione, al suo deposito in cancelleria e alla fissazione dell'udienza di audizione delle parti entro il termine di trenta giorni. FormulaTRIBUNALE DI [1] .... Sez. esecuzioni immobiliari Procedura esecutiva r.g. n. .... / .... promossa da .... c/ .... Giudice dell'esecuzione: Dott. .... Professionista delegato: Avv. Dott. ISTANZA FUNZIONALE AL RIPARTO PAZIALE Per [2] .... in qualità di creditore procedente (o intervenuto) rappresentato e difeso nella procedura indicata in epigrafe dall'Avv. [3] ...., come da mandato già conferito in data [4] ...., PREMESSO – che la procedura ha venduto parte dei cespiti pignorati; – che dal rapporto riepilogativo depositato dal professionista delegato risulta che sul c/c intestato alla procedura vi è un saldo attivo di Euro ....; – che tale importo, al netto degli eventuali accantonamenti ulteriori rispetto a quelli previsti dall'art. 596, comma 1, c.p.c., consentirebbe una congrua soddisfazione dei creditori; TUTTO CIò PREMESSO Si chiede procedersi al ripario parziale delle somme disponibili, nei limiti consentiti dall'art. 596 c.p.c. Luogo e data, .... Firma Avv. .... [1]Indicare il Tribunale presso il quale pende la procedura esecutiva. [2]Indicare le generalità dell'istante. [3]Indicare nome e cognome del difensore costituito. [4]Indicare la data del mandato. commentoLa novella del 2016 ha integrato l'art. 596 c.p.c. con la previsione espressa che, nel caso in cui non si possa procedere ai sensi dell'art. 510, comma 1 c.p.c. e cioè ci siano altri creditori intervenuti oltre il procedente, il giudice dell'esecuzione ovvero il professionista delegato, dovrà formare il progetto di distribuzione anche parziale; in questo caso, il progetto dovrà riguardare al massimo il 90 per cento delle somme da ripartire. La fattispecie del riparto parziale si riscontra anche in altre sedi: si pensi all'art. 495, comma 6, c.p.c. quando, in caso di conversione del pignoramento, prevede che il giudice ogni sei mesi proceda alla distruzione delle somme disponibili in favore dei creditori o anche all'ipotesi disciplinata dall'art. 594 c.p.c. per il caso in cui la procedura abbia incassato delle rendite dal bene staggito. È stata anche prevista la possibilità di distribuire le somme anche a creditori che abbiano diritto al solo accantonamento o i cui crediti siano contestati, a fronte del deposito di fideiussione autonoma, irrevocabile e a prima richiesta, rilasciata da banche, società assicuratrici o intermediari finanziari, che svolgono in via esclusiva o prevalente attività di rilascio di garanzie e che sono sottoposti a revisione contabile da parte di una società di revisione. l'art. 596 c.p.c., nella formulazione anteriore alla riforma di cui al d.lgs. 10 ottobre 2022 applicabile alle procedure pendenti al 28 febbraio 2023, prevedeva che il progetto parziale o definitivo dovesse essere elaborato dal giudice dell'esecuzione e depositato in cancelleria per consentire il suo esame da parte dei creditori e dello stesso debitore, fissando al contempo un'udienza per la discussione e l'approvazione. Tuttavia, già prima dell'ultima novella, alla stregua dell'applicazione generalizzata della delega alle operazioni di vendita, le ordinanze di delega prevedevano che fosse il professionista delegato a elaborare il progetto di distribuzione e a trasmetterlo via PEC alle parti costituite; a quel punto, una volta che il progetto fosse stato approvato dalle parti anche con lo strumento del silenzio assenso di cui all'art. 597 c.p.c., si prevedeva la declaratoria di esecutorietà del medesimo progetto, soprattutto per avere un provvedimento del giudice dell'esecuzione che mettesse fine al subprocedimento di distribuzione delle somme ricavate, da opporre ai sensi dell'art. 617 c.p.c., posto che l'art. 591-ter c.p.c. prima della medesima novella del 2022 non prevedeva alcun terme entro il quale impugnare gli atti del delegato. L'attuale testo dell'art. 596 c.p.c., recependo le efficienti prassi diffuse in molti uffici giudiziari e alla luce della riformata disciplina di contestazione degli atti del professionista delegato, prevede che sia quest'ultimo a formare entro trenta giorni dal pagamento del prezzo, il progetto di riparto anche parziale, rispettando le direttive impartite dal giudice dell'esecuzione il quale ne avrà contezza mediante deposito dello stesso progetto nel fascicolo telematico, potendo apportare eventuali variazioni nei dieci giorni successivi. Nel momento in cui il dominus del processo esecutivo abbia fatto proprio l'elaborato del professionista delegato, sarà lo stesso professionista a fissare innanzi a sé, entro trenta giorni, l'audizione delle