Abusi edilizi negli elaborati grafici: non comportano l’approvazione implicita della PA

La Redazione
11 Aprile 2025

Se il Comune rilascia il permesso di costruire, approva implicitamente l'esistenza delle opere abusive presenti negli elaborati grafici allegati al titolo abilitativo?

Il caso di specie

La società istante, proprietaria di un'attività commerciale (ristorante), impugnava l'ordinanza di demolizione di una serie di opere abusive. Il manufatto era costituito da un piano terra nel quale erano collocati l'ingresso-saletta d'attesa, il magazzino, la cucina, i servizi igienici, lo spogliatoio del personale e qualche tavolo per la clientela mentre al piano coperta da gazebo in tela e tendaggi frangisole, era collocata la parte pregiata del ristorante. L'Istante contestava che il Comune, approvando e rilasciando il permesso di costruire, avrebbe riconosciuto l'esistenza delle opere denunciate e raffigurate negli elaborati tecnici licenziati con la propria approvazione. Alla luce di ciò, la presenza di abusi edilizi negli elaborati grafici allegati al titolo abilitativo implica un'automatica approvazione da parte del Comune?

Aspetti normativi e giurisprudenziali

Secondo la normativa, l'art. 9-bis, comma 1-bis, d.P.R. n. 380/2001 definisce lo stato legittimo di un immobile o di un'unità immobiliare facendo riferimento: al titolo abilitativo che ne ha previsto la costruzione o ne ha legittimato la realizzazione; al titolo edilizio che ha disciplinato l'ultimo intervento riguardante l'intero immobile o unità immobiliare, a condizione che l'amministrazione abbia verificato la legittimità dei titoli pregressi. Invece, secondo la giurisprudenza, al fine di valutare l'incidenza sull'assetto del territorio di un intervento edilizio consistente in una pluralità di opere, anche realizzate in tempi diversi, occorre compiere una valutazione complessiva e globale delle opere medesime, mentre non possono essere presi in considerazione i singoli interventi in modo “atomistico”, come se fossero del tutto slegati l'uno dall'altro, sicché non è dato scomporne una parte per negare l'assoggettabilità ad una determinata sanzione demolitoria, in quanto il pregiudizio arrecato al regolare assetto del territorio deriva non da ciascun intervento, ma dall'insieme delle opere nel loro contestuale impatto edilizio e nelle reciproche interazioni (Cons. Stato. 3 novembre 2022, n. 9653).

La soluzione dell'Edilizia

I giudici in materia (soluzione fornita dal Cons. Stato 18 febbraio 2025, n. 1382), hanno precisato che non può esistere né è giuridicamente configurabile un atto di assenso implicito ad opere abusive, non fondato sull'esplicito, e consapevole, riconoscimento della loro esistenza difforme dagli strumenti urbanistici e/o dai titoli edilizi e, nel caso di specie, semplicemente rappresentate in un elaborato grafico a corredo di una istanza volta ad ottenere l'autorizzazione. In definitiva, secondi i giudici, l'amministrazione aveva l'obbligo di perseguire la demolizione delle opere abusive, anche a distanza di tempo, in quanto mai autorizzate, né esplicitamente né implicitamente.

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