Poteri del Tribunale nella determinazione del compenso dell’amministratore

La Redazione
05 Giugno 2025

Il Tribunale di Milano si pronuncia su un'azione relativa alla determinazione del compenso dovuto al Presidente del consiglio di amministrazione di una società di capitali, esaminando la disciplina codicistica, la volontà delle parti espressa nello statuto e i poteri riconosciuti al Tribunale.

In tema di determinazione del compenso dell'amministratore, ove lo statuto della società riconosca all'amministratore il diritto al compenso, ma gli organi sociali deputati non abbiano assolto all'onere di determinarne l'entità, in applicazione analogica dell'art. 1709 c.c., spetta al giudice, su domanda dell'amministratore, provvedervi in via equitativa, commisurandolo alla quantità e qualità dell'attività effettivamente svolta in correlazione alla remunerazione pretesa e all'utile conseguito dal società, sulla base di elementi di fatto che è onere dell'amministratore allegare e provare.

Per individuare il regime di regolamentazione del rapporto contrattuale tra la società e l'amministratore, con riferimento al diritto compenso, è fondamentale e decisivo l'esame della disciplina contenuta nello statuto della società, a cui l'amministratore, accettando la nomina, aderisce. La disciplina codicistica di cui agli artt. 2364 comma 1 n. 3) e 2389 c.c., che riservano alla competenza dell'assemblea o al contratto sociale la determinazione del compenso dovuto all'amministratore per l'attività svolta in esecuzione del mandato gestorio, è infatti derogabile.

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