Ordinanza ex art. 600, comma 2, c.p.c.

Giorgia Viola

Inquadramento

Al termine dell'udienza di comparizione degli interessati, il giudice dell'esecuzione decide con ordinanza per a) la separazione in natura della quota del comproprietario obbligato; b) la vendita della quota indivisa; c) l'introduzione del giudizio di divisione incidentale, che, stante la difficoltà pratica di eseguire la separazione della quota in natura e lo sfavore del legislatore per la vendita della quota, costituisce l'esito più probabile dell'udienza ex art. 600 c.p.c.

Prima della riforma del 2005 la competenza per il giudizio di divisione endoesecutivo spettava al giudice dell'esecuzione solo nel caso in cui l'ufficio al quale apparteneva era competente per tale giudizio, altrimenti la relativa domanda andava proposta secondo gli ordinari criteri.

Il legislatore del 2005, modificando gli artt. 600 c.p.c. e 181 disp. att. c.p.c., ha attribuito la competenza del giudizio di divisione al giudice dell'esecuzione in funzione di giudice della cognizione e ha inciso sulle modalità di apertura del giudizio di divisione, che è tradizionalmente considerato una parentesi di cognizione nell'ambito del procedimento esecutivo, autonoma e distinta da questo, così da non poter essere considerata una continuazione o una fase (Cass. n. 6072/2012; Cass. n. 2889/1982).

Formula

TRIBUNALE DI ...

ORDINANZA EX ART. 600, COMMA 2, C.P.C.

Il Giudice dell'esecuzione, in persona del Dott. ...,

letti gli atti del procedimento rubricato con RGE n. ...

CONSIDERATO

che non si può procedere alla separazione della quota pignorata del bene pignorato riportato nel NCEU del comune di ... Identificato con i seguenti dati catastali ..., in quanto il creditore pignorante e i comproprietari non ne hanno fatto richiesta, e in considerazione del fatto che essa non è possibile né opportuna per la natura e le caratteristiche del bene (come evidenziato in perizia e come si desume dalla tipologia dei beni staggiti) [1];

che non appare probabile la vendita della quota indivisa a prezzo pari o superiore a quello stima, in quanto è notorio che l'interesse per l'acquisto di una quota di bene indiviso si manifesta normalmente per un valore inferiore a quello di mercato, sicché la vendita della quota risulta economicamente non conveniente [2];

che, peraltro, nel caso di specie nessuno dei comproprietari ha manifestato interesse per l'acquisto della quota del debitore, sicché appare difficile ipotizzare il reperimento di qualche acquirente interessato al bene indiviso per un prezzo non inferiore a quello risultante dalla relazione di stima;

che risulta necessario procedere a giudizio di divisione ai sensi dell'art. 600 c.p.c., comma 2 c.p.c.;

(se sono presenti tutti gli interessati): dato atto della presenza di tutti gli interessati, visto l'art. 181 comma 1 disp. att. c.p.c., dispone che si proceda immediatamente alla trattazione della causa e invita le parti a regolarizzare la loro costituzione a norma dell'art. 165 e ss. c.p.c.;

(se non sono presenti tutti gli interessati): che, non essendo presenti tutti gli interessati [3], è necessario fissare udienza ex art. 181, comma 2 disp. att. c.p.c. per la comparizione delle parti e per gli adempimenti necessari alla corretta introduzione del giudizio di divisione;

ritenuto che la domanda di divisione sia retta dall'istanza di vendita depositata dal creditore procedente (o da altro creditore intervenuto con titolo), poiché in definitiva il giudizio di divisione è funzionale all'apporzionamento della quota del debitore esecutato e/o alla liquidazione del bene comune ai fini del successivo riparto tra i creditori;

ritenuto che di tale atto possano trarre giovamento, oltre al creditore istante, anche tutti i creditori intervenuti nel processo esecutivo, alla stessa stregua di ogni altro atto di impulso all'esecuzione;

letti gli artt. 601 c.p.c. e 181 disp. att. c.p.c.,

DISPONE

procedersi a giudizio di divisione in relazione alle quote indivise bene di cui al foglio ... p.lla ... sub ...;

SOSPENDE

indicato il procedimento espropriativo immobiliare di cui in epigrafe fino alla definizione del giudizio di divisione endoesecutivo [4];

