Codice di Procedura Civile art. 27 - Foro relativo alle opposizioni all'esecuzione.

Mauro Di Marzio

Foro relativo alle opposizioni all'esecuzione.

[I]. Per le cause di opposizione all'esecuzione forzata di cui agli articoli 615 e 619 è competente il giudice del luogo dell'esecuzione [17], salva la disposizione dell'articolo 480, terzo comma [618-bis].

[II]. Per le cause di opposizione a singoli atti esecutivi [617 2] è competente il giudice davanti al quale si svolge l'esecuzione.

Inquadramento

La norma in commento fissa il criterio di radicamento della competenza territoriale nelle cause di opposizione all'esecuzione forzata e opposizione agli atti esecutivi.

L'art. 28 stabilisce poi che tale competenza è inderogabile (Cass. n. 7505/1997), senza che possano operare le modificazioni per ragioni di connessione (Cass. n. 1410/1983; Cass. n. 3792/1999, ove si chiarisce che l'opposizione a decreto ingiuntivo deve inderogabilmente proporsi davanti all'ufficio giudiziario al quale appartiene il giudice che ha emesso il decreto, mentre la competenza sul giudizio di opposizione ex art. 615 appartiene inderogabilmente al giudice del luogo dell'esecuzione, e non è pertanto modificabile la competenza dell'uno né quella dell'altro).

In particolare: a) per opposizioni esecutive di cui agli artt. 615, comma 2 (opposizione all'esecuzione) e 619 (opposizione di terzo all'esecuzione) è competente il giudice del luogo dell'esecuzione; b) per le cause di opposizione agli atti esecutivi (art. 617) è competente il giudice davanti al quale si svolge l'esecuzione. Il comma 1 fa poi salva la previsione dettata dal comma 3 dell'art. 480, riferito alle opposizioni al precetto (art. 615, comma 1) le quali si propongono davanti al giudice del luogo in cui è stato notificato il precetto, ove questo non contenga la dichiarazione di residenza o elezione di domicilio della parte istante nel Comune in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione. A tal riguardo occorre rammentare che l'elezione di domicilio contenuta nell'atto di precetto è sempre vincolante per il debitore, ai fini dell'individuazione del luogo di notifica dell'atto introduttivo del giudizio di opposizione all'esecuzione, mentre, ai fini dell'individuazione del giudice competente per territorio a conoscere di tale opposizione, è irrilevante, se il creditore non ha scelto per essa uno tra i possibili luoghi dell'esecuzione (Cass. n. 16649/2016).

Dal complessivo disposto discende che:

i) qualora l'opposizione sia stata promossa successivamente alla notifica del precetto, ma prima dell'inizio dell'esecuzione, la competenza spetta al giudice del luogo dell'esecuzione se la parte istante ha, nell'atto di precetto, dichiarato o eletto domicilio, ai sensi dell'art. 480, comma 3, nel Comune ove tale giudice abbia sede; se invece la parte istante non ha effettuato la dichiarazione di residenza o elezione di domicilio, le opposizioni a precetto si propongono davanti al giudice del luogo dove il precetto è stato notificato (Cass. n. 2847/1998);

ii) qualora l'opposizione sia stata proposta successivamente all'inizio dell'esecuzione la competenza spetta al giudice del luogo dove si svolge l'esecuzione.

Casistica

In particolare, il giudice territorialmente competente per l'opposizione a cartella esattoriale, derivante dal mancato pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria, deve essere individuato secondo i criteri, di natura inderogabile, indicati nella disposizione in esame, trattandosi di un vero e proprio giudizio di opposizione all'esecuzione, incardinato ai sensi dell'art. 615: né consegue che, qualora la cartella esattoriale, del tutto equiparabile all'atto di precetto, non contenga le indicazioni richieste dall'art. 480, comma 3, la competenza territoriale si radica nel luogo in cui la cartella esattoriale è stata notificata (Cass. n. 8704/2011; per l'opposizione al preavviso di fermo sia finalizzata a far valere i vizi formali della cartella esattoriale v. Cass. n. 17749/2012; per l'opposizione ex art. 615, comma 1, avverso la cartella esattoriale emessa per il pagamento di una sanzione amministrativa per violazione del codice della strada v. Cass. n. 2531/2012; per l'opposizione all'esecuzione avente ad oggetto l'obbligo di reintegrazione nel posto di lavoro v. Cass. n. 28515/2011).

