Rilevanza della residenza del figlio ai fini dell’assegno unico
09 Maggio 2025
Ad oggi alla questione sottoposta può essere data una risposta negativa, non essendo i figli residenti all'estero inclusi nell'assegno unico. Tuttavia, la tematica è attualmente oggetto di esame da parte della Corte di giustizia dell'UE, a seguito dell'avvio della procedura di infrazione nei confronti dell'Italia. La Commissione europea, infatti, ha adito la CGUE affinché essa dichiari che, avendo introdotto un requisito di residenza nel d.lgs. n. 230/2021, l'Italia è venuta meno agli obblighi imposti dall'art. 45 TFUE, dagli artt. 4,7 e 67 del regolamento n. 883/2004 e dall'art. 7, § 2, del regolamento UE n. 492/2011. L'assegno unico per figli a carico costituisce difatti una prestazione familiare ai sensi dell'art. 3, § 1, lett. j), del regolamento UE n. 883/2004, letto in combinato disposto con l'art. 1, lett. z), dello stesso regolamento. Esso costituisce, altresì, un vantaggio sociale ai sensi dell'art. 7, § 2, del regolamento n. 492/2011. Essendo ricompreso nell'ambito di applicazione dei citati regolamenti, la Commissione ha precisato che l'assegno unico deve poter essere esportato all'interno dell'UE ai sensi degli artt. 7 e 67 del regolamento n. 883/2004, e deve poter essere erogato in modo non discriminatorio, ai sensi dell'art. 4 del regolamento n. 883/2004 e dell'art. 7, § 2, del regolamento n. 492/2011, dal momento che entrambi concretizzano il principio della parità di trattamento di cui all'articolo 45 TFUE. Pertanto, secondo la Commissione, essendo l'erogazione dell'assegno unico in Italia subordinata anche alla condizione di residenza in Italia del figlio, l'ordinamento italiano avrebbe violato il diritto europeo. Tale condizione di residenza rappresenterebbe, altresì, una discriminazione indiretta basata sulla nazionalità, in particolare per quanto riguarda i vantaggi sociali, ed è ammissibile solo se giustificata dal perseguimento di un obiettivo legittimo, se idonea e proporzionata rispetto all'obiettivo da perseguire, circostanze che, tuttavia, il nostro Stato non avrebbe dimostrato. Tenuto conto di quanto sopra e della giurisprudenza della CGUE su questioni analoghe (ANF - CGUE sentenza 25.11.2020 in causa C-303/19), non è escluso che anche per l'assegno unico venga superata la condizione della residenza in Italia del figlio per il quale la prestazione è richiesta. Si veda: ricorso 26 settembre 2024 – Commissione europea / Repubblica italiana, Causa C-630/24. |