FISSA

l'udienza del ..., dinanzi a sé quale giudice della divisione [5], per la comparizione nell'ambito del relativo processo contenzioso di tutte le parti necessarie, ivi compresi i creditori intervenuti nell'ambito della presente procedura espropriativa, i comproprietari, i creditori iscritti (anche di coloro che hanno iscritto ipoteca volontaria o giudiziale sulle quote dei comproprietari non esecutati), i soggetti che hanno trascritto domande giudiziali, sequestri conservativi o pignoramenti (anche sulle quote dei comproprietari non esecutati) e coloro che hanno acquistato in forza di atti trascritti diritti sull'immobile (anche sulle quote dei comproprietari non esecutati), come previsto dagli artt. 784 c.p.c. e 1113, comma 3, c.c., o dei loro eredi o successori a titolo particolare nella titolarità delle quote sempre in virtù di un titolo trascritto;

ASSEGNA

termine perentorio alla parte più diligente fino a 120 (centoventi) giorni liberi prima di tale data per la notifica della presente ordinanza a tutti i soggetti sopra menzionati nella loro qualità di litisconsorti necessari del giudizio di divisione (termine concesso per l'integrazione del contraddittorio e pertanto da ritenersi perentorio);

ASSEGNA

termine fino a dieci (10) giorni prima dell'udienza così fissata a debitore, comproprietari, creditori intervenuti e creditori iscritti non intervenuti – siano essi comparsi [e costituiti] all'udienza oppure no – per il deposito di comparsa di costituzione nel giudizio di divisione con l'avvertimento ai sensi dell'art. 281-undecies c.p.c. che la costituzione oltre i termini assegnati implica le decadenze di cui ai commi tre e quattro, che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 o da leggi o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato [6];

AVVISA

le parti che in caso di mancata instaurazione del giudizio di divisione nel termine sopra indicato la procedura esecutiva sarà dichiarata estinta [7];

ONERA

la parte più diligente di:

- curare la tempestiva trascrizione dell'atto di citazione a favore e contro ciascuno dei comproprietari, ivi compreso il debitore [8];

- provvedere alla iscrizione a ruolo contenzioso del giudizio di divisione endoesecutivo (inserendo nel fascicolo di ufficio copia della presente ordinanza) entro dieci giorni dalla prima notificazione [9];

- produrre in prima udienza titolo di provenienza dei beni a favore dei condividenti ed iscrizioni e trascrizioni contro gli stessi dalla data di acquisto del bene a quella di trascrizione della domanda (potendo a tal uopo depositare anche attestato redatto da un notaio; la documentazione deve essere idonea a dimostrare chi siano i comproprietari ed i rispettivi creditori iscritti nonché coloro che abbiano trascritto domande giudiziali, sequestri conservativi o pignoramenti sulle loro quote in data anteriore rispetto alla trascrizione dell'atto di citazione predetto fino all'ultimo atto anteriore al ventennio che precede il pignoramento che ha dato luogo alla presente procedura espropriativa immobiliare), nonché certificato di stato civile di ciascuno dei comproprietari (e relativo certificato di matrimonio con estratto, laddove i detti soggetti risultassero coniugati).

Si comunichi.

Luogo e data ...

Il Giudice dell'esecuzione ...

1. La separazione della quota in natura consiste in una divisione parziale o a stralcio, attraverso cui si individua nel bene indiviso una porzione materiale, corrispondente per valore alla quota pignorata, assegnandola al debitore in titolarità esclusiva così da destinarla alla vendita forzata. Su di essa, infatti, si concentra il pignoramento che muta il suo oggetto con effetto simile a quello previsto dall'art. 2825 c.c. Questa è la soluzione preferibile in assoluto tra quelle previste dall'art. 600 c.p.c. (in questo senso, Cass. n. 10334/2005 e Cass. n. 6549/1985) ma non è sempre possibile specialmente nel caso di beni immobili non facilmente divisibili e, comunque, non può essere disposta d'ufficio. Occorre, quindi, un'istanza formulata dal creditore pignorante o da un creditore titolato, che pacificamente ormai si ritiene eserciti l'azione esecutiva (in tal senso Cass. S.U., n. 61/2014) e richiede – per opinione diffusa in dottrina (Soldi, De Stefano) – il consenso unanime dei contitolari, mentre in giurisprudenza si segnala Cass. n. 2145/2000 che accenna soltanto alle posizioni della dottrina favorevoli alla necessità del consenso.

