Codice di Procedura Civile art. 53 - Giudice competente.

Mauro Di Marzio

Giudice competente.

[I]. Sulla ricusazione decide il presidente del tribunale se è ricusato un giudice di pace; il collegio se è ricusato uno dei componenti del tribunale o della corte1.

[II]. La decisione è pronunciata con ordinanza non impugnabile [177 3 n. 2], udito il giudice ricusato e assunte, quando occorre, le prove offerte.

 

[1] Comma così sostituito dall'art. 57 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51, con effetto, ai sensi dell'art. 247 comma 1 dello stesso decreto quale modificato dall'art. 1 l. 16 giugno 1998, n. 188, dal 2 giugno 1999 Il testo recitava: «Sulla ricusazione decide il pretore se è ricusato un giudice di pace o un vice pretore del mandamento; il presidente del tribunale se è ricusato un pretore della circoscrizione; il collegio se è ricusato uno dei componenti del tribunale o della corte».

Inquadramento

La norma in commento individua il giudice competente a decidere sull'istanza di ricusazione prevista dal precedente art. 52, le modalità di svolgimento del procedimento nonché la forma del provvedimento mediante il quale la decisione è assunta.

La previsione dettata dal comma 1, secondo cui decide il collegio se è ricusato uno dei componenti del tribunale o della corte, si aggiunge al dettato dell'art. 50-bis, che individua le materie sottoposte a riserva di collegialità. La Corte costituzionale ha disatteso le questioni di costituzionalità di tale ultima disposizione sul rilievo che l'interesse all'imparzialità del giudice non deve pregiudicare il concorrente interesse alla speditezza del processo (Corte cost. n. 78/2002; Corte cost. n. 80/2003). È competente il presidente del tribunale in caso di ricusazione rivolta contro ciascuno dei componenti del tribunale in composizione collegiale (Cass. n. 2176/1993). È superfluo aggiungere che del collegio non può far parte il giudice investito dall'istanza di ricusazione (Cass. n. 9967/2003).

Ulteriori aspetti procedurali

La norma disciplina lo svolgimento del procedimento in modo scheletrico.

In base agli apporti della giurisprudenza può precisarsi che il procedimento di ricusazione del giudice ha natura giurisdizionale, sicché è necessario garantirvi il contraddittorio delle parti del processo cui la ricusazione accede, le quali devono essere messe in condizione di intervenire e adeguatamente interloquire, senza avere diritto, tuttavia, ad uno specifico termine, che non è previsto dalla legge (Cass. n. 16627/2014; contra, nel senso che nel procedimento di ricusazione non vi è un controinteressato, in precedenza, v. Cass. n. 27404/2008). Quanto alla posizione del giudice, il procedimento di ricusazione non è un procedimento «a carico» del giudice ricusato, e neppure un procedimento del quale egli sia «parte» (Cass. n. 16627/2014, la quale ha su tale premessa escluso che il generico sospetto di parzialità del giudice della ricusazione in ragione della mera «colleganza» col giudice ricusato possa fondare 1 fondato dubbio di costituzionalità della norma). Inoltre il dato normativo, secondo cui sulla ricusazione si decide «udito il giudice ricusato e assunte, quando occorre, le prove offerte», attribuisce al giudice ricusato il diritto di essere ascoltato, ma non lo obbliga a rendere informazioni o chiarimenti, tranne che il giudice della ricusazione lo ritenga necessario per finalità istruttorie (Cass. n. 16627/2014).

Mai sulla ricusazione può decidere il giudice ricusato. La proposizione dell'istanza di ricusazione se, per un verso, non sospende automaticamente il giudizio (atteso che l'esigenza di impedire un uso distorto dell'istituto impone di riconoscere al collegio investito della controversia il potere di delibarne in limine l'ammissibilità e di disporre la prosecuzione del procedimento ove ritenga, in forza di una valutazione sommaria, che della ricusazione manchino ictu oculi i requisiti formali), per altro verso obbliga lo stesso organo giudicante a trasmettere il fascicolo al collegio competente a decidere sul fondo della ricusazione, del quale non può far parte il soggetto avverso cui l'istanza è stata proposta, in ragione del principio generale della terzietà del giudice che, essendo stato elevato a garanzia costituzionale dall'art.111, comma 2, Cost., opera in ogni ambito giurisdizionale (Cass. S.U. n. 461/2021).

La giurisprudenza è costante nel ripetere che contro l'ordinanza che decide sulla ricusazione, espressamente qualificata come non impugnabile, non è ammissibile il ricorso straordinario per cassazione, trattandosi di provvedimento sì decisorio (v. sub art. 52), ma non definitivo (Cass. n. 17636/2003; Cass. n. 14164/2004; Cass. n. 1978/2005; Cass. n. 1932/2015).

In tema di ricusazione, ove la relativa istanza sia proposta nei confronti di un consigliere della Corte di cassazione, il conseguente procedimento camerale è regolato dall'art. 53, comma 2, con le formalità partecipative ivi previste, quale disciplina speciale, applicabile ratione materiae, rispetto a quella di cui al d.l. n. 168/2016, conv., con modif., dalla l. n. 197/2016 (Cass. S.U. n. 4098/2017).

Bibliografia

Dittrich, Incompatibilità astensione e ricusazione del giudice civile, Padova, 1991; La China, Giudice (astensione e ricusazione), Dig. civ., IV, IX, Torino, 1993; Romboli, Astensione e ricusazione del giudice (diritto processuale civile), in Enc. giur., III, Roma, 1988.

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