Giurisdizione “cross-border” e competenza delle Corti nazionali: chiarimenti dalla CGUE

La Redazione
28 Aprile 2025

Con la sentenza C-339/22 la Corte di giustizia UE chiarisce i limiti alla competenza giurisdizionale degli Stati nazionali stabiliti dall’art. 24(4) del Regolamento “Bruxelles I-Bis” in materia di brevetti.

In data 25 febbraio 2025 la Corte di giustizia UE ha fornito importanti chiarimenti in materia di competenza delle Corti nazionali sui brevetti europei e, in particolare, di giurisdizione c.d. “cross-border”, intesa come la giurisdizione di un giudice nazionale su un unico contenzioso avente ad oggetto le medesime porzioni di diritto, riferibili a diversi Stati (membri UE o terzi) e di cui venga richiesta una pronuncia unitaria.  

Nel caso di specie, una società tedesca, titolare di brevetto europeo, intentava una causa per contraffazione nei confronti di una società svedese, sostenendo che questa avesse violato non solo la “porzione” di diritto brevettuale svedese, ma anche numerose altre porzioni nazionali dello stesso brevetto, tra cui anche la porzione di diritto turco. La convenuta affermava, invece, che tutte le porzioni di diritto nazionale fossero nulle e, di conseguenza, che il tribunale svedese non fosse competente a decidere.

In primo grado la Corte svedese affermava la propria incompetenza a decidere sulle porzioni del brevetto diverse da quella svedese, ai sensi dell'art. 24(4) del Regolamento “Bruxelles I-Bis”.

Parte attrice impugnava presso la Corte d'appello e questa interpellava la Corte di giustizia sottoponendole due quesiti:

  • se l'art. 24(4) del Regolamento debba essere interpretato nel senso che un giudice dello Stato membro in cui è domiciliato il convenuto di un procedimento in materia di contraffazione di brevetto, rilasciato in altro Stato membro, resti competente a conoscere dell'azione anche nel caso in cui il convenuto contesti, in via di eccezione, la validità dello stesso brevetto;
  • se il medesimo art. 24(4) debba essere considerato applicabile anche al giudice di uno Stato terzo.

La CGUE si è pronunciata nel seguente modo:

Per quanto riguarda la prima questione ha affermato che le domande e le eccezioni di nullità di un brevetto possono essere trattate solo dai giudici dello Stato in cui il brevetto è stato registrato, ma, qualora la validità del brevetto sia contestata in via di eccezione in un'azione di contraffazione “cross-border, il giudice adito per la contraffazione deve comunque restare competente sulla domanda principale.

La norma in materia di giurisdizione esclusiva ex art. 24(4) riguarda esclusivamente le questioni in materia di validità del brevetto, costituendo l'art. 24(4) un'eccezione alla regola generale di domicilio del convenuto (art. 4(1)). Dal momento che la maggior parte delle questioni sollevate riguarda argomenti sulla validità, una diversa applicazione renderebbe l'eccezione ex art. 24(4) regola generale de facto.

La Corte adita sulla domanda di contraffazione cross-border, pur non potendo pronunciarsi sulla questione di validità, ha facoltà di sospendere il procedimento qualora sia debitamente proposta azione di nullità e ritenga che “esista una possibilità ragionevole e non trascurabile che tale brevetto sia annullato”.

In merito alla seconda questione, la CGUE ritiene che il giudice adito sulla contraffazione di brevetti registrati in Stati terzi debba poter decidere sulle eccezioni di invalidità sollevate. Nel caso di specie, il giudice svedese adito per la pretesa contraffazione di un brevetto turco contro una società domiciliata in Svezia dovrà avere facoltà di pronunciarsi, in via di eccezione, anche sulla validità di detto brevetto.

Tuttavia, la pronuncia avrà efficacia solo tra le parti in causa, non potendo inficiare l'esistenza o il contenuto del brevetto dello Stato terzo (in questo caso la Turchia).

Inoltre, altre norme (quali l'art. 22(4)) della Convenzione di Lugano o altre convenzioni bilaterali tra lo Stato membro e lo Stato terzo) potranno prevedere diverse regole di giurisdizione esclusiva.

In caso di giudizio pendente nello Stato terzo sulle medesime domande o su domande connesse, il giudice dello Stato membro potrà anche essere indotto a riconoscere la competenza dello Stato terzo sospendendo o ponendo fine al procedimento ex artt. 33 e 24 del Regolamento “Bruxelles I-Bis”.