L'aggiunta del cognome materno al figlio nato in unione matrimoniale
31 Marzo 2025
Una donna presentava ricorso dinnanzi al Tribunale di Firenze per aggiungere il cognome materno a quello paterno del figlio, nato nel 2015 durante il matrimonio. Dopo la fine del matrimonio, il figlio è stato affidato ad entrambi i genitori secondo gli accordi di separazione. Il Tribunale respingeva la richiesta della signora, affermando che l'attribuzione del cognome materno richiedeva l'accordo delle parti e che la competenza spettava al Prefetto e non al tribunale ordinario. La Corte di appello di Firenze, sulla base della sentenza n.131/2022 della Corte Costituzionale sull'illegittimità dell'attribuzione automatica del solo cognome paterno ai figli, accoglieva l'appello e stabiliva che la sentenza della Corte Costituzionale si applicasse a casi di contrasto sull'ordine di attribuzione dei cognomi, autorizzando l'aggiunta del cognome materno al figlio. Conseguentemente il padre eccepiva il difetto di giurisdizione del tribunale ordinario e contestava la decisione della Corte di appello in cassazione. Nel caso in esame, per i giudici di legittimità la Corte di appello ha adeguatamente percorso il suo ragionamento alla luce dell'art. 316, commi secondo e terzo, c.c. e dell'art. 337-ter, terzo comma, c.c., considerando l'intenzione materna di aggiungere il cognome materno come la scelta più congrua all'interesse del minore ed ha motivato in modo chiaro e articolato la propria decisione, confrontando le argomentazioni della madre con le circostanze avanzate dal padre, sempre nell'esclusivo interesse del minore. Tuttavia, va evidenziato che il padre non ha contestato il merito della decisione della Corte. La Corte di appello, pur sostenendo un percorso motivazionale condivisibile, ha commesso un errore autorizzando direttamente l'aggiunta del cognome materno a quello paterno, anziché permettere alla madre di presentare la richiesta al Prefetto ai sensi dell'art. 89, d.P.R. n.396/2000. In conclusione, la S.C richiamando la sentenza n.131/2022 ha sottolineato che il cognome è un elemento fondamentale dell'identità giuridica e sociale di un individuo, richiedendo una ponderata considerazione del giudice sull'interesse del minore in situazioni di contrasto genitoriale. Nel caso di specie, la corte d'appello avrebbe dovuto autorizzare la madre quale rappresentante ad acta del figlio a richiedere al Prefetto ai sensi dell'art. 89 d.P.R. n. 396/2000 il cambio di cognome del figlio. Per questo motivi, il ricorso va accolto e la madre viene autorizzata a richiedere al prefetto il cambio cognome del figlio. |