A quali intercettazioni si applica il limite dei 45 giorni introdotto dalla cd. legge Zanettin?

Ferdinando Brizzi
05 Maggio 2025

Una recente circolare della Procura di Messina, avente ad oggetto la legge 31 marzo 2025, n. 47, recante "Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione"(G.U. n. 83 del 9.4.2025, in vigore dal 24.4.2025), sta suscitando aspre reazioni.

Il “doppio binario”

Come noto, sussiste un duplice regime delle intercettazioni: ordinario e speciale.

Il regime ordinario, relativo alla generalità dei reati per i quali sono ammesse le intercettazioni, è previsto dall'art. 267, comma 3 c.p.p. e prevede una durata massima delle operazioni di 15 giorni, prorogabili per periodi successivi di 15 giorni.

Il regime speciale riguarda alcuni specifici reati – tra i quali quelli di criminalità organizzata e terrorismo – è previsto dall'art. 13, comma 2 del d.l. n. 152/1991 e fissa la durata massima delle operazioni in 40 giorni, prorogabili per periodi successivi di 20 giorni.

Né il regime ordinario né il regime speciale prevedevano un limite massimo di durata delle intercettazioni.

Limite che la legge 31 marzo 2025, n. 47 recante "Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione" (c.d. legge Zanettin) ha introdotto, invece, in rapporto al solo regime ordinario. Nell'art. 267, comma 3 c.p.p. viene aggiunto questo periodo finale: «Le intercettazioni non possono avere una durata complessiva superiore a quarantacinque giorni, salvo che l'assoluta indispensabilità delle operazioni per una durata superiore sia giustificata dall'emergere di elementi specifici e concreti, che devono essere oggetto di espressa motivazione».

La Circolare della Procura di Messina

Con circolare 15 aprile 2025 n. 2633 la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina Direzione Distrettuale Antimafia ha fornito linee guida interpretative precisando che l'art. 1, comma 2, della legge n. 47/2025 prevede che all'art. 13 decreto­ legge 13.5.1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12.7.1991, n. 203, sono apportate alcune modificazioni:

  • al comma 1, dopo le parole "articolo 267" sono inserite le seguenti: "comma 1";
  • al comma 2, dopo le parole "di cui al comma 1," sono inserite le seguenti: "in deroga a quanto disposto dall'articolo 267, comma 3, del codice di procedura penale".

   

Per effetto di queste modifiche, dunque, il c.d. doppio binario previsto dall'art. 13 d.l. n. 152/1991 (sufficienza degli indizi di reato; durata iniziale delle intercettazioni, pari a 40 giorni; durata delle proroghe, pari a 20 giorni ciascuna), viene mantenuto anche in relazione alle innovazioni introdotte per le intercettazioni ordinarie.

Ne consegue, ad avviso della Procura, che la più rigida previsione introdotta dalla legge 47/2025 per le intercettazioni ordinarie (ovvero il regime delle proroghe oltre il quarantacinquesimo giorno), non trova applicazione nei casi delle intercettazioni relative al secondo binario.

Restano pertanto escluse dalle nuove disposizioni:

  • i reati di criminalità organizzata o di minaccia con il mezzo del telefono (cfr. art, 13, comma 1, d.l. n. 152/1991);
  • i reati previsti dall'art. 371-bis, comma 4-bis, c.p.p. (cfr. art. 13, comma 3-bis, d.l. n. 152/1991), ovvero i delitti di cui agli articoli 615-ter, comma 3, c.p. (accesso abusivo a sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all'ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico); 635-ter (danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici pubblici o di interesse pubblico) e 635-quinquies c.p. (danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblico interesse); nonché ( quando i fatti sono commessi in danno di un sistema informatico o telematico utilizzato dallo Stato o da altro ente pubblico o da un'impresa esercente servizi pubblici o di pubblica necessità) i delitti di cui agli artt. 617-quater c.p. (intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche), 617-quinquies c.p. (installazione di apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche) e 617-sexies c.p. (falsificazione, alterazione o soppressione del contenuto di comunicazioni informatiche o telematiche).

