Negoziazione assistita: l’inerzia della parte quale causa di improcedibilità della domanda

La Redazione
12 Giugno 2025

Il giudizio trae origine dal ricorso ex art. 702-bis c.p.c. con cui l’attore ha chiesto accertarsi la legittimità del recesso dal contratto preliminare di compravendita immobiliare stipulato con il convenuto a causa delle irregolarità igienico-sanitarie e urbanistiche, atteso che l’immobile è risultato sia sprovvisto di fossa settica e approvvigionamento idrico sia caratterizzato dalla presenta di materiale eternit e dall'assenza di certificato di abitabilità. A seguito di eccezione del convenuto, che rilevava il mancato esperimento obbligatorio della negoziazione assistita, il giudice ha fissato il termine di tre mesi, decorsi tuttavia vanamente: il convenuto, infatti, ha eccepito l’improcedibilità della domanda a causa della condotta omissiva di parte attrice, che non si era attivata per arrivare ad un accordo, nonostante la disponibilità di controparte.

Il Tribunale di Brindisi ha dichiarato la domanda improcedibile per mancato assolvimento della condizione di procedibilità della negoziazione assistita, accodandosi all'orientamento di merito secondo cui «l'inerzia della parte attrice che, ricevuta la disponibilità della controparte a stipulare una convenzione di negoziazione assistita, non si attivi per addivenire a tale stipula, arrestando colposamente la procedura ad una fase precedente quella dello svolgimento della negoziazione, la quale costituisce lo sfogo naturale ed obbligato della convenzione, impedisce l'esperimento della procedura medesima e frustra inevitabilmente la finalità dello strumento deflattivo in esame» (Trib. Reggio Emilia, 28 maggio 2021, n. 688; in senso analogo, Trib. Siracusa, 16 giugno 2022, n. 1158; Trib. Roma, 3 novembre 2021, n. 17054; da ultimo Trib. Catania, sez. III, 15 settembre 2024).

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