Codice di Procedura Civile art. 59 - Attività dell'ufficiale giudiziario.Attività dell'ufficiale giudiziario. [I]. L'ufficiale giudiziario assiste il giudice in udienza, provvede all'esecuzione dei suoi ordini, esegue la notificazione degli atti [137 ss.] e attende alle altre incombenze che la legge gli attribuisce. InquadramentoLa figura dell'ufficiale giudiziario è regolata dal d.P.R. n. 1229/1959. La disposizione in commento esordisce con il menzionare un'attività, quella di assistenza in udienza dell'ufficiale giudiziario, nella pratica ormai inesistente. Vale in proposito la regola secondo cui la mancata assistenza non costituisce motivo di nullità degli atti svolti (Cass. n. 216/1975). L'ufficiale giudiziario ha inoltre il compito di eseguire le notificazioni richieste dalla parte, dal pubblico ministero e dal cancelliere (v. sub artt. 137 ss., al cui commento si rinvia). Ampie incombenze ricadono sul ufficiale giudiziario nel quadro della disciplina dell'esecuzione forzata: anche a tal riguardo occorre in questa sede limitarsi a rinviare alla relativa normativa. CasisticaIn tema di azioni possessorie, affinché ricorra lo spoglio a mezzo di ufficiale giudiziario è necessario che il titolo, in forza del quale si procede, non abbia efficacia contro il possessore e che l'intervento dell'ufficiale giudiziario sia stato maliziosamente provocato da colui che ha richiesto l'esecuzione, ovvero che vi sia il dolo dell'istante il quale, conscio dell'arbitrarietà della sua richiesta, abbia sollecitato l'intervento dell'ufficiale giudiziario (Cass. n. 16229/2011). Nel caso di spoglio attuato per mezzo dell'ufficiale giudiziario in forza di un titolo esecutivo, l'azione possessoria è proponibile nelle sole ipotesi in cui il titolo esecutivo sia inefficace nei confronti dello spoliatus ovvero l'avente diritto sia stato immesso nel possesso di un immobile diverso da quello contemplato nel titolo esecutivo, dovendosi far valere mediante le opposizioni esecutive tutti gli altri vizi del titolo posto a fondamento del rilascio (Cass. n. 15874/2019). In tema di esecuzione forzata, il pignoramento — quale atto dell'ufficiale giudiziario — che venga eseguito da ufficiale giudiziario territorialmente incompetente non è inesistente (per tale dovendosi intendere l'atto del processo privo degli elementi essenziali indicati nel modello delineato dalla legge e, pertanto, esorbitante dallo schema legale, come nel caso di atto esecutivo compiuto da soggetto che non condivide in alcun modo le funzioni proprie dell'ufficiale giudiziario, come accade per i commessi addetti all'UNEP) bensì affetto da nullità, da farsi valere con l'opposizione agli atti esecutivi ex art. 617 (Cass. n. 5583/2003). Inoltre, gli atti di esecuzione compiuti dall'aiutante ufficiale giudiziario inserito nell'ordine giudiziario (tra i cui compiti rientra la notificazione degli atti, attività che condivide con l'ufficiale giudiziario, ma non il compimento degli atti di esecuzione, a quest'ultimo riservato dall'art. 165 d.P.R. n. 1229/1959), sono nulli e non già inesistenti, dovendo l'ipotesi dell'inesistenza ravvisarsi solamente nel caso in cui l'atto esecutivo sia compiuto da soggetto che non condivide in alcun modo — e non già con attribuzioni limitate, come appunto gli aiutanti ufficiali giudiziari- le funzioni proprie dell'ufficiale giudiziario (come accade, ad es., per i commessi addetti all'UNEP) ovvero da soggetto addirittura del tutto estraneo all'UNEP. Ne consegue che siffatta nullità del pignoramento, rilevabile dall'esecutato in base all'esame del verbale di pignoramento, deve essere denunciata con l'opposizione agli atti esecutivi entro il termine, a pena di preclusione, di cinque giorni dal compimento dell'atto (Cass. n. 5583/2003). I rapporti tra sede distaccata e sede principale di un medesimo ufficio giudiziario si pongono in termini di ripartizione di affari nell'ambito di un unico ufficio, non di competenza. Ne deriva che la notificazione del ricorso per cassazione, eseguita a mezzo posta dall'ufficiale giudiziario addetto alla sezione distaccata di Sassari, in relazione a sentenza pronunziata dalla Corte d'Appello di Cagliari in epoca anteriore al distacco, non può ritenersi affetta da nullità per incompetenza dell'ufficiale giudiziario notificante (Cass. n. 8552/1994). Il vizio della notificazione derivante dall'incompetenza dello ufficiale giudiziario o del messo di conciliazione notificante, dà sempre luogo ad una nullità relativa, non essendo l'atto in tal caso privo dei requisiti formali indispensabili per il raggiungimento del suo scopo, e pertanto tale vizio è sanato, con efficacia ex tunc, dalla Costituzione in giudizio del destinatario dell'atto; detta sanatoria spiega i suoi effetti anche nei confronti di tutte le altre parti per le quali la notificazione sia regolarmente avvenuta, siano o non siano esse costituite in giudizio (Cass. n. 5780/1988). In caso di impedimento dell'ufficiale giudiziario incaricato della notificazione di un atto, la designazione del messo di conciliazione viene fatta, ai sensi dell'art. 34 d.P.R. 15 dicembre 1959 n. 1229, dal capo dell'ufficio presso cui presta servizio il detto ufficiale, con decreto per il quale non è espressamente prevista la motivazione (art. 135, comma 4,); ne consegue che non occorre che nel decreto di designazione siano specificate le ragioni d'urgenza che, nel caso concreto, giustificano la pronta notificazione dell'atto (Cass. n. 5780/1988). Qualora la notificazione non avvenga nelle mani del destinatario ma sia effettuata in uno degli altri modi indicati dall'art. 139, spetta al notificante — in caso di contestazione della validità della notificazione stessa — di provare che esistevano i relativi presupposti. A tal fine, la deposizione testimoniale resa in giudizio dall'ufficiale giudiziario, che ha proceduto alla notificazione, ha lo stesso valore probatorio di qualsiasi altra testimonianza (Cass. n. 911/1978). L'assistenza dell'ufficiale giudiziario all'udienza attiene ad una attività materiale prevista per l'ordinato svolgimento dell'udienza; pertanto, l'assenza dell'ufficiale giudiziario non e motivo di nullità degli Atti svolti all'udienza (Cass. n. 216/1975). L'ufficiale giudiziario e legato alla parte privata da un rapporto di carattere pubblicistico, che importa un'autonomia funzionale. Pertanto, é responsabile in proprio, se, nell'esecuzione di una misura cautelare, assoggetti a vincolo beni eccedenti la necessita di cautela. Tale responsabilità non può essere estesa alla parte privata, se questa non abbia, direttamente o a mezzo del suo procuratore, partecipato all'illecito (Cass. n. 2773/1969). BibliografiaPunzi, Il processo civile, sistema e problematiche, I, Torino, 2010; Tedoldi, Ufficiale giudiziario, in Dig. civ., XIX, Torino, 1999. |