Abbandono del tetto coniugale e addebito della separazione

11 Luglio 2025

È addebitabile la separazione al coniuge che si allontana improvvisamente dal tetto coniugale?

Per rispondere a tale quesito, partiamo dal considerare che la Corte di Cassazione ha più volte ribadito che l’abbandono del tetto coniugale è causa di per sé sufficiente di addebito della separazione, in quanto conduce all’impossibilità della convivenza, salvo che il coniuge che ha posto in essere l’abbandono, provi che siffatta condotta è stata da lui posta in essere a cagione del comportamento dell’altro coniuge, ovvero in una situazione di conclamata ed irreversibile crisi del rapporto coniugale.

Nel caso specifico, la paternità gemellare da una nuova compagna e, in particolar modo, il precipitoso abbandono del tetto coniugale per iniziare una nuova convivenza a casa della stessa, sono ragioni stimate come sufficienti per la dichiarazione dell’addebito della separazione a carico del marito, stante la mancanza della prova che il matrimonio fosse irrimediabilmente in crisi ovvero che l’allontanamento dalla casa familiare fosse stato effettuato a causa della condotta addebitabile alla moglie.

In particolare, l’inaspettato allontanamento dalla casa familiare aveva combaciato con la nascita dei piccoli e, alla luce di tale fatto, è stato inutile il tentativo del marito di ricondurre la responsabilità della fine dell’unione matrimoniale alla moglie che avrebbe manifestato un profilo psicologico complesso, oltre che un rapporto simbiotico con la propria madre e un’attrazione verso il mondo della magia e dell’occulto.

Si aggiunga che il comportamento particolarmente frettoloso del marito aveva conseguenze rilevanti rispetto al benessere del figlio quattordicenne, tanto che il medesimo si rifiutava di vedere il padre.

L’uomo, infatti, aveva cercato – anche con espedienti – di avvicinare il primogenito alla nuova compagna e di farlo incontrare coi fratelli appena nati senza comprendere le conseguenze delle sue decisioni e del suo agire rispetto al figlio.

Tali comportamenti sono stati ritenuti forieri di un tale pregiudizio dal Tribunale di Grosseto che, con sentenza n. 439 del 29 aprile 2024, ha disposto l’affido esclusivo alla madre senza prevedere in modo vincolante un calendario di visita padre-figlio, atteso il rifiuto dello stesso ad incontrarlo.

Anche la consulenza tecnica d’ufficio corroborava la posizione del ragazzo, evidenziando come la frequentazione della nuova compagna, così promossa e agevolata dal padre, e la nascita dei fratellini a così breve distanza di tempo dalla separazione dei propri genitori, avesse costituito per il minore una fonte di eccessivo stress.

Sulla scorta di tali elementi il Tribunale riteneva che il minorenne fosse dotato di autonomia decisionale e che il suo rifiuto di incontrare il padre, anche in uno Spazio Neutro, non fosse atteggiamento indotto dall’influenza materna, quanto derivasse dalla personale esperienza traumatica portata dalla condotta del genitore.

Il rifiuto del figlio sembrava al Tribunale del tutto consapevole e motivato e pertanto non poteva essere disatteso, ritenendo necessario disporre l’affidamento esclusivo del medesimo in favore della madre, così da affievolire al minimo il pregiudizio derivante dalla divisione del nucleo familiare e, nel contempo, assicurare il miglior sviluppo della personalità del ragazzo.

Nel caso in questione, la deroga alla regola dell’affidamento condiviso veniva giustificata per la tenace volontà del minorenne di non aver rapporti con il padre.

In ragione di ciò, il coinvolgimento paterno in quelle decisioni che non siano di maggiore importanza potrebbero verosimilmente essere vissute dal minore come pregiudizievoli, per la mancanza di una forma di condivisione che ormai non vi era da tempo e perché il padre aveva mostrato di non essere in grado di connettersi in modo adeguato rispetto al suo vissuto di figlio e alle sue comprensibili preoccupazioni.

Per tali ragioni, il Tribunale non stabiliva nulla sul calendario di frequentazione padre-figlio, lasciando al ragazzo ogni decisione in merito.

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