Elemento soggettivo nel reato di elusione di provvedimento di affidamento minori

La Redazione
22 Luglio 2025

La mancanza dell'elemento soggettivo di dolo, inteso come consapevolezza e volontà di violare l'ordinanza di affidamento minori secondo l'art. 388, comma 2, c.p., è evidente nel caso in cui un genitore, nonostante le difficoltà personali ed economiche, dimostri impegno nel mantenere un legame affettivo con il figlio.

Deve escludersi la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato di cui all'art. 388, comma 2, c.p. (nel caso di specie elusione di un provvedimento giudiziale relativo all'affidamento del figlio minore), ossia il dolo consistente nella consapevolezza e nella volontà della violazione del provvedimento disciplinante le condizioni di affidamento del figlio minore, tenuto conto delle oggettive difficoltà personali ed economiche del genitore il quale, nel caso di specie, ha comunque mostrato impegno, nei limiti delle proprie possibilità, nel mantenimento di un legame affettivo significativo e di frequentazione con il minore.

Nel caso di specie è stato attribuito rilievo al momento di difficoltà vissuto dal genitore dovuto ad una grave malattia dalla quale era stato colpito nonché all'impossibilità dello stesso di reperire un'abitazione più grande (anche per problemi economici), al fine di consentire il pernotto del figlio. Nel provvedimento è stato posto in luce che comunque risultava provata la circostanza che il minore frequentava il padre, il quale lo teneva con sé per pranzo e per cena, intrattenendovi un rapporto affettivo continuativo.

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