Inesistente e insanabile la notificazione a mezzo PEC priva dell’oggetto della notificazione

Redazione Scientifica Processo amministrativo
23 Maggio 2025

È inesistente, e pertanto non è sanabile, la notificazione del ricorso in appello a mezzo PEC allorché priva dell’oggetto della notificazione, ovvero dell’allegato atto processuale da notificare.

Nel giudizio di primo grado, una Fondazione Onlus otteneva l’annullamento del provvedimento con cui l’amministrazione aveva disposto la sua esclusione da un finanziamento pubblico diretto ad incentivare le imprese a realizzare progetti per il miglioramento delle condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori

L’amministrazione impugnava la sentenza, deducendo, con successiva memoria, di aver effettuato la notifica del ricorso a mezzo PEC, alla quale tuttavia, per mero errore, non risultava allegato il ricorso in appello, ma solo la procura alle liti e due copie della relata di notifica, tanto da provvedere ad eseguire correttamente la notifica a termine ormai scaduto.

La Fondazione appellata eccepiva l’inesistenza della prima notifica e l’inammissibilità dell’appello.

Tanto esposto, il collegio ha ritenuto fondata l’eccezione relativa all’inesistenza della notifica dell’appello dichiarandolo inammissibile.

Invero, entro la data prevista a pena di decadenza dalla legge la notifica non è stata eseguita, non potendo neppure trovare applicazione l’istituto della rimessione in termini per errore scusabile, considerato che l’articolo 44 del codice di rito prevede la nullità del ricorso, oltre per la mancanza della sottoscrizione, per inosservanza dell’articolo 40, ovvero, in caso di appello come nel caso in esame, dell’articolo 101, ai sensi del quale “il ricorso in appello deve contenere l'indicazione del ricorrente, del difensore, delle parti nei confronti delle quali è proposta l'impugnazione, della sentenza che si impugna, nonché l'esposizione sommaria dei fatti, le specifiche censure contro i capi della sentenza gravata, le conclusioni, la sottoscrizione del ricorrente se sta in giudizio personalmente ai sensi dell'articolo 22, comma 3, oppure del difensore con indicazione, in questo caso, della procura speciale rilasciata anche unitamente a quella per il giudizio di primo grado.”

Nel caso di specie, il collegio ha osservato che a rendere inesistente la prima notificazione, è il fatto che la stessa era priva di oggetto, non essendo allegato alla PEC l’atto di appello da notificare.

Una notificazione priva di oggetto è fine a sé stessa e come tale inesistente, perché non porta alcunché a conoscenza della controparte. La seconda notifica, poi, è avvenuta oltre il termine perentorio di impugnazione, e come tale è tardiva.

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