Affitti brevi: annullata la circolare sul divieto di check-in da remoto
29 Maggio 2025
In generale, si osserva che i gestori di esercizi alberghieri ed altre strutture ricettive possano dare alloggio esclusivamente a persone munite di un documento idoneo ad attestarne l'identità e che, nelle 24 ore successive all'arrivo - e comunque entro le sei ore successive all'arrivo nel caso di soggiorni non superiori alle ventiquattro ore, - gli stessi gestori comunichino alle questure territorialmente competenti le generalità delle persone effettivamente alloggiate. In merito alla gestione automatizzata del check-in e dell'ingresso nella struttura, senza identificazione de visu degli ospiti, il Ministero (circolare prot. 38138 del 18 novembre 2024), sottolinea che con tale procedura si si rischia di disattendere la ratio della previsione normativa, non potendosi escludere che, dopo l'invio dei documenti in via informatica, la struttura possa essere occupata da uno o più soggetti le cui generalità restano ignote alla questura competente, comportando un potenziale pericolo per la sicurezza della collettività. Per queste ragioni, il Ministero riteneva che le procedure di check-in “da remoto” non potessero ritenersi satisfattive degli adempimenti di cui all'art. 109 TULPS. Quindi, i gestori di strutture ricettive sono tenuti a verificare l'identità degli ospiti, comunicandola alla questura esclusivamente secondo le modalità indicate dal decreto del Ministro dell'interno in data 7 gennaio 2013. A seguito delle contestazioni delle Associazioni di categoria, Il TAR Lazio, sez. I-ter, con la sentenza 27 maggio 2025, n. 10210 ha annullato la circolare. Difatti, a parere dei giudici, il testo ministeriale introduceva un nuovo obbligo a carico dei gestori di strutture ricettive, senza raggiungere il dichiarato obiettivo di tutela della sicurezza collettiva. Anche se c'è la consegna delle chiavi in presenza, altri soggetti non identificati potrebbero (comunque) entrare nella struttura. In sintesi, il nuovo obbligo è stato ritenuto nullo per "violazione del principio di proporzionalità" e "per eccesso di potere collegato ad una carenza di istruttoria". Infine, come riportato dal provvedimento, “la circolare non contiene giustificazioni adeguate rispetto all'obbligo imposto, poiché genericamente viene fatto riferimento ad una intensificazione delle c.d. locazioni brevi su tutto il territorio nazionale, in ragione anche del Giubileo della Chiesa cattolica iniziato dal 24 dicembre 2024, nonché ad una difficile evoluzione della situazione internazionale, ma tali affermazioni non sono supportate da alcun dato, necessario proprio a dimostrare la proporzionalità della misura adottata”. |