2. La vendita della quota indivisa si presenta come l'unica opzione immediatamente liquidatoria prevista dall'art. 600 c.p.c. ma che -per espressa previsione legislativa – può essere disposta solo se il Giudice dell'esecuzione ritenga probabile che essa si concluda con il raggiungimento di un prezzo pari o superiore al valore della stessa, determinato a norma dell'art. 568 c.p.c.

3. Occorre, però, che l'interessato non presente sia pur sempre stato invitato a comparire all'udienza ex art. 600 c.p.c. In difetto di notificazione dell'invito a comparire l'udienza di comparizione degli interessati andrebbe rinviata per consentire la rinnovazione della notificazione in mancanza della quale l'esecuzione diventa improcedibile. Si ritiene che la comparizione spontanea dell'interessato sanerebbe il difetto di notificazione.

4. Trattasi di sospensione necessaria ed automatica, che costituisce una delle ipotesi di sospensione dell'esecuzione ex lege prevista dall'art. 623 c.p.c. (in questo senso, Cass. n. 1844/1967; Cass. n. 3070/1977).

5. La competenza funzionale del Giudice dell'esecuzione a conoscere del giudizio di divisione incidentale che egli stesso ha disposto è una immediata conseguenza della modifica dell'art. 181, comma 1 disp. att. c.p.c., permettendo una maggiore celerità del procedimento divisorio.

6. L'art. 181 disp. att. c.p.c. nella attuale formulazione così come modificata dal d.lgs. n. 164/2024 richiama l'art. 281-undecies c.p.c.

7. L'estinzione del giudizio di divisione incidentale comporta la mancata individuazione dell'oggetto del pignoramento, travolgendo così anche il processo esecutivo che a sua volta si estingue.

8. La trascrizione della domanda di divisione nei confronti di contitolari è necessaria in quanto ha lo scopo di rispettare il principio della continuità delle trascrizioni (in questo senso, Triola, Sulla trascrizione e Cass. n. 821/2000).

9. Dalla natura di giudizio autonomo di cognizione si fa discendere la necessità di iscrivere a ruolo la causa.

COMMENTO

Al termine dell'udienza di comparizione degli interessati, il giudice dell'esecuzione decide con ordinanza per a) la separazione in natura della quota del comproprietario obbligato; b) la vendita della quota indivisa; c) l'introduzione del giudizio di divisione incidentale, che, considerata la difficoltà pratica di eseguire la separazione della quota in natura e lo sfavore del legislatore per la vendita della quota, costituisce l'esito più probabile dell'udienza ex art. 600 c.p.c.

L'individuazione di diversi percorsi di liquidazione della quota risponde alla esigenza di approntare uno strumento che risponda adeguatamente all'interesse dei creditori e del debitore per ottenere il miglior prezzo dalla vendita del bene e all'interesse degli altri contitolari, affinché la liquidazione avvenga senza danneggiarli.

Il Giudice dell'esecuzione, dunque, è chiamato a valutare – da un lato - la possibilità obiettiva di utilizzare una determinata modalità e – dall'altro - la reale convenienza dell'uso della stessa.

In realtà, le modalità di liquidazione previste dal legislatore costituiscono operazioni molto diverse tra di loro.

La separazione della quota in natura lascia permanere lo stato di comunione tra i contitolari non debitori, comportando esclusivamente la scissione della porzione del debitore da quelle degli altri contitolari.

La vendita della quota ideale pro indiviso lascia permanere lo stato di comunione tra i comproprietari non debitori, ma - in conseguenza dell'esecuzione nella titolarità del diritto sulla quota astratta del debitore esecutato - si sostituisce un terzo aggiudicatario, determinandosi la trasformazione diretta della quota in somma di denaro.

La divisione del bene o del patrimonio comune secondo le regole ordinarie comporta la sospensione ex lege del processo esecutivo ex art. 601 c.p.c. durante lo svolgimento del processo di cognizione di cui agli art. 784 c.c. e ss., la cui conclusione conduce alla cessazione della comunione nei confronti di tutti i comproprietari. Per quanto qui ci interessa, prima della riforma del 2005 la competenza per il giudizio di divisione endoesecutivo spettava al giudice dell'esecuzione solo nel caso in cui l'ufficio al quale apparteneva era competente per tale giudizio, altrimenti la relativa domanda andava proposta secondo gli ordinari criteri.

