Sinistri: i limiti all’accesso agli atti detenuti dalla compagnia assicurativa

La Redazione
23 Maggio 2025

«Il diritto di accesso di cui agli artt. 146 cod. ass. e 2 D.M. n.191/2008 va limitato a tutti gli atti - che la compagnia di assicurazione abbia già esperito ed abbia ritenuto necessari e sufficienti esperire al fine di offrire ovvero di denegare, in sede stragiudiziale, l'indennizzo - e che dunque siano già in possesso dell'assicurazione e già contenuti nel fascicolo del sinistro, senza che la compagnia assicurativa debba essere ritenuta obbligata né ad eseguire nuove perizie ed accertamenti tecnici né ad acquisire ulteriore documentazione nei confronti di soggetti terzi».

Questo il principio di diritto espresso dalla Suprema Corte in materia di accesso agli atti detenuti dall'impresa assicurativa, disciplinato dall'art. 146 cod. ass. (d.lgs. n. 209/2005) e dall'art. 2, d.m. n. 191/2008.

Nel caso in esame, una compagnia assicurativa adiva la Cassazione in seguito alla pronuncia di merito con cui le veniva richiesto di consegnare all'assicurato tutta la documentazione, compresa la perizia sull'altro veicolo coinvolto.

La Suprema Corte, accogliendo il ricorso, ha chiarito che il diritto di accesso, pur ampio e volto a garantire trasparenza e correttezza nei confronti della clientela, riguarda esclusivamente gli atti già formati e presenti nel fascicolo del sinistro. In particolare, la compagnia non è tenuta a svolgere ulteriori attività istruttorie o a redigere nuove perizie su richiesta del danneggiato, essendo l'accesso limitato agli atti che l'assicuratore ha già ritenuto necessari per formulare l'offerta o il diniego di indennizzo. Tale principio trova fondamento nella ratio della normativa di settore, che distingue la disciplina generale dall'ipotesi speciale dell'indennizzo diretto ex art. 149 cod. ass.art. 9, d.P.R. n. 254/2006.

Secondo i Giudici, mentre il procedimento di indennizzo diretto mira a semplificare l'iter e garantisce una più ampia assistenza al danneggiato, nel regime generale l'assicurato può accedere solo agli atti necessari e sufficienti a motivare la decisione sull'indennizzo, nel rispetto di diligenza, buona fede e correttezza. Non si può, quindi, imporre alla compagnia di eseguire tutte le perizie richieste dal danneggiato.

La Cassazione ha, infine, precisato che, in caso di diniego o di forte limitazione all'accesso alla documentazione, il danneggiato può tutelarsi in sede amministrativa presentando un reclamo all'IVASS (art. 6, D.M. n. 191/2008).

Qualora, invece, la compagnia assicurativa neghi l'indennizzo senza aver compiuto gli accertamenti che avrebbe dovuto effettuare secondo diligenzabuona fede e correttezza, il danneggiato dovrà agire in giudizio: non potrà più limitarsi a chiedere lo svolgimento di specifici atti istruttori da parte della compagnia, ma dovrà promuovere una causa per ottenere, dopo l'accertamento del proprio diritto all'indennizzo e alla luce dell'eventuale carenza di motivazione della compagnia, la condanna di quest'ultima al pagamento di quanto dovuto.

Fonte: Diritto & Giustizia

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.