Il foro stabilito dall'art. 27 prevale su quello della pubblica amministrazione previsto dal precedente art. 25. Difatti, ai sensi dell'art. 7 r.d. n. 1611/1933, le cause di opposizione all'esecuzione proposte exart. 615 nei confronti della pubblica amministrazione sono soggette alle regole contenute nell'art. 27, e non a quelle di cui all'art. 25, restando devolute alla competenza del giudice nel cui circondario si trovano gli immobili oggetto dell'esecuzione (Cass. n. 1465/2014 ove si precisa che non assume rilievo la proposizione da parte dell'opponente di una contestuale domanda di usucapione del bene esecutato, trattandosi di domanda funzionalmente collegata all'esecuzione).

L'opposizione a cartella esattoriale diretta a far valere la tardività della notifica del verbale di contestazione di sanzione amministrativa non ha funzione recuperatoria del mezzo di tutela ma di opposizione all'esecuzione volta a contrastare la legittimità dell'iscrizione a ruolo, sicché il giudice territorialmente competente va individuato ai sensi degli artt. 27 e 480 c.p.c. (Cass. n. 19579/2015). Se l'opposizione a cartella di pagamento, fondata su sanzione amministrativa pecuniaria, ha natura di opposizione c.d. preventiva all'esecuzione, la mancata elezione di domicilio del creditore nella cartella (atto equiparabile al precetto) comporta la competenza per territorio del giudice del luogo in cui l'atto della riscossione è stato notificato, ai sensi del combinato disposto degli artt. 27, comma 1, e 480, comma 3, c.p.c. (Cass. n. 29388/2024).

In generale, la contemporanea pendenza, relativamente al medesimo credito, di un procedimento di opposizione a decreto ingiuntivo e di altro di opposizione a precetto intimato sulla base di quel medesimo titolo, non comporta modificazioni della competenza, che, rispettivamente, appartiene, secondo criteri inderogabili, in base all'art. 645, al giudice che ha emesso il decreto ingiuntivo opposto e, in base agli artt. 27 , comma 1, e  615 , comma 1, al giudice del luogo dell'esecuzione competente per materia e per valore. Ne deriva che il simultaneus processus di opposizione a decreto ingiuntivo e di opposizione a precetto è possibile, se il giudice che ha emesso l'ingiunzione coincida con quello del luogo dell'esecuzione competente per materia e per valore (Cass. n. 30183/2018).

Nell'ipotesi di decreto ingiuntivo richiesto dall'amministratore di condominio nei confronti di un condomino per la riscossione dei contributi, sussiste la competenza del giudice del luogo in cui si trova l'immobile, ai sensi dell'art. 23 c.p.c., senza che rilevi, al fine di escludere la nullità dell'ingiunzione resa da un diverso giudice, la circostanza che l'intimato, al quale il decreto provvisoriamente esecutivo sia stato notificato unitamente al precetto, abbia dedotto, in sede di opposizione ex art. 645 c.p.c., altresì la consequenziale nullità dello stesso precetto, senza eccepire alcunché rispetto al foro relativo all'esecuzione forzata, determinato, per il distinto procedimento di opposizione, a norma degli artt. 27, comma 1, e 615, comma 1 (Cass. n. 10419/2015).