Il legislatore del 2005, modificando gli artt. 600 c.p.c. e 181 disp. att. c.p.c., ha attribuito la competenza del giudizio di divisione al giudice dell'esecuzione in funzione di giudice della cognizione e ha inciso sulle modalità di apertura del giudizio di divisione, per cui all'udienza ex art. 600 c.p.c. il giudice dell'esecuzione:

- se gli interessati sono tutti presenti, dispone l'istruzione della causa di divisione a norma degli artt. 175 ss. c.p.c. (art. 181, comma 1 disp. att. c.p.c.);

- se tutti gli interessati non sono presenti (sia pur sempre invitati a comparire all'udienza ex art. 600 c.p.c.), fissa, con l'ordinanza di cui all'art. 600, comma 2, c.p.c., l'udienza di comparizione dinanzi a sé e concede alle parti un termine per l'integrazione del contraddittorio mediante notifica dell'ordinanza (art. 181, comma 2, disp. att. c.p.c.).

Vista la mancanza di esplicite previsioni normative, si sono riscontrate prassi profondamente disomogenee tra i vari Tribunali, alcuni orientati ad imporre la notifica di una vera e propria citazione contenente la domanda giudiziale di divisione, altri orientati alla notifica della sola ordinanza, nel cui testo vi era l'invito a costituirsi nei termini di cui all'art. 166 c.p.c. e l'avvertimento delle decadenze previste dall'art. 167 c.p.c.

La Corte di Cassazione (Cass. n. 20817/2018) ha chiarito che il giudizio di divisione va introdotto con l'ordinanza che dispone il giudizio divisionale davanti allo stesso giudice, sia pure nelle diverse vesti di giudice della cognizione, da notificarsi agli interessati non presenti all'udienza fissata ai sensi dell'art. 600 c.p.c. per la loro audizione. Di conseguenza, l'ordinanza deve contenere tutti gli elementi indispensabili per l'introduzione della domanda giudiziale, tra cui quelli identificativi dell'oggetto e cioè del bene o dei beni immobili da dividere, completi dei dati indispensabili per la trascrizione dell'ordinanza stessa.

L'ordinanza va notificata con il rispetto del termine previsto dall'art. 163-bis c.p.c. ai comproprietari, incluso il debitore, agli aventi causa dai comproprietari e ai soggetti indicati dall'art. 1113 c.c. (in particolare ai creditori iscritti titolari di diritti reali di garanzia anche sulle quote dei comproprietari non esecutati), mentre si discute se la notifica debba essere rivolta anche agli assenti fisicamente dall'udienza ex art. 600 c.p.c., come sembrerebbe ricavarsi dal dato testuale, o solo a coloro che non siano costituiti. In dottrina le opinioni sono contrastanti, mentre non si sono rinvenute pronunce in giurisprudenza.

La notifica dell'ordinanza rimane adempimento propulsivo dei creditori aventi titolo, con la conseguenza che l'omessa notifica comporterà l'estinzione del processo esecutivo ex art. 630 c.p.c.

Poiché normale epilogo del processo di espropriazione di beni indivisi è il giudizio di divisione endoesecutiva, la notificazione dell'ordinanza che dispone quest'ultimo o di altro atto ad essa equipollente – ivi incluso l'atto di citazione in giudizio, se dello stesso è stata onerata dal g.e. la parte interessata – è legittimamente eseguita al procuratore di uno dei litisconsorti del giudizio che si sia già costituito nel processo esecutivo, in quanto il relativo mandato, purché non lo abbia in concreto escluso in modo espresso ed univoco, deve reputarsi validamente conferito anche ai fini dell'espletamento della difesa del conferente nel corso di quel normale sviluppo (così Cass. n. 20817/2018).

A seguito dell'ordinanza del Giudice dell'esecuzione che dispone il giudizio divisorio incidentale, la procedura esecutiva nell'ambito della quale è emessa è sospesa ai sensi dell'art. 601, comma 1, c.p.c., integrando una delle ipotesi di sospensione dell'esecuzione ex lege prevista dall'art. 623 c.p.c. (in questo senso, Cass. n. 1844/1967; Cass. n. 3070/1977).

Pertanto, l'instaurazione del giudizio divisorio comporta la sospensione necessaria ed immediata del procedimento esecutivo.

L'ordinanza è pur sempre un atto esecutivo, come tale soggetto all'opposizione ex art. 617 c.p.c., nonché al potere di revoca ex art. 487 c.p.c.

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