Consulta, assegno temporaneo per figli minori: legittima l’esclusione per i richiedenti asilo dal godimento della provvidenza
10 Aprile 2025
La Corte Costituzionale, con sentenza n. 40/2025, ha esaminato le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 1, lettera a), numero 1), del decreto-legge 8 giugno 2021, n. 79 (Misure urgenti in materia di assegno temporaneo per figli minori), convertito nella legge 30 luglio 2021, n. 112. Il Tribunale ordinario di Padova, in funzione di giudice del lavoro, ha sollevato le questioni su richiesta di una cittadina extra UE, madre di due minori, residente in Italia e detentrice del permesso di soggiorno per "richiesta asilo", per l'accertamento del carattere discriminatorio (ai sensi dell'art. 44 del d.lgs. del 25 luglio 1998, n. 286, recante «Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero») del provvedimento con cui l'INPS le aveva negato la provvidenza in questione «in quanto sprovvista del requisito di essere cittadina italiana o straniera con permesso di soggiorno di lungo periodo o di lavoro o ricerca di durata non inferiore a sei mesi», richiesto dalla norma in questione. Il giudice a quo aveva ritenuto la disposizione in contrasto con gli artt. 3 e 31 della Costituzione nella parte in cui esclude irragionevolmente dal godimento dell'assegno temporaneo i cittadini di paesi terzi, titolari di permesso di soggiorno per richiesta asilo, che si trovino nello stato di bisogno che la prestazione vuole fronteggiare. La Corte Costituzionale ha dichiarato infondate le questioni sollevate. La sentenza ribadisce che la Costituzione impone l'uguaglianza nell'accesso ai servizi sociali tra cittadini italiani, comunitari ed extra UE, limitando tale uguaglianza a servizi e prestazioni dirette a soddisfare un bisogno primario ed essenziale dell'individuo e a garantire i diritti inviolabili della persona. La Corte osserva che l'assegno temporaneo per i figli minori «è provvidenza destinata a tutelare i soggetti fragili, ma non a soddisfare bisogni essenziali della persona, configurandosi, piuttosto, come misura premiale della genitorialità che spetta alle famiglie che si trovino in una determinata condizione economica, e che anticipa, in via provvisoria, lo strumento dell'assegno universale, previsto dal decreto legislativo n. 230 del 2021, che è disancorato dai limiti di reddito e non persegue finalità di urgenza assistenziale». I richiedenti asilo e le relative famiglie, con i minori che ne fanno parte, usufruiscono di assistenza sanitaria gratuita, dell'istruzione per i minori con diritto all'iscrizione scolastica e della possibilità di lavoro, che affranca la persona dai bisogni primari. Ricorda la Corte che agli stranieri, una volta divenuti titolari dello status di rifugiato e di protezione sussidiaria, viene poi riconosciuto il diritto al medesimo trattamento del cittadino italiano in materia di assistenza sociale e sanitaria anche quanto al godimento dell'assegno temporaneo per i figli minori. La Corte ha quindi stabilito che l'attuale norma non è costituzionalmente illegittima in quanto garantisce al legislatore la discrezionalità nel determinare l'accesso a prestazioni sociali, tenendo conto delle limitate risorse finanziarie disponibili e nel rispetto del principio di ragionevolezza. Pertanto, la norma censurata che non riconosce l'assegno temporaneo per i figli minori ai cittadini extra UE con permesso per richiedenti asilo non è costituzionalmente illegittima, in quanto, «anche nell'esigenza di conciliare la massima fruibilità dei benefici previsti con il carattere limitato delle risorse finanziarie disponibili, affida alla discrezionalità del legislatore - pur sempre nel rispetto del principio di ragionevolezza - la possibilità di graduare con criteri restrittivi o, anche, di escludere l'accesso a prestazioni sociali» chiosa la Corte. Fonte: Diritto e Giustizia |