Ai sensi dell'art. 7 r.d. n. 1611/1933, le cause di opposizione all'esecuzione proposte ex art. 615 nei confronti della P.A. sono soggette alle regole contenute nell'art. 27, e non a quelle di cui all'art. 25 dello stesso codice, restando devolute alla competenza del giudice nel cui circondario si trovano gli immobili oggetto dell'esecuzione, senza che assuma rilievo che l'opponente formuli una contestuale domanda di accertamento dell'usucapione del bene esecutato, trattandosi di domanda funzionalmente collegata all'esecuzione, e quindi rientrante tra i procedimenti per i quali l''art. 7 cit. esclude l'operatività del foro erariale (Cass. n. 1465/2014).

In tema di opposizione all'esecuzione ed agli atti esecutivi, l'art. 618- bis , comma 2, come modificato dalla l. n. 52/2006, nella parte in cui prevede che in caso di opposizioni proposte ad esecuzione già iniziata la competenza del giudice dell'esecuzione resta ferma solo «nei limiti dei provvedimenti assunti con ordinanza», fa riferimento ai soli provvedimenti ordinatori e interinali (quali la sospensione dell'esecuzione), cosicché, relativamente alla fase di merito, non sussiste più ostacolo all'operatività della regola dettata dal primo comma, secondo cui trovano applicazione le norme sulle controversie di lavoro (e previdenziali), ivi comprese quelle sulla competenza territoriale (principio affermato ai sensi dell'art. 360-bis) (Cass. n. 13601/2012).

È territorialmente competente a decidere sull'opposizione ex art. 615, comma 1, avverso la cartella esattoriale emessa per il pagamento di una sanzione amministrativa per violazione del codice della strada, il giudice del luogo in cui è stata commessa l'infrazione, ai sensi degli artt. 22 l. 24 novembre 1981, n. 689 e 204-bis codice della strada (nella rispettiva formulazione anteriore alla novella recata dal d.lgs. 1 settembre 2011, n. 150), giacché la disciplina applicabile all'opposizione di cui al citato art. 615, in quanto proposta in funzione recuperatoria dell'opposizione al verbale di accertamento della violazione al codice della strada, va conformata a quella dettata per l'azione recuperata (Cass. n. 2531/2012).

In materia di opposizione all'esecuzione avverso una cartella esattoriale emessa su richiesta di un'autorità giudiziario (nella specie, del presidente del tribunale), per la restituzione di somme ricevute a titolo di compensi per prestazioni di patrocinio a spese dello Stato, la competenza per materia è del tribunale, secondo il foro erariale, avendo la lite ad oggetto un criterio di ripartizione della competenza per materia, riguardante i modi con cui il provvedimento di liquidazione può essere opposto (Cass. n. 10395/2016).

In un giudizio di opposizione all'esecuzione riservato alla competenza dei tribunali dell'impresa istituiti ai sensi dell'art. 2, comma 1, del d.l. n. 1/2012, conv., con modif., nella l. n. 27/2012, ove si tratti di opposizione promossa in relazione ad un precetto contenente solo l'ordine di pagare una somma di denaro determinata, la competenza spetta al giudice dell'esecuzione come individuato sulla base dei criteri di cui agli artt. 17, 27 e 615 c.p.c. , senza che venga in considerazione la particolare competenza di cui all'art. 124, comma 7, d.lgs. n. 30/2005, la quale opera in relazione all'esecuzione delle speciali misure contenute nei commi 1, 3, 4 e 5 del medesimo articolo (Cass. n. 6945/2016).

Bibliografia

Acone e Santulli, Competenza (dir. proc. civ.), in Enc. giur. VII, Roma 1988; D'Onofrio, Commento al codice di procedura civile, I-II, Torino, 1957; Finocchiaro, La competenza inderogabile che deroga alle competenze inderogabili: l'art. 30-bis c.p.c., in Giust. civ. 2002, I, 3043; Levoni, Competenza, in Dig. civ., Torino, 1988.

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