Codice di Procedura Civile art. 24 - Foro per le cause relative alle gestioni tutelari e patrimoniali.

Mauro Di Marzio

Foro per le cause relative alle gestioni tutelari e patrimoniali.

[I]. Per le cause relative alla gestione di una tutela [343 ss., 424 ss. c.c.] o di un'amministrazione patrimoniale [52 2, 168 3, 180 ss., 217, 528, 641 ss. c.c.] conferita per legge o per provvedimento dell'autorità è competente il giudice del luogo d'esercizio della tutela o dell'amministrazione [357, 528 1 c.c.].

Inquadramento

La norma in commento fissa la competenza territoriale per le cause relative alla gestione di una tutela o di un'amministrazione patrimoniale conferita per legge o per provvedimento dell'autorità.

La disposizione si applica all'amministrazione dei beni dell'assente (art. 52 c.c.), all'amministrazione del fondo patrimoniale dei coniugi (art. 168 c.c.); all'amministrazione dei beni della comunione tra i coniugi (art. 180 c.c.); alla tutela dei minori (artt. 343 ss. c.c.) e degli interdetti (art. 424 c.c.); all'amministrazione dell'eredità giacente (art. 528 c.c.); all'amministrazione è tenuta dei casi contemplati dall'art. 641 c.c.

Previsto dalla norma non si applica invece alle amministrazioni di fronte negoziale (Acone e Santulli, 74; Levoni, 124).

Si tratta di foro esclusivo ma derogabile, come per le disposizioni precedenti (Levoni, 125).

L'art. 24, nel designare la competenza del giudice di esercizio della tutela, intende in particolare riferirsi al giudice presso il quale la tutela risulti formalmente aperta ed al quale il tutore debba presentare il rendiconto, ovvero, in caso di omissione, possa procedersi ai sensi dell'art. 386, comma 3, c.c.: infatti, il termine «tutela» rinvia ad una precisa nozione giuridica, che include il complesso delle attività svolte, nell'interesse della persona ad essa soggetta, non solo dal tutore, ma soprattutto dall'autorità giudiziaria (Cass. n. 7621/2012).

Sono devolute al foro previsto dalla norma in commento oltre alle cause di rendiconto, anche quelle relative in generale alla gestione che si svolgono tra amministratore e amministrato, e non quelle tra l'amministrazione ed i terzi (Levoni, 125; Segrè, in Com. Utet, 276).

Bibliografia

Acone e Santulli, Competenza (dir. proc. civ.), in Enc. giur. VII, Roma 1988; D'Onofrio, Commento al codice di procedura civile, I-II, Torino, 1957; Finocchiaro, La competenza inderogabile che deroga alle competenze inderogabili: l'art. 30-bis c.p.c., in Giust. civ. 2002, I, 3043; Levoni, Competenza, in Dig. civ., Torino, 1988.

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