   

Restano esclusi altresì dalle nuove disposizioni anche altri reati ai quali, nel corso del tempo, è stata estesa la normativa derogatoria di cui all'art. 13 l. n. 152/91, ovvero:

  1. i delitti di terrorismo di cui agli artt. 270-ter c.p. (assistenza agli associati) e 280-bis c.p. (Atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi), nonché di cui all'art. 407, comma 2, lett. a), n. 4, c.p.p. (cfr. art. 3 d.l. n. 374/2015);
  2. i delitti dei pubblici ufficiali o degli incaricati di pubblico servizio contro la pubblica amministrazione puniti con la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni, determinata a norma dell'articolo 4 c.p.p. (cfr. art. 6 d.lgs. n. 216/20176) e, dunque, i reati di cui agli artt. 314, comma 1 (peculato), 317 (concussione), 318 (corruzione per l'esercizio della funzione), 319 (corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio), 319-bis (corruzione aggravata), 319-ter (corruzione in atti giudiziari), 319-quater, comma 1 (induzione indebita a dare o promettere utilità), 322-bis c.p. (peculato, indebita destinazione di denaro o cose mobili, concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, corruzione e istigazione alla corruzione di membri delle Corti internazionali o degli organi delle Comunità europee o di assemblee parlamentari internazionali o di organizzazioni internazionali e di funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri);
  3. i delitti, consumati o tentati, previsti dagli artt. 452-quaterdecies c.p. (attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti) e 630 c.p. (sequestro di persona a scopo di estorsione), ovvero commessi con finalità di terrorismo o avvalendosi delle condizioni previste dall'articolo 416-bis c.p. (forza di intimidazione del vincolo associativo e condizione di assoggettamento e di omertà che ne derivano) o al fine di agevolare l'attività delle associazioni previste dallo stesso articolo (cfr. art. 1, comma 1, d.l. n. 105/2023. conv. con legge n. 137/2023).

Le reazioni politiche

La circolare, indirizzata ai magistrati dell'ufficio, togati e onorari, è stata comunicata:

  • al Presidente del Tribunale di Messina (per l'eventuale diffusione tra Giudici);
  • al Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Messina;
  • al Presidente della Camera Penale di Messina
  • al Procuratore Generale della Repubblica presso la corte d'appello di Messina.

   

Ed è stata pubblicata sul sito web della Procura di Messina.

Su Il Dubbio del 4 maggio, 2025 vengono esposte le dure reazioni del mondo politico contro la circolare, sia perché «stravolge la volontà del legislatore», sia perché «È inaudito che una procura si rivolga direttamente ai giudici per indicare come applicare una legge appena entrata in vigore». In particolare, le critiche sembrano essersi appuntate sulla possibilità di estendere il regime derogatorio alle indagini concernenti i delitti dei pubblici ufficiali o degli incaricati di pubblico servizio contro la pubblica amministrazione puniti con la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni, determinata a norma dell'articolo 4 c.p.p. (cfr. art. 6 del d.lgs. n. 216/2017).

A seguito delle polemiche, a quanto si legge su Il Dubbio, l'Associazione nazionale magistrati ha chiesto un incontro urgente con Forza Italia, fissato per mercoledì 7 maggio.

A ben vedere, la “lettura” del testo normativo offerta dal Procuratore di Messina, era già stata esposta su questa rivista da un autorevole commentatore (Cesare Parodi, Intercettazioni: ancora novità (e non saranno le ultime), su Ius Penale 26 Marzo 2025) che, da un lato ricordava come il regime “speciale” sia stato progressivamente e significativamente ampliato dal Legislatore, dall'altro segnalava come all'atto di licenziare la modifica fosse stato già adombrato un ulteriore intervento, in quanto la Camera aveva votato un ordine del giorno per impegnare il Governo «ad adottare le opportune iniziative normative al fine di estendere ai delitti di violenza sessuale e di violenza di genere, stalking, revenge porn, e pedopornografia il regime della proroga prevista dall'articolo 13 del decreto-legge n. 152 del 1991» (Ordine del giorno n. 9/02084/001, del 19.3.2025). Quando dunque questo Autore parlava di “work in progress” era stato assai lungimirante dal momento che, a quanto si legge su Il Dubbio secondo gli esponenti politici, a seguito della Circolare in oggetto «Una correzione sarà necessaria e potrebbe già essere inserita nel decreto sicurezza, stiamo valutando come garantirne un'interpretazione autentica».

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