Sì al risarcimento del danno da perdita di capacità lavorativa anche se non si cerca un altro lavoro
25 Giugno 2025
La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione ha affrontato il tema del danno da perdita di reddito, come pregiudizio correlato alle lesioni personali, sofferte dalla vittima, in occasione di un sinistro. I Supremi giudici hanno accolto la tesi secondo cui la ricorrente ha sostenuto che, la vittima di lesioni personali, per ottenere il risarcimento del danno da perdita del lavoro, non deve provare di averne cercato un altro senza alcun esito. Ritenendo invece errata la valutazione della Corte d'Appello nell'esclusione totale del risarcimento del lucro cessante futuro, per mancata prova della ricerca di nuovo lavoro, poiché tale elemento può comportare la riduzione equitativa del risarcimento, ma non la sua esclusione. Dunque, certamente, affermano dalla terza sezione civile, la vittima di lesioni che resta privata del proprio lavoro e rimane inerte nel cercarne un altro compatibile con le sue condizioni concorre ad aggravare il danno; ma questo elemento da solo non basta ad escludere il risarcimento del danno da perdita del reddito. Inoltre, proseguono i Giudici di legittimità, il riconoscimento del danno patrimoniale da perdita della capacità di guadagno che viene patito da un soggetto percettore di reddito, ha alcuni necessari presupposti: l'accertamento dell'entità dei postumi permanenti; la verifica della compatibilità tra i postumi e l'impegno fisico o psichico richiesto dalle mansioni svolte dalla vittima; la valutazione del fatto che l'eventuale incompatibilità tra postumi e mansioni comporta una presumibile riduzione patrimoniale. |