Lesioni superiori al 9%: applicazione TUN o tabella Milanese? La parola ai Giudici di legittimità

La Redazione
18 Luglio 2025

Nell'ordinanza n. 4915/2025 redatta dal giudice dott. Damiano Spera e depositata in data odierna viene disposto, secondo l'art. 363-bis c.p.c., il “rinvio pregiudiziale” alla Corte di Cassazione sulla questione circa l'applicabilità o meno della nuova T.U.N. a tutte le ipotesi di danno macro permanenti da incidente stradale e malpractice medica.

Nella fattispecie in esame, il giudice è stato chiamato a liquidare il danno non patrimoniale subito dall'attore a seguito di un sinistro stradale, verificatosi antecedentemente all'entrata in vigore della T.U.N..

La questione giuridica in esame riguarda l'individuazione dei criteri risarcitori applicabili, alla luce del principio dell'equità ex art. 1226 c.c. In particolare, occorre stabilire se, in caso di lesioni superiori al 9%, come nel caso di specie, subite a seguito di incidente stradale verificatosi prima del 5 marzo 2025 (data di entrata in vigore della T.U.N.), la liquidazione del danno non patrimoniale debba avvenire:

• sulla base della Tabella Unica Nazionale (c.d. T.U.N.), adottata con il D.P.R. 13.01.2025, n. 12 ed entrata in vigore il 5 marzo 2025;

• ovvero se, considerato che quest'ultima non era ancora in vigore al momento del sinistro, debba farsi riferimento alla Tabella elaborata dal Tribunale di Milano (Edizione 2024) sui criteri di liquidazione del danno non patrimoniale da lesione del bene salute.

L'ordinanza in commento conferma, in prima battuta, che la questione sulla tabella applicabile è “questione esclusivamente di diritto”, affermando che la T.U.N. è oggetto del citato D.P.R. n. 12/2025 e la Tabella per la liquidazione del danno non patrimoniale da lesione del bene salute, approvata dall'Osservatorio sulla Giustizia civile di Milano, ha acquistato una sorta di efficacia para-normativa, e, conseguentemente, incorre in vizio di violazione di legge la sentenza che la disapplichi (Cass., sent., n. 12408/2011); con l'avvertenza che “non è lo scostamento dalle tabelle milanesi a fondare la violazione della norma di diritto, ma le tabelle sono il parametro per verificare se sia stato violato l'art. 1226 c.c.” (Cass., sent., n. 10579/2021).

Del resto, continua il giudice di merito della decima sezione civile del Tribunale di Milano, "l'individuazione della Tabella applicabile incide in modo determinante sull'esito del presente giudizio, poiché l'applicazione della T.U.N., rispetto alla omologa Tabella milanese, conduce, a parità di danno biologico permanente e temporaneo, a risultati liquidatori sensibilmente diversi".

L'ordinanza oltre ad analizzare le condizioni di proponibilità del rinvio pregiudiziale ex art. 363-bis c.p.c, si sofferma sull'ambito applicativo della T.U.N. alla luce della normativa vigente. 

La nuova T.U.N. ha "un ambito di applicazione definito, sia in relazione alla causa genetica del fatto illecito sia in relazione al tempo in cui il sinistro si è verificato. Nonostante però l'apparente linearità della questione, a seguito dell'entrata in vigore della T.U.N., si sono sviluppati due contrapposti indirizzi interpretativi:

  • una parte della dottrina e della giurisprudenza di merito ritiene che la T.U.N., in quanto tabella di matrice normativa del danno biologico, abbia una portata generale e debba, pertanto, integrare il parametro di ogni liquidazione del danno biologico macropermanente (sostituendosi integralmente alla Tabella milanese di matrice pretoria)
  • un'altra parte della dottrina e della giurisprudenza di merito sostiene, invece, che la T.U.N. non possa essere considerata di portata generale, in quanto la sua applicazione è espressamente limitata dalla legge ai sinistri verificatisi successivamente a una specifica data (il 5 marzo 2025) e alle lesioni originate da cause determinate, ossia da incidenti stradali e nautici e da malpractice medica".

Questa divergenza giustifica pienamente il “rinvio pregiudiziale” alla Corte di Cassazione.

Il Tribunale di Milano espone, dunque, nell'ordinanza le incertezze interpretative, che risultano essere tante, facendo sorgere così un urgente intervento chiarificatore della Corte di Cassazione.

Il rischio che difformi pronunce della giurisprudenza di merito e il conseguente stallo nelle trattative stragiudiziali per la liquidazione del danno alla persona in centinaia di migliaia di sinistri verificatisi prima e dopo il 5 marzo 2025 possano creare incipiente caos.

A tal fine, vengono posti alla Corte di Cassazione i quesiti che seguono:

se, in relazione alla controversia in esame, relativa a domanda risarcitoria di danno alla salute superiore al 9% derivante da sinistro della circolazione stradale avvenuto prima del 5.03.2025, tenuto conto della sopravvenuta emanazione del D.P.R. n. 12/2025 in vigore dal 5 marzo 2025, che ha approvato la T.U.N. (Tabella Unica Nazionale) ex art. 138 Codice delle Assicurazioni Private:

1) il Giudice, per non incorrere nel vizio di violazione di legge, deve continuare ad applicare la Tabella per la liquidazione del danno non patrimoniale da lesione del bene salute approvata dall'Osservatorio sulla Giustizia civile di Milano (ad oggi trattasi delle Tabelle milanesi Edizione 2024), che ha acquistato una sorta di efficacia para-normativa, “quale parametro di conformità della valutazione equitativa del danno biologico alle disposizioni di cui agli artt. 1226 e 2056 cod. civ.”;

2) oppure se, per non incorrere nel vizio di violazione di legge, il Giudice dovrà necessariamente applicare la T.U.N., avendo questa assunto, dopo l'emanazione del D.P.R. n. 12/2025, valenza, in linea generale, di nuovo parametro di conformità della valutazione equitativa del danno non patrimoniale da lesione del bene salute alle disposizioni di cui agli artt. 1226 e 2056 c.c.;

3) oppure se, con adeguata motivazione, il Giudice è libero di applicare, in tutto o in parte, la T.U.N. o la Tabella per la liquidazione del danno non patrimoniale da lesione del bene salute approvata dall'Osservatorio sulla Giustizia civile di Milano (Edizione 2024), in base alle peculiarità della fattispecie concreta.

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