parti per la discussione del progetto di distribuzione, con un preavviso di almeno dieci giorni. Quindi, l'interlocuzione tra il delegato e le parti potrà avvenire mediante PEC; nella comunicazione di invio del progetto di distribuzione il professionista dovrà indicare la data dell'audizione per la discussione del progetto di riparto da tenere presso il proprio studio ovvero in via telematica o cartolare; tra la ricezione della comunicazione e la data dell'incontro dovrà intercorrere un lasso temporale non minore di 10 giorni al fine di consentire la completa disamina del progetto medesimo. Infine, è opportuno che il delegato avverta espressamente le parti che, ai sensi dell'art. 597 c.p.c., la mancata comparizione all'audizione o comunque la mancanza di osservazioni allo stesso importa approvazione del progetto il quale, conseguentemente, diverrà esecutivo. Ove il debitore non si sia costituito, la comunicazione potrà farsi con raccomandata con ricevuta di ritorno ovvero con comunicazione in cancelleria ai sensi dell'art. 492, comma 2 c.p.c. In ordine all'obbligatorietà o meno di effettuare riparti parziali dovrà aversi riguardo, da un lato, alla finalità di evitare l'ingiustificata immobilizzazione delle risorse conseguite dalla procedura, dall'altro a valutazioni di carattere pratico afferenti all'entità delle somme disponibili: non v'è ragione per non procedere ad un riparto parziale tutte le volte in cui la somma, al netto di quanto spettante agli ausiliari del giudice, possa consentire una non trascurabile soddisfazione delle istanze creditorie. Sul punto, si registra l'orientamento dottrinario che, muovendo dal fatto che la legge non prevede alcun obbligo di predisposizione del riparto parziale, ritiene la scelta rimessa al giudice ovvero al professionista delegato e, pertanto, non sindacabile, rispondendo la stessa a meri canoni di opportunità. Ci si è interrogati su cosa il legislatore intenda per somme da ripartire, soprattutto in relazione al limite del novanta per cento cui deve aver riguardo il progetto di riparto parziale. È plausibile ritenere che per somme da ripartire debbano intendersi quelle disponibili sul conto della procedura, al netto degli eventuali importi dovuti ai professionisti che hanno coadiuvato il giudice i quali, ove non anticipati dal procedente, potranno essere liquidati e prelevati dall'attivo prima del riparto. L'accantonamento del dieci per cento è diretto a sostenere eventuali oneri funzionali alla utile prosecuzione della procedura; in ogni caso la percentuale da accantonare potrà essere opportunamente incrementata, posto che la norma fissa solo una soglia massima e, quindi, l'importo da ripartire parzialmente potrà ben essere al di sotto di tale limite. Altra questione è quella afferente al rapporto tra riparto parziale e riparto definitivo, soprattutto in relazione alla previsione secondo cui i creditori possono intervenire nella procedura esecutiva sino all'audizione di discussione del progetto di distribuzione, sebbene con esiti diversi a seconda che si tratti di credito chirografario o privilegiato. Come noto, l'art. 566 c.p.c. prevede che i creditori iscritti e i privilegiati intervenuti oltre l'udienza per l'autorizzazione alla vendita del bene pignorato, ma prima di quella per l'esame e l'approvazione del progetto di distribuzione, concorrono alla distribuzione della somma ricavata in ragione dei loro diritti di prelazione, a differenza dei chirografari che, se intervengono tardivamente, concorrono alla distribuzione di quella parte della somma ricavata che sopravanza dalla soddisfazione del creditore pignorante e di quelli intervenuti tempestivamente, ai sensi dell'art. 565 c.p.c. Quindi, il limite procedimentale oltre il quale l'intervento è precluso, è individuato nell'inizio dell'audizione che il professionista delegato fissa per l'esame e l'approvazione del progetto di distribuzione. Tale ricostruzione dovrà valere, oltre che per il progetto di distribuzione definitivo anche per quelli parziali, con l'effetto che se l'intervento è successivo alla discussione del progetto di riparto parziale, lo stesso sarà inammissibile limitatamente a quel riparto, ma rileverà rispetto ai successivi riparti siano essi parziali o definitivi. Pertanto, intervenuta la discussione ed approvazione del piano di riparto parziale e la conseguente esecuzione dello stesso, i suoi effetti devono intendersi definitivamente cristallizzati sicché i creditori, anche titolati, intervenuti successivamente nulla potranno pretendere rispetto a quanto già distribuito, potendo concorrere sull'eventuale quota accantonata e sui riparti successivi. |