Termine annuale per il fallimento della società cancellata

La Redazione
06 Maggio 2025

La Corte di cassazione ha enunciato un principio di diritto relativo al tema dell'individuazione del “dies ad quem” del termine annuale previsto dall’art. 10 l. fall., nel caso in cui l’iniziale istanza di fallimento sia stata rigettata e, a tale rigetto, sia seguito l’accoglimento del reclamo ex art. 22 l. fall.

Una società cancellata dal registro delle imprese veniva fatta oggetto di istanze di fallimento poi rigettate dal Tribunale di Latina. Successivamente, la società veniva dichiarata fallita dal medesimo Tribunale a seguito dell'accoglimento, da parte della Corte d'appello di Roma, del reclamo ex art. 22 l. fall. promosso dai creditori. Proposto reclamo ex art. 18 l. fall. da parte del legale rappresentate della cessata società debitrice, la Corte d'appello di Roma lo accoglieva rilevando come il decreto di accoglimento del reclamo ex art. 22 l. fall fosse intervenuto oltre un anno dalla cancellazione dal registro delle imprese, e dunque oltre il termine prescritto dall'art. 10 l. fall.

La Corte di cassazione ha rigettato il ricorso proposto, a loro volta, dai creditori – i quali sostenevano che «il termine annuale per la declaratoria di fallimento previsto dall'art. 10 comma 1 l. fall. decorra dalla data (di pubblicazione) del decreto di accoglimento del reclamo reso dalla Corte d'Appello» – ricordando che «La sentenza dichiarativa di fallimento deve intervenire entro l'anno successivo alla cancellazione della società dal Registro delle Imprese (art. 10 l. fall.), norma che individua un termine all'ultrattività della società insolvente ai fini della dichiarazione di fallimento. Ove, poi, il ricorso o la richiesta venga rigettata dal Tribunale, il termine si computa in relazione al successivo decreto della Corte di Appello che accolga il reclamo e rimetta gli atti al Tribunale per i provvedimenti conseguenti (art. 22, commi quarto e quinto, l. fall.». Nel caso di specie, la cancellazione della società dal registro era avvenuta nel febbraio 2021, mentre la Corte aveva accolto il reclamo del giugno 2022, dunque oltre il termine annuale ex art. 10 l. fall.

Il principio di diritto espresso dalla pronuncia riguarda precisamente questo aspetto, ovvero il dies ad quem del termine annuale previsto dall'art. 10 l. fall. nel caso in cui l'iniziale istanza di fallimento sia stata rigettata e, a tale rigetto, sia seguito l'accoglimento del reclamo ex art. 22 l. fall.:

«La regola prevista dall'art. 10, primo comma, L.Fall. secondo cui la dichiarazione di fallimento nei confronti di una società insolvente deve intervenire entro l'anno dalla cancellazione della società dal Registro delle Imprese è comunque rispettata, nel senso previsto dall'art. 22, comma cinque, L.Fall., ove il decreto della Corte di Appello che accolga il reclamo avverso il decreto di rigetto delle domande di fallimento intervenga entro e non oltre il decorso dell'anno dalla cancellazione della società, restando solo in tal caso irrilevante la circostanza che la pronuncia della successiva sentenza dichiarativa di fallimento intervenga oltre il suddetto termine annuale».

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