Cade il divieto di prevalenza delle attenuanti rispetto all’aggravante della recidiva reiterata

28 Luglio 2025

Anche con riguardo all’attenuante del fatto di rapina di lieve entità. 

1. Abbiamo recentemente commentato su queste pagine la sentenza della Corte costituzionale numero 56 del 22 aprile 2025 dando risalto al fatto che fosse la tredicesima dichiarazione di legittimità costituzionale dell'articolo 69 comma 4 del codice penale.

Ora, tre mesi dopo, si è arrivati alla quattordicesima.

2. La Corte costituzionale con la sentenza numero 117 del 21 luglio 2025 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 69, comma 4, nella parte in cui prevede il divieto di prevalenza della circostanza attenuante del fatto di lieve entità, introdotta con sentenza n. 86 del 2024 di questa Corte in relazione al delitto di rapina, sulla circostanza aggravante della recidiva reiterata di cui all'art. 99, comma 4, c.p.

3. L'articolo 69, quarto comma, stabilisce, per quanto qui rileva, che per i casi di recidiva reiterata (circostanza aggravante ad effetto speciale) vi è divieto di prevalenza delle circostanze attenuanti.

Già più volte - come si è detto - la Corte costituzionale è intervenuta per escludere tale divieto.

In relazione a circostanze attenuanti espressive di un minor disvalore del fatto dal punto di vista della sua dimensione offensiva, l'alterazione delle regole costituzionali è stata già rilevata dalla Corte in otto occasioni che hanno riguardato:

  • la prima - Corte cost. 15 novembre 2012, n. 251 - la circostanza attenuante del fatto di lieve entità avente ad oggetto sostanze stupefacenti (articolo 73, comma 5, del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309), che però, ormai da anni, tale non è più, trasformata dal legislatore in fattispecie autonoma di reato;
  • la seconda - Corte cost. 18 aprile 2014, n. 105 - la circostanza attenuante del fatto di ricettazione di particolare tenuità (articolo 648, comma 2 - ora quarto - del codice penale;
  • la terza – Corte cost. 18 aprile 2014, n. 106 - la circostanza attenuante del caso di violenza sessuale di minore gravità (articolo 609-bis, comma 3, c.p.);
  • la quarta – Corte cost. 17 luglio 2017, n. 205 - la circostanza attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità cagionato dai fatti di bancarotta, fraudolenta e semplice, e di ricorso abusivo al credito (articolo 219, terzo comma, R.d. 16 marzo 1942, n. 267, ora articolo 326, comma 3, d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 149);
  • la quinta – Corte cost. 8 luglio 2021, n. 143 - la circostanza attenuante della lieve entità del fatto di sequestro di persona a scopo di estorsione (articolo 630 c.p.), introdotto con sentenza della Corte costituzionale n. 68 del 2012;
  • la sesta – Corte cost. 12 maggio 2023, n. 94 - le circostanze attenuanti nei casi in cui il reato è punito con la pena edittale dell'ergastolo;
  • la settima – Corte cost. 11 luglio 2023, n. 141 - i) la circostanza attenuante dell'avere cagionato alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di speciale tenuità, nei delitti contro il patrimonio o che comunque offendono il patrimonio; ii) la circostanza attenuante dell'avere agito per conseguire o dell'avere comunque conseguito un lucro di speciale tenuità, quando anche l'evento dannoso o pericoloso sia di speciale tenuità, nei delitti determinati da motivi di lucro (articolo 62, comma 1, n. 4, c.p.);
  • l'ottava – Corte cost. 12 ottobre 2023, n. 188 - l'autoriciclaggio di denaro, beni o altre utilità provenienti dalla commissione di un delitto non colposo (articolo 648-ter.1, comma 2, c.p. – nella versione introdotta dall'articolo 3, comma 3, l. 15 dicembre 2014, n. 186, e vigente fino alla sua sostituzione a opera dell'articolo 1, comma 1, lettera f), n. 3), del d.lgs. 8 novembre 2021, n. 195).

    

4. Nel caso in esame - come si è detto - la circostanza attenuante espressiva del minor disvalore del fatto è stata individuata nella lieve entità del fatto per il reato di rapina, propria e impropria, introdotta con la sentenza della Corte costituzionale n. 86 del 2024 (attenuante ritenuta necessaria per la rapina, in entrambe le sue forme, in quanto “valvola di sicurezza” rispetto a una fattispecie tipica assoggettata a un minimo edittale particolarmente elevato e caratterizzata dalla ampia latitudine oggettiva, dunque suscettibile di applicazione a condotte marcatamente dissimili sul piano del disvalore), sulla scia delle precedenti pronunce in materia di:

  • sequestro di persona a scopo di estorsione (Corte cost. 23 marzo 2012, n. 68: «dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 630 del codice penale, nella parte in cui non prevede che la pena da esso comminata è diminuita quando per la natura, la specie, i mezzi, le modalità o circostanze dell'azione, ovvero per la particolare tenuità del danno o del pericolo, il fatto risulti di lieve entità»);
  • cosiddetto sabotaggio militare (Corte cost. 2 dicembre 2022, n. 244: «dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 167, comma 1, del codice penale militare di pace, nella parte in cui non prevede che la pena sia diminuita se il fatto di rendere temporaneamente inservibili, in tutto o in parte, navi, aeromobili, convogli, strade, stabilimenti, depositi o altre opere militari o adibite al servizio delle Forze armate dello Stato risulti, per la particolare tenuità del danno causato, di lieve entità»);
  • estorsione (Corte cost. 15 giugno 2023, n. 120: «dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 629 del codice penale, nella parte in cui non prevede che la pena da esso comminata è diminuita in misura non eccedente un terzo quando per la natura, la specie, i mezzi, le modalità o circostanze dell'azione, ovvero per la particolare tenuità del danno o del pericolo, il fatto risulti di lieve entità»).

    

5. La Corte perviene alla declaratoria di illegittimità costituzionale limitandosi a ricordare quanto affermato dalla citata sentenza n. 143 del 2021, relativa alla circostanza attenuante comune della tenuità del fatto risultante dalla sentenza n. 68 del 2012 per il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione.

Ricorda, in particolare, che l'attenuante inerisce marcatamente al piano dell'offensività, mentre la recidiva reiterata, riflettendo i due aspetti della colpevolezza e della pericolosità e operando su un piano strettamente soggettivo, non può assumere nel processo di individualizzazione della pena un rilievo comparativamente prevalente rispetto al fatto oggettivo (in senso analogo, le citate sentenze n. 205 del 2017 e n. 251 del 2012).

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