"Passaporti d'oro": la legge maltese contrasta con il diritto europeo

Lorenzo Salazar
02 Maggio 2025

Un programma che consente la concessione della cittadinanza in cambio di investimenti è contrario alla normativa UE, in quanto costituisce una commercializzazione dei diritti derivanti dalla cittadinanza dello stato membro e, di riflesso, europea.

Lo scorso 29 aprile, statuendo nella causa C‑181/23, avente ad oggetto un ricorso per inadempimento ai sensi dell'art. 258 TFUE (proposto il 21 marzo 2023) da parte della Commissione europea contro la Repubblica di Malta, la Grand Chambre della Corte di giustizia ha statuito che il programma con cui Malta agevola la concessione della cittadinanza in cambio di investimenti pari ad almeno 600mila euro da parte di soggetti residenti sull'isola viola il diritto europeo, ordinando allo Stato membro di interrompere tale programma.

Anche Cipro e Bulgaria, che disponevano di programmi analoghi, erano stati in passato costretti a interromperli a seguito dell'intervento della Commissione europea.

Fondandosi anche sul contenuto di estratti dei siti Internet degli agenti autorizzati che promuovono il programma di cittadinanza tramite investimento, la Corte ha affermato che questo è stato pubblicamente presentato dalla Repubblica di Malta come un programma di naturalizzazione che offre i vantaggi derivanti dalla cittadinanza dell'Unione, in particolare il diritto di circolare e di soggiornare liberamente negli altri Stati membri.

Tale rappresentazione contribuisce a dimostrare che Malta ha istituito una procedura assimilabile a una commercializzazione della concessione della cittadinanza di uno Stato membro, sfruttando i diritti connessi allo status di cittadino dell'Unione al fine della promozione di tale procedura. 

In conclusione, nel dispositivo della sentenza, la Corte ha statuito che “avendo introdotto e attuato un programma istituzionalizzato di cittadinanza tramite investimento come il Maltese Citizenship by Naturalisation for Exceptional Services by Direct Investment (cittadinanza maltese per naturalizzazione in ragione di servizi eccezionali tramite investimento diretto), fondato sull'art. 10, par. 9, del Maltese Citizenship Act (Chapter 188 of the Laws of Malta, legge sulla cittadinanza maltese; cap. 188 delle leggi di Malta), come modificato dal Maltese Citizenship (Amendment No. 2) Act (Act XXXVIII of 2020, legge recante modifica n. 2 alla legge n. XXXVIII del 2020 sulla cittadinanza maltese e dai Granting of citizenship for Exceptional Services Regulations del 2020, Subsidiary Legislation 188.06 of the Laws of Malta, Regolamento del 2020 sulla concessione della cittadinanza in ragione di servizi eccezionali, prevista a sua volta dalla legislazione secondaria 188.06 delle leggi di Malta), che istituisce una procedura di naturalizzazione avente carattere di transazione in cambio di pagamenti o di investimenti predeterminati e che è quindi assimilabile ad una commercializzazione della concessione della cittadinanza di uno Stato membro, nonché, per estensione, dello status di cittadino dell'Unione, la Repubblica di Malta è venuta meno agli obblighi incombenti in virtù dell'art. 20 TFUE e dell'art. 4, par. 3, TUE”, con condanna alle spese di causa. 

Il testo integrale della sentenza può leggersi al seguente link: curia.europa.eu.