Applicazione delle Tabelle di Milano “a forbice” e impugnazione del danneggiato

La Redazione
30 Maggio 2025

In tema di risarcimento del danno non patrimoniale da perdita del rapporto parentale, il danneggiato è legittimato a proporre impugnazione per ottenere la liquidazione di un importo risarcitorio maggiore in forza di tabelle "a punti"

Tizio decedeva a seguito di sepsi presso l'ospedale. La moglie agiva in giudizio nei confronti dell'AUSL per il risarcimento danni patrimoniali e non patrimoniali derivati dalla morte del coniuge. A seguito di ctu, il Tribunale rigettava la domanda perché non ravvisava il nesso causale tra periodo di degenza ospedaliera, cure praticate e decesso. La Corte d'appello ribaltava la sentenza, liquidando 170.000 euro a favore della moglie per danno parentale. La donna ricorreva in Cassazione, lamentando, per ciò che qui interessa, la violazione di legge in relazione all'art. 1226 c.c. e al calcolo tabellare del danno da perdita parentale, ai sensi dell'art. 360, comma 1, n. 3 c.p.c., poiché la Corte d'Appello aveva applicato la Tabella milanese per liquidare in € 170.000,00 il danno da perdita del coniuge senza valutare che al momento della decisione erano disponibili una Tabella elaborata presso il Tribunale di Milano e un'altra presso il Tribunale di Roma che prevedevano il risarcimento a punti, ritenuto dalla giurisprudenza di legittimità maggiormente aderente alla liquidazione del danno non patrimoniale da morte di un congiunto. L'applicazione delle tabelle suddette, a punti, avrebbe comportato, sia che si adottassero quelle del Tribunale di Milano che quelle del Tribunale di Roma, la liquidazione di un importo risarcitorio maggiore.

La Cassazione ha accolto il motivo di ricorso, affermando che in tema di risarcimento del danno non patrimoniale da perdita del rapporto parentale, quando, all'esito del giudizio di merito, l'ammontare del danno sia stato liquidato utilizzando tabelle "a forbice", il danneggiato è legittimato a proporre impugnazione per ottenere la liquidazione di un importo risarcitorio maggiore in forza di tabelle "a punti", adottate nelle more del giudizio di appello, purché deduca, con specifico motivo di gravame, la differenza tra i valori minimi o massimi tra le tabelle e alleghi che l'applicazione dei nuovi valori-punto nel minimo comporterebbe, per ciò stesso, un risultato più favorevole della liquidazione del danno attribuitagli con la sentenza impugnata. Nella specie, inoltre, la Corte d'appello non aveva specificato a quale anno si riferissero le Tabelle di Milano che aveva ritenuto di applicare e risultava dal ricorso che nell'anno 2022, prima della decisione della causa, era stata edita una nuova versione delle dette tabelle, alla quale, quindi, il giudice dell'appello avrebbe potuto fare riferimento.  

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