Decorso del termine massimo per le misure protettive e inammissibilità di ulteriori misure
15 Aprile 2025
Il Tribunale di Vicenza, pronunciandosi su un ricorso per l'accesso ad uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza con “riserva” ex art. 44, comma 1, c.c.i.i. con il quale veniva chiesta ex art. 54, commi 1 e 2, c.c.i.i. la concessione di misure protettive tipiche (o di misure cautelari aventi il contenuto di misure protettive tipiche) da parte di una società che già aveva usufruito delle misure protettive per il termine massimo di 12 mesi nell'ambito della composizione negoziata, ha espresso il seguente principio: «Pur essendo ammissibile la domanda ex art. 44, comma 1, c.c.i.i. diretta all'accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza, chi abbia già usufruito del termine massimo di dodici mesi, previsto per le misure protettive dall'art. 8 c.c.i.i., non può essere ulteriormente assistito dalle misure protettive tipiche (divieto di azioni esecutive e cautelari), neanche sotto forma di misure cautelari (che non hanno scadenza) aventi lo stesso contenuto. Un altro periodo di misure protettive potrebbe essere concesso solo a fronte del sopravvenire di una situazione di crisi o di insolvenza del tutto diversa da quella per cui le misure sono già state concesse fino al termine massimo, condizione ipotizzabile nel caso in cui l'impresa, tornata in bonis, si trovi costretta successivamente ad affrontare altra fase di crisi, con richiesta di accesso agli strumenti di regolazione previsti dal c.c.i.i.». Segnalazione della massima a cura del Dott. Giuseppe Limitone. |