Decreto Salva casa: il recupero dei sottotetti secondo le linee guida del Ministero delle infrastrutture
Paolo Scalettaris
01 Aprile 2025
Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha emanato un documento diretto a fornire le linee-guida per l'interpretazione e l'applicazione delle disposizioni del decreto-legge “Salva casa”. Nel documento vengono presi in esame i temi sui quali è intervenuto il decreto anzidetto: tra le disposizioni considerate, vi è anche quella che ha riguardato il recupero dei sottotetti. Nel testo che segue, approfondiremo ciò che viene esposto relativamente a questo argomento dalle linee-guida.
Introduzione. Il quadro normativo
Il c.d. decreto “Salva casa” (d.l. 29 maggio 2024, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla l. 24 luglio 2024, n. 105) detta - tra le altre - disposizioni dirette a disciplinare il recupero dei sottotetti.
In argomento, il decreto dispone che, “al fine di incentivare l'ampliamento dell'offerta abitativa limitando il consumo di nuovo suolo, gli interventi di recupero dei sottotetti sono comunque consentiti, nei limiti e secondo le procedure previsti dalla legge regionale, anche quando l'intervento di recupero non consenta il rispetto delle distanze minime tra gli edifici e dai confini, a condizione che siano rispettati i limiti di distanza vigenti all'epoca della realizzazione dell'edificio, che non siano apportate modifiche, nella forma e nella superficie, all'area del sottotetto, come delimitata dalle pareti perimetrali, e che sia rispettata l'altezza massima dell'edificio assentita dal titolo che ne ha previsto la costruzione. Resta fermo quanto previsto dalle leggi regionali più favorevoli”.
Viene così previsto, innanzitutto, che gli interventi di recupero dei sottotetti debbano avvenire secondo ciò che dispongono le normative regionali: si tratta di previsione che ha grande rilievo dal momento che - come noto - la materia è oggetto di competenza concorrente tra Stato e Regioni (art. 117 Cost.).
Ciò detto, la norma dispone che il recupero dei sottotetti possa essere attuato in deroga alle norme in tema di distanze tra le costruzioni e dai confini ove siano rispettate le seguenti precise condizioni:
l'intervento deve rispettare “i limiti di distanza vigenti all'epoca della realizzazione dell'edificio” (è consentito - di contro - che non siano osservati i limiti di distanza attualmente vigenti);
non devono essere “apportate modifiche, nella forma e nella superficie, all'area del sottotetto, come delimitata dalle pareti perimetrali”;
deve essere “rispettata l'altezza massima dell'edificio assentita dal titolo che ne ha previsto la costruzione”.
In presenza di queste condizioni, l'intervento di recupero del sottotetto è ammesso anche se con esso non vengano rispettate le distanze tra gli edifici e dai confini fissate dalla disciplina vigente.
La norma è destinata a trovare applicazione nei confronti (e solo nei confronti) degli interventi di recupero dei sottotetti che siano realizzati dopo il 28 luglio 2024, data di entrata in vigore della l. n. 105/2024, di conversione del c.d. decreto “Salva casa”.
Le linee-guida del Ministero delle infrastrutture circa il decreto “Salva casa”
Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha presentato recentemente un testo diretto a fornire le linee-guida per l'interpretazione e l'applicazione delle previsioni del decreto “Salva casa”.
Si è inteso dare, con tale testo, “risposte urgenti alle esigenze rappresentate dagli attori coinvolti nel processo edilizio - dalle istituzioni ai cittadini - in relazione alle tematiche afferenti alla semplificazione del quadro normativo di riferimento”.
Nelle premesse del documento, viene ricordato che le nuove disposizioni del decreto “Salva Casa” volte ad integrare il d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 (il testo unico in materia edilizia) “possono essere articolate convenzionalmente intorno a quattro macro-aree di intervento” costituite da:
1.ridefinizione dei titoli che consentono di comprovare lo stato legittimo degli immobili (art. 9 TU);
2.nuova disciplina relativa ai mutamenti di destinazione d'uso” (artt. 10, comma 2, e 23-ter TU);
3.regime delle tolleranze e semplificazione delle procedure finalizzate a sanare o regolarizzare situazioni di difformità (tolleranze costruttive ed esecutive (art. 34-bis TU) e casi particolari di interventi eseguiti in parziale difformità dal titolo (nuovo art. 34-ter TU); alla ridefinizione della c.d. doppia conformità, limitatamente alle parziali difformità dal permesso di costruire o dalla segnalazione certificata di inizio attività di cui all'art. 34, alle ipotesi di assenza o difformità dalla segnalazione certificata di inizio attività di cui all'art. 37, nonché alle variazioni essenziali (nuovo art. 36-bis TU);
4.adeguamento degli standard edilizi alle trasformazioni del contesto sociale ed urbano: recupero dei sottotetti (art. 2-bis TU); edilizia libera (art. 6 TU); certificato di agibilità (art. 24 TU).
