Legittimazione dell’occupante la casa popolare per il risarcimento danni da terzi

La Redazione
10 Giugno 2025

Tizio conveniva in giudizio un condominio, chiedendo di accertarne la responsabilità ai sensi degli artt. 2051-2053 c.c. nonché dell'art. 2043 с.с., рer i danni all'alloggio occupato da lui e dal suo nucleo familiare, causati da infiltrazioni d'acqua, nonché condannarlo al risarcimento danni. Il condominio eccepiva l'insussistenza della legittimazione attiva di Tizio a ragione della sua qualità di mero “occupante" dell'immobile interessato dalle infiltrazioni, di proprietà dell'Istituto Autonomo Case Popolari.

Il Tribunale ha rigettato l'eccezione di difetto di legittimazione attiva, ricordando come, in materia di assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, il rapporto intercorrente tra concedente e concessionario è assimilabile ad un rapporto di locazione; invero, gli atti tramite i quali un ente pubblico economico procede all'assegnazione di alloggi popolari rientrano tra le prestazioni di servizi di cui all'art. 3, D.P.R. n. 633/1972, essendo riconducibili tra «le concessioni di beni in locazione, affitto, noleggio e simili». A norma dell'art. 1585, comma 2, c.c., il conduttore dell'immobile locato ha diritto alla tutela risarcitoria nei confronti del terzo che con il proprio comportamento gli arrechi danno nell'uso o nel godimento della medesima, avendo un'autonoma legittimazione per proporre l'azione di responsabilità nei confronti dell'autore del danno (cfr., con riferimento a danni da infiltrazione d'acqua da appartamento sovrastante, Cass. civ., sez. III, 31 agosto 2011, n. 17881; Cass. civ., sez. III, 20 agosto 2003, n. 12220. Cfr. altresì Cass. civ., sez. III, 15 dicembre 2015, n. 25219; Cass. civ., sez. III, 4 novembre 2014, n. 23447; Cass. civ., sez. III, 24 novembre 2005, n. 24805). Presupposto per l'esercizio dell'azione ex art. 1585 c.c. è la detenzione della cosa a titolo di locazione con l'esercizio di un potere di fatto su di essa; è dunque sufficiente fornire la prova di tale potere di fatto mentre, trattandosi di pretese di fatto da parte del terzo, non è necessaria la prova della proprietà. Del resto, in linea generale l'ingiustizia del danno risarcibile non è connessa necessariamente alla proprietà del bene danneggiato, bensì ad ogni situazione giuridica riconosciuta e tutelata dall'ordinamento. Pertanto, «si deve riconoscere in capo al conduttore il diritto alla tutela risarcitoria nei confronti del terzo che con il proprio comportamento gli arrechi danno all'uso o nel godimento della res locata, in quanto, qualora nell'immobile si verifichi un'infiltrazione, conduttore ex art. 1585, comma 2, c.c., gode di un'autonoma legittimazione a proporre azione di responsabilità nei confronti dell'autore del danno. (...) Infatti, ai fini della legittimazione attiva è sufficiente provare l'esistenza di questo potere di fatto, in quanto l'ingiustizia del danno non è necessariamente connessa alla proprietà del bene danneggiato, né all'esistenza di un danno tutelato erga omnes» (cfr. Cass. civ., sez. III, 31 agosto 2011, n. 17881; Cass. civ., sez. III, 5 maggio 2020, n. 8466). Non è contestato, nel caso di specie, l'esistenza del potere di fatto dell'assegnatario sull'alloggio IACP per cui è causa, quindi l'eccezione è stata respinta.

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