Reiterazione del ricorso “in bianco” e buona fede del debitore
01 Aprile 2025
«I principi generali del codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza (c.c.i.i.) e tra essi in particolare i doveri che l'art. 4 del c.c.i.i. pone a carico del debitore non consentono al debitore che ha già usufruito del potere di depositare domanda di accesso ex art. 44 comma1 c.c.i.i. di ripresentare la domanda di accesso ex art. 44 comma 1 c.c.i.i. posto che i termini indicati dall'art. 44 comma 1 c.c.i.i. sono da intendersi come perentori». Tale principio è stato espresso dal Tribunale di Vicenza con un decreto di inammissibilità di un ricorso contenente «domanda di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza con riserva di deposito di documentazione ai sensi dell'art. 44, comma 1, del codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, con contestuale richiesta di concessione delle misure protettive di cui all'art. 54 comma 2 CCII». Si evidenzia nel decreto che la società ricorrente ha, nel corso del tempo, instaurato diversi procedimenti per la soluzione della medesima situazione di crisi-insolvenza. In particolare, da ultimo, la debitrice aveva depositato una prima domanda ex art. 44, comma 1, c.c.i.i. con richiesta concessione di misure protettive e cautelari, domanda accolta con assegnazione di un termine, poi prorogato. Naufragato, tuttavia, il successivo tentativo di concordato preventivo in continuità aziendale diretta, è stata proposta una seconda domanda ex art. 44, comma 1, c.c.i.i.con richiesta di concessione di misure cautelari, dichiarata inammissibile vista la natura perentoria del termine stabilito dall'art. 44 comma 1 ritenuto non concedibile una seconda volta (concetto, come anticipato, ribadito nell'odierno decreto). Con la terza domanda ex art. 44, comma 1, c.c.i.i.(quella oggetto del decreto in discorso) la ricorrente assume che l'art. 44 c.c.i.i. non replica quanto stabilito dall'art. 161 l. fall. e cioè il divieto biennale di riproposizione del ricorso in bianco nel caso in cui l'imprenditore non abbia ottenuto l'ammissione, essendo sufficiente per la ricorrente indicare «quali mutamenti intende adottare rispetto al precedente piano, per giustificare l'assegnazione di un termine per dar corso ad un nuovo tentativo di regolazione della crisi». Il Tribunale rigetta gli argomenti usati dalla ricorrente ed enuncia il principio sopra riportato, precisando ulteriormente che:
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