Viene detto che, con il documento, “si è inteso indicare in relazione alle predette aree di intervento linee di indirizzo e criteri interpretativi finalizzati a fornire un supporto nell'attuazione sull'intero territorio nazionale delle disposizioni del decreto Salva casa”.
Ciò con la precisazione, peraltro, che, anche se “le disposizioni del decreto-legge sono di per sé auto applicative e non richiedono ulteriori interventi attuativi da parte dello Stato”, vi è comunque “l'esigenza di garantire piena e tempestiva attuazione alle disposizioni in esame sull'intero territorio nazionale, fatta salva la possibilità per la legislazione regionale di adottare norme di dettaglio nel rispetto della ratio di ciascuna disposizione novellata dal decreto Salva Casa e dei limiti del rapporto tra legislazione statale e legislazione regionale nella materia in esame”.
Il documento è organizzato in quattro distinte sezioni dedicate rispettivamente - sulla base delle indicazioni che si sono sopra riassunte - alle questioni afferenti allo stato legittimo degli immobili, alle modifiche in tema di mutamento della destinazione d'uso, alle nuove procedure di regolarizzazione delle difformità edilizie ed alle disposizioni afferenti all'adeguamento degli standard edilizi.
È all'interno di quest'ultima sezione che viene preso in considerazione il profilo relativo al recupero dei sottotetti. Esamineremo qui di seguito - anche alla luce delle osservazioni che avevamo avuto modo di formulare a proposito di questo argomento all'indomani dell'entrata in vigore del decreto “Salva casa” - ciò che viene esposto nel documento con riguardo agli interventi di recupero dei sottotetti.
Le linee-guida del Ministero a proposito del recupero dei sottotetti
L'esame da parte del Ministero della disposizione del decreto “Salva casa” diretta ad operare “la semplificazione in materia di sottotetti” è volto, dunque, ad individuare il percorso idoneo a consentire la corretta lettura ed applicazione di tale disposizione.
Va detto sùbito che, nel documento che stiamo considerando, viene affrontato in argomento un solo quesito specifico pur di portata generale: il quesito relativo all'ambito di applicazione della disposizione.
Al proposito, il documento precisa che la semplificazione prevista dalla norma anzidetta del decreto “Salva casa” opera “solo nelle Regioni che sono intervenute con proprie disposizioni a regolare gli interventi di recupero dei sottotetti”: viene infatti affermato che il recupero dei sottotetti è consentito solamente “qualora esista una norma regionale che definisca le condizioni che consentano tale recupero”.
In questa prospettiva, viene chiarito anche che deve ritenersi che “la disciplina semplificatrice introdotta […] non deve essere intesa come una liberalizzazione ma piuttosto, nei limiti e secondo le procedure previste dalle esistenti leggi regionali, come un quadro regolatorio minimo di condizioni necessarie per considerare ammissibili gli interventi di recupero dei sottotetti, quando questi non consentono il rispetto delle distanze minime tra gli edifici e dai confini, derogabile in presenza di leggi regionali più favorevoli”.
Ricordato che “numerose Regioni si sono dotate di disposizioni sul recupero a scopo abitativo dei sottotetti”, si conclude che “solo in relazione a queste ultime, pertanto, troveranno applicazione le disposizioni di semplificazione minima di cui al decreto Salva casa”.
Emerge da quanto viene così osservato che opinione del Ministero - che fa riferimento al passaggio della disposizione del decreto secondo cui gli sviluppi di iniziative dirette al recupero dei sottotetti “sono comunque consentiti, nei limiti e secondo le procedure previsti dalla legge regionale” - è che il richiamo alla disciplina regionale deve intendersi nel senso che la presenza di disposizioni nella specifica materia in esame nella legislazione delle singole regioni costituisca non soltanto l'elemento che fissi la misura in cui la disciplina del decreto “Salva casa” sia applicabile in materia ma anche - e prima ancora - la stessa condizione perché la disciplina prevista dal decreto possa trovare applicazione.
Ed in coerenza con quanto è così precisato si nota che “eventualiparziali dichiarazioni di incostituzionalità della legislazione regionale sul recupero dei sottotetti da parte della Corte Costituzionale non possono indurre automaticamente a ritenere insoddisfatto il rinvio legislativo alla disciplina regionale di settore, nella misura in cui la disciplina regionale di risulta sia comunque idonea a individuare i presupposti essenziali per il recupero dei sottotetti”.
