Condomino lancia immondizia dalla finestra: il Tribunale di Milano adotta misure cautelari
03 Luglio 2025
È quanto precisa l'ordinanza cautelare del Tribunale di Milano pubblicata il 12 maggio 2025. Il caso La vicenda esaminata dal decidente ambrosiano, pur nella sua apparente singolarità, riassume emblematicamente la complessità della convivenza condominiale. I diritti dei singoli si confrontano con i limiti imposti dalla necessità di rispettare gli spazi comuni e la collettività. Un condominio si è dovuto avvalere della tutela cautelare urgente per arginare una condotta quantomeno bizzarra e pericolosa. Un condomino aveva l'insana abitudine di lanciare dalla finestra del suo alloggio, sito al sesto piano dell'edificio, sacchi contenenti rifiuti maleodoranti (scatolame e pattume di varia natura) sul cortile comune. La presenza di immondizia in area destinata a giardino e transito inibiva l'uso da parte dei condòmini e incideva sul pari uso delle parti comuni. L'accertamento dei lanci è stato reso possibile grazie alla installazione di un impianto di videosorveglianza mediante il quale si è documentato l'inaccettabile comportamento. Nonostante la trasmissione di una diffida, i lanci continuavano aggravando il quadro e rendendo necessario l'intervento della autorità giudiziaria. Durante l'udienza, il resistente, pur non costituendosi formalmente, è intervenuto confessando i fatti e ammettendo di aver lanciato sacchi di rifiuti «per comodità» non prima di aver verificato che «non ci fosse nessuno sotto». Fumus e periculum Il giudice cautelare ha riconosciuto la sussistenza del fumus boni iuris nel comportamento del resistente richiamando implicitamente il disposto dell'art. 1117 c.c. (il quale qualifica l'area cortilizia come parte comune) e dell'art. 1117-quater c.c. (diretto a legittimare l'intervento dell'autorità giudiziaria in caso di alterazione della destinazione d'uso). Il comportamento del condomino, consistente nel trasformare l'area verde comune in deposito di immondizia, viola la destinazione funzionale del bene comune e lede il diritto di pari godimento dei beni comuni (art. 1102 c.c.) creando un uso esclusivo distorto e contrario al decoro e alla salubrità dell'ambiente condominiale. Quanto al periculum in mora, il giudicante ne ha evidenziato la sussistenza qualificando la condotta come «oggettivamente pericolosa per l'incolumità dei terzi e per la salute pubblica». Due i profili principali: a) il pericolo per la sicurezza dei soggetti che si aggirano nell'area sottostante, potenzialmente colpiti da oggetti (anche di vetro) lanciati da una notevole altezza; b) il pregiudizio igienico-sanitario derivante dalla presenza stabile di rifiuti non smaltiti in area di passaggio comune con rischio di proliferazione batterica e infestazioni. Il pericolo, oltre che concreto e attuale, è stato considerato persistente dato il protrarsi della condotta nonostante la diffida e la consapevolezza della gravità da parte del resistente. La misura cautelare concessa Richiamando l'art. 700 c.p.c., il tribunale ambrosiano ha accolto il ricorso inibitorio ordinando al condomino l'immediata cessazione dei lanci di rifiuti dalle finestre del proprio immobile. Particolarmente significativa è la previsione che autorizza l'ufficiale giudiziario, in caso di necessità, ad avvalersi della forza pubblica per attuare il provvedimento. La misura adottata ha un carattere preventivo e ripristinatorio e mira ad impedire il reiterarsi del comportamento illecito e a garantire l'effettività della tutela concessa. Conclusioni La decisione costituisce un esempio significativo di tutela giudiziale delle regole di civile convivenza e rimarca un dato tutt'altro che scontato: anche condotte in apparenza di scarso rilievo, cosiddette bagatellari, possono far scaturire provvedimenti giurisdizionali incisivi, specie quando pregiudicano salute, sicurezza e decoro urbano. La giurisprudenza sta mostrando attenzione alla dignità dell'abitare nei contesti condominiali all'interno dei quali il rispetto delle regole comuni diviene basilare per una armonica e sana coesistenza. Il provvedimento cautelare evidenzia l'importanza del ricorso alla giurisdizione anche per condotte lesive della convivenza civile. Spesso sottovalutate nella prassi, esse sono idonee a pregiudicare diritti costituzionalmente garantiti. Il caso trattato dal tribunale meneghino ci ìndica come il diritto condominiale possa e debba essere applicato anche a situazioni quotidiane, talvolta trascurate, poiché idonee a minare i fondamenti del vivere comune. (fonte: dirittoegiustizia.it) |