Codice di Procedura Civile art. 30 - Foro del domicilio eletto.Foro del domicilio eletto. [I]. Chi ha eletto domicilio a norma dell'articolo 47 del codice civile può essere convenuto davanti al giudice del domicilio stesso [141, 170 3; 58 att.]1. [1] Comma così modificato dal r.d. 20 aprile 1942, n. 504. InquadramentoL'art. 47 c.c. consente di eleggere domicilio speciale per determinati atti o affari e stabilisce che l'elezione di domicilio deve essere fatta (mediante una dichiarazione unilaterale, anche se inserita in un contratto) espressamente per iscritto. La disposizione in commento, poi, individua uno degli effetti dell'elezione di domicilio, la quale dà luogo ad un foro concorrente, che si aggiunge ai fori generali o speciali previsti dalla legge (Segrè, in Comm. Utet, 1973, 300). L'elezione di domicilio è altresì contemplata dall'art. 141, dettato per la notificazione presso il domiciliatario. Essa, per i fini di tale notificazione, deve contenere, oltre alla dichiarazione di domicilio, di per sé sufficiente unicamente agli effetti della determinazione della competenza territoriale, ai sensi dell'art. 30 in esame, anche l'indicazione della persona del domiciliatario (Cass. n. 5677/1981), domiciliata rio che non può essere fatta presso la pubblica amministrazione, che, in mancanza di una speciale norma di legge, non può ricevere atti per conto di privati cittadini, né può addossarsi la cura del loro recapito all'interessato (Cass. n. 15673/2007). BibliografiaAcone e Santulli, Competenza (dir. proc. civ.), in Enc. giur. VII, Roma 1988; D'Onofrio, Commento al codice di procedura civile, I-II, Torino, 1957; Finocchiaro, La competenza inderogabile che deroga alle competenze inderogabili: l'art. 30-bis c.p.c., in Giust. civ. 2002, I, 3043; Levoni, Competenza, in Dig. civ., Torino, 1988. |