Da segnalare, poi, che le linee-guida, prendendo in considerazione la questione con riguardo ai profili relativi al momento dell'adozione della disciplina regionale in materia, sottolineano che, “in merito all'applicabilità della disposizione in esame, a nulla rileva la data di emanazione della disposizione regionale (antecedente o successiva alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto Salva casa)”: ciò che conta è solamente che “il legislatore statale richiede l'esistenza di una disciplina legislativa regionale che disciplini le modalità di recupero dei sottotetti, individuando le relative procedure e i criteri”, indipendentemente dal momento in cui tale disciplina sia stata introdotta nella singola Regione.
Ed appunto in coerenza con questa osservazione, a conclusione del ragionamento il documento nota che “per quelle Regioni che non si sono dotate di tale disciplina, la norma in esame è volta a stimolare l'adozione di una normativa in materia di recupero di sottotetti, ciò sempre nell'ottica di incentivare l'ampliamento dell'offerta abitativa”.
È, dunque, nel senso che si è ora illustrato che secondo il Ministero deve vedersi - all'interno del quadro della competenza concorrente tra Stato e Regioni - il rapporto, nella materia in esame, tra la normativa statale e la normativa regionale.
Alcune osservazioni
Quelle indicate sono dunque le considerazioni formulate dalle linee-guida del MIT a proposito delle disposizioni del decreto “Salva casa” in tema di recupero dei sottotetti. In relazione a queste considerazioni possiamo formulare alcune osservazioni.
La finalità abitativa
Un primo rilievo che deve essere formulato nasce dalla considerazione che in sede di primo esame del decreto “Salva casa” era stata prospettata l'opinione secondo cui una corretta lettura della norma in tema di recupero del sottotetto doveva condurre a ritenere che la portata di questa fosse limitata al caso del recupero del sottotetto per sole finalità abitative: affermazione che era basata principalmente sull'elemento testuale costituito dal richiamo esplicito - contenuto nella norma - alla finalità costituita dall'ampliamento dell'offerta abitativa.
Orbene, le considerazioni esposte nelle linee-guida che abbiamo sopra ricordato confermano pienamente l'opinione indicata. Viene infatti affermato con tutta chiarezza dalle linee-guida del Ministero che le disposizioni del decreto “Salva casa” riguardano solamente il recupero dei sottotetti nella prospettiva della finalità abitativa, restando invece estranee alle previsioni del decreto le ipotesi dei sottotetti destinati ad uso diverso dall'abitativo.
Se questa, dunque, è la lettura della norma che trova conferma nel documento che stiamo esaminando, vi è però da dire che la versione interpretativa così seguita lascia aperto qualche interrogativo relativamente ad alcune delle ipotesi che possono configurarsi in argomento sul piano concreto quanto meno con riferimento al campo dei rapporti condominiali.
Una prima ipotesi in questo senso è quella del sottotetto che sia oggetto di proprietà comune condominiale: si noti che in questo caso non è affatto detto che il sottotetto comune abbia sempre e solamente destinazione abitativa (l'osservazione vale soprattutto - ma non soltanto - nei casi in cui le unità di cui si componga il condominio siano in maggioranza destinate ad uso non abitativo).
Altra ipotesi che potrebbe dare luogo ad incertezze è quella del sottotetto che fosse oggetto di proprietà esclusiva di un condomino proprietario di un'unità destinata ad uso non abitativo: anche in questa ipotesi non è affatto certo che il sottotetto di proprietà di tale condomino abbia sempre e solamente destinazione abitativa (ancorché vi sia da dire che non può affatto escludersi che il proprietario di un immobile ad uso non abitativo possa avere la proprietà di un soprastante immobile destinato ad abitazione, da utilizzarsi eventualmente anche quale alloggio di servizio).
Ciò che in ogni caso dovrebbe ritenersi sulla scorta di quanto si afferma nelle linee-guida che stiamo considerando è che la possibilità del ricorso alle disposizioni del decreto “Salva casa” sarà consentita solamente nei casi in cui il sottotetto abbia destinazione abitativa e che in ogni ipotesi di destinazione diversa da questa la possibilità anzidetta sarà esclusa: la regola dovrebbe valere anche per le ipotesi che ora si sono indicate di immobili facenti parte di condominio.
Il rapporto con la normativa regionale
La seconda osservazione da farsi concerne la limitazione dell'applicabilità delle disposizioni in tema di recupero dei sottotetti alle sole Regioni nelle quali in materia siano intervenute - e siano vigenti - specifiche norme regionali: solamente in questi casi - secondo le linee-guida in esame - le disposizioni del decreto “Salva casa” potranno operare.
Da notare che in sede di prima lettura della norma si era ritenuto che questa si limitasse ad affermare - quanto al rapporto tra la disciplina regionale e la disciplina nazionale - la prevalenza delle disposizioni normative regionali sulle disposizioni della legge nazionale.
La lettura che viene ora fornita dalle linee-guida in esame è orientata però a dare ancora maggiore rilievo alle disposizioni delle leggi regionali: secondo quanto essa suggerisce infatti la previsione della norma del decreto “Salva casa” che dispone che “gli interventi di recupero dei sottotetti sono comunque consentiti, nei limiti e secondo le procedure previsti dalla legge regionale” deve essere intesa nel senso che il richiamo alla legge regionale significhi che solo nei casi e nelle realtà in cui vi siano leggi regionali che disciplinino la materia potrà trovare applicazione la disposizione in esame. Di contro nelle regioni in cui non vi siano leggi in materia la disposizione anzidetta del decreto “Salva casa” non potrà trovare applicazione.
A completamento di questa osservazione, il Ministero afferma poi - come abbiamo visto - che dalla norma in esame deve ricavarsi anche che “la disciplina semplificatrice introdotta […] non deve essere intesa come una liberalizzazione ma piuttosto, nei limiti e secondo le procedure previste dalle esistenti leggi regionali, come un quadro regolatorio minimo di condizioni necessarie per considerare ammissibili gli interventi di recupero dei sottotetti, quando questi non consentono il rispetto delle distanze minime tra gli edifici e dai confini, derogabile in presenza di leggi regionali più favorevoli”.
I rapporti con la realtà del condominio
Resta da dire che le linee-guida in esame si sono limitate a considerare il profilo della materia che si è ora indicato e non hanno preso in considerazione ulteriori questioni che pure si pongono a proposito della operatività delle disposizioni in tema di recupero dei sottotetti.
Tra le questioni che in questo senso si possono segnalare vi sono le questioni che si pongono con riguardo al rapporto tra la nuova disposizione e la disciplina del condominio negli edifici, realtà rispetto alla quale le vicende relative al recupero dei sottotetti sono destinate ad avere grande incidenza.
Nel silenzio in argomento del documento in esame, pare ragionevole ritenere che debbano restare ferme le osservazioni che all'indomani dell'emanazione del decreto “Salva casa” erano state formulate con riguardo all'applicazione di questo alla realtà dei condominii, osservazioni che avevano condotto a ritenere che:
nel caso in cui il sottotetto nell'edificio in condominio fosse di proprietà comune le opere dirette al suo recupero avrebbero la natura propria delle “innovazioni” (art. 1120 c.c.) e richiederebbero, pertanto, delibere dell'assemblea condominiale da adottarsi con la maggioranza qualificata di cui comma 5 dell'art. 1136 c.c.;
nel caso in cui il sottotetto invece fosse oggetto di proprietà individuale dovrebbero rispettarsi tutte le regole ed i limiti di cui all'art. 1122 c.c.;
l'intervento di recupero del sottotetto non sembra sia riconducibile all'ipotesi della “sopraelevazione” di cui all'art. 1127 c.c.;
infine, l'intervento di recupero del sottotetto potrebbe dare luogo - nel caso in cui esso riguardasse parti dell'edificio di proprietà individuale ed in cui esso desse luogo ad una modifica del rapporto tra il valore delle unità di proprietà individuale che superasse la soglia di cui all'art. 69 disp. att. c.c. - alla modifica della tabella millesimale.
In conclusione
Alla luce delle osservazioni formulate possono trarsi le seguenti conclusioni.
Dall'esame condotto emerge dunque in sintesi che:
le linee-guida presentate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a proposito del decreto “Salva casa” hanno la finalità di fornire agli operatori ed agli interpreti un aiuto nella lettura delle disposizioni del decreto;
nelle linee-guida, è presente anche un pur breve cenno alle previsioni in tema di recupero dei sottotetti;
con tale cenno, il Ministero afferma che le previsioni anzidette sono destinate a trovare applicazione solo nelle Regioni in cui siano state emanate disposizioni regionali dirette a disciplinare la materia;
quanto alle ulteriori questioni che si pongono a proposito delle previsioni del decreto in tema di recupero dei sottotetti - e soprattutto quanto alle questioni che si pongono con riguardo all'applicazione di tali previsioni ai condominii negli edifici - pare che, nel silenzio delle linee guida in proposito, debbano essere richiamate le considerazioni che all'indomani dell'entrata in vigore del decreto “Salva casa” erano già state formulate in sede di commento al decreto.
Riferimenti
Natalini, Si al recupero abitativo dei sottotetti con le leggi regionali più favorevoli, in Guida al diritto, 2024, n. 31, 43;
Scalettaris, Decreto “Salva casa”: effetti sulla realtà del condominio del recupero dei sottotetti, in IUSCondominioelocazione, 23 gennaio 2025;
Scarpa, Decreto “salva casa”: quelle ricadute poco scontate sui rapporti condominiali, in Guida al diritto, 2024, n. 32-33, 5;
Scarpa, Sulla commerciabilità degli immobili conseguenze effettive poco probabili, in Guida al diritto, 2024, n. 24, 71.
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